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Autore: LizeM    07/02/2012    2 recensioni
Potrà un tema d'infanzia di Sherlock fargli capire qualcosa riguardo al suo unico amico?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ci sono spoiler per la seconda stagione, ma per capire un paio di cose bisogna aver visto la 2x01. Niente di ‘spoilerante’, comunque =)

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Sherlock Holmes’ childhood wish

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 [Ciò che desidero di più]

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14 Settembre

Caro Sig. Sherlock Holmes,

  le scriviamo per informarLa che in data 31 Dicembre a.C. scadrà il termine ultimo per l’acquisizione di temi, verifiche e lavori di classe da Lei prodotti durante la sua permanenza nel nostro istituto. Se non dovessimo ricevere istruzioni d’altro tipo da Lei, il suo materiale in nostro possesso verrà distrutto.

Grazie per la gentile attenzione,

Scuola Elementare XXXX

 

16 Settembre

Scuola Elementare XXXX

 mandateMi TUTTI i documenti.

Velocemente.

Sherlock Holmes

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1 Ottobre

La Signora Hudson salì dolorosamente le scale del 221B di Baker Street. La sua anca starà peggiorando- pensò Sherlock senza smettere di scrivere informazioni incredibilmente interessanti riguardo i 137 tipi di pipa presenti in Inghilterra nel tardo XIX secolo. Forse i suo lettori non avevano apprezzato la catalogazione delle ceneri di tabacco, ma non potevano resistere anche a questo, ne era certo. Un sorrisetto soddisfatto gli attraversò il viso quanto chiuse finalmente la parentesi ‘tipi di legno usati nella manifattura delle pipe nel tardo XIX secolo –parte prima.’

“Sherlock, caro!” giunse una voce stanca dalla destra del consulente investigativo “C’è qui qualcosa per te…” disse tenendo in mano un pacco marrone “dove dovrei metterlo?” chiese con voce scioccata “guardate la confusione in cui vivete, ragazzi! Non c’è più spazio per niente!” Puntualizzò iniziando (apparentemente subconsciamente guidata da forze sconosciute) a riordinare la stanza.

“Voi due lo sapete che non sono la vostra governante…”-un paio di banane buttate via, la sciarpa di Sherlock appoggiata perfettamente sul suo cappotto- “Devo addirittura andare a prendervi la posta su e giù per le scale, e sapete della mia anca!”

“Mi dispiace, Signora Hudson. Se avessi saputo…” iniziò John, perso con la testa dentro ad un giornale e chiaramente non prestando attenzione nemmeno a se stesso.

“Non avresti fatto niente, ecco cos’avresti fatto! Sherlock, qui, sta avendo una bruttissima influenza su di te!” Sherlock sorrise. O aveva avuto un commento positivo sul suo sito, oppure qualcos’altro l’aveva compiaciuto. “Ho dovuto interrompere ciò che stavo facendo, ed andare alla porta!  Il povero Tim ha consegnato la posta, oggi…  conoscevo sua madre, sapete… Si è suicidata l’anno scorso: ha detto che i suoi figli le avevano rovinato la vita!” la donna sbatté le palpebre guardando il soffitto come se ricordasse qualcosa “…ah, povero Tim! Ha detto che nel tuo pacco ci sono probabilmente delle carte, Sherlock. A quanto pare, il lunedì è il ‘giorno carta’… povero Tim, è sempre così gentile!”

Sherlock spostò gli occhi dallo schermo illuminato del suo portatile per la prima volta, quella mattina. Un ghigno sulle sue labbra, una scintilla negli occhi, una fremito nella sua voce “Cos’ha detto?”

“Lo so: è terribile, vero?” la signora si mise una mano sul cuore “si sentirà per sempre responsabile per la morte della madre… bè, lui e i suoi sette fratelli, immagino.”

“’Giorno carta’, eh? Benissimo!” la mente di Sherlock era già volata nel contenuto del pacchetto. Saltò giù dalla sedia e rubò l’oggetto da sotto il braccio della Signora Hudson. Lei non sembrò notarlo, e non le importava.

“Passare una cosa del genere dev’essere terribile per una famiglia-“ continuò, sempre guardando in alto. Dovevano senz’altro esserci dei dipinti della famiglia del ‘povero Tim’ sul soffittò.

“Si, grazie Signora Hudson. È inestimabile come sempre. Ora se ne vada, grazie.” il pacchetto era già stato squartato per metà.

“-sei insopportabile, Sherlock Holmes!” disse infastidita, dirigendosi verso la porta “Dopo tutto quello che faccio per voi ogni giorno!” si catapultò fuori dalla stanza, ma la porta non sbatté prima che il casuale “Ricordi il polpettone per pranzo” di John raggiungesse le sue orecchie.

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“Questo lo chiamano ‘velocemente’” si lamentò Sherlock, più tra se e se che a qualcun altro, mentre analizzava le carte.

