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Autore: Emily Kingston    07/02/2012    3 recensioni
“Presentami una delle tue amiche,” disse, con l’aria di uno che aveva appena fatto la scoperta del secolo.
“Eh? Le mie amiche? Guarda che hanno tutte sedici anni, non sono un po’ troppo piccole per i tuoi gusti?” rispose Charlie, inarcando le sopracciglia.
“Appunto!” esclamò Rupert, quasi sconvolto dal fatto che suo fratello non avesse capito dove voleva andare a parare. “Voglio una relazione casta e senza sesso, quindi presentami una delle tue amiche.”
Charlie fu seriamente sul punto di scoppiargli a ridere in faccia.
“Tu? Una relazione casta e senza sesso?” disse, scettico.
Rupert incrociò le bracci al petto, infastidito dalla mancanza di fiducia del fratello.
“Che c’è, non credi che ne sia capace?”
“In effetti sì, è proprio quello che credo.”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premetto che non sono una fanatica dei The Fray
ma, nonostante questo, i titoli dei capitoli
di questa storia sono i titoli delle canzoni del loro nuovo album ‘Scars and Stories’.
Ho scelto i The Fray perché la mia migliore amica ne va matta
e perché mi conosce e sopporta da una vita e si merita una storia.
Ora, Lù, mi rivolgo direttamente a te .
Questa storia non è molto, ma scrivere è l’unico mezzo che conosco per trasmettere le cose,
e a te voglio dirti che non avrei potuto sperare in un’amica migliore.
Spero che mi perdonerai per essere la migliore amica più idiota sulla faccia della terra.
Goditi i tuoi The Fray e questa storia, che è tutta per te.
 

 

Do you wanna bet?

 
 
“Tu sei una persona di quelle che s’incontrano quando la vita decide di farti un regalo”
Charles Dickens.

 
 

Turn me on 
(Capitolo uno)

 

Era sera tardi quando la porta dell’appartamento che Rupert condivideva con suo fratello Charlie sbatté con un tonfo sordo.
Il ragazzo trascinò i piedi sul parquet del corridoio, soffocando una risata nel collo della ragazza che stringeva per i fianchi.
Lei gli soffiò tra i capelli, sfilandosi le scarpe ed aggrappandosi alle sue spalle.
Rupert si lasciò cadere sul divano, trascinando la ragazza sopra di sé ed iniziando a baciarla sulle labbra. Lei sospirò dentro alla sua bocca, passandogli le mani sul petto, fino a raggiungere i bottoni dei jeans. Li sbottonò lentamente uno ad uno, mentre lui le stringeva i capelli tra le dita, mugolando ogni volta che le dita della ragazza sfioravano per caso la sua già pulsante erezione.
Improvvisamente, quando le mani di Rupert avevano ormai abbandonato i lunghi capelli neri della ragazza, per avventurarsi sotto alla maglia, la luce si accese, illuminando l’intero salotto.
Sulla soglia della stanza, con un vecchio pigiama di Rupert, Charlie li osservava con sguardo allucinato.
Rupert sbuffò, togliendosi gentilmente Georgina di dosso, e sedendosi sul bordo del divano.
“Che vuoi?” domandò, brusco.
“Niente,” rispose Charlie, un po’ irritato dal tono del fratello. “Scusate se vi ho disturbato, buona notte.”
Il ragazzo sparì nel buio del corridoio e dopo pochi minuti, Rupert e Georgina udirono la porta della sua stanza chiudersi.
Per qualche secondo nessuno dei due disse nulla, poi Rupert, scrollando le spalle, allungò una mano verso l’interruttore e spense la luce, buttandosi di nuovo sopra la ragazza.
 
