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Autore: Jolly Camaleonte    07/02/2012    4 recensioni
[Lieve spoiler 2x03] [AU!Camelot, leggasi le favole della buonanotte di Richard Brook]
Re Arthur era ancora seduto lì, alla sua amata tavola rotonda.
Gregory –questo era il suo il suo vecchio nome, quello che era stato suo prima di scoprire di essere il figlio legittimo di Uther Pendragon- non era stanco.

[Partecipa allo Sherlock Week Day #2 dello SFI]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lestrade , Mycroft Holmes
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le favole della buona notte di Richard Brook.'
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Il Re d’Argento e il Magico Consulente Governativo.

 

 

Re Arthur era ancora seduto lì, alla sua amata tavola rotonda.

Gregory –questo era il suo il suo vecchio nome, quello che era stato suo prima di scoprire di essere il figlio legittimo di Uther Pendragon- non era stanco.

Aveva condotto con i suoi uomini una missione difficile, ma non era certo stata tra le più ardue o lunghe.

I suoi capelli, ormai divenuti argentei col passare del tempo, erano tinti di terra e il sudore ristagnava sotto la cotta di maglia, ma non aveva voglia di andare nelle sue stanze per farsi un bagno.

Sapeva cosa ci avrebbe trovato, o meglio cosa non.

Il sospiro che stava per compiere si strozzò in gola, quando sentì una mano sulla spalla.

Immediatamente le dita corsero al fodero di Excalibur, come se almeno in quel frangente il passaggio degli anni sul suo corpo non influisse, ma un’altra mano –grande, calda- si posò sulla sua gentilmente.

«Come consigliere reale, Sire, vi sconsiglio vivamente di uccidere il vostro consulente governativo.»

A quella voce, calma e allo stesso tempo colma d’ironia e affetto, le dita del sovrano si rilassarono e il sospiro fino allora trattenuto si librò nell’aria.

«Scusa, amico mio, sono solo molto stanco.» rispose voltandosi appena e sorridendogli leggermente.

Mycroft lo guardò con velato rimprovero per poi sedersi al suo fianco.

«Avreste dovuto imparare, dopotutto questo tempo, che mentirmi è solo una perdita del tempo, poiché è inutile nascondere ciò che vi angustia a colui che è già a conoscenza di tutto.»

Re Arthur sbuffò con una nota di disperazione.

«Tra te e tuo fratello un giorno o l’altro impazzirò.»

«Vi fate mettere i piedi in testa da Sir Sbruffonotto?» lo riprese Mycroft, con non poco divertimento.

«Ancora con questa storia! Io vorrei sapere chi…» stava per chiedere il sovrano, ma s’illuminò improvvisamente «no, non mi dire che sei stato tu.»

L’amico distolse leggermente lo sguardo, con aria soddisfatta e il sorriso sulle labbra.

Gregory alzò gli occhi al cielo.

«Affibbiare tale soprannome al proprio fratello, voi della casata Holmes siete impossibili!»

«Ha cominciato lui, in verità.» ribattè piccato il maggiore di tale rinomata stirpe, con l’accenno di un broncio sulle labbra, facendo ghignare il suo interlocutore.

«Hai ragione, Merlin

L’altro aggrottò le sopracciglia minaccioso, in maniera così simile al suo congiunto.

«Fate attenzione, Sire o…»

«O cosa? Tiri fuori il tuo cappello a punta, sfoderi la barba e mi tiri una maledizione?» lo incalzò l’amico, con l’ombra di una risata negli occhi.

«Escludendo cappello e barba, .» disse per poi schiacciargli rapidamente in naso con l’indice.

Questa volta re Arthur non riuscì a trattenersi e rise –breve, alto- riempiendo tutta la stanza di quel suono che ormai da troppo tempo non si sentiva echeggiare per il palazzo.

Come per riflesso, un sorriso si sciolse sul volto a volte fin troppo serio del consigliere reale.

Conosceva Gregory da meno di una decade –precisamente da quando suo fratello aveva deciso di unirsi ai suoi cavalieri- ma fin dal primo momento aveva provato un profondo rispetto per lui, e non solo per il suo essere riuscito ad accettare il diverso che albergava nell’animo di Sherlock, ma soprattutto per la sua incredibile tenacia.

Gli ci vollero solo tre giorni per scoprire cosa nascondeva quel re i cui capelli si erano venati d’argento prematuramente, ciò che il grande Re Arthur di Britannia covava in animo.

Mycroft si alzò in piedi e, afferrando il gomito del suo Signore, lo costrinse anche se controvoglia a fare lo stesso.

«Avete atteso una clessidra di troppo, la regina è già tornata nelle vostre stanze.» annunciò piano, con tono neutro.

Il Re annuì, con il volto tirato e un sorriso che niente aveva a che fare con il precedente.

