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Autore: LizTheStrange    08/02/2012    10 recensioni
Cosa succederebbe se la Fantasia e la Razionalità, due cose completamente differenti, fossero amiche?
E cosa succederebbe se Dawn e Cameron diventassero amici?
Erano le tre del pomeriggio.
Dawn era seduta su uno scoglio in riva al mare di Wawanakwa.
Meditava.
Qualcosa si mosse lentamente dietro di lei.
Non si voltò. Non ne ebbe bisogno.
[Ambientata prima che Dawn venga eliminata nella 5^ puntata. E' la mia primissima fanfiction qui, siate buoni con me | One-shot | Friendship!Cameron; Dawn]
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cameron, Dawn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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Dawn, cos'è la Magia?
 






 
Tutto ciò a cui pensava era il nulla.
Nella sua mente viaggiava il vuoto più totale.
Ma nessuno, alla vista di quella ragazzina tanto pallida da sembrare malata, dagli occhi sigillati e il respiro tanto sottile da sembrare impercepibile da un essere umano, poteva saperlo.
<< Chissà quali stregonerie adopera... >> si chiedevano le persone che non conoscevano quella ragazza.
Che non conoscevano Dawn.
Lei era capace di rimanere ore e ore a meditare, senza cibo, nè acqua, nè persone con cui parlare, nutrendosi dei sospiri del vento e del rumore dell'acqua infrangersi contro gli scogli.
<< A che pensi, Dawn? >> la prendevano in giro gli stupidi bulli della scuola.
A niente.
La sua mente non era mai stata più libera di così.
<< Come fa? E' impossibile. >> 
No, non è impossibile.
E Dawn lo sapeva.
Niente è impossibile.
Ciò che non sapeva era come.
Nemmeno lei poteva saperlo.
Si sedeva, chiudeva gli occhi e il mondo si allontanava per qualche attimo.
Era come sprofondare in un sonno profondo, senza pensieri, senza paure, senza problemi.
Finchè non si risvegliava, e il giorno continuava.
 
Erano le tre del pomeriggio.
Dawn era seduta su uno scoglio in riva al mare di Wawanakwa.
Meditava.
Qualcosa si mosse lentamente dietro di lei.
Non si voltò. Non ne ebbe bisogno.
Nella mente le rimbalzò chiara l'aura di ciò che si era mosso alle sue spalle.
Era gialla.
Innocenza.
Ciao Cameron.
Le labbra sigillate di Dawn finalmente si mossero in un sussurro che si disperse nel vento.
Il ragazzino, colto alla sprovvista, inciampò goffamente nella sabbia.
Si ritrovò steso a terra.
C-ciao Dawn. - sorrise con il suo solito atteggiamento educato.
La ragazza aprì prima un occhio poi l'altro. 
Non era semplice tornare al mondo reale dopo ore di meditazione, ma l'esperienza di Dawn le permetteva di superare anche l'attimo che precedeva il ritorno alla realtà.
Si voltò verso Cameron.
Vuoi una mano? 
Lo aiutò a rialzarsi.
Che cosa fai? - Cameron si sedette sullo scoglio insieme a lei.
Potrei farti la stessa domanda, se non sapessi che mi stavi spiando. 
Il modo in cui lo disse, sembrava così innocente che a Cameron parve naturale risponderle gentilmente.
Oh, beh... mi spiace, io non potevo immaginare che... 
Non ti preoccupare, non c'è bisogno di inventare scuse. Sei molto nobile ad aiutare i tuoi amici, Cameron. Ma vedi, le cose fra Mike e Zoey si sistemeranno più in là. La perfezione richiede tempo. 
Cameron non ebbe il tempo di sorprendersi di ciò che sapeva già la sua amica. 
Si limitò a ricorrere alla scienza per risponderle.
La matematica dice che la perfezione non esiste. 
Parve quasi una predica.
Non era certo questa l'intenzione di Cameron.
Nonostante ciò, Dawn non sembrò affatto turbata. 
La matematica sbaglia. Il destino è scritto nella magia. 
Sembrava come se la Razionalità e l'Immaginazione si fossero incontrate, quasi per caso, e si fossero messe a confronto.
Ognuna seguendo i propri insegnamenti.
Dawn e Cameron ne erano l'incarnazione.
 
Lei, così pallida e bionda, dai lucidi occhi azzurri e l'aria così indifesa. 
La Natura e la Fantasia, gli animali e le bizzarre lingue che parlavano erano suoi amici.
A volte poteva sembrare inquietante, svitata se volete, ma meditare era il suo modo di esprimersi.
 
Lui, basso e dai grandi occhi scuri, contornati da un paio di tonde lenti. 
La carnagione scura, la Razionalità e il bisogno di trovare spiegazioni logiche facevano parte di lui. Vissuto per anni sotto una campana, aveva scoperto cos'era la vita.
 