C’erano alcune inutili verifiche di scienze e matematica fatte davvero male. Per qualche ragione, era sempre stato più bravo nelle interrogazioni: in qualche moto sapeva sempre ciò che l’insegnante voleva sentirsi dire… Lunghi fogli di analisi di poesie furono subito buttati, insieme ai test di storia. Geografia, francese, religione, fatti e cifre erano del tutto inutili. Non era ciò che stava cercando.

Infine, una grossa pila di temi attirò la sua attenzione. Proprio ciò che voleva. Ricordarsi quanto fosse sveglio –persino da bambino- avrebbe certamente aiutato il suo ego in questo periodo di noia e mancanza di casi.

“Cosa c’è nel pacchetto?” chiese John, distratto. Non ottenne risposta, e presto si dimenticò di aspettarne una.

Sul primo documento era scritto: Ciò che desidero di più. Interessante.

“Sherlock, mi passi una penna?” povero John, sperava ancora in un miracolo dopo tutti questi anni. Per quanto riguardava Sherlock ogni penna dell’appartamento sarebbe rimasta esattamente dov’era. Lui aveva ben altro da fare.

Sherlock iniziò a leggere ciò che era –ne era certo- un lavoro notevole per un bambino di sette anni. E con una calligrafia sensazionale, tra l’altro.

Londra, 23 Marzo 1983

Holmes Sherlock

Ciò che desidero di più

Ciò che desiderò di più è avere un cane. Non un cane cane, un uomo-cane. Sarebbe come un uomo, ma si comporterebbe come un cane. Ora spiego perché sono certo che lei non abbia capito, Signorina Bowl.

Ci sono molte ragioni per cui un cane non andrebbe bene 1- i cani non parlano 2-non puoi portare un cane ovunque tu vada 3- i cani non si possono occupare dei tuoi affari, se a te non va di farlo.

Ovviamente un uomo normale non andrebbe bene. Ecco il perché 1-la maggior parte delle persone sono fastidiose e stupide 2- le persone non si fidano di me (e io non mi fido delle persone) 3- non mi piacciono le persone.

Il mio uomo-cane avrebbe tutte le cose migliori che hanno i cani, e farebbe tutte le cose positive che fanno gli uomini (anche se non sono molte). Ed è per questo che il mio uomo-cane sarebbe il compagno perfetto.

Un uomo-cane è sempre leale –come un cane, e ci puoi parlare come ad un uomo. Farebbe di tutto per te, perché si fiderebbe di te… ovviamente io lo ringrazierei portandolo a fare lunghissime passeggiate eccitanti e avventurose. Andremmo dappertutto insieme, anche sulla nave. E tutti gli altri pirati mi invidieranno perché capiranno l’importanza di avere un uomo-cane quando ce n’è bisogno.

Io lo so quello che dirà, Signorina Bowl: lei pensa che ciò che desidero è un amico. Bè, si sbaglia. Mio fratello maggiore dice sempre che gli amici sono inutili e che si finisce per provare queste ‘emozioni’ per loro, il che non va bene.

Bè, penso che io proverei delle emozioni per io mio uomo-cane… ma è il mio uomo-cane, per cui va bene. E poi lo dovrebbe sapere persino lei, Signorina Bowl: non può esistere una amico così perfetto.

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Sherlock ignorò le correzioni in rosso sul foglio e le lamentele dell’insegnate. Alzando lo sguardo lo vide: la prova vivente di quanto si sbagliasse, a sette anni.

Lentamente, molto lentamente, si alzò dalla sedia e si avviò verso il suo coinquilino. Si fermò davanti alla poltrona in cui sedeva ed aspettò che John abbassasse il suo giornale.

Molti secondi dopo quando così fu, Sherlock Holmes fece qualcosa che nessuno dei due avrebbe immaginato nemmeno nei sogni più selvaggi. Infilando una mano nella tasca della sua vestaglia tirò fuori una penna –la sua­ penna, e la porse ad uno scioccatissimo John.

Con gli occhi di un blu più scuro del solito, ed uno sguardo serio in faccia, Sherlock disse con voce profonda “Grazie, John” poi si girò, e si rimise a sedere come se niente fosse accaduto.

Un perplesso John fu lasciato a domandarsi perché mai Sherlock l’avesse ringraziato. La penna del suo amico era ancora nella sua mano protesa… si era anche dimenticato di avergliela chiesta.

La verità era che per Sherlock Holmes John Watson era molto più di un uomo-cane, molto più di qualsiasi cosa avesse mai potuto desiderare.

Era il suo amico-

-perfetto.



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Allooora, inizio dicendo che non sono del tutto soddisfatta della forma di questa Fanfiction in italiano. L’ho scritta prima in inglese per cui alcuni passaggi sembreranno sicuramente inadeguati, me ne scuso. Se volete dare un’occhiata all’ ‘originale’, ecco il link su Fanfiction.net  http://www.fanfiction.net/s/7811421/1/Sherlock_Holmes_Childhood_Wish

Inoltre, forse paragonare John ad una creatura per metà uomo e per metà cane è effettivamente un’immagine un po’ forte, ma la storia è nata così, e comunque è pur sempre la stramba immaginazione di Sherlock!

Fatemi sapere cosa ne pensate =)

Lize

  
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