«Ti ringrazio, amico mio.» gli rispose semplicemente, guardandolo fisso per poi scostarsi e avviarsi verso il portone d’uscita.

Il consulente reale stirò le labbra in una linea tesa, come a trattenersi.

Sapeva cosa stava pensando l’amico, sapeva che il re conosceva gli svaghi che si concedevano sua moglie e il suo miglior cavaliere, e sapeva che i suoi consigli non sarebbero mai stati accettati, non in quel frangente.

«Gregory» lo fermò, mentre questo apriva il portone, senza neanche voltarsi «sai che per qualsiasi cosa…»

«Lo so, Mycroft. Per qualsiasi cosa.»

Sentì il sospiro del cuore del sovrano come se fosse stato il suo.

 

 

Mycroft ricordava bene le spiegazioni del medico di corte a quei prematuri capelli argentei.

Ansia e tensione, aveva detto, probabilmente la preoccupazione per la mancanza di un erede.

Ma Mycroft sapeva che semplicemente erano diventati splendenti come il suo animo.

 

 

 

 

 

 

***Angolino del cambia-colore***

 

QUESTA STORIA PARTECIPA ALLO SHERLOCK WEEK DAY #2: MYCROFT/LESTRADE

 

Questa doveva essere una Mystrade ed è finita ad essere un elogio a Re Artù.

Fanculo a Ginevra, Lancillotto e il loro amore!

E non guardatemi così, non ci posso fare niente, sono l’unica Ginevra della storia a non trovare per niente attraente Lancillotto e amare in maniera spropositata Re Artù.

Sì, sono anche una grandissima appassionata del ciclo Arthuriano, NON dei romanzi cortesi.  *Lancilotto il cavaliere della carretta… puà!*

E niente, questo è un riscatto, un grandissimo riscatto sia di Lestrade sia di Arthur.

Perché nessuno dei due è un deficiente, non so se si è capito, ma non è per vigliaccheria che Lestrade/Arthur aspetta ad andare nelle sue stanze/non prende provvedimenti contro quell’amore, ma semplicemente il fatto è che due delle persone acui tiene di più al mondo Ginevra, sua sposa e regina, e Lancelot, suo miglior cavaliere e amico fidato, si amano. Alla follia. E tu cosa fai? Rompi la loro felicità, mandando il tuo migliore amico alla ghigliottina e tua moglie in vergogna e lacrime? No, meglio fare la figura dello stupido cornuto e tacere, almeno loro saranno felici.

Questo è Re Artù. Questo è Lestrade.

 

Merlin in quasi tutte le leggende che ho letto –ahimè, noi poveri appassionati non abbiamo un canone- avverte Arthur che questo legame non gli porterà altro che male, ma lui cieco dall’amore non accetta il consiglio dell’amico e la sposa. Dopo averla sposata, Ginevra diventa o un’isterica bigotta ninfomane –come nella maggior parte delle leggende- o semplicemente una svampitissima innamorata bastarda con Lancelot *vedi “Lancillotto, il cavaliere della carretta”*. In entrambi i casi, Re Arthur non viene quasi nominato, se non ogni tanto della serie “oh, non ci deve scoprire!” e quando questo accade, in ogni singola leggenda il Re sa già tutto da tempo, ma per mantenere il suo potere sul popolo è costretto a condannarli, MA gli lascia il tempo per farli scappare, con la promessa che non li inseguirà. Dopo questo ci sono diverse interpretazioni che… oddio, no >< sto divagando e sicuramente voi vi sarete scassati le balle da tempo, perdonatemi, torno sui vagoni.

Quello che volevo dire, in sintesi, che qui si gioca sul fatto che Mycroft è così intelligente che sembra un mago e, come Sherl diventa Sir Sbruffonotto, Mycroft diventa mago Merlino, con tanto di cappello a punta, barba e vecchiaia. Se no perché il popolo non lo vede mai? Sicuramente è troppo malato/vecchio per muoversi. Poi ricordate che al tempo, il maggior flusso d’informazione arrivava tramite menestrelli che, chissà come mai, ingigantivano tutto xD

Per quanto riguarda Lestrade, io l’amavo già alla follia–sia nel libro, sia nel film di Guy, sia nel telefilm- ma quando Jim me l’ha paragonato a Re Artù… *esplosione di ovaie*

Anche perché ci sta perfettamente, veramente perfettamente.

Non sto a rispiegare il fatto dei capelli, perché spero si sia intuito dalle ultime due frasette, se non è così SHAME ON ME, chiedete ogni delucidazione.

Basta, basta, smetto di rompervi e me ne vado.

Ringrazio infinitamente chi ha letto/ricordato/preferito/commentato la mia precedente storia sul fandom che è sempre su questo ‘verse, ossia AU!Camelot Sir Sbruffonotto e il Cavaliere d’Oro

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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