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Autore: Alba Chiara    09/02/2012    0 recensioni
Gerard si sentiva protetto tra le rassicuranti braccia del suo amante. Ogniqualvolta Gerard sentiva il contatto tra il suo corpo e quello di Frank, aveva la sensazione che tutti i suoi problemi, per quanto grandi e importanti, si facessero di colpo infinitamente piccoli di fronte alla grandezza dell'amore che provava per quell'uomo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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lSalve a tutti, questa è solo una piccola storiella senza pretese, com'è evidente non sono una scrittrice di professione. Per qualsiasi appunto/suggerimento/critica/ non esitate a lasciare una recensione. Detto ciò vi auguro buona lettura! :D
 
Gerard si sentiva protetto tra le rassicuranti braccia del suo amante. Ogniqualvolta Gerard sentiva il contatto tra il suo corpo e quello di Frank, aveva la sensazione che tutti i suoi problemi, per quanto grandi e importanti, si facessero di colpo infinitamente piccoli di fronte alla grandezza dell'amore che provava per quell'uomo.
 
Gerard era un tipo abbastanza distratto e pensieroso e non era raro trovarlo da solo, avvolto nel silenzio più totale, con il naso all'insù a e lo sguardo perso nel vuoto, a fissare un punto indefinito della stanza, mentre nella sua mente avvenivano le più avvincenti battaglie tra i personaggi dei suoi tanto amati fumetti frammezzate da frasi o concetti che con l'aiuto di Frank e degli altri ragazzi della sua band avrebbe trasformato in canzoni. A volte i suoi personaggi e i suoi pensieri si facevano così pressanti, così presenti, tanto da poterli quasi toccare con mano, ed era allora, quando non riusciva più a contenere le sue idee in quello che lui definiva "l'archivio della sua mente", quando scalpitavano come cavalli imbizzarriti per uscire fuori, quando tutto quello che riusciva a fare era assecondarle, si chiudeva giorni e giorni nel mutismo più assoluto, in una stanza, solo il suo blocco da disegno e la sua matita per compagni. In quei momenti era come se i problemi terreni come ad esempio mangiare, farsi il bagno, dormire di notte e stare sveglio di giorno, lo sfiorassero solo di striscio e si rintanava nel suo mondo personale, lontano anni luce dai problemi quotidiani che toccavano inevitabilmente ogni essere umano. Gli unici momenti in cui i pensieri tacevano e i personaggi stavano seduti buoni e tranquilli a riposare in una piccola stanza della sua mente, buia e lontana, era quando si trovava tra le braccia di Frank perché l'unica cosa a cui riusciva a pensare era l'amore smisurato ed incondizionato che provava per quel ragazzo e che quel ragazzo provava per lui. Quando erano insieme non esisteva nient'altro che loro, tutto il resto, per quanto potesse essere importante, passava immediatamente in secondo piano. Nulla riusciva a infrangere il loro piccolo universo privato, né la loro amata musica, a cui dovevano la loro felicità, che li aveva fatti incontrare e che aveva deciso di legare le loro vite prima ancora che l'amore li avesse uniti per sempre, né le loro famiglie, che nonostante tutto continuavano ad amare. Esistevano solo loro, Gerard e Frank , due esseri che si amavano alla follia, due spiriti affini, catapultati in un’ altra dimensione, immersi in qualcosa che apparteneva solo ed esclusivamente a loro, un mondo impenetrabile in cui tutto l’ amore che provavano l’uno per l’ altro si sarebbe trasmesso da Frank a Gerard e da Gerard a Frank sigillato nel loro abbraccio.
 
Gli altri membri della band erano al corrente della loro relazione, ma ogni volta che vedevano Gerard rifugiarsi nella cuccetta di Frank, nel tourbus, oppure gli sguardi complici che si scambiavano durante il giorno, storcevano il naso, non riuscendo a comprendere la grandezza del sentimento che li univa.
 
 Mikey, il fratello di Gerard era l'unico ad avere compreso.  All’ inizio nemmeno lui voleva accettare la loro relazione: Gerard e Frank erano entrambi sposati, e lui non riusciva proprio a capire come potessero tradire in quel modo la fiducia, nonché l’enorme amore che le due donne nutrivano nei loro confronti. Con il tempo si era reso conto dell’ enorme forza che loro due irradiavano quando si trovavano assieme persi uno negli occhi dell'altro, quella stessa forza che irradiavano anche lui e sua moglie,e allora aveva capito che solo due persone totalmente, incondizionatamente innamorate riuscivano ad emanare quella forza, data dalla certezza assoluta che tutto quello che stavano vivendo e che stavano provando sarebbe durato in eterno.
 
