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Autore: Deliquium    05/02/2012    2 recensioni
Mentre Micon, servo umilissimo lucida chincaglierie, sua eccellenza, il Gran Sacerdote Sion, prende una decisione che cambierà per sempre le sorti del Santuario.
... Forse era meglio andare in Antiochia al posto di Saga.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sagittarius Aiolos
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La decisione di Sion

Micon, servo umilissimo di sua signoria Sion di Aries, seduto sul pavimento della sua umilissima stanza stava lucidando con amore e tanta pazienza le sacre chincaglierie del suo venerabile ed eccellentissimo padrone, quando la porta si spalancò di colpo.
Trafilato, paonazzo e con tutti i capelli fuori posto, il giovane Aiolos piombò nella stanza del servo umilissimo, Micon.
- Micon. Grazie ad Atena sei qui. Presto… mi devi assolutamente nascondere!
Micon sollevò un piccolo calice d’oro e lo ruotò fissandolo attentamente. L’espressione del suo volto si fece seria, quando i suoi occhi scorsero un alone assai resistente ai suoi colpi di straccio e “brillargento”.
Aiolos accortosi che il servo poco aveva fatto e detto dal suo arrivo, quasi non l’avesse neppure visto, decise di andare a mettersi proprio davanti all’uomo.
Avutane l’attenzione, Aiolos fece un respiro profondo e disse:
- Mi devi aiutare. E’ successa una cosa terribile.
Micon ricominciò a pulire il calice.
- Per Atena… per Zeus… per tutti gli Dei dell’Olimpo…
Aiolos misurava a grandi passi la stanza, fermandosi ogni tanto per dare voce ai suoi lamenti e alle sue esclamazioni.
Micon taceva disinteressato.
- Ti rendi conto di quello che ha fatto il Gran Sacerdote?! - sbottò Aiolos allargando le braccia.
Micon alzò di scatto la testa, e fissò il giovane Saint.
- Che cosa vi ha fatto sua eccellenza, nobile Aiolos? - domandò finalmente l’umile servo.
- Cosa mi ha fatto? Mi ha … ha intenzione di… - sembrava che Aiolos non riuscisse neppure a parlare.
Poi, preso un respiro profondo, sputò fuori tutto d’un fiato:
- Mi ha designato come suo successore?
- Oh, ma è meraviglioso.
- Meraviglioso? Meraviglioso? - aveva gli occhi fuori dalle orbite. - Non è meraviglioso! E’ una tragedia. - Si lasciò cadere sulla cassapanca, la prima cosa che aveva visto. - Non sono pronto. Non posso farlo. Non voglio assolutamente fare il Grande Sacerdote. E’ Saga quello che è interessato.
- Oh, il nobile Saga di Gemini. Un soldato degno della luce di Atena. - constatò con occhi sognanti Micos.
- Ecco, vedi. E’ proprio così. E’ perfetto per quel ruolo.
Micos non parve convinto.
- Ma nobile Aiolos, se sua eccellenza vi ha scelto, ci sarà un motivo?
Aiolos allontanò l’idea con un gesto della mano.
- Oh, nulla di che. Solo idee… Sion sta invecchiando e si sa dopo una certa età si ha più paura, insomma si fanno caso a più cose e non si ha più la lucida visione delle cose.
- Che cosa state cercando di dire, nobile Aiolos. - chiese l’umilissimo Micos.
- Il Gran Sacerdote sostiene, primo - Aiolos sollevò il dito indice - che lui è ormai è vecchio e che dubita di riuscire a vedere l’inizio della Guerra Sacra. - Micos sbarrò gli occhi e stava per parlare. - Secondo - continuò Aiolos sollevando il dito medio - che gli unici Gold Saint adatti al ruolo di Gran Sacerdote siamo io e Saga e terzo - questa volta l’espressione di Aiolos si fece dubbiosa - che Saga ha qualche problema e quindi non può essere eletto.
Si strinse nelle spalle: - Quando gli ho chiesto che problema, non ha voluto rispondermi.
- Dovreste essere onorato, nobile Aiolos.
- No, assolutamente. Preferisco mille volte combattere contro gli Spectre. E poi, dovrei prendermi cura di Atena, quando verrà al mondo.
- E la cosa non vi soddisfa?
- Stai scherzando vero?! - Aiolos era incredulo. - L’ultima volta che ho preso in braccio un bambino stava morendo asfissiato.
- Oh per la folgore di Zeus che gli avete fatto? - domandò allarmato Micon.
- Io? Nulla. La colpa è stata unicamente sua. Piangeva talmente tanto che è andato in apnea.
Micos scosse la testa.
- E perché piangeva?
- Ma che ne so. I bambini piangono. E’ un dato di fatto.
Micos sollevò nuovamente il calice d’argento e annuì soddisfatto.
- E il nobile Saga ci sa fare con i bambini?
- Chi? Gemini!? Puoi giurarci. Devi vedere quando va a Rodorio. Sembra Gesù attorniato dai bambini di Gerusalemme.
- Oh, un eretico.
- Ma no, era per dire. Un esempio. Comunque, - fece Aiolos avviandosi verso la porta. - Ora so cosa devo fare.
Micos lo guardò con aria interrogativa, ma non fece domande.

