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Autore: camelotpig    05/02/2012    1 recensioni
Eccomi,sono tornata!
Bene il titolo della storia prende spunto dal titolo di una canzone dei Nightwish (conoscete? gruppo fantastico). Le protagoniste sono ovviamente San e Britt.
Dopo tre anni lontane a vivere le loro vite è giunto il momento per San di conoscere qualcuno di veramente importante.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Rivoglio le mie lacrime. Ridammi  le mie lacrime! – gridava esausta da tutta quella discussione. Mai aveva immaginato che le cose sarebbero finite in quel modo.

Ogni notte, nella sua mente ritornava prepotente il ricordo di quelle parole. Parole dette con rabbia, dolore e frustrazione.  E ogni mattina si svegliava con quel terribile senso di colpa. Aveva provato in tutti i modi di dimenticare il suo passato. E c’era riuscita o almeno cosi credeva fino a quella mattina. Fino al momento esatto che il suono di un telefono la riportò alla realtà, quella vera. Quella straziante fatta di ricordi e pianti. Di rimorsi e di domande. Era riuscita a sconvolgerla una volta, pensò. E ora qualsiasi cosa la spingeva a tornare da lei, si disse, doveva essere ancora più sconvolgente.

Un mese dopo.
Casa Lopez.

 

Dopo essersi  incontrate a distanza di tre anni, come poteva presentarsi cosi, come se nulla fosse a casa sua, con la forza sconvolgerle la vita. Ancora. Quella vita che, non desiderata, si era ricostruita. Aveva versato cosi tante lacrime da quel giorno che oramai non trovava più la forza di mostrarsi fragile. Santana Lopez aveva rinunciato alle sue lacrime..alle sue emozioni..al suo amore.  Santana Lopez aveva rinunciato ad amare per trovare il coraggio di rinunciare al dolore.

- San ti prego calmati. Non avevo alcuna intenzione di farti soffrire ancora, ma lui chiedeva e io rispondevo ma continuava a chiedere e non ho potuto dirgli di no. Come si può dire di no ad un bambino. – la bionda cercava, con tono falsamente calmo, di far ragionare l’altra ancora sotto shock.

È vero era piombata li da un giorno all’altro senza alcuna spiegazione, solo una telefonata. Ed un bambino. Un’adorabile bambino per la verità, con biondi capelli e due occhi scuri, cosi profondi da aver paura di perdersi in essi senza alcuna via d’uscita. La sua carnagione chiara ricordava molto quella di Brittany eppure in lui vi era qualcosa che inevitabilmente lo legava alla latina.

- Semplicemente dicendo di no Britt. E poi perché adesso? Eh? Spiegami perché adesso..proprio ora che, forse, ero riuscita a convincere me stessa che il passato era nient’altro che un ricordo lontano. – la mora cedette a quelle parole e come un guerriero stanco di combattere si accasciò a terra con le mani sul viso lasciando andare, come mai prima, quelle che per davvero furono le sue ultime lacrime.

Britt fece per avvicinarsi ma si bloccò alla visione del piccolo che con assoluta sicurezza avanzava verso la latina. In quel momento, che sembrò essere un’eternità, la stanza venne avvolta da un pesante silenzio sino a quando, madre e figlio, non furono faccia a faccia.

Una piccola e delicatissima mano si posò sulla guancia ambrata della ragazza che ancora tra le lacrime giaceva ancora immobile nella stessa posizione.

- Tu sei la mia mamma? – chiese con innocenza quella piccola figura composta.

Santana alzò lo sguardo sino ad incontrare quegli occhi, identici ai suoi, che attendevano speranzosi una risposta.

- Si. Si sono la tua mamma piccolo. – si limitò a rispondere. I suoi occhi arrossati e stanchi non ressero più il confronto e tornarono a fissare il pavimento.

- No. Tu non sei la mia mamma. –

Brittany, ancora incapace di proferir parola, osservava tutta la scena incredula di ciò che aveva appena udito.

- Mamma B. dice sempre che mamma S. ha un sorriso bellissimo. Tu non puoi essere la mia mamma, perché non hai sorriso nemmeno una volta da quando siamo qui. – disse con voce ferma il bambino.

A quelle parole lo sguardo della latina si alzò di nuovo e di nuovo incrociò i suoi occhi, per poi posarsi su Brittany. Quest’ultima sembrò destarsi dallo shock e, con tono quasi da rimprovero, disse:

- Brad! Non rivolgerti cosi a tua madr.. a lei.- si corresse subito, spaventata dalla possibile reazione che Santana potesse avere.

Ma il suo intervento sembro quasi inutile, poiché il piccolo Brad continuava a fissare la mora.

- Allora? Perché non sorridi? Non sei contenta di vederci?. – riprese.

Santana dinanzi alla dolcezza e alla semplicità di quelle domande, decise di abbattere quel muro costruito dal tempo. Non poteva negare che quel bimbo, lì, fermo davanti a lei, fosse suo figlio. Posò di nuovo il suo sguardo su Brittany  e senza mai staccarsi da quell’immagine, si rialzò con una sicurezza che ormai la pervase completamente e decisa si portò davanti ad essa.

Brittany dal canto suo non riusciva a capire il gesto della mora né ad intuire le sue intenzioni. La vide passare oltre il piccolo Brad ed avvicinarsi sempre di più.

Più avanzava e più riusciva a percepire il suo dolore. Quando furono l’una dinanzi l’altra, rivide sul volto della mora un’espressione che conosceva bene. Rivide la stessa espressione di quando, ormai stanca di nascondersi, la latina le confessò il suo amore chiedendole scusa non solo con le parole ma anche con gli occhi.

- Mi dispiace Britt. Mi dispiace aver cercato di dimenticarmi di te. – esordì, per poi continuare. – Mi dispiace per non aver reagito. Per aver permesso a nuove paure di prendere il sopravvento. Eri..eravate tutto ciò che ho sempre desiderato e per codardia..non per altro..ho rinunciato. Spero che riuscirai a perdonarmi.  Che riuscirete. – terminò il suo discorso calando di nuovo il capo in segno di vergogna.

- San. – disse Britt con gli occhi troppo lucidi per trattenere ancora le sue lacrime. Nel frattempo il piccolo Brad era tornato accanto alla sua mamma. – San, guardami. Non puoi chiedermi di perdonarti per qualcosa che è già stato perdonato. Non è stata solo colpa tua Sannie, anzi direi che la colpa più grande è la mia per aver  insistito cosi tanto. Eravamo pronte o almeno credevamo di esserlo per davvero entrambe ma evidentemente non era cosi. Noi abbiamo reagito secondo ciò che sentivamo in quel momento. Tu sei fuggita dalla tua vita. Da me. E io in tutta risposta non ho fatto altro che aiutarti ad allontanarti comportandomi da stupida senza preoccuparmi di chiederti come stavi. – Brittany si avvicino ancora di più e prese il suo viso tra le mani.

- Ti amo Britt. Non ho mai smesso di farlo. E la stupida sono io. Ho reagito spinta  dalla paura ancora una volta. Sono pronta BrittBritt. Se vuoi. Sono pronta. Davvero. – la interruppe la mora annullando le distanze senza preoccuparsi, finalmente, delle conseguenze.

Quando si staccarono dal quel lungo e desiderato bacio, sul viso di entrambe nacque un sorriso pieno d’amore e di voglia di ricominciare. Insieme. Cosi come doveva essere da sempre.

- Sei tornata mammina. – furono le ultime parole di quella lunga giornata. Di quel lungo e doloroso calvario fatto di lacrime e ricordi.

Ora era davvero arrivato il momento di sorridere.

  
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