Erano l'opposto l'uno dell'altro.
Tanto diversi da essere quasi in sintonia.
Cameron, ogni volta che vedeva Zoey o Mike provava un sentimento che non aveva mai provato in vita sua.
E ora cominciava a sentire la stessa cosa in compagnia di Dawn.
Era l'Amicizia.
Non aveva mai avuto amici.
E nemmeno Dawn.
 
Da quanto tempo sei qui, Dawn? - le chiese.
Due o tre giorni, direi. Stando al fatto che i miei amici scoiattoli hanno finito tutto il cestino di ghiande.
D-Due o tre giorni?! E non ti sei mai mossa da qui? Nemmeno una volta?
Sì. Lo trovi così strano? 
Tre giorni senza mangiare! L'organismo ha bisogno di cibo ed energie. Potrebbe provocarti svenimenti per calo di pressione! Ecco perchè sei così pallida!
Era scattato un nuovo sentimento nella mente di Cameron, si faceva largo a gomitate fra le sue risposte dannatamente logiche.
Era la preoccupazione.
Verso un'amica.
Rimani calmo, Cameron. - sorrise la biondina. - Il mio stomaco è sazio, credimi. Di pensieri. Non ha bisogno di cibo. 
Sei sicura?
Certo. In più Chef blocca giorno e notte l'entrata all'area Catering. Solo domani sera potremo godere della cena. Se saremo ancora sull'isola, naturalmente. 
Mentre parlava, i sottili capelli di Dawn si agitavano sulle sue spalle.
Sembrava una bambola di ceramica. Una bella e innocente bambola dai lunghi capelli morbidi e biondi, d'un colore simile alla cenere, che si confondevano col suo incarnato bianco.
Cameron ascoltava. In silenzio, ascoltava. 
Aveva ascoltato tutta la vita, e non avrebbe smesso ora di ascoltare.
Ascoltava il suono della voce della ragazza, e si rendeva conto che se non fosse stato lì accanto a lei avrebbe potuto confondere la sua voce con il rumore delle onde. O i fruscii del vento tra i rami degli alberi. 
Si sitemò gli occhiali sul naso.
Come fai a dire tutto questo? Cioè, come fai a prevederlo? 
Dawn era rimasta in silenzio, a gambe incrociate, seduta sullo scoglio.
Fissava il mare, calmo, simile ad una macchia d'olio, che si perdeva nel cielo.
E' la Magia.
Seguirono diversi attimi di silenzio.
Un silenzio che penetrava nei pensieri dei due ragazzi, che si scrutavano, intimiditi, e cercavano nella mente parole per rompere quel silenzio così... silenzioso.
Fu Cameron a spezzarlo.
Cos'è la Magia? 
 
Non che non lo sapesse.
O almeno, era convinto di saperlo.
Alzi la mano chi sa davvero cos'è la Magia.
Nemmeno io lo posso sapere.
Ma Dawn... lei sì.
E fu così che si alzò.
Cameron si allarmò subito, per paura che volesse andarsene.
Se ho detto qualcosa che non va me lo rimangio immediatamente! Ti prego, non andare via, amica. 
Dawn sorrise.
Un sorriso così sincero e tranquillo, un sorriso così bello, un sorriso così affettuoso che Cameron non potè che pensare che la ragazza non volesse davvero abbandonarlo.
- Non voglio andarmene. Vieni con me. 
La ragazzina s'avviò verso la riva del mare, nel punto in cui l'acqua schiumava allagando la sabbia.
Cameron capì l'intenzione dell'amica.
Voleva entrare in acqua.
O almeno, era quello che gli aveva detto il suo intuit...
No, Cameron, non toglierti le scarpe. Non ne avrai bisogno. - lo fermò Dawn.
Era incredibile.
Sapeva persino leggere nel pensier...
- No, non leggo nel pensiero. Lo leggo dalla tua aura. Parla di più così evito di sembrare una strega, d'accordo? - rise la ragazza.
D'accordo. - sorrise imbarazzato Cameron.
Chiudi gli occhi. - ordinò improvvisamente Dawn.
Cameron obbedì.
E ora non pensare a niente.  
Cameron, perplesso, istintivamente aprì gli occhi.
Guardò Dawn.
Aveva gli occhi sigillati, ma lui si sentiva osservato.
Richiudi gli occhi e non pensare a niente. 
Ma come faccio? E' imp... 
Non è vero. Niente è impossibile, credimi. Immagina le parole della tua canzone preferita. 
Cameron intanto aveva richiuso gli occhi. 
La tua canzone preferita. - ripeté Dawn. - La senti? Se ascolti bene, è intorno a te. -
La mia... la mia canzone preferita. 
La senti? 
Ehm... credo di sì... 
Cameron, concentrati. Senti quella canzone? Senti la melodia di bisbigli che spirano nel vento? Senti le parole, i sussurri, che giacciono in ogni granello di sabbia? Senti l'energia che solo la musica può darti?
Sì, Dawn! 
Ti fidi di me, Cameron? 
Sì, Dawn. 
Hai paura? 
Cameron non rispose.
Dawn gli prese delicatamente la mano. 
Hai paura, Cameron? 
No, Dawn. 
 
