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Autore: ManuBach96    05/02/2012    1 recensioni
Due fratelli, di nome Alberto e Mario Bianchi. Il primo è un grande appassionato di biliardo. Il secondo è un imbecille.
Che cosa accade quando un ricco e facoltoso uomo d'affari invita a casa un fratello stolto e incapace per una partita a biliardo?
Buon divertimento a tutti, in una storia a suon di biglie!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due fratelli, di nome Alberto e Mario Bianchi. Il primo è un grande appassionato di biliardo. Il secondo è un imbecille.

Alberto, sebbene vedesse con diffidenza il suo fratellino, che quando erano piccoli era la vittima preferita dei suoi scherzi, un giorno decise di proporgli qualcosa di intelligente, qualcosa che stimolasse il suo cervello. Ma se ne sarebbe pentito alquanto velocemente.

- Caro fratello, che ne diresti di venire a casa mia, stasera, per fare una bella partita a biliardo? In questo gioco potrai sfoderare la tua infinita intelligenza, mostrandomi i colpi del mestiere. Li conosco già tutti, lo dicevo soltanto per farti sentire meno stupido di quello che sei, ma dimmi: tu sai giocare a biliardo?
- Va bene, te lo dico: tu sai giocare a biliardo?
- No, razza di...
- Non sai giocare?!
- Ma io voglio una risposta, non che tu mi faccia il pappagallo, sciocco! Ripeterò la domanda, e tu devi rispondermi, ri-spon-der-mi. Chiaro?
- Dipende, se è illuminato allora è chiaro, altrimenti...
- No, no, no, nooo! Non era questa la domanda! Voglio sapere se sai giocare a biliardo. Tu sai giocare a biliardo?
- Eh, eh! - rispose Mario, con un sorriso da duro. - Modestamente io...
- Io non ti ho chiesto la storia della tua misera esistenza, gradirei solo un sì o un no.
- Allora dico sì!
- Ne sei fermamente convinto?
- Sssì.
- Questa è la tua risposta definitiva?
- Sssì.
- La accendiamo?
- Che cosa? Ma guarda che io non fumo mica!
- Bestia! Come al solito non hai capito un... perdonami, carissimo, ma non hai capito un granché...

La bestialità di Mario era a un livello... bestiale. Pensate che una volta Alberto volle instradarlo sulla via dell'edilizia e, poiché era molto facoltoso, gli prestò per tre giorni una sua piccola impresa con l'obiettivo di non farla fallire. Il primo giorno Mario si dimenticò di recarsi al lavoro con l'impresa; il secondo giorno l'impresa, impegnata a ridipingere il municipio, imbiancò per errore la faccia del sindaco. Il terzo giorno l'impresa venne chiamata a fare le pulizie in un ufficio e, chissà come, mentre si appendeva un quadro una trave cedette e venne giù l'intero edificio. Il processo si svolse il giorno successivo e si concluse in cinque minuti, con un verdetto che comportò per Mario l'esilio immediato su di un pianeta (estratto a sorte) della costellazione di Orione. Per fortuna Alberto, con manovre illegali in cui si dice fosse coinvolta anche la mafia cinese, riuscì a far cambiare idea al giudice, che chiese e ottenne da Napolitano di concedere la grazia allo sventurato "impresario per tre giorni".

Quella sera arrivò in fretta, e nel salone della villa di Alberto troneggiava un costosissimo tavolo da biliardo.
- Bene, ti darò l'onore di cominciare. Pertanto dovrai eseguire tu la spaccata. - disse Alberto.
- Grazie, messere. - rispose il fratello, fingendo di essere un raffinato nobile parigino, con una imitazione talmente riuscita che Luigi XIV, se gli si fosse chiesto che cosa avrebbe voluto fare se avesse potuto tornare in vita ancora per un'ora, avrebbe risposto di volersi recare a pestare a sangue l'imitatore. - Eseguirò la migliore spaccata che voi abbiate mai visto.
Mario allora prese la propria stecca e, con aria di superiorità, la distrusse e la polverizzò recitando quella celebre poesia di Catullo: Odio e basta!.
- No, caprone di montagna! - urlò Alberto, senza un minimo contegno. - Prima intendevo che devi eseguire l'apertura!
Quindi, con un gesto solenne, il signor Mario fece per avvicinarsi al tavolo da biliardo. Già molto più tranquillo e pacato, Alberto levò un sospiro di sollievo. Ma sembrava stato troppo facile. Mario infatti passò oltre e, sempre con aria da intellettuale... aprì la porta.

Beh, cari lettori, adesso a noi converrebbe spostare lo scenario, perché Alberto si sta scaldando. Che cosa sta succedendo ora, mi dite? Bah, niente di particolare: urli, strepiti, bestemmie, servizi da tè che volano fuori della finestra, tasti di pianoforte che vanno a sostituire i denti della nostra vittima... comincio anche a vedere lampadari di cristallo che crollano dal soffitto. Ma state tranquilli, per Alberto e Mario questo è perfettamente normale.
 

  
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