Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: ViolaNera    05/02/2012    5 recensioni
Agli occhi di Lukas, quell'Essere irritante è soltanto felice di non vedere i suoi progetti sfumare. Per lui conterà far fede al disegno che si era fatto del sabato al luna park, poco importa con chi.
Cosa dovrebbe pensare, altrimenti?
[DenNor]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Angolo Autrice-


Eccomi col famoso (?) spinoffino! Riveduto e corretto, spero senza erroracci.

Non è necessario aver letto la storia principale, anche se qualche riferimento c'è... in fondo questi due c'erano, seppur come amebe di sfondo. *rotola*

Tanto amore e paturnie come sempre, spero vi piaccia. *^*









«Hey, Lukas, guarda! Guarda!»

Il ragazzo obbedisce, chiedendosi per l'ennesima volta perché abbia accettato di andare. Tino sembrava tenerci molto a regalargli il suo biglietto, eppure quel sabato era previsto che Matt andasse con i suoi due migliori amici, non con lui.

Non è stato invitato da Matt, tanto per cominciare. Non conta che sembrasse davvero contento (e sorpreso?) nello scoprire che quella giornata l'avrebbero passata insieme. Non lo ha invitato personalmente.

Agli occhi di Lukas, quell'Essere irritante è soltanto felice di non vedere i suoi progetti sfumare. Per lui conterà far fede al disegno che si era fatto del sabato al luna park, poco importa con chi.

Cosa dovrebbe pensare, altrimenti?

«Wow, quella va davvero in alto, eh?», lo sente mormorare pieno di meraviglia, il naso all'insù. «Sarebbe stato divertente costringere Ber a salirci contro la sua volontà. Mh, ma forse non l'avrei fatto, ha davvero paura...»

Torna a guardarlo, catturando per un istante, in quella sfumatura bassa, la sincera delusione per l'assenza dell'amico.

Si sente in colpa per il pensiero formulato poco prima, ma solo un po'. Non ha dubbi che sia dispiaciuto di non essere con i suoi amici, ma questo aumenta la convinzione di non essere stato invitato poiché non particolarmente gradito.

Si sente un rimpiazzo. Non è mai la prima scelta quando si tratta del Trio Nordico.

«Avresti potuto rimandare», sbotta innervosito.

«Quella era l'idea», sospira Matt, tornando a guardarlo e sorridendo improvvisamente. «Ma possiamo rimediare un'altra volta. Mi sembrava grandioso stare con te, oggi!»

Mi sembrava grandioso stare con te? Se fosse vero mi avresti chiesto di accompagnarvi dal principio, scemo.

Lukas mugugna qualcosa ed interrompe il contatto visivo, turbato dalla luminosità di quel sorriso e maledicendosi di nuovo per aver ceduto agli occhioni convincenti di Tino. Obiettivamente, però, Matt sembra sempre contento di stargli intorno. Quando sono a scuola o quando tornano a casa, gli si affianca volentieri ed inizia a parlare di qualsiasi cosa. Non lo costringe di certo.

Quel lato del suo carattere è sia fastidioso (e sta diventando oggetto di studio Lukesco: è davvero possibile dire qualsiasi cosa passi per la testa senza averci pensato dieci secondi politici?) che affascinante.

Matt è tutto ciò che non è lui; in qualche modo, invece di sentirsi a disagio, è in pace con se stesso. È anche uno dei pochi ragazzi a non avere soggezione dei suoi silenzi, dei suoi sguardi imperscrutabili, delle frasi saccenti che spesso gli escono. Non si fa problemi a toccarlo, mentre altri sobbalzano solo a sfiorarlo.

Poi, anche se a volte lo offende, Matt continua a ridere come se non gli importasse niente, come se non avesse sensibilità. È passata da un po' la convinzione che quel modo di essere sia stupidità. No, non è stupido ed in quanto a sensibilità ne ha moltissima, solo che non si lascia ferire dai suoi modi scontrosi. Si è abituato?

