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Autore: mamie    06/02/2012    2 recensioni
Il capitano Kyouraku ha un enorme problema... ha strappato il suo kimono migliore e ha bisogno di un rammendo.
Partecipa alla challenge "I difetti di Howl"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ise Nanao, Kyouraku Shunsui, Rangiku Matsumoto, Ukitate Jyuushiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vizi e virtù'
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Nota: questa storia partecipa alla challenge I difetti di Howl

#02 Vanesio – Kyouraku Shunsui
 
PER QUALCHE PUNTO IN PIU’
 

Non c’era nessuno, in tutta la Seiretei, che fosse appariscente come il capitano Kyouraku dell’Ottava compagnia (se si escludeva forse, per motivi diametralmente opposti, il capitano della Dodicesima Kenpachi Zaraki). Il fatto era che Kyouraku ci teneva particolarmente ad essere appariscente. L’insulto più terribile che potessero fargli sarebbe stato quello di non notarlo affatto. Ci teneva ad apparire a posto anche se non c’era nessuno ad ammirarlo, era per lui decisamente un punto d’onore. Perciò quella mattina stava malinconicamente osservando il suo kimono migliore, quello rosa a fiori di ciliegio che gli serviva da soprabito, sfregiato da uno strappo decisamente inelegante.
Sì, se l’era procurato in battaglia e non c’era niente di disonorevole in ciò, tuttavia la vista di quella pregiata stoffa stracciata e sfilacciata aveva il potere di immalinconirlo immediatamente. E per di più il capitano comandante Yamamoto era stato molto chiaro: le riparazioni in sartoria si facevano solo per le divise di ordinanza. Per il resto dovevano arrangiarsi.
Provò con Nanao, che era entrata allora con il solito fascio di carte del mattino.
- Neh, Nanao-chan, non è che potresti ricucirmelo?
Il gelo che vide lampeggiare dietro gli occhiali della sua luogotenente gli fece presagire già la risposta.
- Mi spiace, capitano, ma non ho proprio tempo. Se lei volesse firmare queste carte adesso…
 
All’ora di pranzo gli venne un’altra idea e si diresse con passo baldanzoso verso gli alloggi della Decima, dove era quasi sicuro di trovare Rangiku a pranzo. Difatti la luogotenente Matsumoto sedeva ad un tavolino della mensa, ma più che mangiare sembrava in intimità con una bottiglia di sakè appena stappata.
- Ehm, signorina Rangiku…
La ragazza alzò gli occhi abbastanza stupita. Non è che il capitano Kyouraku si facesse vedere molto da quelle parti.
- Avrei un favore da chiederle.
- Sì? – rispose in tono neutro di attesa.
Kyouraku sfoderò il suo miglior sorriso.
- Non è che potrebbe sistemarmi questo kimono? Sa, si è strappato.
Rangiku sbatté le palpebre un paio di volte, perplessa.
- Oh, capitano Kyouraku, lo farei molto volentieri ma vede… non sono proprio capace. Finirei per rovinarlo del tutto.
 
E ora a chi accidenti poteva chiedere? Soi Fon? Neanche a pensarlo. Quella l’avrebbe inseguito come un calabrone assetato di vendetta. Unohana? Figuriamoci se aveva tempo per una cosa del genere, e lo stesso valeva per Isane. Kiyone? Forse se gliel’avesse chiesto Jyuushiro…
Animato da nuova speranza fece il giro fino agli uffici della Tredicesima, dove trovò il capitano Ukitake che si stava riposando sulla veranda prima di riprendere il lavoro.
- Buongiorno, Shunsui – lo salutò vivacemente. – Cos’è quell’aria abbattuta? Ti è successo qualcosa?
- Oh, Jyuushiro! Avrei bisogno di chiedere a Kiyone se può ricucirmi questo strappo.
Purtroppo per lui la risposta fu ancora negativa.
- Mi dispiace, ma Kiyone non c’è, l’ho mandata a fare una commissione e non tornerà prima di stasera.
La delusione si dipinse in tutta la sua tristezza sul viso di solito ilare del capitano Kyouraku.
- Fa’ vedere – continuò il capitano Ukitate prendendo in mano la stoffa ormai spiegazzata da tutti quei passaggi.
- Be’, se è solo questo posso sistemartelo io – concluse.
- Davvero? Sei capace? – si rianimò subito Shunsui.
- Ho dovuto imparare per forza, con una famiglia numerosa come la mia ciascuno deve un po’ arrangiarsi come può… - rispose il capitano Ukitate andando a prendere una insospettabile scatola quadrata che conteneva degli aghi e vari tipi di filo.
 
Mezz’ora dopo il capitano Kyouraku poteva tornare a pavoneggiarsi in giro per la Seiretei col suo kimono preferito sulle spalle, perfettamente riparato da piccoli punti quasi invisibili.
Nel ringraziare sentitamente l’amico, Shunsui aveva aggiunto: - Sei davvero bravo, d’ora in poi verrò sempre da te a farmi sistemare le cuciture.
Non ne era proprio sicuro, perché Jyuushiro era sempre stato pallido per natura, ma avrebbe giurato di averlo visto, a quelle parole, sbiancare di colpo ancora di più.
  
  
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