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Autore: speranza19    07/02/2012    2 recensioni
Proprio accanto al pianoforte si era materializzato un gorilla.
Detto così poteva sembrare che Kurt fosse sotto l’effetto di qualche allucinogeno, ma non era così.
C’era veramente un gorilla nella choir room, a qualche metro di distanza da lui; era un costume di quelli che si usavano nel licei come mascotte della squadra di basket o di football e la persona che lo aveva indosso ne era ricoperto totalmente tranne che per le mani, indiscutibilmente umane, che stringevano dei fogli molto grandi.
[CONTIENE SPOILER PER LA PUNTATA DI S. VALENTINO]
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Dave/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Don’t forget me, I beg

 

Everything is as if we never said goodbye…

Kurt lasciò che l’ultima nota cantata al pianoforte si spargesse nell’aria come una leggera folata di vento tra le mura dell’aula canto dove stava provando tutto solo.

Si alzò dallo sgabello e, con solita grazia da ballerino di danza classica che aveva marchiata nel Dna da quando era nato, si avvicinò alla fila di sedie poco distanti dall’immenso strumento musicale color nero e prese dalla sua tracolla lì appoggiata lo spartito di The way we were.

Si girò per tornare al proprio posto e lanciò un urlo fortissimo dallo spavento, mettendosi una mano davanti la bocca spalancata, un po’ scioccato, prima di mettersi a ridere ad alta voce.

Proprio accanto al pianoforte si era materializzato un gorilla.

Detto così poteva sembrare che Kurt fosse sotto l’effetto di qualche allucinogeno, ma non era così.

C’era veramente un gorilla nella choir room, a qualche metro di distanza da lui; era un costume di quelli che si usavano nel licei come mascotte della squadra di basket o di football e la persona che lo aveva indosso ne era ricoperto totalmente tranne che per le mani, indiscutibilmente umane, che stringevano dei fogli molto grandi.

Quelli rigidi, da disegno tecnico.

Sul primo c’era una scritta in stampatello, fatta con un pennarello nero indelebile.

“SCUSAMI, NON VOLEVO METTERTI PAURA”

Kurt sorrise di nuovo e fece per avvicinarsi al ragazzo travestito da bestia, ma questi gli fece segno di rimanere lì dov’ era, spostò i fogli che aveva tra le dita e gli fece leggere un’altra frase.

“TI DEVO DARE UNA COSA”

Un sopracciglio si inarcò automaticamente sul viso di Kurt. Ma che diavolo stava succedendo?

Il gorilla mischiò ancora le tavole da disegno bianche ed estrasse quella che gli serviva.

“SIEDITI, PER FAVORE”

Visto che gli era stato chiesto per piacere, obbedì e si posizionò proprio sulla seduta dove aveva lasciato la tracolla, posando questa e lo spartito con la canzone di Barbra Streisand sul posto accanto.

Il gorilla si accostò al pianoforte e prese una cosa che vi aveva appoggiato.

Kurt strabuzzò le pupille per capire meglio cosa fosse, ma poi il gorilla gliela diede tra le mani e comprese il tutto.

Era un biglietto, sigillato in una busta.

“LEGGI AD ALTA VOCE, GRAZIE”

Kurt rise ancora, di gusto, facendo scorrere gli occhi su quella frase. La situazione era effettivamente paradossale- gli sembrava di essere magicamente diventato Donnie Darko alle prese con il coniglio Frank- ma non provava paura. Anzi, era curioso da morire riguardo il contenuto della lettera.

Prese la busta, estrasse il cartoncino che custodiva, si schiarì la voce e iniziò a declamare ad ciò che vi era scritto. Leggeva tremando e, il suo sguardo non fosse stato offuscato dall’agitazione e dalla voglia di conoscere il tema del biglietto, avrebbe notato che anche la calligrafia del gorilla non era stata molto ferma stendendo la lettera.

So che sei fidanzato, e so anche che sembri felice al suo fianco. Ma è San Valentino oggi, l’ultimo che passerai in Ohio e non avrò altre occasioni per poterti dire… tutto.

L’unica cosa che importa e che tu credo debba sapere è che per qualcuno, sulla faccia della Terra, sei perfetto, cazzo.

E non lo dico parafrasando P!nk, ma perché è vero.

