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Autore: Ilaria Hideaki    09/04/2004    0 recensioni
In un mondo che si sta riprendendo dalla lotta contro gli Angeli, un regista trae un film dagli avvenimenti del 2015 e Asuka, Shinji e co. devono fare i conti con un passato che non è sepolto. Anche rivedendosi nei gesti degli attori che li interpretano. Aggiornamento del 4 marzo 2003:un tuffo nei ricordi e il sorgere di inquietanti dubbi
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20-Foto rubate

 

Asuka decide di recarsi all’appartamento dove aveva abitato con Misato e Shinji con un certo anticipo rispetto all’ora dell’appuntamento con Hideaki.

 

Non vi aveva più messo piede dopo quell’ultimo, terribile litigio con Shinji, in cui aveva appreso che Roji Kaji era passato a miglior vita.

Non aveva più ripensato all’episodio; dopotutto Misato aveva già ottenuto il trasferimento a Tokyo2 quando lei era uscita dal coma e i suoi coinquilini avevano già provveduto al trasloco.

 

Ma, ora che è qui, non riesce a togliersi dalle orecchie quella voce, la voce del ragazzo che poi ha sposato; ricorda un enfasi cattiva, un sadico gusto nel riferirle la tragica notizia, come se Shinji avesse atteso mesi di trovare qualcosa che potesse ferirla profondamente e avesse gioito nel vederla scappare in lacrime, nonostante fosse legato quanto lei al signor Kaji.

 

Nonostante abbia espiato abbondantemente quel momento di cattiveria, trasformandosi nel migliore amico che una persona possa desiderare, sempre presente, attento alle sue necessità, disposto a parare tutte le sue crisi, Asuka riesce a fatica a sopprimere una riflessione: era stata colpa sua se lei aveva tentato il suicidio, del suo modo odioso e maligno di riferirle l’accaduto, a lei che era già così fragile emotivamente.

 

C’era stato un momento di feeling, dopo le prime scaramucce seguite al suo arrivo in Giappone, in cui erano stati un ottima squadra: avevano affidato a loro due numerose battaglie contro gli Angeli,lasciando spesso Rei in copertura.

Ma non era durato, a causa di un’assurda competizione innescata dal Comandante Ikari : Shinji si era impegnato per superare Rei, Rei per superare Asuka, Asuka per superare Shinji; con la conclusione di ottenere un fallimento su tutta la linea per Asuka, una missione suicida per Rei, sensi di colpa su sensi di colpa per Shinji.

 

Solo in Germania Asuka aveva scoperto i reali motivi che avevano spinto Shinji ad essere estraniato dalla squadra durante le ultime battaglie, per concentrarsi solo su se stesso e sul miglioramento della sua abilità di pilota: cercare di riappropriarsi dell’affetto del padre, a costo di calpestare le sue compagne con una gelida indifferenza.

 

Lo aveva capito. E lo aveva perdonato.

 

Ma il ritorno in quella casa le riapre ferite vecchie, si copre le orecchie con le mani per cercare di scappare al suono di quel passato litigio.

Ricorda poco dei giorni successivi, non ricorda per niente il suo ricovero in ospedale.

Ma ricorda tutta quella discussione, parola per parola…

 

“Come devo dirtelo? IL SIGNOR KAJI NON C’E’ PIU’!”

 

E lei era scappata…

 

Sente riaffiorare un antico rancore , nonostante siano passati gli anni e il loro rapporto sia radicalmente mutato.

 

Finalmente la voce le da una tregua; le viene in mente un particolare.

 

Non aveva più avuto modo di recuperare un oggetto, nascosto in quella casa, nel doppio fondo che aveva creato in un armadietto nella sua stanza.

 

Si chiede se ci sia ancora…

 

Si dirige meccanicamente verso la sua stanza e la tristezza l’assale nel ritrovarla arredata come lei l’aveva lasciata.

 

Non è in grado di dire se i mobili siano gli stessi o siano stati portati durante la produzione, in un tentativo di ricostruzione, che se avesse avuto luogo, sarebbe stato perfetto.

 

Per scoprirlo, và all’armadietto. Toglie il primo cassetto, poi cerca di rimuovere una tavoletta di compensato che è alla base della cavità che si è creata.

 

Si toglie…

 

E’ proprio il suo armadietto. Recupera l’oggetto smarrito.

Un piccolo album di fotografie, di quelli tascabili che si comprano nelle cartolerie a prezzi esorbitanti perché sono di qualche marca idiota e poi sono inutilizzabili perché non contengono nemmeno gli scatti di un rullino intero.

 

Lo apre.

 

Le prime due foto la raffigurano bambina con sua madre Kyoko; sono ingiallite, vecchie, ma lasciano intatta la bellezza della donna.

 

Resta qualche minuto ad osservarle.Che male fa rendersi conto del fatto che si è sofferto inutilmente da bambini, visto che da adulta aveva compreso quanto Kyoko fosse una pessima madre già prima di impazzire. Ma era pur sempre sua madre.

