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Autore: faberry    06/02/2012    4 recensioni
"The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes, but in having new eyes." Rachel e Quinn si vedono crescere; noi le vediamo attraverso i loro occhi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! Questo è solo il prologo di una storia Faberry, che mi è stata ispirata dal film Loving Annabelle che ad un certo punto cita proprio la frase di Proust della descrizione. Spero vi piaccia :) se è così, lasciate una recensione e continuerò la storia!

DISCLAIMER: non possiedo nessun personaggio, ma la storia è mia; se fosse degli sceneggiatori di glee, il telefilm sarebbe più carino.
Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale.


The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes, but in having new eyes

Rachel l’aveva vista il primo giorno di scuola. Anzi, l’aveva osservata ed ora aveva paura; aveva paura perché per osservarla aveva strizzato gli occhi, come se la stesse giudicando, ma in realtà era solo per vederci meglio.

I capelli tinti, i tatuaggi, il piercing al naso.

Trovava che fosse bellissima nonostante tutto;  sotto quella maschera si vedevano ancora gli occhi verdi e limpidi, quelli che Rachel amava tanto, e che le facevano perdere il senso dell’universo.

Ora Quinn frequentava quelle ragazze inquietanti che fumavano in cortile e che quando ti guardavano sembrava che stessero pianificando il tuo omicidio, che sarebbe ovviamente stato lento e doloroso.

Rachel un po’ odiava quelle ragazze – le toglievano Quinn – ma in realtà era molto gelosa perché, nonostante tutto.. sembravano persone interessanti e diverse da quelle che solitamente frequentava. Sarebbero state per lei aria fresca.

Quinn il primo giorno aveva notato Rachel – aveva notato che stava osservando incuriosita il suo tatuaggio in fondo alla schiena e anche se sembrava che la stesse guardando male, in realtà la ex-bionda sapeva che stava solo strizzando gli occhi per vederci meglio – e l’aveva analizzata nei minimi particolari.

Aveva gli stessi occhi color cioccolato di cui si era innamorata l’anno precedente.

Aveva gli stessi occhi color cioccolato che l’anno precedente l’avevano fatta soffrire come un cane.

Rachel adorava gli occhi di Quinn. Erano splendenti e puri, non dicevano mai bugie. Si ricordava ancora la prima volta che si erano parlate, anni prima. Rachel l’aveva avvicinata con una scusa stupidissima – sapeva benissimo dove si trovava la sua classe – ma vedendola lì, da sola, le era semplicemente venuta voglia di parlarle.

“Ciao, scusami se ti disturbo.. tu sei del primo anno, giusto? Dov’è la tua classe?”

“È laggiù, in fondo al corridoio, sulla destra..”

Parole apparentemente insignificanti, no? Però per Rachel significavano la prima volta che si era persa nei suoi occhi. Appena l’aveva guardata e salutata aveva dovuto abbassare gli occhi perché aveva paura di incantarsi e non capire quello che le stava dicendo. Le aveva tolto il fiato per un secondo e il battito cardiaco era accelerato. La intrigava; aveva voglia di conoscerla, capire che tipo era. Quello sguardo la invitava a parlare ancora, a fare un ultimo tentativo di approccio.

“Ah, grazie. Sai dov’è l’altra prima per caso?”

“Non ne ho idea, penso che sia di sotto..”

“Okay, proverò a cercare. Comunque piacere, mi chiamo Rachel Berry.”

“Piacere, Quinn Fabray.”

Si sorrisero.

“Allora grazie mille per avermi aiutata, Quinn Fabray.”

“Non c’è di che, Rachel Berry.”

Da quel momento Rachel l’aveva vista crescere: quando era diventata cheerleader, era stata la prima a congratularsi. Le aveva mandato un sms, ho saputo che sei capitano delle cheerleader, congratulazioni!, che però non aveva mai avuto risposta.

Aveva iniziato a trovare disegni pornografici su di lei nelle pareti dei bagni della scuola e commenti poco gradevoli sul suo MySpace.  Sapeva chi era il colpevole di tutto ciò, lo sapeva benissimo, eppure non poteva fare niente, per una serie di ragioni che iniziavano dal fatto che Quinn era cheerleader e lei non era niente e finivano con gli occhi di lei che l’avevano stregata.

Quindi prendeva la vita com’era, insulti e tutto, e andava avanti ogni giorno con la speranza di vedere di nuovo  prima o poi il buono negli occhi di Quinn.

  
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