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Autore: Jules_Black    06/02/2012    19 recensioni
"Respira, Court. Non vorrai rischiare l'infarto del miocardio.
Sono esattamente quattro anni, cinque mesi e tre giorni che non lo vedo.
Dalla fine del processo, al bacio con Gwen nell'aula del tribunale.
Quattro anni, cinque mesi e tre giorni in cui ho provato a non pensare a lui.
Quattro anni, cinque mesi e tre giorni."

DxC!| One-shot| Romantico
Tribute to Court.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Wish you were here.
 
 
-"Congratulazioni... Felicitazioni".
Dio, Court, così sembra che negli ultimi dieci anni tu abbia cercato di dimenticarlo, senza successo.
...
Il che, in effetti, è vero.

Poso la penna e mi alzo dalla scrivania, tanto in fretta da far rovesciare un plico di fogli perfettamente in ordine. Io e la mia smania di portare il lavoro a casa!
Un respiro profondo Court. E' solo un matrimonio in fin dei conti. Il matrimonio del tuo unico vero amore.
Mi do uno schiaffo in pieno viso. Un altro respiro. Non è il matrimonio del mio vero amore!
E' solo il matrimonio di Duncan. Si sposa con Gwen; con Gwen.
Volo in cucina, forse una camomilla mi sarà utile.
Il fatto è che non so se riuscirò ad affrontare la serata. Portare loro il regalo, sorridere, sentire addosso le occhiate degli altri.
"Ehi Courtney, al matrimonio non venire vestita di bianco. Di sposa ce n'è solo una".
Già sento la voce di Heather rimbombarmi contro. Perché?
Giuro che se supero la serata compro dieci chili di gelatina verde! Facciamo cinque, va'.
Dovrebbero scrivere un manuale per certe occasioni. "Come sopravvivere al matrimonio del tuo ex che dopo dieci anni ancora ti riempie il cuore".
Ho anche cercato di dimenticarlo!
C'è stato Jason, Josh, David... Anche Trent!
Court, sii sincera. Hai flirtato con lui per una settimana giusto per avere qualche informazione sui segreti nascosti di Gwen.
Ed hai scoperto solo che porta le unghie finte.
Tiro un pugno contro il cuscino del divano.
Diavolo! Diavolo! Diavolo!
Court, puoi farcela. E' solo un matrimonio, e tu non sei la sposa.
Però saresti disposta a pagare miliardi per esserlo.
Stupida voce interiore.
***
La serata è una delle più calde. Le stelle del cielo canadese sembrano splendere appositamente per loro.
Una burrasca, un temporale, un tornado no, eh?
Sembro un'idiota.
Scendo dal taxi con superbia, mollando nelle mani del tassista qualche banconota ed un paio di spiccioli in più.
Perché, perché ho accettato di difenderlo in tribunale dopo la storia del giro di soldi illecito? Perché non l'ho lasciato marcire in prigione?
Dai Court, dopo che la sentenza l'ha dichiarato innocente, hai pianto come una bambina.
Stupido mestiere di avvocato.
Una brezza leggera sfiora i grattacieli lussuosi del quartiere residenziale di Ottawa.
Il vestito lilla che ho scelto mi sembra all'improvviso poco adatto.
Non c'è un tubino nero con tanto di capello con veletta da qualche parte?
So di avere una faccia da funerale.
Suono al campanello istericamente: prima lo strazio comincia, prima finisce.
Prima lo vedo felice ed innamorato con lei, prima mi rassegno.
Il portone si apre con uno scatto macabro. Ventesimo piano, prima porta a sinistra.
Speriamo ci sia almeno un ascensore! Non posso fare venti piani di scale su un tacco di dodici centimetri.
C'è, c'è, c'è!
Le porte si aprono, entro. Premo con un po' di esitazione il pulsante fatale.
Sii brava, Court.
Non servirà né urlare, né piangere né fare qualsiasi altra cosa che potrebbe farti passare per un'isterica.
Le porte si aprono di nuovo. Esco dall'ascensore più tranquilla di prima e mi incammino lungo il corridoio appena illuminato.
Prima porta a sinistra; busso.
Dieci secondi dopo la serratura scatta ed io mi trovo davanti la futura sposa.
Quanto vorrei ammazzarla!
***
- Courtney, come va?- mi chiede l'arpia che nel corso degli anni ha provveduto a tingersi i capelli di un unico colore, nero.
- Tutto bene- rispondo con un sorriso, fingendo che sia lì solo per divertirmi.
- Sono già tutti dentro, temevamo non venissi più... Sai, Duncan che si sposa... Trent non è venuto!
- Alt, Gwen! Sono qui per voi e per partecipare attivamente alla vostra felicità!- quasi urlo, abbracciandola.
"Partecipare attivamente alla loro felicità"? Da dove mi è uscita questa?
Lei mi scansa, visibilmente in imbarazzo. Lo so quello che sta pensando!
"Dio, ma questa non si è rassegnata proprio per nulla!".
Sorrido nervosamente e mi scanso, entrando nella sala riccamente decorata.