 

Le successive quattro sono scatti rubati alla donna durante la sua giovinezza: al mare, ad una serata con gli amici, al suo ventesimo compleanno, alla sua festa di fidanzamento.Si sorprende a pensare che forse Kyoko era solo il bellissimo involucro di una madre che non c’era mai stata.

 

Poi ci sono alcune delle foto che Kensuke e Toji le avevano scattato al suo ingresso ufficiale alla scuola media statale di Neo-Tokyo3; Asuka ride quando le torna in mente che i due le avevano vendute a prezzi esorbitanti ai tanti ragazzi che le morivano dietro in classe. Eppure quando li aveva colti in fragrante, durante il loro commercio, li aveva sgridati e picchiati mentre sequestrava le poche riprese invendute e mentre bruciava i negativi sotto i severi occhi di Hikari.

 

Le torna in mente Toji; se Shinji era stata la persona maggiormente addolorata dalla sua scomparsa, anche lei lo aveva pianto.

Ancora oggi non sa dire se, oltre ad una sincera commozione, avesse pianto anche perché si materializzava la possibilità di morire in battaglia per i piloti degli Evangelion.

E forse un altro motivo era stato proprio il dolore che era certa stesse uccidendo Shinji: le viene in mente che aveva cercato in tutti i modi di eludere le sue domande circa l’identità del quarto soggetto selezionato, per non essere lei la messaggera della cattiva notizia, a volte anche trattandolo più freddamente del solito o cercando a tutti i costi il litigio pur di cambiare argomento.

 

 

Le ultime foto: la festa per la promozione di Misato a Maggiore.

Kensuke aveva avuto l’idea del party e lei, pur non volendogli dare soddisfazione, aveva aderito con entusiasmo.

 

Aveva fatto e si era fatta fare decine di scatti quella sera, ma aveva finito per regalarne buona parte a tutti gli invitati, lasciandone per sé solo pochi,buffi esemplari.

 

Toji e Kensuke che si contendono una fetta di torta con Shinji che li guarda perplesso; Misato mezza ubriaca, seduta a terra dopo aver inciampato nel divano; lei e Hikari, abbracciate e sorridenti; lei, Misato e Shinji che discutono davanti al tabellone dei turni di pulizie, litigando per dividersi i compiti del dopofesta; lei e Shinji davanti al tavolo della cucina,perplessi a causa di Toji sullo sfondo che li prende in giro.

 

E poi quell’ultima foto, scattata a scuola durante la festa dello sport.

Lei, Shinji e Rei,inginocchiati sul prato vicino al campo di baseball; lei è al centro, sorridente, e abbraccia gli altri due. Shinji ha l’espressione serena; Rei è imperscrutabile.

 

Rei…

 

Perché aveva voluto che Hikari scattasse quella foto?

 

Era la sua prima settimana di scuola, ma già il rapporto con Rei si prospettava difficile. Era rimasto negli annali il suo tentativo di approccio per far nascere una conveniente amicizia, così come storica era stata la sua risposta.

 

“Se me lo ordineranno, lo farò”

 

Lei l’aveva guardata stupita e l’aveva giudicata strana. In seguito, sarebbe arrivata quasi ad odiarla per quel suo atteggiamento meccanico e servizievole.

 

Con Shinji i rapporti erano stati più distesi fin dall’inizio, ma giudicava anche il ragazzo troppo passivo per i suoi gusti.Lo aveva un po’ rivalutato in seguito, con la convivenza forzata, quando aveva notato una certa caparbietà, così simile alla sua nonostante le apparenze, durante l’allenamento sincronizzato. Ma era successo tutto successivamente rispetto al giorno della foto.

 

E allora? Qual era il motivo di quello scatto?

 

Non riesce a ricordarlo…

 

Però fa un certo effetto rivederlo.

 

Forse era stato un tentativo inconscio di inserirsi nella squadra che mostrava ogni giorno di detestare, o un modo per inserirsi nel legame che si era già creato tra Rei e Shinji a causa delle battaglie combattute insieme prima del suo arrivo…

 

Non ricorda…

 

Dà un ultima occhiata rapida all’album, prima di buttarlo in borsa.

 

Giusto prima che arrivi Shinji.

 

“Hai lasciato la porta d’ingresso aperta.”

“Non lo avevo notato. Hai incontrato Misato, vedo.”

“Già.”

“Come al solito mi tieni all’oscuro dei tuoi spostamenti.”

“Prometto di raccontarti tutto dopo.”

 

Abbraccia la moglie, che affonda il viso nel suo petto, per lasciar tornare giù, nell’inconscio, quell’insano rancore che aveva provato nei suoi confronti rientrando in quell’ambiente saturo di ricordi.

 

 

Nota:

Con questo capitolo “Yume no naka e” vi saluta fino a dopo il 20 marzo (se non oltre) a causa di numerosi impegni dell’autrice. Ci vediamo a fine mese!

  
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