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Autore: Kagome008    15/09/2006    4 recensioni
Signori e signore, tremate! Le 4 menti più pazze si sono unite per realizzare una ff spetaccolare ( si cerca!), che siamo sicure vi piacerà![kaggy, nn stai esagerando? by bea] ( Dici che poi ci linciano? nd k)[ ne sono certa! nd bea] Signori e Signore, le kaggy/bea/lu/giw enterprise presenta: HAWKE! Una maledizione separa un amore proibito... divisi dal sole e dalla luna... c'è soluzione per il falco che si libra in volo nel cielo?
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Naraku, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 19
L’UNICO GIORNO

Il sole era sorto da alcuni secondi sopra la terra desolata nei pressi del castello della strega Ravir. L’imponente edificio si stagliava al riflesso del primo sole quasi attorniato da una nube scura, a presagio, o avvertimento, che quel luogo esalava una pesante cortina nefasta. Un castello sulla cui sagoma sembrava essere inciso: statene alla larga… buffo era pensare, che nello stesso momento, nelle profondità del sottosuolo, tra gallerie e cunicoli tetri e umidi, un gruppo di giovani si stava dirigendo verso quella tetra meta, scenario, alla fine di tutto, della resa dei conti.
Il piccolo demone volpe, che conduceva il gruppo di Inuyasha, Miroku e Sango, lungo il labirinto sotterraneo, procedeva veloce nel sottosuolo, reggendo in mano una piccola torcia ad illuminare il cammino.
- Queste gallerie furono scavate prima dell’edificazione del castello da parte dei miei antenati… è per questo che quasi nessuno sa della loro esistenza – disse Shippo – e quei pochi che sanno della loro esistenza, certo non le sanno percorrere! -
- è il quasi nessuno, che mi preoccupa! – disse Inuyasha, seccato.
- Inuyasha… - commentò Miroku – ci terrai il muso ancora per molto? –
- Non capisco come abbiate potuto acconsentire all’idea folle di quella pazza! – disse, duro, il mezzo demone – Fare da esca??? Ma come le è saltato in mente? –
- Inuyasha, smettila di agitarti! – disse Sango – Portare Kagome in questi sotterranei, sotto forma di falco, sarebbe stato difficile, in più, mostrandosi in volo, porterà a credere Kikio che anche noi ci stiamo muovendo a poca distanza da Kagome! –
- Ma è pericoloso! – disse Inuyasha.
- Ma è l’unico modo per entrare! – rispose Miroku – così distrarrà le guardie e gli uomini saranno impegnati altrove mentre noi entreremo dalle cantine! –
- Tzè! – sbottò Inuyasha, guardando apprensivo sopra la sua testa il buio della galleria che lo teneva lontano dalla luce del sole – Spero solo non corra inutili rischi! –

