Capitolo 20-Foto rubate
Asuka decide di recarsi all’appartamento dove aveva
abitato con Misato e Shinji con un certo anticipo rispetto all’ora
dell’appuntamento con Hideaki.
Non vi aveva più messo piede dopo quell’ultimo,
terribile litigio con Shinji, in cui aveva appreso che Roji Kaji era passato a
miglior vita.
Non aveva più ripensato
all’episodio; dopotutto Misato aveva già ottenuto il trasferimento a Tokyo2
quando lei era uscita dal coma e i suoi coinquilini avevano già provveduto al
trasloco.
Ma, ora che è qui, non riesce a
togliersi dalle orecchie quella voce, la voce del ragazzo che poi ha sposato;
ricorda un enfasi cattiva, un sadico gusto nel riferirle la tragica notizia,
come se Shinji avesse atteso mesi di trovare qualcosa che potesse ferirla
profondamente e avesse gioito nel vederla scappare in lacrime, nonostante fosse
legato quanto lei al signor Kaji.
Nonostante abbia espiato
abbondantemente quel momento di cattiveria, trasformandosi nel migliore amico
che una persona possa desiderare, sempre presente, attento alle sue necessità,
disposto a parare tutte le sue crisi, Asuka riesce a fatica a sopprimere una
riflessione: era stata colpa sua se lei aveva tentato il suicidio, del suo modo
odioso e maligno di riferirle l’accaduto, a lei che era già così fragile
emotivamente.
C’era stato un momento di feeling,
dopo le prime scaramucce seguite al suo arrivo in Giappone, in cui erano stati
un ottima squadra: avevano affidato a loro due numerose battaglie contro gli
Angeli,lasciando spesso Rei in copertura.
Ma non era durato, a causa di
un’assurda competizione innescata dal Comandante Ikari : Shinji si era
impegnato per superare Rei, Rei per superare Asuka, Asuka per superare Shinji;
con la conclusione di ottenere un fallimento su tutta la linea per Asuka, una
missione suicida per Rei, sensi di colpa su sensi di colpa per Shinji.
Solo in Germania Asuka aveva
scoperto i reali motivi che avevano spinto Shinji ad essere estraniato dalla
squadra durante le ultime battaglie, per concentrarsi solo su se stesso e sul
miglioramento della sua abilità di pilota: cercare di riappropriarsi
dell’affetto del padre, a costo di calpestare le sue compagne con una gelida
indifferenza.
Lo aveva capito. E lo aveva
perdonato.
Ma il ritorno in quella casa le
riapre ferite vecchie, si copre le orecchie con le mani per cercare di scappare
al suono di quel passato litigio.
Ricorda poco dei giorni successivi,
non ricorda per niente il suo ricovero in ospedale.
Ma ricorda tutta quella
discussione, parola per parola…
“Come devo dirtelo? IL SIGNOR KAJI
NON C’E’ PIU’!”
E lei era scappata…
Sente riaffiorare un antico rancore
, nonostante siano passati gli anni e il loro rapporto sia radicalmente mutato.
Finalmente la voce le da una
tregua; le viene in mente un particolare.
Non aveva più avuto modo di
recuperare un oggetto, nascosto in quella casa, nel doppio fondo che aveva
creato in un armadietto nella sua stanza.
Si chiede se ci sia ancora…
Si dirige meccanicamente verso la
sua stanza e la tristezza l’assale nel ritrovarla arredata come lei l’aveva
lasciata.
Non è in grado di dire se i mobili
siano gli stessi o siano stati portati durante la produzione, in un tentativo
di ricostruzione, che se avesse avuto luogo, sarebbe stato perfetto.
Per scoprirlo, và all’armadietto.
Toglie il primo cassetto, poi cerca di rimuovere una tavoletta di compensato
che è alla base della cavità che si è creata.
Si toglie…
E’ proprio il suo armadietto. Recupera
l’oggetto smarrito.
Un piccolo album di fotografie, di
quelli tascabili che si comprano nelle cartolerie a prezzi esorbitanti perché
sono di qualche marca idiota e poi sono inutilizzabili perché non contengono
nemmeno gli scatti di un rullino intero.
Lo apre.
Le prime due foto la raffigurano
bambina con sua madre Kyoko; sono ingiallite, vecchie, ma lasciano intatta la
bellezza della donna.
Resta qualche minuto ad
osservarle.Che male fa rendersi conto del fatto che si è sofferto inutilmente
da bambini, visto che da adulta aveva compreso quanto Kyoko fosse una pessima
madre già prima di impazzire. Ma era pur sempre sua madre.
Le successive quattro sono scatti
rubati alla donna durante la sua giovinezza: al mare, ad una serata con gli
amici, al suo ventesimo compleanno, alla sua festa di fidanzamento.Si sorprende
a pensare che forse Kyoko era solo il bellissimo involucro di una madre che non
c’era mai stata.