Crede che in fondo Matt lo capisca, che sappia che non intende essere sgarbato od offensivo, che quello è solo uno dei tanti modi che ha per nascondersi e spesso si dispiace di una frase pungente subito dopo averla pronunciata.

Lukas non è solo molto introverso e discreto, è anche fragile.

Certe volte ha così paura di dire quello che veramente pensa che non può fare a meno di tacere, tenendosi tutto dentro; altre volte dice l'opposto di ciò che vorrebbe e poi ci rimugina per giorni, incapace di chiarirsi.

E alle volte pensa cose davvero strane.

Gli è capitato di provare un inspiegabile senso di sofferenza al centro dello stomaco ogni volta che Matt abbraccia i suoi amici. Oh, non dovrebbe irritarsi per certe cose, non è che Matt sia una sua proprietà e non ha nessun diritto di fargli pesare quei gesti.

È affettuoso ed espansivo, qualche volta alza il braccio e stringe anche lui, sogghignando mentre parlano tutti insieme. In quei momenti, il cuore di Lukas salta dei battiti, ed è felice, intimamente, che quel braccio sia lì per lui e non per Tino. Certe volte resiste e finge di non notarlo, continuando ad ascoltare e rispondere quando tocca a lui, ma altre glielo deve levare e chiedergli con calma assoluta perché debba sempre mettere le mani addosso agli altri.

Per qualche secondo lo sguardo di Matt sembra ferito (ma potrebbe essere una sua impressione), prima di sparare qualche risposta stupida e riacciuffarlo con un ghigno.

Vuole essere toccato, vuole il braccio sulle spalle, ma... non lo regge dentro e non vuole volerlo.

Diventa ancora più difficile quando gli scappa una lunga occhiata e dall'angolazione più bassa in cui si trova vede le sue labbra socchiuse, mentre ascolta qualche compagno spiegargli una lezione che non ha studiato, e Lukas, fatalmente, pensa a quanto sarebbe fuori di testa e pazzesco tirarlo per la cravatta e baciarlo. Chissà cosa proverebbe a quel contatto?

Quei pensieri stanno diventando sempre più frequenti.

Si può dire che abbia capito di avere una preferenza per il sesso maschile proprio grazie a Matt. La sua prima cotta? È così che si dice? Perché di certo parlare di primo amore sarebbe... assurdo.

Non intende cedere a quei desideri senza senso. Non ha significato pensare a quanto stia bene con lui intorno o a quanto lo trovi bello e speciale.

Inoltre, a condire il casino emotivo in cui versa da quando ha scoperto quell'interessamento non proprio amichevole, ha iniziato ad accorgersi di alcuni dettagli scomodi. Ha notato (sospetta, in verità) che anche gli altri due membri del gruppo sono innamorati di lui.

Innamorati anche? Lui non... non è... insomma, non...

Quanto è stupido, se ci pensa. Com'è potuto succedere per un motivo così? Tutto per cosa?

Un sussurro. Niente di più.

Stava guardando un meraviglioso Stradivari posto in vetrina, chiedendosi se un giorno sarebbe stato in grado di tenere quello strumento sulla spalla davanti ad un pubblico numeroso senza farsi venire un colpo, quando Matt, notando il suo sguardo intento, si era chinato e gli aveva parlato direttamente nell'orecchio con voce bassa. Suadente.

Non voleva essere provocante, Lukas sa che aveva parlato così soltanto per non farsi sentire da nessun altro eccetto lui. (Motivo ulteriore per imbarazzarsi.)

Un giorno te lo regalerò, Luk.

Era arrossito violentemente.

Congelato da un brivido potentissimo, si era voltato con espressione piatta, dicendogli di finirla con quelle sciocchezze, perché mai nella sua vita avrebbe potuto comprare un oggetto di tale valore. Cosa se ne usciva con certe promesse?

La frase, però, gli aveva dato il colpo di grazia.

O gli era servita per capire meglio qualcosa di già presente, in sordina?