L’aria correva veloce, percorrendo il castano piumaggio del falco, solcando la scia delle sue eleganti ali, mentre gli occhi rapaci dell’uccello riflettevano l’alba di un nuovo giorno… forse l’ultimo… forse il primo di una nuova vita. Il sole che era sorto quella mattina non era il sole di sempre: in una maledizione legata allo splendore di quell astro, al gioco tra luna e sole, tra giorno e notte, qualcosa in quel giorno era diverso.
Lo aspettavano da tanto… da molto tempo… da molti anni… quello era il giorno del sole e della luna. Quando un uomo, lupo di notte, ed una donna, falco di giorno, avrebbero potuto rivedersi, riavvicinarsi, toccarsi di nuovo dopo tanto dolore?
In un giorno di luce e tenebra… in un giorno di luce e sole… in un giorno d’eclisse.
Mentre il falco volava diritto tra le nuvole, alto nel cielo, nel preciso scopo di farsi scorgere dai suoi nemici, qualcuno lo osservava meditando, sentendo con eccitazione, ma anche con una nota di tensione, l’avvicinarsi dell’ultimo duello, dell’ultimo faccia a faccia con la propia condanna. Seduta sul suo trono regale, con la sfera liscia, di un torbido colore, in grembo, Kikio sfiorava la superficie del gioiello stregato, che rifletteva l’immagine di quella sciocca ragazza… di quel sciocco animale.
-“ Ci siamo… “ pensò, in un fremito di eccitazione.
Nello stesso istante, le porte della grande sala, si aprirono in un botto, mostrando la figura, compiaciuta e sorridente, di un uomo dagli occhi scarlatti.
- Sei arrivato! – disse Kikio, andando incontro al cugino.
- Ho visto i tuoi corvi ed ho capito… - rispose Naraku, sempre sulla soglia – Loro… lei…l’hai vista? –
Kikio indicò, svogliata, le ampie finestre che inondavano di luce la sala del trono – Non si nasconde più! – Naraku si avvicinò alle finestre, osservando in silenzio il rapace, distinguibile, che volava sopra le loro teste.
- è…- balbettò.
- è lei, si! – rispose Kikio – Hai viaggiato tutta la notte per giungere qui che non riesci più a riconoscerla? –
- è solo che… è così vicina! – disse il demone ragno, toccando in un sospiro la superficie liscia del vetro.
- è un falco! – disse Kikio, seccata – e ci ha disonorati! – Naraku strinse le nocche delle mani sino a farle sbiancare – Se è così vicina, significa che c’è pure lui! –
- Inuyasha non la lascerebbe mai sola! – rispose la strega, con voce aspra – Ordinerò alle guardie di catturare Kagome… volevo dire Hawke… e manderò un drappello di uomini a pattugliare il bosco degli alberi umani e a disporsi a difesa del castello… oggi nessuno deve entrare al castello! -
- Oggi… è un giorno d’eclissi! – disse Naraku – L’unico giorno, in cui possono sconfiggerci! –
***
Le tetre e buie gallerie, gocciolanti nell’oscurità di acqua condensata, lungo il loro tortuoso cammino nelle viscere della terra, si stava facendo, ormai da un paio di kilometri, più rettilineo e meno scosceso.
- Manca ancora molto? – chiese Sango, mentre seguiva il piccolo Shippo lungo quel labirinto di vie sotterranee. - Non molto! – rispose il piccolo demone volpe.
In un sibilo di vento, la fiamma della torcia che il kitsune teneva in mano barcollò paurosamente, come se stesse per cadere a terra.
- Siamo vicini all’uscita della galleria! – disse Shippo, osservando con sguardo fisso la lamella della torcia – Ci sono molti spifferi d’aria! -
- Abbiamo quindi già superato il bosco degli alberi incantati? – chiese Miroku, voltandosi, con sguardo truce, ad osservare il sentiero appena percorso.
- Si! – rispose Shippo – Quella foresta… è un luogo di prigionia! –
- Prigionia? – chiese Inuyasha.
- Gli alberi di quella foresta… sono tutti esseri umani! – spiegò il demone volpe.
- Esseri umani? – sbottarono all’unisolo Sango, Miroku ed Inuyasha.
- Si… esseri umani, relegati ad alberi per l’eternità dalla strega Ravir! – continuò Shippo – Sono cavie, nemici, ostaggi di Kikio de Ravir!-
- Ostaggi?- balbettò Sango – Quindi Kohaku potrebbe… - balbettò la giovane ragazza, facendo per tornare sui passi appena percorsi, prima che Miroku la fermasse per un braccio.
- Sango, no! – le disse il mancato monaco – Anche se torni indietro non potrai far nulla per lui, ora! –
-Miroku, lasciami! – disse, stizzita, Sango – Mio fratello potrebbe essere stato trasformato in uno di quegli alberi e tu mi chiedi di calmarmi! –
- Anche se torni indietro non potrai far nulla per lui, almeno per ora! – disse Miroku, con sguardo serio – L’unico modo di salvare quelle persone e tuo fratello è sconfiggere Kikio e Naraku! –
-Miroku ha ragione! – intervenne Inuyasha – L’unico modo è sconfiggerli… ora! –
- Se avete finito di bisticciare, da questa parte c’è l’accesso alle cantine! – disse Shippo, indicando con la torcia l’ultima parte del tunnel sotterraneo.