Poi ci sono alcune delle foto che
Kensuke e Toji le avevano scattato al suo ingresso ufficiale alla scuola media
statale di Neo-Tokyo3; Asuka ride quando le torna in mente che i due le avevano
vendute a prezzi esorbitanti ai tanti ragazzi che le morivano dietro in classe.
Eppure quando li aveva colti in fragrante, durante il loro commercio, li aveva
sgridati e picchiati mentre sequestrava le poche riprese invendute e mentre
bruciava i negativi sotto i severi occhi di Hikari.
Le torna in mente Toji; se Shinji
era stata la persona maggiormente addolorata dalla sua scomparsa, anche lei lo
aveva pianto.
Ancora oggi non sa dire se, oltre
ad una sincera commozione, avesse pianto anche perché si materializzava la
possibilità di morire in battaglia per i piloti degli Evangelion.
E forse un altro motivo era stato proprio il dolore che
era certa stesse uccidendo Shinji: le viene in mente che aveva cercato in tutti
i modi di eludere le sue domande circa l’identità del quarto soggetto
selezionato, per non essere lei la messaggera della cattiva notizia, a volte
anche trattandolo più freddamente del solito o cercando a tutti i costi il
litigio pur di cambiare argomento.
Le ultime foto: la festa per la
promozione di Misato a Maggiore.
Kensuke aveva avuto l’idea del
party e lei, pur non volendogli dare soddisfazione, aveva aderito con
entusiasmo.
Aveva fatto e si era fatta fare
decine di scatti quella sera, ma aveva finito per regalarne buona parte a tutti
gli invitati, lasciandone per sé solo pochi,buffi esemplari.
Toji e Kensuke che si contendono
una fetta di torta con Shinji che li guarda perplesso; Misato mezza ubriaca,
seduta a terra dopo aver inciampato nel divano; lei e Hikari, abbracciate e
sorridenti; lei, Misato e Shinji che discutono davanti al tabellone dei turni
di pulizie, litigando per dividersi i compiti del dopofesta; lei e Shinji
davanti al tavolo della cucina,perplessi a causa di Toji sullo sfondo che li
prende in giro.
E poi quell’ultima foto, scattata a
scuola durante la festa dello sport.
Lei, Shinji e Rei,inginocchiati sul
prato vicino al campo di baseball; lei è al centro, sorridente, e abbraccia gli
altri due. Shinji ha l’espressione serena; Rei è imperscrutabile.
Rei…
Perché aveva voluto che Hikari
scattasse quella foto?
Era la sua prima settimana di
scuola, ma già il rapporto con Rei si prospettava difficile. Era rimasto negli
annali il suo tentativo di approccio per far nascere una conveniente amicizia,
così come storica era stata la sua risposta.
“Se me lo ordineranno, lo farò”
Lei l’aveva guardata stupita e
l’aveva giudicata strana. In seguito, sarebbe arrivata quasi ad odiarla per
quel suo atteggiamento meccanico e servizievole.
Con Shinji i rapporti erano stati
più distesi fin dall’inizio, ma giudicava anche il ragazzo troppo passivo per i
suoi gusti.Lo aveva un po’ rivalutato in seguito, con la convivenza forzata,
quando aveva notato una certa caparbietà, così simile alla sua nonostante le
apparenze, durante l’allenamento sincronizzato. Ma era successo tutto
successivamente rispetto al giorno della foto.
E allora? Qual era il motivo di
quello scatto?
Non riesce a ricordarlo…
Però fa un certo effetto rivederlo.
Forse era stato un tentativo
inconscio di inserirsi nella squadra che mostrava ogni giorno di detestare, o
un modo per inserirsi nel legame che si era già creato tra Rei e Shinji a causa
delle battaglie combattute insieme prima del suo arrivo…
Non ricorda…
Dà un ultima occhiata rapida
all’album, prima di buttarlo in borsa.
Giusto prima che arrivi Shinji.
“Hai
lasciato la porta d’ingresso aperta.”
“Non lo
avevo notato. Hai incontrato Misato, vedo.”
“Già.”
“Come al
solito mi tieni all’oscuro dei tuoi spostamenti.”
“Prometto
di raccontarti tutto dopo.”
Abbraccia la moglie, che affonda il viso nel suo petto, per lasciar tornare
giù, nell’inconscio, quell’insano rancore che aveva provato nei suoi confronti
rientrando in quell’ambiente saturo di ricordi.
Nota:
Con questo
capitolo “Yume no naka e” vi saluta fino a dopo il 20 marzo (se non oltre) a
causa di numerosi impegni dell’autrice. Ci vediamo a fine mese!