Si era rilassato dicendosi che lo avrebbe detto anche a Tino, se lo avesse visto morire davanti ad un fucile e magari grattare il vetro dell'armeria guaendo. Pensieri dolorosi, in un certo senso, perché Matt era buono e generoso con tutti. Tutti. Gli amici per lui erano una parte del cuore, questo Lukas lo sapeva bene.

Era egoista, vero?, desiderare di essere oltre quel tutti. Non voleva un trattamento speciale, ma sarebbe stato bello sapere di essere considerato un gradino sopra quei tutti. Che guardasse soltanto lui in un certo modo.

Ma quello sarebbe stato un trattamento speciale. Che confusione...

«Lukas, tieni!»

La voce di Matt lo distoglie da quei pensieri, facendolo tornare al presente per notare che gli sta porgendo un'enorme frittella cosparsa di zucchero. Sgrana leggermente gli occhi, chiedendosi se una cosa del genere possa ucciderlo. Sua madre non smetterebbe di gridare l'allarme al futuro diabete se lo vedesse con quel dolce tra le mani.

«Ti piace?»

Idiota, lo chiedi dopo avermela comprata?

«Sei un po' pallido, secondo me hai bisogno di mangiare.»

Ho bisogno che smetti di starmi così addosso.

«Non lo so, non ho mai assaggiato una frittella», sussurra fissandola con curiosità, allungando il naso come una specie di cucciolo.

«Non posso crederci! È un bene che ci sia io a farti vivere!», esclama avvicinandola alle sue labbra. «Dai un morso, coraggio», cinguetta.

«Perché dovrei lasciarmi imboccare da te?» Avvampa e prende il dolce tra le mani, iniziando ad assaggiarlo con cautela.

Il sapore delicato della crema lo rapisce e conquista subito, così come la pasta morbida, portandolo a mordere bocconi sempre più grandi sotto lo sguardo divertito di un Matt che, facendogli compagnia, annuisce contento.

«Lo sapevo che eri goloso», ridacchia, scuotendolo un po' per il braccio.

Si domina e mangia più compostamente, ringraziandolo a bassa voce ed ignorando le ragazze che, passando loro accanto, non riescono a trattenersi dal commentare il loro aspetto ed emettere stupide risatine.

Odia quel tipo di ragazza.

Lancia loro un'occhiata perché proprio non sa tenersi oltre e le fulmina. Pensare a loro serve a distoglierlo dalla sua mano stretta attorno all'incavo del gomito.

«Hai davvero un gran successo», sospira Matt osservandole andar via.

«Che stai dicendo, guardavano entrambi.»

«Soprattutto te, però», insiste dandogli una piccola spallata. «Perché sei carino e piccolo come Tino. Non oso immaginare voi due insieme cosa combinereste nell'universo femminile! Ragazzi, che invidia.»

Invidia. Cosa c'è da invidiare? Gente che passa, ti guarda ed apprezza il tuo aspetto, senza sapere nemmeno come ti chiami. Senza conoscere le cose che ami e le cose che odi.

Cosa c'è da invidiare? Non è così bello essere considerato in esposizione.

Quel commento lo abbatte un po' anche per un altro motivo: a Matt piacciono le ragazze?

Se ne convince ogni giorno che passa, ogni volta che vede come non si accorga dei sentimenti che i suoi amici nutrono per lui, di come lottino silenziosamente per attrarre maggior attenzione.

Ecco un altro degli ottimi motivi per cui dovrebbe smettere di indugiare in quei sentimenti, nati per caso, alimentati involontariamente da ogni piccolo gesto gentile nei suoi confronti, da ogni sorriso.

Se fosse stato una ragazza si sarebbe confessato? Ah, ma per favore! Per cosa? Stare con quello? Chi vorrebbe stare con uno così... così...

Eh.

«Quale tipo di ragazza ti piace», chiede lanciandogli un'occhiata di traverso.

«Uh?»

Matt continua a camminare fino a fermarsi sotto una giostra, fissandola un po' prima di rispondere.

