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Autore: Elen91    09/02/2012    12 recensioni
Era una gelida serata invernale, e un inatteso temporale fuori stagione stava imperversando ormai da ore sulla piccola cittadina di Mystic Falls.
Il piccolo Damon Salvatore, che allora aveva sei anni, se ne stava seduto a gambe incrociate sul pregiato e soffice tappeto persiano, posto a centro dell'ampio salone di Villa Veritas, e ascoltava, rapito, la fiaba che la madre gli stava raccontando.
Stefan, che si era già leggermente assopito, aveva il capo appoggiato alla spalla del fratello maggiore, e sedeva nella sua stessa posizione.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa piccola shot è dedicata a te, fratello. Perché, nonostante tu abbia – e te lo ripeto ogni santo giorno – gravi problemi mentali causati, molto probabilmente, da una caduta dal seggiolone, che ti ha fatto sbattere la testa e ti ha rincitrullito (prima o poi troverò qualche prova che lo dimostri, sì), e nonostante tu sia il fratello più rompiscatole e lagnoso del mondo (e in perenne sindrome premestruale, aggiungerei), ti voglio davvero tanto bene, e non posso immaginare fratello migliore di te.





Whatever we say, we will always be brothers




Era una gelida serata invernale, e un inatteso temporale fuori stagione stava imperversando ormai da ore sulla piccola cittadina di Mystic Falls.
Il piccolo Damon Salvatore, che allora aveva sei anni, se ne stava seduto a gambe incrociate sul pregiato e soffice tappeto persiano, posto a centro dell'ampio salone di Villa Veritas, e ascoltava, rapito, la fiaba che la madre gli stava raccontando.
Stefan si era già leggermente assopito, aveva il capo appoggiato alla spalla del fratello maggiore, e sedeva nella sua stessa posizione. Il piccolo, di appena tre anni, apriva e chiudeva le palpebre continuamente, nel vano tentativo di ascoltare il finale di quella bella fiaba, che da subito aveva catturato la sua attenzione.
D'un tratto, però, il sonno lo vinse, e non riuscì più ad udire la voce profonda e intensa, dal leggero e melodioso accento francese, della madre.
Damon, invece, vigile più che mai, ascoltava ogni parola della donna, seduta di fronte ai figli, su di una comoda e costosa poltrona rivestita di broccato rosso, posta davanti all'imponente camino, che sfrigolava ed emanava un dolce tepore, che sapeva di tranquillità e famiglia.
La donna si scostò una ciocca di capelli, bruna e riccioluta, dagli occhi, e chiuse il grosso tomo che teneva sulle ginocchia, spostando lo sguardo sui figli.
Damon la guardava con un'espressione imbronciata - le piccole sopracciglia scure aggrottate, il labbro inferiore che sporgeva leggermente, i grandi occhioni color giaccio, che parevano quasi lucidi, a causa della delusione.
« Mamma, perché non continui a leggere? » domandò il piccolo, la vocina acuta e velata di disappunto.
« Perché è ora di andare a letto, tesoro. » rispose la donna, in tono dolce e comprensivo, rivolgendo al figlio maggiore un sorriso pieno d'amore.
« No, mamma. Non voglio. » Damon cominciò a dimenare, senza sosta, le gambette sul tappeto, gonfiando le guancette paffute.
« Damon, è tardi. È ora di andare a letto. Non voglio sentire le tue solite lamentele. »
« Ma... Ma... » protestò Damon, sporgendo maggiormente il labbro inferiore.
La signora Salvatore, benché intenerita dal visino angelico di Damon, non si lasciò ingannare e, come sempre, non la diede vinta al figlio.
« Niente ma, signorino. Non cominciare a fare il polemico. Sai che tuo padre si arrabbierà, se non vi troverà a letto, quando ritornerà a casa. » lo rimproverò, alzandosi dalla poltrona, e dirigendosi vero i bambini.
Reggendo Stefan con un braccio, tese la mano libera a Damon, che, anche se controvoglia, la afferrò, sbuffando.
Il bambino sapeva che non l'avrebbe mai avuta vinta con la madre, che, nonostante fosse amorevole e dolce, era anche severa quanto bastava per godere dell'obbedienza di entrambi i figli, anche se Damon, benché fosse così piccolo, di tanto in tanto le dava qualche grattacapo, a causa della sua infinita testardaggine.
Seguita dal figlio maggiore, che non le aveva lasciato andare la mano neanche per un attimo, entrò in camera di Stefan. Adagiò il piccolo sul morbido e comodo materasso e, dopo avergli rimboccato con cura le coperte, gli posò un tenero bacio sulla fronte.
