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Autore: Nemohs    05/02/2012    1 recensioni
Nata come una One-Shot sui pensieri di Colin. Diventata una serie di lettere e riflessioni di Jared e Colin sul loro rapporto oramai quasi deceduto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frozen Memories


 

 
È il tuo migliore amico?  Mi chiedevano. Io pensavo prima di rispondere.
Pensavo a lungo, forse troppo per una stupida domanda come questa.
Pensavo così tanto che l’intervistatore si scordava la domanda e passava oltre.

Ora sono qui, steso sul letto, nessun giornalista è con me e mi ritrovo a pensare alla risposta. Ancora e ancora e ancora. Forse è giunto il momento che il mio cervello smetta di pensare, eh? Mi fa male tutto questo pensare. Pensassi alla mia Irlanda, oh, allora si che mi piacerebbe pensare. E invece sto pensando a Lui, che, è la cosa più bella che ci sia al mondo ma, fa tanto, tanto male al cuore sapete? È il tuo migliore amico? Ancora, questa domanda mi strazia. Ditemelo voi. Si può amare così tanto il proprio migliore amico? Sì quella persona che c’è sempre stata per te, quella che noi chiamiamo amico del cuore. Poi, perché del cuore? Lui non è il mio amico del cuore. Lui me lo ha spezzato il cuore. Lo ha pestato. Lo ha rotto. Lo ha distrutto. Quindi no, non è il mio amico del cuore. Sembravate così affiatati durante le riprese di Alexander.. Oh, che bei ricordi. L’Africa. La meraviglia. Tu, l’ottava meraviglia. Eravamo affiatati, oh sì.. eravamo innamorati, tanto. Ora invece son rimasto solo io, quello innamorato, almeno credo. Tu sei sparito. Ti vedo solo su internet ogni tanto, di sfuggita, sei a quelle stupide sfilate di moda. Per fortuna che ti pagano eh? Spero pure tante. Magari quei soldi li usi per pagare qualche puttanella. Qualche? Ma magari hai pure una escort personale, certo! Non ci avevo mai pensato. Sto scrivendo queste cazzate su un pezzo di carta, dietro ci due o tre scarabocchi, di Henry sicuramente, così ravvivano la tristezza che sto sputando qui. È l’una di notte. Non ho sonno e penso a te, come sempre. Potrei mettere una sveglia, puntualmente tutte le notti all’una di notte mi sveglio, mi faccio un caffè e ti penso. Non so come le due cose siano collegate ma, il caffè mi ricorda il tuo volto. Quel volto così sereno, abbronzato dal sole dell’Africa. Sembravi un Deo sceso dall’Olimpo. Quel tuo fisico marmoreo che, a quanto vedo e sento, ti sta abbandonando, stai dimagrendo ancora, non che prima fossi grasso, tutt’altro. Mi ricordo che in Africa ti piaceva tanto mangiare, mangiavi sano e ovviamente niente carne! Sai che sto cercando di smettere di fumare? Come mi dicevi tu, tante volte. Dicevi che sciupavo solo i miei polmoni. Che sciupavo il mio splendido sorriso. Ma perché? Perché sto scrivendo come se ci fosse un domani è? Perché Jared? Perché? Cazzo. Ho una grande voglia di scrivere il tuo indirizzo sul retro del foglio, quello scarbocchiato, e inviarla. Vorrei farti stare male, sì. Vorrei che leggessi tutto, vorrei sentirti piangere fino a qui. Vorrei che tu fossì qui con me, ad abbracciarmi, a dirmi che andrà tutto bene, a dirmi che non mi lascerai mai. Sto sprecando pure le lacrime per te. Io non devo piangere per uno stronzo come te. Vorrei solo che tu capissi. Che capissi me. Che capissi come mi sento, o meglio, come non mi sento. Da quando mi hai abbandonato, quella notte nella camera d’albergo, io non sento più nulla. Dentro. Nel cuore. Non sento più nulla per nessuno. Sono insensibile. Non posso più legarmi a nessuno, non posso ed ho paura. Non posso ed è solo colpa tua. Mi hai lasciato con un Colin lo sai che ti amo più della mia stessa vita. Ma lo sai, lo sai che non possiamo. Più della tua stessa vita dici? Alla tua vita avresti fatto questo, eh? L’avresti fatta a pezzi? L’avresti uccisa? Oh sì, perché tu mi hai ucciso. Hai ucciso la tua vita. Tu però sei freddo. Tu sei morto dentro. Tu non sei più il Jared Leto che conoscevo io. Quello che sorrideva per ogni cazzata che dicevo, quello che spegneva la sigaretta sulla mano e mi rimproverava che il fumo fa male. Quello che diceva di amarmi. Quello che parlava con me, quello che sentivo cantare la notte. Quello che era il mio Amore, il mio Amante, il mio Tesoro. Quello che amavo. Mi fa male, mi fa male scrivere quel verbo al passato sai? Mi fa male perché io Lo amavo. Ti prego Jared ritorna. Esci da lì dentro. Lo so che ci sei. Esci da quella mente. Esci da quel corpo così gracile, quello non sei tu. Ti prego torna da me e amami. Torna da me e canta. Torna da me e basta. 

  
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