«Non lo so, non ho un tipo. Credo che innamorarsi non dipenda da strani standard mentali, potrei dirti che mi piacciono le more e poi mettermi con una bionda. Non sarei credibile, eh?», ridacchia, finisce la frittella e getta la carta in un cestino lì accanto, leccandosi la punta delle dita. «Oppure potrei dire che amo le persone solari e allegre, per poi essere attratto spaventosamente da qualcuno di misterioso... forse perché mi piacerebbe scoprirlo.»

Ha appena fatto un occhiolino? Leccandosi le dita?

Matt, dannazione.

Cerca di non immedesimarsi troppo e di non cercare indizi dove non ci sono, continuando a ripetersi che se sono lì non è per un appuntamento e non lo ha invitato.

Quel fatto lo urta proprio da morire.

«E tu? Che genere di ragazza preferisci?» Matt gli rigira la domanda, scrutandolo con occhi vivaci e attenti.

«Credo vorrei mi capisse e stesse bene insieme a me», bofonchia con una debole scrollata di spalle. Una risposta semplice, ma non gli viene niente di meglio per evitare di entrare nei dettagli e rischiare di fare la sua descrizione.

«Ah-ah», mormora in tono pensieroso. «Io ti capisco, Luk!»

«Cosa c'entra! Chi parlava di te!», avvampa spintonandolo.

«Non ti arrabbiare, stavo scherzando!»

Certo, scherzavi.

Matt gli getta il braccio intorno alle spalle, attirandoselo contro e continuando a ridacchiare, lasciandolo tra lo sconcerto e l'imbarazzo.

Lo guarda e cerca di dirgli qualcosa sul fatto di smetterla di strapazzarlo sempre, ma si voltano a tempo e rimane bloccato dal suo sguardo divertito. Resta pietrificato anche dalle dita che salgono a spolverare lo zucchero che gli decora il contorno della bocca, facendolo somigliare ad un bambino.

Perché non riesce a dirgli di piantarla di fare così, che la gente potrebbe pensare a loro come una coppia?

È immobile, a fargli fare quello che gli pare come se fosse diventato un gattino.

Non gli riesce nemmeno di deglutire, quando un polpastrello resta a sfiorarlo sempre più lento, seguendo i contorni delle labbra, e non può fare a meno di pensare che sta usando le stesse dita che ha ripulito dai granellini di zucchero in quel modo.

Cerca di catturare i suo occhi per implorarlo almeno con quelli di smetterla, ma Matt gli sta fissando la bocca e non sembra più tanto casuale.

Il cuore di Lukas decide di smettere di battere, così.

Tra poco diventerà viola e sverrà senza ossigeno? Deve... respirare... e far ripartire quel muscolo inutile.

«Matt», lo chiama pianissimo, proprio nel momento in cui avverte uno spostamento appena percettibile, come se fosse in procinto di chinarsi su di lui. Deve essere un abbaglio, Matt non...

«A-Ah, c'era... c'era dello z-zucchero!», lo sente blaterare voltando la testa di scatto e rimettendosi ritto.

Per qualche ragione non si sente dell'umore per insultarlo. Respira per miracolo, non ce la farebbe.

«So pulirmi da solo. Bastava dirmelo», mormora fissando la sua mandibola di profilo.

«Lo so, lo so!», ridacchia, tornando bruscamente il solito. «Ah, Tino mi ha insegnato qualche trucchetto per sparare come si deve!», dichiara, puntando l'indice verso il cielo in una perfetta imitazione dell'amico. «Desideri qualcosa? Che ne dici di un peluche?», cinguetta, trascinandolo verso un banchetto immenso, stracolmo di pupazzi di ogni tipo.

«Matt, seriamente... come pensi che mi piacciano queste cose?»

«Hai sempre un coniglietto attaccato alle chiavi, no?»

«È solo un portachiavi, non significa che...» Pausa, occhi sgranati, cambio di tono improvviso. «Quel coniglio è enorme.»

