Brotherhood

Gli occhi verdi della Nazione guardavano quelli blu del bambino davanti a lui.

Quasi non ci aveva creduto quando l'avevano informato che su quella piattaforma girava un bambino piccolissimo, che non dimostrava più di tre o quattro anni, e spiava i soldati, quasi volesse sapere perchè fossero lì.

Inghilterra aveva altre cose a cui pensare in quel periodo, gli attacchi aerei dei tedeschi su Londra avevano lasciato ancora molte ferite e la sua amata capitale mostrava ancora i segni di quella terribile battaglia. Ma la notizia di un bambino su una piattaforma militare lo aveva incuriosito, e nella sua memoria erano tornati i ricordi legati ad un altro bambino oltre il mare.

Aveva anche notato, subito dopo averlo scorto, che la somiglianza tra quelle due Nazioni bambine era impressionante; stessi capelli biondo scuro, stessi occhi del colore delle profondità marine che lui aveva solcato tante volte nel corso della sua lunga esistenza.

Ma quelle due sopracciglia, che sormontavano gli occhioni del piccolo, erano così simili alle sue e a quelle dei suoi fratelli (fratelli di sangue, come si affrettò a precisare mentalmente).

“E se fosse...mio fratello?” si chiese Arthur, allungando il braccio destro verso il piccolo, per fargli una carezza.

Il bambino mosse dei passettini incerti verso l'inglese, le braccine protese, la tunichetta bianca che lo copriva sollevata dal vento.

Quando il piccolo affrettò il passo, Arthur si inginocchiò, allargando le braccia e sorridendo, quasi come un invito a raggiungerlo. E la piccola Nazione gli si gettò addosso, facendo scappare all'inglese un lieve gemito di dolore: come poteva quel piccolino fargli del male, era mica fatto di ferro?

Ma non ci badò, lo sollevò tra le braccia e lo strinse forte, subito ricambiato.

La scena gli sembrò l'esatto deja-vù di quando, quasi due secoli prima, aveva fatto lo stesso con il piccolo America. Come poteva pensare in quel momento che gli avrebbe fatto guerra per l'indipendenza?

Ma con quella piccola Nazione non sarebbe successo, se la sarebbe tenuta ben stretta. Sarebbe stato un eterno bambino, come il protagonista dell'opera teatrale di James Barrie.

Ecco, gli aveva trovato un nome, Peter!

“Sai una cosa piccolo? Ti chiamerò Peter. E da oggi non saremo più soli, my little brother!”

Note dell'autrice:

Ciao a tutte, siete riuscite a sopravvivere a questa ff?

Era da un po' di tempo che mi immaginavo il primo incontro tra Inghilterra e Sealand, e oggi mi sentivo ispirata.

Vi sarà sembrato che Arthur sia uscito un po' OOC, ma ho cercato di adeguarmi al suo carattere tsundere, e per una volta volevo mostrarvi il suo lato tenero verso il suo fratellino di sangue (o di sopracciglio?).

Perchè i riferimenti a ChibiAmerica? Ho notato che effettivamente da piccoli sono due goccie d'acqua, inoltre Alfred è stato la prima colonia/fratellino di Arthur, quindi una cosa importante per lui. Per evitare che Peter possa lasciarlo come è successo con Mr Stars and Strips, Arthur gli nega il riconoscimento come Nazione.

E secondo me, le Nazioni che sono fratelli di sangue la prima volta che si incontrano sentono come un legame tra di loro, ecco perchè Peter gli si butta addosso.

Siete ancora vive dopo questa montagna di spiegazioni? Anche solo per pietà una recensioncina me la fate?

Baci,

Historygirl93