Si, un’ eternità fatta degli abbracci di Frank, era proprio questo quello di cui Gerard aveva bisogno. Sistemò meglio la sua testa sul petto del suo amore, attento a non svegliarlo e a non scoprirlo, era una fredda giornata invernale, la neve sommergeva nel suo purissimo candore qualsiasi cosa si trovasse all’ esterno, imbiancando le strade, i tetti , i davanzali delle case. Erano entrambi completamente nudi sotto le coperte, e Gerard non voleva che il suo amore, già di salute cagionevole, si prendesse qualche malanno. Un silenzio innaturale circondava la loro camera come una cupola, interrotto solo dal respiro regolare di Frank, addormentato e dai rari sospiri di Gerard, pensieroso. Gerard poggiò la mano sul cuore di Frank per sentirne i battiti, ora regolari a causa del sonno, solitamente impazzivano al contatto della pelle calda di Gerard.
 
Sorrise.
 
Quel cuore era solamente suo e di nessun altro.
 
Ad interrompere le riflessioni di Gerard fu l’insistente trillare del suo telefono cellulare. A malincuore sciolse l’ abbraccio caldo e rassicurante del suo amore e si alzò cercando di fare il meno rumore possibile. Era la realtà che cercava di insinuarsi con prepotenza nel loro mondo perfetto, realtà da cui fuggivano, che si lasciavano alle spalle, che chiudevano fuori dalla porta della stanza 67 di un piccolo motel di periferia, sempre quella, sempre la stessa, l'unico posto che potevano fingere di chiamare "casa". Uno dei loro passatempi preferiti era immaginare che vivessero davvero insieme, come una vera coppia, e che quella piccola e misera stanzetta fosse la loro camera da letto, così, abbracciati, stretti, persi l’uno nell’ altro facevano progetti che non si sarebbero mai potuti avverare, su un futuro che non avrebbero mai condiviso nel modo in cui speravano. Per rendere il tutto più realistico lasciavano nella stanza del motel piccoli segni del loro passaggio che avrebbero poi ritrovato quando si sarebbero incontrati la volta successiva in quella stessa camera: lo spazzolino nel bagno, una penna nel comodino, giusto per dare una parvenza di casa e per sentirsi meno patetici quando facevano i loro stupidi discorsi sul futuro, che finivano puntualmente con le risate di entrambi, quelle di Frank, che illuminavano la vita di Gerard, divertito ed esaltato per quel loro gioco folle e assurdo, e quella di Gerard, triste e amara, consapevole che quella che progettavano da tempo non sarebbe mai stata la loro realtà.
 
 – Pronto? – disse Gerard seccatamente, stropicciandosi gli occhi con la mano libera – ciao amore , si, farò un po’ tardi, per cena penso, un piccolo contrattempo, no, non preoccuparti, nulla di grave, sono solo un po’ stanco, a dopo, ciao amore, ciao. –

 
Gerard si sedette sul letto a fissare lo schermo del cellulare oscurarsi. Sua moglie. Chissà cosa avrebbe combinato o più semplicemente cosa avrebbe pensato se avesse saputo in cosa consistevano in realtà i suoi piccoli contrattempi. Forse sospettava già qualcosa. Si passò una mano tra i capelli neri e ribelli, preoccupato, quando sentì due forti braccia che gli cingevano i fianchi. Anche quella volta, come tutte le volte in cui Gerard veniva stretto dalle braccia tatuate del suo vero amore, tutti i suoi problemi, i suoi pensieri, le sue paure e le sue preoccupazioni passarono immediatamente in secondo piano spazzate via dalla miriade di sensazioni che si impossessarono della sua mente e del suo corpo. Si immerse nuovamente tra quelle braccia che lo avvolgevano facendolo sentire al sicuro, pregando mentalmente che il tempo si fermasse, che Dio gli concedesse di vivere eternamente tra le braccia del suo amore, solo loro, Gerard e Frank, in quelle quattro mura, nient’ altro a turbare la loro quiete. Sentì le braccia di Frank che lo riportavano delicatamente verso il basso. Gerard non oppose resistenza, appoggiò la testa sulla spalla di Frank e chiuse gli occhi lasciandosi invadere dal profumo della sua pelle, immergendosi nuovamente nel loro universo parallelo, nel mondo privato fatto solo di loro.
 
- Chi ti cerca?- gli sussurrò Frank in un orecchio accarezzandogli i capelli neri e spettinati.
 
– Mia moglie. - rispose Gerard in tono malinconico. - ma non ti preoccupare, la prossima volta spengo il cellulare – sussurrò all’orecchio di Frank – così nessuno ci potrà disturbare. –
 
Di rimando ottenne un mugolio di assenso e un leggero bacio sulle labbra.
   
 
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