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Autore: Burdock 95    05/02/2012    0 recensioni
La storia di due Apprendisti Assassini, in una missione con Ezio, il Mentore.
Dedicata a Cartacciabianca, scritta per il suo compleanno.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta il 3/02/2012, dedicato a Cartacciabianca

I DUE APPRENDISTI

Ezio salta,
Ricky e Irene lo seguono.
Ezio è il Maestro,
loro i suoi Apprendisti.

Ricky e Irene uscirono dal covo dell’Isola Tiberina. Avrebbero voluto seguire il Mentore, ma non erano ancora Assassini veri e propri e pertanto non potevano eseguire il Salto della Fede.
“Perché il Mentore ha bisogno di noi, adesso?” chiese Ricky, col cappuccio tirato sul capo, mentre camminava lentamente tra la folla, per non attirare l’attenzione delle guardie.
“Ha detto che gli serve supporto mentre uccide un capitano dei Borgia, Pietro da Siena.” rispose Irene, stando al fianco dell’amico.
Continuarono ad avanzare, quando due guardie (nientemeno che un bruto e una guardia papale) si pararono davanti a loro.
“Alt!” esclamò il bruto “Siamo parte della Squadra di Ricerca! Dovete abbassarvi il cappuccio e farci vedere i vostri volti!”
“Maledizione!” pensò Ricky, e attaccò fulmineo con la lama celata, ma la guardia papale era accorta, e muovendosi lievemente verso sinistra mandò a vuoto l’attacco del giovane Assassino. La guardia estrasse la spada e vibrò un fendente, che Ricky evitò. Una volta mandato a vuoto il colpo, Ricky snudò la spada a sua volta e si gettò contro il nemico.
Il bruto prese l’ascia e fece per colpire l’Assassino, ma una fredda lama gli penetrò nel fianco. Il bruto gridò di dolore, e si volse verso chi aveva sferrato il colpo, trovandosi di fronte l’altra Assassina.
“Non distrarti! Sono io la tua avversaria!” esclamò Irene, sguainando la spada e gettandosi su di lui.
Il bruto bloccò il colpo sferrato dalla ragazza, e subito reagì, attaccando con la scure.
Con una veloce mossa, Irene balzò indietro, mandando a vuoto l’attacco nemico, e poi balzò subito in avanti, con un affondo.
Il bruto provò con un fendente che costrinse la ragazza ad interrompere l’azione per difendersi. Essa, comunque, riuscì ad intercettare il colpo.
Ricky, intanto, resisteva strenuamente contro la guardia papale, la quale era un avversario al di sopra delle sue possibilità.
“Posso tenergli testa, ma non riuscirò mai a sconfiggerlo, in questo modo.” pensando ciò, Ricky evitò un fendente, dopodiché ripose la spada e sguainò fulmineo la propria daga. Utilizzando la daga, Ricky diminuì la potenza dei suoi colpi, ma aumentò la velocità, sperando che in quella maniera avrebbe potuto sfruttare meglio le sue doti acrobatiche, distraendo il nemico per poi finirlo con la lama celata.
La guardia papale, però, era un nemico troppo esperto per cascarci, le lapalissiane intenzioni di Ricky vennero intralciate dal veloce fendente che la guardia papale sferrò diretto alle sue gambe.
Ricky lo bloccò, anche se per un pelo, e si preparò ad attaccare.
Irene schivò il colpo d’ascia sferrato dal bruto, e si gettò in avanti, afferrandolo per una spalla e conficcandogli nella gola la sua lama celata: il bruto cadde a terra morto.
Irene vide la guardia papale atterrare Ricky con una poderosa spallata, e subito intervenne. Arrivò dietro la guardia, e la finì spingendogli la lama celata nel collo.
“Sei salvo, Ricky.” disse Irene, porgendo una mano al compagno Assassino.
“Grazie, Irene.” rispose Ricky, afferrandole la mano e tirandosi su. “Di niente. Ora però andiamocene, prima che arrivi qualcun altro.”
I due Assassini si dileguarono in mezzo alla folla, e raggiunsero il quartiere di Pietro da Siena.
Si guardarono intorno, quando una figura vestita di bianco comparve dietro di loro.
“Avete impiegato più tempo del dovuto.” la voce di Ezio li fece girare, e subito entrambi portarono il pugno al cuore in segno di rispetto.
“Scusateci, Mentore, ma siamo incappati in un contrattempo.” disse Irene.
“Non importa. L’importante è che ora siate qui.” rispose Ezio.
“Quali sono i vostri ordini, Mentore?” chiese Ricky al suo Maestro.
“Attaccate le guardie, dovete distrarle da me. Io ucciderò Pietro da Siena.”
Alle parole di Ezio, i due Apprendisti annuirono.
