Guarda le stelle.
Le vedi? Rispondimi almeno.
Sei vicino a me, con le braccia conserte…
Come al solito, non mi
degni mai di uno sguardo che non sia solo un ghigno di derisione. Sei crudele.
Forse è l’ultimo sprazzo di cattiveria che ti
concedi.
Per favore, voltati a guardarmi.
Come puoi rimanere indifferente
quando mi vedi? Come puoi non sentire ciò che ci unisce? Nessuno ti
conosce come ti conosco io. Nemmeno tua moglie.
Ricordi quando sconfiggemmo il
malvagio Janeba? Io ti vidi piangere per la seconda volta. Combattemmo insieme,
insieme ci disperammo, insieme esultammo.
Pensavo che avessi capito tutto
quando il tuo corpo si dissolse nel nulla. Il tuo sorriso , un pochino triste, ma anche dolce.
Poi torni e nulla è cambiato. Non nascondo la
mia delusione.
Voltati. Siamo alla finestra di casa tua, tutti
stanno dormendo. Chi può vederti anche se ti lasciassi
andare un po’?
Voltati…
Finalmente ti giri e mi guardi negli occhi.
La luna illumina la tua pelle, facendola
splendere nella penombra della stanza. I tuoi occhi sono più scuri del solito,
e la tua bocca ha perso il suo consueto risolino.
Sei la cosa più meravigliosa che abbia mai
potuto ammirare. Più bella del cielo, delle montagne, della natura che amavo
tanto da bambino. Sei rugiada la mattina, sei la pioggia che scroscia e
l’arcobaleno, e il rumore del bosco che si risveglia, e la foglia gialla che
cade, la gemma che nasce, la vita, la morte, il tramonto, l’aurora, un
combattimento, il sangue, il mondo in pace,
Il tutto.
Il nulla.
Sei a pochi centimetri da me. Sento il tuo
calore. Tu senti il mio. Non ti scosti.
So che
non provi nulla all’infuori dell’odio per me. Ma è
vero?
Ma che importa? Ora sei qui. E la tua vicinanza
mi fa un po’ sperare.
A cosa è servita questa farsa? Io non ti odio.
Tu sei l’unico che mi conosce per quello che
sono.
Lo sai perché avevo impedito
a Kuririn di ucciderti?
Avanzava verso di te, con la spada… io vedevo
la lama, e come stava per finire tutto. La tua morte. La mia morte.
E lo sai qual è stato l‘ultimo
pensiero prima di trasformarmi in super saiya-jin per la prima volta?
Tu. Non il mio migliore amico. Tu. Le tue lacrime, la tua voce, le tue palpebre
abbassarsi definitivamente.
Ora le tue palpebre sono invece spalancate, le
tue iridi cupe fissano le mie. Sei più vicino. Ancora un po’, ti prego.
Concedimi di ascoltare ancora il tuo respiro.
Non è giusto?! Avrai
anche ragione. Io ho Chichi, i miei figli.
Tu Bulma, Trunks, Bra…
Ma senti anche questo.
È forse giusto invece che io debba continuare a
comportarmi da bambino? Non sono ingenuo, sciocco, tantomeno infantile. Dopo
averti conosciuto sono maturato tutto in una volta. Ma dovetti continuare a
portare la maschera.
E tu invece sei costretto a trattarmi da
nemico, quando…
… quando sono tutt’altro.
No, non parlare.
Lasciami finire.
Inutile fingere. Smettila.
Non siamo nemici.
Non siamo amici.
Abbasso la testa e poggio le mie labbra sulle
tue.
Con delicatezza. Con dolcezza.
Socchiudi gli occhi. Non dai
segno di fare resistenza. D’altronde sapevi che prima o poi sarebbe
successo.
Mi stacco da te e ti saluto.
Te lo dovevo, non potevo mica trattarti come
tutti gli altri, frettolosamente, e volare via con Oob.
Tu meritavi un addio diverso.
Io.
Tu.
Non amici. Non nemici.
Siamo una cosa sola.