Fanfic su attori > Jared Leto
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Autore: Fidia2    08/02/2012    3 recensioni
Breve storia che ha come protagonisti una bambina e un suo compagno di scuola, Jared bambino.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolore

 
 
 

Quanto pesa una lacrima?
La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento,
quella di un bambino che soffre
pesa più di tutta la Terra.
(Gianni Rodari)
 
 
 

Nota:
la fanfic ha come protagonisti una bambina e un suo compagno di scuola, Jared bambino.
In realtà questa è una storia vera. La bambina sono io, mentre il compagno di scuola di cui parlo, ovviamente, non è stato Jared ma un altro bambino.
Penso che, anche se si tratti di due persone differenti e le circostanze possano essere  state diverse, i sentimenti provati da entrambi siano gli stessi.
 
 
 
 
 
Bossier City, giugno 1975
 
Sono gli ultimi giorni di scuola. Sono contenta perché il prossimo anno andrò finalmente in prima elementare, tre anni all’asilo sono tanti ed ho voglia di cambiare. La mamma mi ha comprato un piccolo quadernino verde decorato con fiorellini e cuoricini, all’interno ha pagine completamente bianche. Mi ha spiegato che lo avrei portato a scuola e chiesto ai compagni di farci un disegno, in modo che avrei avuto un loro ricordo. Così ho fatto e un po’ alla volta ogni bambino mi ha lasciato un suo disegno su quel quadernino.
 

***

 
Diversi anni dopo sono andata a sfogliarlo. Ho ritrovato disegni che avevo dimenticato, un paio erano di bambini che erano anche stati compagni alle elementari, di molti mi rimanevano solo quei disegnini su una pagina, né un volto né un nome riaccendevano la mia memoria, solo un disegno mi era rimasto impresso in tutti quegli anni, sapevo che lo avrei ritrovato in quel quadernino è così è stato, lo ricordavo perfettamente nel suo monocolore e nei suoi particolari. Come ti chiamavi bambino non lo ricordo, eri uno degli ultimi a essere arrivato, uno dei piccoli, avrai avuto quindi tre anni. Il tuo volto non lo ricordo, in apparenza eri un bambino come tutti gli altri, ma il tuo disegno mi colpì molto.
 
Gli altri bambini avevano disegnato chi un fiore, chi una casa, chi una bambina. Tu, così piccolo, avevi espresso un sentimento.
 
Con un pennarello viola disegnasti te stesso con una lacrima grande tutta la tua figura e da una parte un’auto con la sirena. Mi dicesti che portavano via il tuo papà. Quell’unica enorme lacrima esprimeva tutto il tuo dolore, tutto il dolore che provavi per quell’abbandono.
 
Chissà dove sarai ora, forse sei una persona come tante.
 
O forse sei diventato famoso e celi nel silenzio quella grande lacrima.
 

  
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