*

Aiolos si era precipitato fuori dall’umilissima stanza del servo di Sion per ritornare di corsa alla nona casa.
- Dove l’avrò messa. - chino per metà sotto il letto, cercava a tentoni qualcosa.
Aiolia, nel frattempo, appena svegliatosi dal sonnellino pomeridiano, fissava il fratello con occhi adoranti.
- Eccola. - esclamò trionfante Aiolos.
Si alzò stringendo una freccia d’oro.
Si guardò attorno, alla ricerca del posto perfetto. Scartò la parete ovest, non aveva abbastanza spazio. E l’angolo vicino alla libreria, non sembrava abbastanza solido.
- Qui dovrebbe andare. - annuì soddisfatto.
Girò la freccia, in modo che la punta fosse diretta verso il muro e con pazienza cominciò a incidere nella parete.
Il vantaggio della freccia del Sagittario era che poteva incidere qualsiasi superficie, meglio di qualsiasi scalpello e attrezzo vario.
- Ecco qui.
Dopo circa un’ora di lavoro, Aiolos era più che soddisfatto della sua opera.
- Che cos‘è? - domandò timidamente Aiolia tirando il fratello per la maglia.
- Un messaggio.
- Per chi?
Aiolos ci pensò un po’ su.
- Non lo so. Ma qualcuno verrà, sicuramente.
- E perché l’hai scritto?
- Perché ce ne andiamo Aiolia, prima che succeda l’irreparabile.
Aiolia lo guardava senza capire.
- E’ che … insomma… non voglio lasciare le cose a metà. Voglio dire, sono pur sempre un guerriero di Atena. E beh… vedila così … è la mia lettera d’addio.
Aiolia ci pensò un po’ su. Guardò ancora per lunghi istanti la scritta in greco, poi scrollando le spalle, come se non gli importasse, corse in camera sua per preparare la valigia.
Finalmente sarebbero partiti e si sarebbero lasciati alle spalle tutte quelle cose strane.

*

In realtà non ci fu nessuna partenza.
Le cose andarono molto diversamente da come Aiolos avrebbe voluto.
Un bel giorno Saga partì per una missione in Antiochia e non fece più ritorno. Che proprio Saga di Gemini disertasse era il colmo. Segno che il mondo stava decisamente andando a catafascio.
Aiolos si vide costretto ad accettare la carica futura a Grande Sacerdote. Rassegnato passava le proprie giornate a tirare le orecchie a Milo e a Deathmask e a rincuorare un sensibile Aphrodite, bersagliato dai continui scherzi degli altri bambini.
Dopo Saga sparì anche il Gran Sacerdote e Aiolos si trovò veramente nei guai. Atena stava per nascere e non c’era nessuno pronto per prendersene cura, persino Micon non sembrava aver la forza per fare alcunché.
La notte degli inganni, Aiolos guardava le stelle.
Atena era da pochi mesi al Santuario. Uno scricciolo che a differenza degli altri bambini rideva quando lui la prendeva in braccio.
Alla fine, Aiolos non divenne Gran Sacerdote, proprio come aveva sperato, ma in compenso si guadagnò la fama di Santo per eccellenza.
Il suo messaggio fu un monito per i Santi che vennero dopo di lui e la sua armatura fu oggetto di numerose contese.
Un finale ben diverso da quello che aveva sperato, ma d’altronde, ormai il dado fu tratto, la storia era stata fatta, e i miti pure.
   
 
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