Indica un peluche bianco, grande come un bambino di otto anni. Osserva le sue orecchie a punta, gli interni rosa foderati che sembrano morbidissimi, a guardarli, e gli occhioni neri e tondi fatti con due bottoni lucidi.

Improvvisamente lo vuole. Starebbe bene sul letto, accanto a quello più piccolo e rosa (ormai quasi distrutto) col quale dorme dall'asilo.

«Aggiudicato», dichiara Matt, ignorando le rinsavite proteste seguenti ed imbracciando il fucile. «Sapevo che i coniglietti ti piacevano!»



«Mi dispiace», bofonchia con le labbra infuori. «Temo di aver bisogno di altre lezioni. Tino lo avrebbe vinto», brontola incrociando le braccia al petto, senza smettere di camminare.

Lukas guarda il coniglietto di taglia media, beige, infilato tra le proprie braccia. È senza parole da diversi minuti.

«È carino anche questo, ma-»

«Andiamo là! Ho aspettato che venisse buio solo per salire su quell'affare!», esclama di nuovo sorridente, prendendolo per mano e trascinandolo avanti.

«Matt, aspetta un secondo.»

Il ragazzo si ferma e si gira a guardarlo, incuriosito. Lukas gli mette il peluche sotto il naso, scuotendolo leggermente.

«Che cosa stai facendo? Non sono una ragazza.»

«Aah, ma dai, non devi vergognarti se ti piacciono i pupazzetti.»

«Non è questo...»

«Lo so che dormi con quel peluche rosa, ti ho visto in campeggio, quindi con me non farti problemi, intesi?»

«Ho detto che non è questo!»

Merda, sapevo che non avrei dovuto portarlo con me quella settimana.

«Allora cosa c'è?»

«Tu... ti comporti in modo strano... sembriamo fidanzati», butta fuori, indeciso se avvampare o sembrare più seccato, più in linea con il suo solito modo di comportarsi.

«Ah... m-ma...» Matt balbetta ancora qualcosa, poi si accorge che lo sta tenendo per mano e lo lascia andare, facendo qualche passo indietro. «Scusa, è... non volevo, io...»

Il ragazzo sospira rumorosamente, prima di tornare a sorridere con un po' di fatica risollevando la testa. «Sono scemo, eh? Sembri sempre un po' malinconico e allora io cerco di farti sorridere in qualsiasi modo. Non volevo essere appiccicoso o infastidirti, p-però sei qui, oggi e io...»

Eh?

«Insomma, tu in un posto così caotico e confusionario, solo con me...»

«Non è il caso di sforzarti tanto. È stata una mia decisione venire, mi pare.»

«Non mi sforzo affatto! Sono sin troppo me stesso!»

Sta cercando di dire che sta davvero bene in sua compagnia? Come se Lukas non sapesse che preferirebbe cento volte stare con gli altri due. Loro sono così... facili da gestire.

«Non ti stai sforzando? Tanto per cominciare non credo di aver sentito un invito da parte tua, ma se sono qui è solo perché Tino ha insistito tanto da sfinirmi» (questa è una bugia: Tino non è una persona invadente e gliel'ha chiesto solo una volta, pur mettendoci un sacco di “Ti prego”, “Matt ci tiene”, “Vai con lui”), «inoltre non fai altro che saltare qua e là come se volessi evitare di parlarmi veramente!»

Ha usato un tono un po' troppo scocciato, vero? Farebbe meglio a calmarsi.

«Non è così. Io... avrei voluto venirci anche con te, ma credevo che avresti rifiutato senza farmi finire. A te piacciono cose più intellettuali e tranquille, come mostre, concerti, conferenze, librerie... io... pensavo che qui non saresti mai venuto», parlotta strisciando un piede. «Perché è un posto infantile.»

«Avresti potuto provarci. Un invito non avrebbe ucciso nessuno.»

«Sei arrabbiato perché non ti ho detto niente, Luk?»