Sei bellissimo, talentuoso, pieno di forza e passione. Orgoglioso di ciò che sei e di ciò che sei diventato. Un esempio per chiunque solo ti conosca, anche di sfuggita.

Ed è per questo che entrerai alla NYADA. Ti ho visto cantare qualche volta, e so che sei in grado di toccare l’anima quando lo fai. Sembri veramente un angelo sceso tra noi comuni mortali.

Sono innamorato di te, da tanto tempo ormai. Probabilmente è sempre stato così…

Ma non conta questo adesso.

Conta il fatto di averti appena creato un bel ricordo, probabilmente allucinante, lo so, da portarti via dall’Ohio e che ti regalerà un sorriso per sempre.

Non dimenticarti di questo povero coglione sepolto vivo sotto un soffocante costume assurdo da gorilla, perché io non mi dimenticherò mai di te.

Né ora, né tra un milione di anni.

Buona fortuna e buon San Valentino, Kurt.

Firmato,

il tuo ammiratore segreto.

Kurt dovette interrompersi più volte durante la lettura, la voce si incrinò pericolosamente su più punti per poi spezzarsi verso la fine del biglietto.

Terminò la lettera e non si rese manco conto di essersi alzato e di essersi precipitato tra le braccia del gorilla in una frazione di secondo. Non sapeva nemmeno perché lo avesse fatto: sapeva solo che voleva stringerlo forte a sé e ringraziarlo per ogni parola scritta e dedicata a lui.

Quell’abbraccio gli diede una strana sicurezza. Non aveva per niente timore- in fondo, non sapeva nemmeno chi ci fosse sotto quella montagna di peli scuri sintetici. Percepiva solo calore scorrergli dentro, nelle vene e nel petto.

Non avrebbe mai ritenuto di poter essere oggetto di un amore così grande, così forte.

Insomma, quel gorilla doveva essere veramente pazzo di lui per essere arrivato al punto di travestirsi per dargli un semplicissimo biglietto di auguri per San Valentino.

Sciolse l’abbraccio e guardò dritto in viso la maschera  da gorilla, cercando di capire chi fosse il misterioso ammiratore.

Non mi dirai mai chi sei, vero? – gli domandò con un soffio, gli occhi azzurri brillanti di curiosità.

Il gorilla fece di no con la testa, poi prese un foglio e ci scrisse su velocissimamente con il pennarello abbandonato sul pianoforte.

“PREFERISCO COSI’”

Kurt non si rassegnò, voleva almeno un indizio, anche piccolo, per decifrare la sua identità.

Ti conosco? Almeno di vista?- insistette, la voce dolce come un cucchiaino di miele puro.

“MEGLIO CHE TU NON LO SAPPIA”

Kurt comprese che quella risposta valeva un sì e fece mente locale nel giro di pochi secondi, elencando tutti i gay che conosceva.

Blaine, Sebastian, e…

Mentre realizzava chi ci fosse sotto quel costume, vide la mano del gorilla scrivere un altro messaggio sul foglio.

“MI PROMETTI UNA COSA?”

Tutto quello che vuoi- fu la sua semplice replica.

“SII FELICE.

SEMPRE.”

Percepì una mano ghiacciata e tremante scorrergli sulla guancia. Erano delle dita enormi, eppure il loro tocco era delicato come una piuma.

Il gorilla si staccò dal viso di Kurt e gli fece un cenno di saluto, prima di raccogliere tutti i cartelloni sparsi sul pianoforte, il pennarello, i pezzi del proprio cuore e avviarsi verso la porta di ingresso della sala prove, sparendoci dietro.

A quel punto, Kurt si sedette sullo sgabello del pianoforte, lasciandosi quasi cadere su di esso, svuotato di ogni energia; tra le dita stringeva il biglietto, quasi accartocciandolo, e le sue labbra sussurrarono due semplici parole.

“Oh, Dave…”

***

Il mio headcanon, che verrà distrutto dai RIB sicuramente martedì prossimo (sapete, si parla del ritorno di Dave, di un ammiratore segreto, di qualcuno travestito da gorilla…). Tengo le speranze basse e mi limito a scriverci su ^.^

Per il mio amore grande e le mie colleghe <3

  
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