Quando Rupert si presentò in cucina per fare colazione erano le due del pomeriggio.
“’Giorno,” biascicò, stropicciandosi un occhio e sedendosi malamente davanti al bancone della cucina.
“Buon giorno bell’addormentato,” lo canzonò Charlie, porgendogli una tazza piena di caffè.
“Che c’è per colazione?” domandò l’altro, ringraziandolo con un cenno del capo.
“Se mai, cosa c’è per pranzo.” Rupert inarcò un sopracciglio. “Sono le due,” specificò Charlie, indicando l’orologio con la testa.
Rupert alzò lo sguardo, scontrandosi con l’evidenza delle parole del fratello. Sospirò e poi, con una scrollata di spalle, tornò a bere il suo caffè.
“Georgina?” domandò Charlie dopo un po’.
Rupert non rispose subito, prima finì il caffè, si alzò, appoggiò la tazza nel lavabo e solo dopo diversi secondi di meditazione, alzò il volto verso il fratello.
“E’ andata via presto stamattina,” disse, ignorando il telefono che vibrava. “Aveva una lezione alle nove così è dovuta scappare.”
Charlie annuì distrattamente, lavando la tazza del fratello e riponendola nello scaffale.
Il cellulare di Rupert vibrò un’altra volta, ma lui lo ignorò.
Con un mezzo grugnito, il ragazzo si alzò dallo sgabello e si diresse in salotto, dove si buttò su uno dei divani ed accese la televisione, saltellando da un canale all’altro. Si dette pace solo quando le faccette gialle dei Simpson invasero lo schermo, accompagnate dal panorama della città di Springfield.
Il telefono di Rupert vibrò diverse volte nel corso della puntata, ma il ragazzo lo ignorò bellamente, troppo occupato a contestare i comportamenti di Lisa o a ridere delle frasi stupide di Homer.
Anche a Charlie i Simpson piacevano abbastanza e, per quanto ne sapeva lui, la maggior parte dei ragazzi della sua età, femmine comprese, li guardavano ancora. Ma era quasi assurdo che suo fratello di vent’anni ignorasse il telefono per ridere a scapito di Homer Simpson.
Quando il telefono vibrò per l’ennesima volta, Charlie lanciò uno sbuffo infastidito e, afferrando l’oggetto, raggiunse in fratello in salotto.
“Hai intenzione di rispondere o cosa?” borbottò, mostrandogli il cellulare.
Rupert alzò per un attimo lo sguardo su di lui, poi scrollò le spalle e, notando che la puntata era finita, cambiò canale.
Fece zapping per qualche minuto, per poi fermarsi su un canale dove davano le repliche della prima stagione di Futurama.
Dandosi per vinto, Charlie appoggiò il telefono sul tavolinetto che separava il divano dalla televisione, e si sedette accanto al fratello.
Il telefono vibrò parecchie volte, ma questa volta anche Charlie decise di ignorarlo, concentrandosi su Bender che flirtava con un distributore di merendine.
Fu più o meno quando arrivò il ventesimo messaggio che Rupert si decise a prendere il cellulare e dare un’occhiata.
Scorse velocemente i nomi dei vari mittenti, realizzando che, dei ventidue messaggi che aveva ricevuto, solo quattro non erano della sua ragazza.
“Non le rispondi?” domandò Charlie, sbirciando il telefono oltre la spalla del fratello.
Lì per lì, Rupert si pressò il display sul petto, impedendo a Charlie di leggere il messaggio, ma poi, con uno sbuffò, porse l’oggetto al fratello minore, permettendogli di guardare ciò che Georgina gli aveva inviato.
“Non è un po’ troppo…”
“Appiccicosa?” completò Rupert per lui.
Charlie annuì, rendendogli il telefono. I diciotto messaggi di Georgina avevano tutti il fine di sapere cosa stesse facendo Rupert in quel momento, se aveva voglia di vederla nel pomeriggio e se gli era mancata.
Charlie aveva sempre pensato che Georgina fosse una brava ragazza, una di quelle con dei principi e degli ideali, non una delle solite barbie senza cervello. Nonostante tutte le cose belle che pensava di lei, non avrebbe mai immaginato che potesse essere così oppressiva. Anche lui, che quando frequentava una ragazza era solito mandarle qualche messaggio ogni tanto per sapere cosa stava facendo o per dirle che la pensava, trovava il comportamento di Georgina un po’ esagerato.
“Nah, e poi è una bomba a letto.”
Charlie strabuzzò gli occhi. Se Rupert pensava che gli interessasse venire a conoscenza delle sue performance sotto alle lenzuola, si sbagliava di grosso.
“Con questo vorresti dire che stai con lei solo perché sa fare sesso?”
“No, cioè sì…cioè, anche per quello.”
Charlie scosse il capo, suo fratello era un caso senza speranza.
“E’ così difficile per te ammettere che non stai più insieme a lei perché ti piace, ma perché ti piace come fa sesso?”
Se Charlie non avesse conosciuto suo fratello come le proprie tasche avrebbe detto che era arrossito, ma sicuramente era stata colpa di un gioco di luce.