Da quando una gotica ha il salotto tappezzato di cristalli di Boemia?
Faccio due passi in avanti, ostentando sicurezza. Ci sono proprio tutti!
- Ehi, Courtney!
Lindsay si sta sbracciando per salutarmi dall'altro lato del salone.
Cosa le è successo alle labbra? Sembrano due sommergibili.
- Ragazza, sei venuta alla fine!
Una sonora pacca sulle spalle accompagna il saluto di Leshawna.
La trovo... Ingrassata.
Accanto a lei, Harold la guarda fiero.
Hanno un qualcosa come quattro bambini e sono felici.
Sorrido, senza spiccicare parola. Possibile che l'unica zitella acida sia rimasta io?
- Oh, è arrivata anche la ex. Ci mancavi, sai?- sibila Heather, avvicinandosi elegante e sensuale. Alejandro la segue, un sorriso mellifluo stampato sulle labbra.
- Bueno, la ragazza innamorata!
E' una coalizione anti-Courtney?
- Ciao Courtney!- mi saluta Owen, la bocca ripiena di pasticcini. Izzy gli saltella intorno, agitata come non mai.
- Salve avvocato piangente!- urla, iniziando a ridere come una pazza. Stringo le nocche; ho una voglia improvvisa di darle un pugno.
Bridgette e Geoff, avvinghiati, si avvicinano con circospezione.
"Non mordo", vorrei aver scritto sul vestito.
A poco a poco si avvicinano tutti, un tempo avrei pregato per avere tutta l'attenzione fissa su di me.
Sembrano spaventati, come se potessi iniziare a piangere proprio lì davanti a loro oppure ucciderli con la sola forza dello sguardo.
Cody sta bisbigliando con Sierra e lei mi fissa.
Noah scuote la testa; DJ mi sorride incoraggiante.
Non sono un fenomeno da baraccone!
All'improvviso mi rendo conto che l'unica persona per cui sono lì non c'è.
E' in bagno a tingersi il ciuffo? E' ad amoreggiare con la futura moglie?
Scenari apocalittici a parte, la situazione sembra sciogliersi quando attacco discorso facendo un complimento a Beth sulla nuova capigliatura.
Tutti tirano un sospiro di sollievo e Bridgette si unisce alla conversazione.
L'atmosfera si tranquillizza in un secondo e si riformano i gruppetti.
Sono relativamente stabile, può darsi che non comparirà per tutta la sera ed io, alla fine, sarò libera.
Speranza vana, perché dieci secondi dopo si apre una porta e lui entra, fiero, nella sala.
Cavolo.
Respira, Court. Non vorrai rischiare l'infarto del miocardio.
Sono esattamente quattro anni, cinque mesi e tre giorni che non lo vedo.
Dalla fine del processo, al bacio con Gwen nell'aula del tribunale.
Quattro anni, cinque mesi e tre giorni in cui ho provato a non pensare a lui.
Quattro anni, cinque mesi e tre giorni.
Il ciuffo verde è sparito sotto la tintura nera, il pizzetto è rimasto, i piercing ad occhio sembrano meno numerosi.
Dovrei avvicinarmi per controllare.
Non essere ridicola Court, probabilmente non ti guarderà nemmeno.
Sguscia tra le persone e va a posizionarsi vicino a Gwen. La prende per la vita; lei ridacchia.
Mi volto, non posso sopportare.
- Courtney, ehi?
Bridgette mi strattona per il braccio, non ho risposto alla sua ultima domanda.
- Scusa, ero un attimo soprappensiero- le rispondo e mi rituffo nella conversazione.
Per quanto dovrò fingere ancora?
***
- Grazie per la serata Gwen, mi sono divertita molto!
La recita sta per finire. Niente fiori, grazie.
- Ci vediamo il giorno del matrimonio, Courtney! Buona serata!
Me ne vado per prima, tanto la serata sta per finire.
In realtà non sopporto più di dover fingere che la mia vita sia perfetta. Fanculo a tutti i soldi che guadagno!
Nel corridoio le porte dell'ascensore si aprono di nuovo, pronte ad inghiottirmi.
Sto per premere il pulsante, quando una mano familiare lo fa al posto mio.
Le porte si chiudono.
- Salve, Principessa.
***
- Ehi Principessa, non mi saluti più?- mi chiede una voce familiare mentre l'ascensore stranamente prende a salire.
- Ciao, Duncan.
- Voltati almeno!- mi sussurra, mentre saliamo sempre più in alto.
Nell'attimo esatto in cui i miei occhi incontrano i suoi, un rumore infernale rimbomba nella cabina.
Un tonfo.
Il buio.
Uno stridore improvviso.
Bloccati. Forse al piano 52.
Insieme.
- Court, tutto bene?- mi chiede, avvicinandosi nel buio.
Riesco a sentire l'odore familiare del suo dopobarba.
Lo stesso che ho comprato per due anni e con cui riempivo il bagno per sentirlo vicino.
- Sì, credo di aver battuto la testa- biascico, alzandomi in piedi.