La meraviglia, seguita da uno sguardo strano e speranzoso, lo lascia momentaneamente interdetto. Che motivo ha di gongolare tanto?

«Lascia perdere. So benissimo che volevi passare il sabato con i tuoi amici.»

«No, Lukas!»

Lo prende afferrandolo dietro il collo con entrambe le mani e se lo avvicina per guardarlo dritto negli occhi, imbarazzandolo a morte.

«È vero, volevo tanto stare insieme a loro. Ultimamente si comportano in modo insolito e pensavo che avessimo bisogno di passare qualche ora extra insieme, al di fuori della scuola o della sala giochi. Però, io... sono davvero davvero davvero felice che tu oggi sia qui. Mi dispiace se non avertelo chiesto ti ha offeso. Non essere più arrabbiato, va bene?»

«... Hai detto davvero tre volte.»

Matt ridacchia e lo libera, permettendogli di respirare di nuovo. «Così forse mi crederai!»

«D'accordo. Solo, smettila di saltellare qua e là come se fossi iperattivo.»

«Ma io sono iperattivo», ammette, raddrizzando un orecchio del peluche. «E non voglio che ti annoi.»

«Sto bene. Dovresti anche smetterla di comprarmi cose.»

«Per una frittella e un pupazzetto!», ride, rimettendogli il braccio sulle spalle e camminando per un po' in silenzio. Lukas sospira e mantiene il passo accanto a lui, infilando il peluche dentro la borsa a tracolla.

«Poco fa hai detto che volevi andare su quell'affare, no? Mi sta bene», mormora indicando un'attrazione in alto.

«Sei sicuro? Non soffri di vertigini?», lo punzecchia dandogli una piccola testata affettuosa.

«Ho preso molti aerei, direi che vado sul sicuro. Tu, piuttosto, attento a non fartela sotto.»

«Ooh, sembra una sfida!»


Salgono sulla conchiglia (a Lukas sembra una buona definizione) a due posti, protetti da una rete di tubi d'acciaio ai quali possono tenersi.

Matt sale per primo e si sistema dietro avendo le gambe più lunghe, mentre lui si accomoda nello spazio vuoto tra di esse.

La conchiglia si solleva ed inizia a ruotare fino ad arrivare a diversi metri da terra, avvicinandoli al cielo che verte alle tinte della sera e avvolgendoli in un turbine di aria fresca.

Lukas socchiude le palpebre, godendosi il vento sul viso e tra i capelli, dolorosamente conscio di avere un suo braccio attorno alla vita, mentre le proprie mani restano aggrappate alla rete senza stringere troppo.

Riapre gli occhi e si sporge a guardare le persone, ormai solo piccoli puntini colorati in movimento, e le luci del luna park, molto più attraenti da quell'altezza.

«Riesci a sentirmi?», grida Matt, andando ad intrecciare le dita della mano libera alla sua.

La conchiglia è quasi giunta in alto, smette di ruotare con quella ferocia e ondeggia soltanto, cullandoli con sempre maggior pigrizia.

«Non c'è bisogno di grid-», comincia a rispondergli, voltandosi sulla spalla e trovandolo lì.

Le loro labbra si sfiorano per sbaglio.

Implode nell'istante in cui se ne rende conto, ma non riesce ad allontanarsi o fingere di non averci fatto caso, dal momento che Matt si spinge in avanti e colma i pochi centimetri di vuoto, premendo le labbra sulle sue dopo un breve attimo di stasi.

Lukas rimane fermo con gli occhi spalancati, sentendo il calore improvviso di quel bacio, mentre l'altra mano di Matt abbandona la stretta alla vita e sale a tenerlo dietro la nuca. Circondato dall'aria, nel tenue dondolio, socchiude gli occhi e lo lascia fare, abbandonandosi a lui.

Non ha alternative.

Quel gesto improvviso (desiderato) gli ha spento il cervello e non esiste che possa ritrarsi, anche se sarebbe l'unica cosa sensata da fare.