“Oh, e va bene!” sbottò Rupert, appoggiando i piedi sul tavolo. “E’ che negli ultimi tempi è diventata così oppressiva…così frivola e sdolcinata!”
“Be’, suppongo che sia normale, tutte le ragazze lo sono.”
“No!” esclamò Rupert, accalorato. “Lo sai perché mi piaceva?” Charlie scosse il capo. “Mi piaceva proprio perché lei non era né frivola né sdolcinata! Mi piaceva perché non gliene importava niente se non le avevo risposto al telefono o se non era riuscita a rintracciarmi per un giorno intero. Mi piaceva perché urlava come una matta quando la facevo incazzare, ma poi finiva sempre per saltami addosso.”
Charlie abbassò lo sguardo, giocherellando con l’orlo della felpa.
“Era diversa, adesso è solo una femmina,” sospirò Rupert, accasciandosi contro lo schienale del divano e passandosi una mano sul viso.
“Hai provato a dirglielo?” domandò Charlie, innocentemente.
“Cosa? Che penso che sia solo una femmina frivola e sdolcinata? Mi vuoi vedere morto per caso?!”
Se la questione ‘Georgina’ non avesse seriamente preoccupato suo fratello, Charlie avrebbe trovato la situazione altamente comica.
Georgina era la prima vera ragazza che Rupert poteva dire di aver avuto. Erano stati insieme per quasi due anni, due anni durante i quali Rupert si era ubriacato solo quando usciva con lei, in modo da non rischiare di cadere nelle infide trappole dell’alcol. E rinunciare a bere quando era con i suoi amici, era stato per lui un sacrificio non indifferente. E Georgina lo sapeva, e l’aveva davvero apprezzato.
Il fatto che da quando stava con lei Rupert si ubriacava meno spesso, era una delle ragioni che aveva portato Charlie a credere che lei fosse la ragazza adatta a lui.
Stava ancora rimuginando sulla relazione di Georgina e suo fratello quando quest’ultimo, con una luce strana negli occhi, si voltò di scatto verso di lui.
“Presentami una delle tue amiche,” disse, con l’aria di uno che aveva appena fatto la scoperta del secolo.
“Eh? Le mie amiche? Guarda che hanno tutte sedici anni, non sono un po’ troppo piccole per i tuoi gusti?” rispose Charlie, inarcando le sopracciglia.
“Appunto!” esclamò Rupert, quasi sconvolto dal fatto che suo fratello non avesse capito dove voleva andare a parare. “Voglio una relazione casta e senza sesso, quindi presentami una delle tue amiche.”
Charlie fu seriamente sul punto di scoppiargli a ridere in faccia.
“Tu? Una relazione casta e senza sesso?” disse, scettico.
Rupert incrociò le bracci al petto, infastidito dalla mancanza di fiducia del fratello.
“Che c’è, non credi che ne sia capace?”
“In effetti sì, è proprio quello che credo.”
“Be’, allora ti dimostrerò che ne sono capacissimo,” ribatté, alzando il mento.
Charlie scrollò le spalle, scuotendo lievemente il capo.
“E con Georgina come farai?” chiese, sicuro che suo fratello non avesse ancora pensato al cuore del problema.
Rupert scrollò le spalle, come se Georgina fosse solo un misero e trascurabile dettaglio.
“Le dirò che voglio una pausa per riflettere sui miei sentimenti, lei s’infurierà e mi dirà che se ho bisogno di pensarci vuol dire che non provo più niente per lei e mi lascerà.”
Sembrava una cosa piuttosto ovvia, ma talmente stupida da rasentare la pazzia.
“Sei una persona meschina, lascia che te lo dica,” borbottò Charlie, pensando a Georgina e a ciò che suo fratello si apprestava a fare.
“Lo dicono in tanti,” rispose Rupert. “Allora, quando mi presenti questa tua amica?”
Con uno sbuffo, Charlie si alzò dal divano lasciando Rupert da solo in salotto. Era completamente contrario a quella sua idea idiota di provare ad avere una relazione con una ragazza più giovane per non fare sesso, ma non gliela avrebbe data vinta.
Nonostante tutto, non aveva nessuna intenzione di perdere. 

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Deliri d'autore.
Allora, questa storia nasce in un pomeriggio di noia durante il quale me ne stavo a casa con il naso gocciolante e la gola distrutta dalla tosse. Stavo vagando su facebook - ficcanasando nei fatti degli altri, in pratica - ed ho notato che molte ragazze tendono a riempire la bacheca dei fidanzati con commenti sdolcinati ed un po' in stile "telefilm". Ora, non dico che la cosa non sia normale, ho solo pensato che alcune persone fossero davvero esagerate e così...il lampo di genio! Dato l'imput, la trama della storia si è aggrovigliata nella mia testa, riempiendone ogni centimetro libero, e così eccomi qui, a pubblicare il primo capitolo di questa storia. 
Spero solo che qualcuno ne rimanga attirato quanto io sono stata allettata dall'idea, e spero anche in qualche recensione, tanto per sapere cosa ne pensate :D
Un grazie a tutti coloro che leggeranno questa storia, 
Emily. 


 

   
 
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