Nostalgia.
Nostalgia di qualcosa che deve ancora finire.
Implacabile si impadronisce di me,
mi entra nella pelle, nelle ossa
fino a raggiungere un cuore che contro di lei non può niente.
È lei la vincitrice.
Sconfitta mi lascio andare ai ricordi.
Una bambina aspetta emozionata il futuro,
è felice e ride,
si lascia andare:
è libera.
Scende per i monti,
si sente padrona del mondo.
Sorrido. Bei tempi quelli.
Guardo fuori dal finestrino,
la musica nelle orecchie,
la mente persa in altri mondi, altri tempi.
Arriva la malinconia, compagna della nostalgia.
Non combatto, mi lascio trasportare:
il viaggio è ancora lungo.
Guardo fuori, ricordo.
La musica mi culla e mi addormento.
Quando mi sveglio è tutto bianco:
il Paradiso.
Monti e neve,
il sogno si avvicina.
Siamo arrivati,
scendo e mi preparo.
Parto.
Parto verso mete sconosciute,
parto verso mondi ancora inesplorati,
parto verso la libertà.
Si, sono libera.
Scendo e mi sento padrona del mondo.
Ancora una volta.
Intorno a me un manto bianco.
Neve,
la mia magia.
Vado veloce, sempre più veloce.
Lontana da un mondo che mi lascio alle spalle.
Verso l'ignoto,
verso la felicità,
verso la libertà.
Ore e ore passano.
Presto, troppo presto, tutto finisce.
Ora è tempo di aspettare, di sperare
che tutto ricominci ancora una volta.
Sono felice,
sono euforica,
sono emozionata.
Penso.
E rido per la gioia.
Niente è cambiato.
Il passato si è fatto presente.
E rido.
Il sogno non era sogno,
era realtà.
Guardo i monti che mi lascio alle spalle.
Grazie
dico loro.
Torno nel mio mondo,
torno a casa.