Che gli salta per la testa di non opporsi? E a Matt che ha iniziato?

Dovrebbe spingerlo via e fingersi sdegnato? Dirgli che due ragazzi, due amici come loro, non dovrebbero assolutamente comportarsi in quel modo?

Però lassù sono così distanti dal mondo, così protetti dagli occhi di tutti, anche da quelli infastiditi dal suo ingenuo ed entusiastico trascinarlo mano nella mano per tutto il giorno. Ed è così bello, finché Matt non si separa.

«Scusa... non ho resistito. N-non posso fermarmi», gli sussurra in quell'attimo, affannato e veloce, prima di recuperarlo e avvolgerlo col braccio per premerselo contro e riprendere a baciarlo.

Ad un certo punto Lukas deve aver chiuso gli occhi, perché ha solo poche sensazioni alle quali aggrapparsi: le dita intrecciate a quelle di Matt sulla rete di protezione, l'aria che li circonda, il corpo caldo attaccato al suo, il profumo sotto le narici e la sensazione più strana di tutte, la più inafferrabile, quella che gli sta facendo girare la testa e non per via dell'altezza.

La lingua che, gentilmente, gli ha dischiuso le labbra per cercare la sua e accarezzarla in un modo da stendere le funzioni cerebrali.

Continuano, senza osare muoversi da quella scomoda posizione, lasciandosi sfuggire dei piccoli lamenti che vanno perdendosi nell'aria. Continuano finché non si accorgono, chissà come, che la giostra si sta abbassando per permettere loro di smontare.

Quando le labbra si separano, Lukas si volta lentamente verso la rete di tubi davanti a sé, riapre gli occhi e respira a fatica sentendosi il viso scottare. Ha un sapore dolce di zucchero in bocca e non un singolo pensiero di senso compiuto nella mente.

Tutto vuoto, tutto caos, tutto bianco.

Matt lo stringe con entrambe le braccia incrociandogliele sul petto, gli posa la fronte sulla spalla e rimane in silenzio, in attesa di scendere insieme.

Lukas non lo allontana.

Sente il suo cuore battere selvaggiamente contro la schiena e per molti secondi, lunghi fino all'esasperazione, ha il timore che anche il proprio sia tanto facilmente udibile, ma come può dirgli di controllarsi?

Lo ascolterebbe?


Si incamminano un po' ciondolanti fino ad una panchina. Si siedono a tempo senza dire una parola.

«Lukas», comincia il più alto, tentennante. «Mh, mi... mi pia-»

«Sta' zitto», sbotta, nascondendosi la faccia dietro il borsone.

Non sta accadendo, non sta accadendo...

«Bene.»

Deve dire qualcosa. Qualcosa di intelligente e sensato, qualcosa come “Ti romperò tutte le ossa e le venderò al mercato nero per farci il sapone.”

Non riesce a parlare, ovviamente.

Matt gli si avvicina pian piano e lo intrappola tra le braccia, gli toglie il borsone dalla faccia e lascia che si nasconda, se proprio deve, contro il suo petto. Una mano gli si intrufola tra i capelli e resta lì a sfiorarli con calma.

Di nuovo, non può allontanarlo.

«Se avessi saputo che oggi sarei stato solo con te non avrei dormito per giorni, sai? È un bene averlo scoperto il giorno stesso, anche se sono stato più agitato del solito e forse troppo entusiasta e... scusami, sono tanto felice», sussurra, concludendo velocemente e posando la fronte sulla testa di Lukas. «Mi pia-»

«Ho detto taci.»

«Ma tu mi pia-!»

«Ho detto di tace-», comincia, scuotendosi ed allontanandosi, solo per restare immobile davanti al sorriso più fantastico che gli abbia mai visto dipinto in faccia. «-re.»

«Evita il viso, oppure mia madre non mi lascerà in pace per settimane. Al di sotto del collo puoi lasciarmi qualsiasi segno.»

«Stai dicendo cose imbarazzanti senza rendertene conto!»