Si accende una luce di emergenza.
Finalmente posso vederlo.
- Sicura? Dannato ascensore- impreca, allontanandosi di colpo.
Si siede per terra, io premo ripetutamente il bottone dell'allarme.
- Se non usciamo di qua entro dieci minuti, li denuncio!- sbotto. Duncan sorride sardonico.
- Hai davvero intenzione di uscire, Courtney?
Alza un sopracciglio.
- Senti, orso chiodato, tu ricompari dopo sei anni per chiedermi di tirarti fuori da un pasticcio immane! Quattro anni dopo ti sposi! Sì, ho tutte le intenzioni di uscire di qui!- urlo, accasciandomi sul pavimento, il più lontano possibile da lui.
- Non sei cambiata di un decimo, Principessa.
- E smettila di chiamarmi così!- sbraito.
E' l'una di notte, chi ci tirerà fuori?
- Rievocavo i vecchi tempi- risponde semplicemente lui.
Tiro un pugno contro le porte metalliche, sbarrate. Ovviamente non le sposto di un millimetro.
- Siediti e respira il meno possibile, Courtney- commenta lui, sorridendo appena.
Capisco che ha ragione solamente quando il bruciore delle nocche si fa fastidioso.
Lui sospira pesantemente. Non so cosa dire, sinceramente.
- Courtney?
Dopo qualche minuto finalmente si decide a proferire parola. E' snervante.
- Perché sei venuta questa sera?
- Idiota, per darvi il regalo di nozze.
Scoppia a ridere.
- Non me la dai a bere così facilmente Principessa. Tu non faresti mai qualcosa che ti potrebbe fare del male!- risponde con semplicità.
- Farmi del male? Duncan, sono passati dieci anni. Non sei più il centro della mia vita.
- Quindi lo ero?
Lo odio.
- Se per centro della mia vita intendi centro del mio inferno personale, sì.
- Però ero comunque al centro.
Scuoto la testa. Lo odio!
- Duncan, tra una settimana ti sposi. Puoi comportarti decentemente? Lo so che per te è difficile idiota come sei...
Non risponde. Non credo che abbia realizzato davvero cosa voglia dire sposarsi.
- Già, mi sposo...
- Paura del grande passo?
Perché sembra che stia parlando di un funerale?
Court, puoi farcela.
- Non troppo, so che con Gwen sarò felice.
Modalità "morte" on. Uccidetemi.
- Ormai stiamo insieme da una vita; non credo di poter ottenere niente di meglio.
Questa volta il pugno contro le porte di metallo parte di sua spontanea volontà.
- Courtney, sei sicura di star bene?
Sicurissima, sicura proprio.
- No che non sto bene, brutto insensibile!
Mi rendo conto di aver pronunciato l'ultima frase ad alta voce perché lui mi guarda come se fossi totalmente impazzita.
- Guarda che poi anche smettere di fissarmi come se stessi svalvolando perché sono sanissima- sputo con rabbia.
- Non lo sei mai stata, vuoi proprio iniziare ad esserlo oggi?
Mi avvento contro di lui, pronta a schiaffeggiarlo.
Evidentemente ho dimenticato quanto sia più forte di me fisicamente.
Mi blocca i polsi; posso sentire forte il suo profumo.
- Principessa, che ne dici di tornare nel tuo angolo di castello?
Siamo troppo vicini, in effetti.
Mi scanso, ringraziando la luce d'emergenza dell'ascensore per nascondere il mio rossore.
- Grazie per avermelo fatto notare, verme.
Alza gli occhi al cielo. E' un piacere perverso infastidirlo.
Peccato che in mezz'ora non posso rendergli ciò che ho subito in questi ultimi dieci anni.
- Mi sei mancata, Principessa.
Scoppio a ridere. La mancanza di aria pulita mi sta provocando allucinazioni.
- Non erano le parole che volevi sentirti dire?
- Mi prendi in giro, pessimo prodotto del mio cervello?
- Non sono una tua allucinazione, Courtney- mi spiega lui.
Per essere una falsa riproduzione, è davvero realistica.
- Principessa, smettila di vaneggiare.
Si fa più vicino.
No, ti prego! Non lo fare.
Nell'istante esatto in cui le sue labbra si posano sulle mie capisco che questa scena è reale.
Che siamo chiusi davvero in un maledetto ascensore.
Che a lui sono mancata.
Che davvero ho ancora una speranza.
- Principessa, sai perché ti ho seguito qui dentro?
Scuoto la testa, ancora immersa nel suo profumo.
- Perché ti ho vista lì dentro, persa, vuota...
- Puoi romanzare di meno il tutto?
- Perché non è con Gwen che voglio stare. E sono passati dieci anni, ma l'ho capito solo adesso.
Registratore prego, in tribunale vincerò la causa contro quella sgualdrina.
- Duncan...
Mi blocca con un altro bacio.
Non so cosa succederà una volta aperta questa scatola di latta.
Non voglio saperlo.
Nelle labbra di Duncan che si muovono sulle mie c'è la risposta.
   
 
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