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Autore: Maharet Kurosaki    05/02/2012    6 recensioni
[Sherlock Holmes/John Watson]
John Watson è un mistero. Sherlock Holmes adora i misteri.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:  Ormai scrivo senza cognizione di causa tutto quello che l'ispirazione mi porta: questo è un esperimento che non so se sia riuscito o meno, spero di si. Il titolo è una frase presa dalla canzone "Like it or not" di Madonna

Il soffitto è rosa, di un rosa garofano spento e scolorito che solo la luce soffusa e giallastra dell'unica lampada accesa nella stanza riesce a far sembrare intenso e vivo: ridipinto più di 10 anni fa almeno, con colori poco costosi e da una mano inesperta, si nota una decisa approssimazione negli ang-
- Ah!-
John gli morde la spalla e lo distoglie dai suoi pensieri: John che è nudo sopra di lui e che gli accarezza il petto con le mani, lentamente, come se avesse paura di fare qualcosa di sbagliato (reazione involontaria, dovuta alla sua naturale timidezza e alla ancora scarsa confidenza che sente di avere in questo genere di situazioni, totalmente comprensibile), John che lo guarda con quei suoi occhi sempre così fiduciosi e destabilizzanti, occhi che adesso sono lucidi di piacere e che nella penombra sembrano ancora più grandi e-
- Stai di nuovo pensando troppo, smettila maledizione!-
Sherlock ride e passa le mani sulle braccia tese dell'altro, sfiora le cicatrici risalendo i bicipiti e arriva alle spalle, dove si ferma ad accarezzare la ferita di combattimento, che in un certo senso li ha fatti incontrare, con particolare attenzione.
John sospira, chiude gli occhi, si morde il labbro e lo lascia fare: lascia che le sue mani gli accarezzino il collo e gli prendano il viso tra le mani.
Il viso di John è solcato da tante piccole rughe d'espressione che disegnano davanti ai suoi occhi tutta la vita che l'uomo ha vissuto, tutto ciò che ha provato, tutto quello che gli è accaduto e quello che non gli è accaduto: le sfiora una ad una, affascinato dal modo in cui sembrano cambiare sotto le sue dita a seconda del modo in cui luci e ombre si bilanciano.
C'è il piccolo taglio quasi invisibile sotto il mento, risultato di una caduta dalla bicicletta.
Il naso storto in maniera impercettibile, regalino di una rissa durante l'adolescenza.
Le rughe d'espressione vicino agli occhi, memorie del tempo che-
John muove il bacino contro il suo e la frizione tra i loro corpi gli procura una scarica di piacere che interrompe il flusso dei suoi pensieri: sente le labbra di John sulle sue, le sue mani tra i suoi capelli, i loro corpi premuti l'uno contro l'altro e per un attimo, un lunghissimo attimo, non riesce a pensare a nient'altro.
- Io non penso mai troppo, John. -
Sherlock infila una mano tra i loro corpi e la stringe attorno all'erezione di John, iniziando ad accarezzarla lentamente: John appoggia la fronte contro la sua spalla, geme contro la sua pelle, il suo respiro piacevolmente caldo e umido, i suoi capelli che gli solleticano collo, il suo corpo che trema tra le mani di Sherlock.
I suoi gemiti riempiono le stanza, è un suono basso, dotato di un fascino misterioso; Sherlock non si era mai ritrovato a prestare attenzione a simili dettagli prima, con gli altri partner che aveva avuto, ma John è diverso: tutto nel dottor John Hamish Watson sembra avere mille significati, mille sfaccettature, mille diversi punti di vista da scoprire ed analizzare e proprio quando gli sembra di aver finalmente sviscerato fino in fondo il “Grande Mistero di John Watson”, ecco che appare un nuovo lato di lui, qualcosa che cambia le carte in tavola senza alcun preavviso.
Sherlock appoggia la testa contro il muro dietro di lui e sospira, chiudendo gli occhi, quando sente la mano di John sulla sua erezione, ripetere i suoi gesti in modo quasi speculare: quando li riapre John lo sta guardando e nel suo sguardo c'è un bisogno, una disperazione, un... amore? Forse? Che gli sembra assurdo qualcuno possa provare nei suoi confronti.
Se analizzato a mente fredda, il suo rapporto con John è quanto di più sbilanciato, disfunzionale e deleterio ci possa essere: Sherlock lo costringe a rischiare la vita, a lanciarsi in imprese spesso al limite della follia, lo trascina in giro per la città spesso senza una meta precisa e per cosa poi?
Sherlock ne ricava quel brivido d'eccitazione e di adrenalina di cui la sua mente sembra avere un disperato bisogno per non perdersi nei meandri della follia, ma John?
John non è lì per l'adrenalina, non è lì per il brivido, non è lì per la sfida intellettuale...
- Lo faccio per te. -
La mano di Sherlock si blocca e l'uomo fissa John con una sorpresa tale negli occhi che il dottore non riesce a sopprimere una risata.
- Sei talmente abituato a pensare ad alta voce da non renderti più neanche conto di farlo. -
Sherlock si lecca le labbra e continua a guardare John senza dire nulla.
- Lo faccio per te. Perché se non ci fossi io, ti faresti sicuramente ammazzare e mi è bastato andarci una volta al tuo funerale, è un'esperienza che ti proibisco di farmi ripetere. -
- John... -
John gli appoggia le dita sulle labbra, prima di baciarlo di nuovo, con forza, mani tra i capelli.
- Per una volta sta zitto. -
Sherlock ride, quella risata genuina che fa vibrare corde segrete e misteriose nel cuore di John: poi chiude gli occhi, sempre sorridendo e lascia che John, il suo John, si prenda cura di lui.
E smette persino di pensare.
  
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