«Ah... scusa?»

Non sembra tanto preoccupato, in fondo.

«Lukas, di' qualcosa. Ho paura.»

«Paura?»

«Mh», annuisce continuando a sfiorargli i capelli con dita un po' incerte.

Buffo, quella è la prima volta che non tenta minimamente di fermare le sue carezze. Se ne frega anche della gente che li guarda, non gliene è mai importato meno. E poi: c'è qualcuno oltre loro due?

«Se ho rovinato tutto, io...» Matt si ferma e sospira, incapace di continuare.

Passa qualche minuto, scandito solo dai loro respiri. Lukas ha lo sguardo fisso sulla mano che ha posato sul petto dell'altro ragazzo e riesce a sentire, sotto il palmo, il cuore che continua a battergli forte. È esattamente il ritmo del proprio, in ogni sfumatura.

«Matt, sono... non riesco a parlare.»

«Sei troppo arrabbiato?»

Schifosamente felice. Felice.

Apre la bocca per dire qualcosa (non sa ancora cosa), decidendo per una volta di mettere da parte la fragilità, le bugie, la costante insicurezza, il timore di essere respinto.

«Mi piaci», è quello che esce. È un bisbiglio, ma sono talmente vicini che è certo di essere udibile. Ora può finalmente sprofondare.

«... Eh? Ah. Ah! Dici davvero? Ma nel senso che-?!»

«Per favore, stai zitto.»

Smette di toccarlo e si scosta, adagio, ma Lukas si riappiccica per non farsi guardare e lo stringe dietro la felpa. Quel gesto causa una risatina in Matt, che si alza di scatto e se lo trascina dietro a passo svelto fino ad appoggiarlo sul retro di una roulotte.

Gli si getta addosso e lo stringe più forte che può, chiudendo gli occhi fitti.

«Voglio stare con te», dichiara con trasporto, strusciandosi alla sua guancia.

«C-c-ch-»

«Mh... sono in-» Matt ridacchia ancora, chiaramente per l'imbarazzo, qualcosa che uno come lui non sembrava in grado di provare, ed invece c'è.

Gli mette le mani sulle spalle e si allontana, fissandolo più seriamente. Ha una faccia che sembra dire “Non sono un idiota, hey, adesso ascoltami per davvero.”

Lukas si permette di studiare ogni parte di quel viso, illuminato malamente dalle luci che filtrano da qualche spiraglio. Si lascia catturare dagli occhi, così vicini come non crede di averli mai visti... o almeno, non così a lungo da ridurlo in apnea.

«Sono innamorato di te», asserisce, con una gravità tale da farlo rabbrividire, come se le parole non fossero sufficienti a dargli una legnata secca dietro le ginocchia.

E adesso? Cosa dovrebbe fare? Dovrebbe rispondere? Dire che anche lui... anche lui... oh, dannazione, anche lui.

Apre la bocca, ma non esce alcun suono.

«Non devi dirmi niente, Lukas», mormora, come intuendo il lavorio dentro la sua scatola cranica e tornando a sfiorargli il viso. «Sono così felice che potrei morire ai tuoi piedi. Non devi dire niente, solo lasciarti abbracciare. Io capirò.»

Lukas lo prende per la felpa e se lo tira contro, aggrappandosi al tessuto morbido e stringendolo di sua iniziativa per la prima volta.

Quella sensazione è così bella che rischia lui stesso di morirgli ai piedi, precedendolo. Si sente leggero e felice, tutte le precedenti stizze e preoccupazioni non sa dove siano andate a cacciarsi e sembrano minuscole, davvero ridicole.

Vorrebbe mettersi a cantare. È completamente impazzito di gioia.

«...»

«Cos'hai detto?», sussurra Matt, frapponendo con cura le braccia tra la sua schiena e la roulotte.

«...»

«Non ti sento», protesta ridacchiando.


Anche io voglio stare insieme a te. Se ci riesco lo ripeto dopo.

Ora abbracciami.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: ViolaNera