Con le cappe che sventolavano dietro di loro, Ricky e Irene corsero verso le guardie, sguainando le spade.
Resistere! Dovevano solo resistere, perché alla morte di Pietro da Siena per mano di Ezio, tutte le altre guardie si sarebbero date alla fuga.
Ricky evitò con facilità un fendente di una guardia, che subito finì con un affondo. Si abbassò di scatto, facendo passare la lama del nemico che lo aveva attaccato a sorpresa al di sopra della propria testa, e repentinamente reagì, conficcandogli la lama celata negli attributi.
Mentre quello gridava, in preda a un tremendo dolore, Ricky lo colpì alla gola, uccidendolo.
Irene mulinava incessantemente la spada, muovendosi come un vero Angelo della Morte. Ezio sorrise, appostato in un carro di fieno, vedendola combattere sorrise: era la migliore Apprendista che avesse mai avuto.
Ad ogni colpo, Irene abbatteva una guardia: sembrava intoccabile. Almeno, fino a quando non le si parò davanti un bruto.
Irene si difese come poté, ma la stanchezza cominciava a farsi sentire, e i suoi colpi persero sempre più efficacia.
Il bruto la atterrò con un colpo di piatto della propria scure. Alzò alta l’arma, per finire la ragazza, quando il rumore sordo di uno sparo pervase lo spazio. Ricky aveva il braccio alzato, e la sua piccola pistola celata era fumante.
Il bruto annaspò, gravemente ferito, e Irene ne approfittò per colpirlo con la spada dritto alla gola, uccidendolo.
Le guardie cominciavano ad avere paura dei due, quando qualcuno urlò “Resistete, uomini della famiglia Borgia! Avete me, Pietro da Siena, a guidarvi!”
Pietro da Siena si gettò a spada tratta verso Irene, ma non riuscì a completare l’assalto perché un dardo gli si conficcò nella gola: Ezio era uscito dal fieno, e aveva utilizzato la sua fida balestra con un tempismo eccezionale.
Vedendo il capitano cadere a terra privo di vita, le guardie rimaste si diedero alla fuga scomposta.
Vittorioso, Ezio scalò la Torre dei Borgia e appiccò il fuoco, per poi scendere da essa con un Salto della Fede.
Le forze del nemico erano in rotta, il Capitano Pietro da Siena era morto, e la Torre dei Borgia bruciava, il tutto senza perdite umane da parte della Confraternita. Gli Assassini avevano vinto la battaglia su tutta la linea, nonostante la guerra fosse lungi dall’essere conclusa.
Seguito dai due Apprendisti, Ezio fece ritorno al covo dell’Isola Tiberina.
“Siete stati bravi, oggi.” disse loro Ezio una volta che furono entrati.
“Vi ringraziamo, Mentore.” disse Ricky, col pugno sul petto.
“Così bravi …” continuò Ezio “… che ho deciso di promuovervi da Apprendisti ad Assassini veri e propri.”
I due erano attoniti, ma al settimo cielo.
Quel giorno stesso avvenne la Cerimonia, dove ai due venne marchiato l’anulare.
Seguirono Ezio sul tetto del covo, e sotto al suo sguardo eseguirono entrambi un perfetto Salto della Fede, finendo nel Tevere.
Quando venne la sera, Irene era a casa sua, nella propria stanza da letto al primo piano, a riposare, quando qualcuno bussò alla finestra.
“Chi è la?” esclamò Irene, con la mano già pronta a correre alla daga.
Si rilassò quando una voce familiare gli rispose “Sono io, Ricky.”
Irene aprì la finestra, e lo lasciò entrare.
“Perché sei qui?” gli chiese.
“A causa del casino di oggi, tra l’attacco alla torre e la Cerimonia, tutti si sono dimenticati che giorno è oggi.” rispose lui.
“Perché? Che giorno è?” Irene non capiva cosa avesse di speciale quella giornata, a parte la promozione da Apprendisti ad Assassini.
“Il 3 febbraio.” fece Ricky “Non ti dice nulla?”
“Ma certo! Il mio compleanno! Me ne ero scordata!” esclamò l’Assassina.
“Io no.” disse semplicemente Ricky, porgendole un involucro di stoffa.
Irene lo prese e lo srotolò, rivelando il contenuto. Rimase senza fiato nel vedere la magnificenza del regalo che Ricky le aveva fatto: il Pugnale Osseo di Romolo.
“Ti piace?” le chiese.
Lei sorrise “Sì, tanto.”
“Auguri, Irene.”

Ezio salta,
Ricky e Irene lo seguono.
Ezio è il Maestro,
loro i suoi Fratelli.


Scritta per il compleanno di Cartacciabianca. Scritta il 3/02/2012 e pubblicata con due giorni di ritardo il 5/02/2012.
Spero che la “Regina di EFP”, come io la considero, apprezzi questa breve fic.

Burdock 95


  
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