Le vecchie e pesanti serrature della porta nascosta cigolarono in un rumore pesante, mentre alcuni pezzi di muffa si sgretolavano sul pavimento all’apertura del ingresso nascosto alle cantine del grande castello de Ravir. Spegnendo in un soffio la candela, un piccolo demone volpe premette le mani sul bordo della porta, aprendola in un rumore appena percettibile. Con passo felpato si fece strada tra i vecchi macchinari per la vendemmia del vino, ora in disuso e pieni di polvere, scivolando, nell’ombra che regnava in quel luogo sotterraneo, verso la porta d’ingresso che conduceva all’interno del palazzo.
- Oltre questa porta… c’è quello che desiderate! – disse Shippo, indicando ad Inuyasha, Miroku e Sango, il portone della cantina.
- Vedetta…- disse Miroku
-… e speranza…- aggiunse Inuyasha.
- Io non posso aiutarvi oltre! – continuò Shippo –
Purtroppo dovrete cercarla da soli la sala del trono! – - Non ti preoccupare, il tuo aiuto è stato di grande importanza! – disse Sango.
- Avrei un favore da chiederti…- disse Inuyasha, prendendo in parte Shippo -… un favore… che solo tu devi ascoltare! –
***
Il nitrito dei cavalli si alzava rumoroso dal bosco di alberi magici… di alberi immobili, quasi senza vita, di alberi dotati di occhi e di orecchie. I soldati della principessa de Ravir erano sparpagliati in lungo ed in largo, tutti, spinti a galoppo, in direzione di quel falco castano che correva veloce nel cielo. I cacciatori, in sella ai loro destrieri, tendevano l’arco verso il maestoso rapace, non riuscendo mai a colpirlo, o quanto meno a sfiorarlo. Sembrava che il falco capisse i loro movimenti, che dall’altro, tramite le sue pupille di un nero selvaggio, percepisse il pericolo degli uomini aggressori.
In una virata velocissima, Hawke cambiò direzione, allontanandosi ancor più dal castello di Kikio de Ravir. In lontananza, nello stesso istante, un piccolo carro, trainato da vecchi e stanchi muli, si fermava al comando della propia padrona, che ammirava, in silenzio, le virate del falco nel cielo.
- Sono già arrivati quindi…- disse l’anziana donna, scoprendosi il cappuccio dal volto e portandosi una mano nella tasca del suo vecchio vestito, sino ad estrarne un piccolo fischietto dalla forma affusolata.
Portandoselo alla bocca, la vecchia Kaede vi fischiò dentro, producendo un rumore udibile solo da particolari animali… non certo dagli uomini. Improvvisamente Hawke, distinguibile in lontananza, compì una serie di vorticose scie su sé stessa, tuffandosi di picco, improvvisamente, nel folto della foresta.
- Hawke sta arrivando…- disse Kaede, riposando il fischio nella tasca.

- Chi sta arrivando? – sbottò Shippo, prima che Inuyasha gli tappasse la bocca.
Appartati nel buio dell cantina, Inuyasha e Shippo confabulavano lontani da Sango e Miroku.
- Una vecchia… si chiama Kaede… Kagome…. Hawke…sarà con lei! – disse Inuyasha.
- E cosa le devo dire? – chiese Shippo, titubante.
- Sango! – sbottò Inuyasha – Dammi il pendaglio di Kagome! – - Il pend… la shikon? – chiese Sango, perplessa.
- Si! – disse perentorio Inuyasha – L’ha affidata a te, giusto? –
Sango annuì, togliendosi dal collo la piccola biglia, pegno d’amore.
- Che ci vuoi fare? – chiese la ragazza.
Inuyasha non le rispose, tornando serio dal piccolo demone volpe.
- Prendi questa… mostrala a Kaede… così capirà che ti mando io! – gli disse sotto voce il demone cane. - E poi? – chiese Shippo.
- E poi… devi ordinarle un mio comando! – disse Inuyasha. - Un ordine?- balbettò Shippo.
- Si… promettimi che glielo ordinerai… su mia vece!- - ma…-
- PROMETTILO! – disse Inuyasha.
- Ok… di che si tratta… - chiese Shippo.
- Se… dopo l’eclisse di oggi… le bandiere della casata de Ravir sventoleranno ancora sulla torre principale… cioè significherà che la nostra missione è fallita… e se ciò si compirà… devi dire a Kaede… di uccidere Hawke! –

Continua capitolo 20
  
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