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Autore: Maggie_Dreams    06/02/2012    0 recensioni
Non era possibile. O meglio, lo era, ma appariva davvero incredibile: l'esempio del libro di grammatica per spiegare le preposizioni era diventato realtà, ed adesso Marco e Giulia erano "in piedi davanti alla porta e tenevano in mano una borsa dentro la quale c'era una tartaruga di peluche".
Una storia incredibile che ha come protagonista la mia classe. Spero che vi piaccia, e che vi faccia capire... come la grammatica sia importante nella vita! ;)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“C'era un bellissimo cavallo bianco candido che galoppava felice nella verde prateria sconfinata. Regnava una magnifica atmosfera pacifica quando ci fu un lampo improvviso e... ma qualcuno mi sta ascoltando, qui?”

La risposta era decisamente no. Tutti gli alunni della I E avevano perso l'interesse al racconto della professoressa da almeno dieci minuti. Anzi, forse non era nemmeno un racconto, non ne erano certi, beh, non avevano seguito, come potevano pretendere di sapere di cosa stesse parlando l'insegnante...! “Ma sapete di che cosa sto parlando?”. Aveva colpito nel segno, aveva intuito che nessuno avrebbe potuto ripetere ciò che aveva appena detto. E c'era un motivo: era l'ultima ora del venerdì, e tutti pensavano a che cosa avrebbero fatto durante il weekend, ai compiti che avevano da fare, a come evitare lo shopping del sabato... insomma, a tutto, tranne che a quello che stava dicendo la professoressa. La loro mente era già uscita dalla scuola!

Lucrezia, me lo vuoi dire tu, di che stavo parlando?”La ragazzina tacque, e la prof, allora, scoraggiata: “Lucrezia, quanti aggettivi ci sono nel breve testo che ti ho appena narrato?”

Ed a questo punto... la campanella. “Driiiiiiiiiiiiiiiiin!!”, faceva, ed emetteva un suono irritante e davvero piacevole allo stesso tempo, perché annunciava la fine della settimana scolastica. “Salvata in corner!” sussurrò Domitilla all' interrogata, che nel frattempo tirava il quarto sospiro di sollievo. “Daiii!! Si esce, si esce!! Ha- ha!” Esclamò Claudia zompando sulla schiena della ragazzina che aveva pronunciato quelle tre parole.

Oh mamma, non ci credo! Non ti sembra che questa settimana sia proprio volata?”, chiedeva intanto, dal lato opposto della classe, Bianca Maria, rivolgendosi a Giulia, che metteva a posto freneticamente il suo zaino, al contrario di Ludovico, che aveva preparato la cartella 

all'inizio della sesta ora e che in questo momento batteva impaziente il piede per terra, appostato davanti alla porta. Il suo vicino di banco Lorenzo stava chiacchierando con Gianluca dietro di lui, mentre il gruppetto dei due Marco e dei due Federico si stava dirigendo, sghignazzando, da Francesca e Sonia, con l'idea di fargli uno scherzo.

Martina ora si era aggiunta alla conversazione tra Domitilla, Claudia e Linda, mentre Jasmìn, Amanda e Lucrezia imitavano Lorenzo mentre per sbaglio aveva fatto cadere il registro dell' insegnante, provocando un botto fortissimo. Sandra, una bambina disabile che faceva parte della I E, se ne era già andata da dieci minuti, in compagnia della sua professoressa di sostegno.

Su, usciamo! Hop, hop, diamoci una mossa, dài!” Li spronò l'insegnante, dirigendosi fuori.

Finalmente!”, borbottò Ludovico, e si precipitò nel cortile, attraversò veloce il corridoio esterno e si diresse all'uscita. “Giorgio, aspettaci, caspiterina!”sbuffò la prof Minucci. Non pensate che lo abbia confuso con qualcun' altro, il suo nome era Ludovico Giorgio.

Che fretta hai?”, gli urlò dietro Domitilla. “Senti...!” ribatté il ragazzino, e poi cominciò a ridere. Lo faceva sempre, ed il suo riso era contagioso, così che tutta la classe si mise a ridere, pian piano.

“Ma perché tutti ridono?” si chiese Gianluca ad alta voce. “Boh!!” esclamò estremamente gaia Linda, mentre continuava a ridacchiare insieme a Martina, Claudia e Domitilla. “Ma chi vi capisce, a voi?!”, urlò Marco Paesani indicando Francesca. “Chi ha cervello, mio caro!”, gli rispose a tono la ragazzina, avanzando a grandi passi affiancata da Sonia, trattenendo un sorriso. “Chi ha cervello, mio caro! Ha-ha-ha!” le fece il verso Federico Coppola. “Ma stai zitto!” si intromise Giulia. “StEEei ZITTOO!” la scimmiottò Federico Fiorellino. “Questa era buona, Fiorellino!” rise Bianca Maria, e così tutti si persero in grosse risate.

Intanto, Jasmìn aveva imboccato la via del ritorno con Amanda, Lucrezia e Linda. “Lo sapete che io ho fatto tutti i compiti per lunedì?” si rallegrava la ragazzina, puntando i pollici in su. “Beata!”, sospirò Amanda. “Beh, anche io li ho fatti tutti, ma mi manca grammatica!” disse Lucrezia, agitando le mani.

Sì, mi manca perché ce l'hanno data all'ultimo momento”, Martina, intanto, informava la madre per telefono. Per qualche strano caso, tutti si trovavano nella medesima situazione delle due ragazzine.

No, non ho molti compiti per lunedì, Ally”, infatti, diceva Lorenzo alla sua tata, davanti a un bel piatto di spaghetti “Ma, anche se ce ne avessi tanti, li ho già finiti... A parte grammatica. Ma sì, quello è poco, lo posso anche fare domenica sera. ...No no, stai tranquilla, lo faccio oggi!” E tutti, nel frattempo, stavano avvisando i loro interlocutori di questa buona notizia.

Che bello, tesoro. Come è andata a scuola?”, chiedeva la madre di Federico Fiorellino a suo figlio. “Bene, bene...” Un tintinnìo di chiavi e sua sorella era tornata a casa. “Sono tornataaa!”, si annunciava Maria Vittoria. “Eeeh, l' avevo capito, sai, sei entrata!”, rise sarcastico Federico. “Mamma?!”, si difese la quattordicenne. “Federico! Che bisogno c'era di fare questo intervento?” “Nessuno, mi andava soltanto di prenderla un po' in giro, tutto qua.”, fece spallucce il ragazzino. “Per fortuna che appena sei entrato alle medie io sono uscita, avere tra i piedi questo qua...” “Maria Vittoria!”, intervenne la madre, guardandola con aria di rimprovero. “Scuusa, ok?”rispose lei, avviandosi in camera. “E' sempre in ritardo!”, rise guardando l'orologio Federico “Che faccia parte di un' associazione di spie che la trattiene in uno scantinato oltre l' orario scolastico?” “Seee, come no! Forse non ho tanta voglia di rivedere il mio caaaaaro fratellino, che puntualmente mi dà addosso perché non ha niente da fare!”rispose per le rime Maria Vittoria. “Break, break, time out” li ammonì la madre “Adesso mangiamo e poniamo fine a questo scambio di insulti.”

  
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