Il vento sfiorò il volto dei due ragazzi.
Dawn allungò un piede verso l'acqua.
Contrariamente alle leggi dell'Acqua,
contrariamente alle leggi della Natura,
contrariamente alle leggi del Mondo,
contrariamente alle leggi dei pianeti, delle stelle, delle galassie...
in parole povere, contrariamente a tutto, la punta della delicata scarpina di Dawn non affondò nell'azzurro cristallino dell'acqua.
No.
Si bloccò.
Rimase sospesa su quella superficie prismatica, sopra a quel vetro invisibile, trasparente.
Come se una forza sconosciuta e invisibile la sostenesse miracolosamente.
Fece un altro passo, Cameron dietro di lei.
Trascinato, ma non a forza.
Senza paura.
Avevano entrambi gli occhi chiusi.
Vedevano solo i loro pensieri materializzarsi.
Sentivano solo l'acqua sfiorare dolcemente la riva.
 
Un altro passo.
                   E un altro.
                                 Ancora. 
                                           Senza fermarsi.
 
Mi hai chiesto cos'è la Magia, Cameron? 
 
Mano nella mano.
                 Lentamente.
                          Come se stessero
                                          camminando 
                                                    sulla spiaggia.
 
 Questa è Magia. -
e Dawn si fermò.
Cameron, di scatto, aprì gli occhi, come se avesse sognato tutto quanto, come se si fosse appena svegliato da un sonno profondo.
Cosa? Cos'è successo?! - esclamò, preso dal panico.
- Ssh... calmo. Non è successo nulla, apparte la realtà. 
Dawn incrociò le gambe sull'acqua e riprese a meditare.
Chiuse gli occhi, lasciando Cameron pietrificato, terrorizzato, ad un centimetro dall'acqua.
C-cosa? Io... non è poss... - non fece in tempo a gridarlo.
La paura prese il sopravvento.
Cameron finì in acqua.
Acqua alta minimo il doppio di lui.
Si agitò, sprizzò gocce dappertutto, ma ciononostante, Dawn non mosse un muscolo.
Sembrava che una sola goccia nemmeno le aveva sfiorato i capelli o il viso.
Aiuto! Aiuto! Affogo! Non... so... nuot... 
Nel momento in cui la testa di Cameron finì sottacqua, Dawn mosse il palmo della mano in un unico, semplice movimento.
Dopo qualche secondo giunse il ragazzino di nuovo in superficie, in groppa a due maestosi e bellissimi delfini.
Dawn! - gridò Cameron, giunto a riva.
La ragazza non si mosse.
Meditava.
Sospesa in aria, a qualche centimetro dalla superficie cristallina dell'acqua.
Ma in realtà, Cameron sapeva che lo stava ascoltando.
Volevo solo dirti che... beh... sei una splendida amica! 
Si voltò per andarsene.
Ma... ci ripensò.
Per un attimo, gli balenò un dubbio nella mente.
Riguardò un'ultima volta verso il mare.
Dawn era sparita.
Cameron abbassò lo sguardo, verso la sabbia. Un sorriso gli sfiorò il volto.
Non sapeva se aveva sognato tutto quanto. Non sapeva se tutto ciò era successo davvero.
Sapeva solo che l'Amicizia era capace di compiere ogni cosa. 
Oh, e Dawn... grazie. 
Si strizzò la felpa rossa e tornò al dormitorio delle Larve.
 
Eppure, da quel giorno, Cameron seppe di poter sempre contare su Dawn.
Sull'Amicizia.
E sulla Magia.
 
 
Non c'è di che, amico.

 
{in restauro}


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Piccole note al profumo d’Acqua:
Ciao! E’ la mia primissima fanfiction qui, siate buoni con me. ;)
No, non sono una fan della coppia CxD, assolutamente.
Questa One-shot l’ho scritta per evidenziare i valori d’amicizia che non finiscono mai. Dawn e Cameron in questa storia fanno parte di quelle amicizie.
Vi piace l’immagine? Appena l’ho vista mi è piaciuta tanto.
Non so bene il perché.
Grazie a tutti per aver letto questo mio piccolo tentativo di entrare a far parte di Efp!
Ciao! 
E ricordate:
Se non credete di poter camminare sull’acqua,
non potrete mai riuscirci.
 
(fa un inchino)
 
**Svetlana**
 
  
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