« Però domani finisci di raccontarmi la storia, vero, mamma? » domandò Damon, mentre stavano percorrendo l'ampio e arioso corridoio che conduceva alla camera del piccolo.
« Ma certo, tesoro. Ora, però, devi promettermi che dormirai senza fare capricci, va bene? »
Le labbra di Damon si incurvarono in un innocente sorriso, pieno di gioia e soddisfazione, mentre negli occhi color ghiaccio si accendeva un guizzo allegro. Il bambino annuì, felice come se avesse appena ricevuto un meraviglioso regalo.
Docile, seguì la madre fino alla propria stanza, e lasciò che la donna gli rimboccasse le coperte, e gli desse il bacio della buonanotte.
Il piccolo si addormentò quasi subito, ma, poco dopo, un potente tuono lo destò bruscamente dai suoi sogni innocenti.
Sbuffò, vagamente infastidito, e si girò fra le candide lenzuola in seta, affondando il visetto nel soffice e profumato cuscino.
Era in uno stato di profondo dormiveglia, e stava quasi per cedere di nuovo al sonno, quando uno scricchiolio lo costrinse a riacquistare lucidità, e a voltarsi verso la porta, che si stava aprendo lentamente, continuando a produrre un lieve cigolio.
Spaventato, Damon sgranò gli occhi celesti, e aprì la bocca, per urlare e chiamare sua madre, quando vide la testolina di Stefan fare capolino oltre la soglia.
Lo sguardo del piccolo era spaventato e allarmato. I morbidi capelli color miele erano arruffati, e ricadevano in ciocche scomposte sulla fronte imperlata di piccole gocce cristalline.
« Cosa vuoi? » gli domandò Damon, un po' infastidito per essere stato svegliato così bruscamente, ma al contempo sollevato.
« C'è il temporale, fratellone. » replicò Stefan, innocentemente, la flebile vocina ancora assonnata e leggermente tremante per la paura.
Intenerito, Damon ammorbidì il tono di voce, e rivolse al fratellino un sorriso rassicurante.
« E allora? Che c'è che non va nel temporale? Cosa può farti? »
L'ennesimo roboante tuono riecheggiò fra gli ampi corridoi e le sfarzose stanze di Villa Veritas, facendo sobbalzare Stefan.
« I tuoni... Mi fanno tanta paura, fratellone. Non voglio dormire da solo. Posso dormire con te, stanotte? » domandò al fratello, la voce sempre più tremula e incrinata dalla paura.
Damon, che si era sempre sentito investito dell'onere che impone ad ogni fratello maggiore di proteggere il fratellino più piccolo, anche se un po' seccato, annuì.
« E va bene. Sei proprio un rompiscatole fifone. » sospirò, infine, spostandosi da un lato del letto, per fare posto a Stefan.
« Grazie, fratellone! » esclamò il piccolo, lo sguardo traboccante di gratitudine e ammirazione.
Stefan, come un piccolo uragano, piombò sul morbido materasso, e gettò la braccia al collo del fratello.
Damon, solo per un attimo, ricambiò il suo abbraccio, poi lo sciolse con dolcezza, e si lasciò ricadere sul cuscino, appoggiando le manine dietro la nuca e chiudendo gli occhi.
« Damon? » lo richiamò Stefan, pungolando delicatamente con l'indice la sua spalla.
« Sì? » mugulò lui di rimando, la voce ormai impastata dal sonno, mentre apriva svogliatamente gli occhi, e si voltava su un fianco per guardarlo.
« Sarai sempre il mio fratellone? Mi proteggerai sempre dalle cose cattive, come i temporali? » domandò innocentemente, incatenando lo sguardo a quello del fratello.
« Sempre. Lo prometto. » dichiarò Damon, in tono solenne.
Entrambi, in quel momento, non erano consapevoli di quante volte quella promessa, nel corso degli anni, sarebbe stata mantenuta.



ANGOLO AUTRICE:



Buonsalve, care.
Imploro perdono per questa pazzia uscita in pochi minuti e decisamente mal scritta. A me non piace per nulla, soprattutto il finale, però boh, non so per quale motivo ho deciso comunque di pubblicarla.
Prometto che, se farà tanto schifo, basta che me lo diciate, e io la cancellerò all'istante.
Spero che vi piaccia, nonostante la mia opinione in proposito.
Il titolo, beh, non è che mi convinca molto nemmeno quello.
Spero di trovare qualche recensioncina e di non dover schivare palate di pomodori marci. Un bacione, care, e ringrazio chiunque commenterà questa cosetta orrenda e la inserirà fra le preferite o le ricordate.
A presto con l'aggiornamento di "Breathe me".
Ele

Altre mie storie:

-"Can you immagine that love?" la mia Delena.
-"Breathe me" la mia Nian.
-"Forbidden Love" la mia Damon/nuovo personaggio.
-"The black scream" falsh fic su Caroline e Tyler.
-"Are you an angel?" OS Delena.


  
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