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Autore: Miss Chanel    09/02/2012    5 recensioni
∞-Un momento delizioso:
“Hai il cuore che batte forte, Bass.”
Lo dici sempre... ogni volta che finiamo di fare l'amore. È più forte di me, non posso controllarlo. Non lo dici per prendermi in giro o altro... ma perché so che ti piace. Ti bacio i capelli e tu ti accoccoli meglio accanto a me.
“Durerà per sempre, adesso?”
∞-Una lieta notizia :
"Al tre apro gli occhi e controllo. Uno… due… tre..."
E dopo l’ansia, come prevedibile, è assalita dalla paura. Si rende conto che il silenzio attorno a lei fa fastidiosamente rima con l’angoscia che la invade. Sta affogando in quel silenzio, ma non riesce a smettere.
Che avrebbe detto Chuck?
∞-Lo voglio:
"Lo voglio"dico sospirando come se un macigno avesse lasciato il mio cuore rotolando via.
"Adesso lo vuoi, eh ?" risponde amaramente, si asciuga le lacrime"E' troppo tardi. Mi spiace Chuck, ma mi hai deluso. Voglio crescerlo da sola."
∞-Non è possibile:
"No. Stai mentendo"sussurro. "Abbiamo una bambina. Non doveva succedere".
E all’improvviso, dopo un istante interminabile, so che è tutto vero.
Non ci sei più.
∞-Non ci sei veramente più:
Desiree Cornelia Bass.
Ha ereditato, sorprendentemente, i dolci tratti della madre. Gli zigomi delicati e gli occhioni colorcioccolato completano quel quadro dipinto da mani mai esistite ed occhi che non avevano mai osservato tale capolavoro.
Mi posso definire innamorato.
∞-Era un sogno:
."Ieri, sono andata a fare la seconda ecografia ed ho scoperto, che sarà femmina"
Gli occhi nocciola, del ragazzo, si aprono repentini a quella frase e si gira su un fianco per guardarla.
"Blair, perdonami. Perdonami. Sono stato un completo idiota avevo avuto un'attimo di paura, ma poi ho pensato che con te accanto io sono una persona completa" confessa sentendosi libero, si alza e l'abbraccia.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Non ci sei veramente più

 
Il cielo sopra di noi è grigio ed una leggera pioggia mi bagna il capo. Serena è accanto a me, lo sguardo fisso nel vuoto e si rifiuta di parlare. Indossa un abito nero, che le arriva al ginocchio; lo indossa solamente ai funerali, poi lo nasconde sempre infondo all’armadio, per allontanare i ricordi. Nate, nel suo abito scuro, è difianco a lei.
Gli piace far credere che non gli importi nulla, ma io so – come solo un "fratello" può fare – che Nate si sta sgretolando, lentamente, fin quando non ne rimarrà che polvere. La pioggia bagna le lapidi del cimitero, e sembra quasi che piangano. Distolgo lo sguardo dalla bara davanti a me, e lo sposto verso il cielo. Mi ritrovo a chiedermi se questo vuoto che sento sparirà mai; se potrà, un giorno, tornare tutto come prima. Se potrò ridere, correre, ed amare senza che il ricordo della tua assenza mi ferisca.
No, è la mia risposta. Con questa consapevolezza, una lacrima solitaria scivola giù, senza che nessuno se ne accorga. Arde sulla mia pelle; brucia come un fuoco rovente. Mi porto la mano al viso, aspettandomi quasi di trovarvi una scottatura. Quell’unica lacrima era più trafiggente di un pugnale, più rovente di qualsiasi incendio, e più dolorosa di mille spari.
Quando il funerale è concluso, gli amici, i familiari mi vengono vicino, uno alla volta. Mi lanciano occhiate che non vedo, mormorano parole di conforto, e mi toccano una spalla. I miei veri "familiari", Lily, Rufus, Dan, Nate e Serena mi abbracciano, ma io non reagisco.
La pioggia si fa piano piano sempre più forte, ed il cimitero si svuota. Rimango solo io.
Mi chino sulla lapide candida, sedendomi sul terreno fangoso. Chiudo gli occhi e mi appoggio alla pietra dura e fredda; con le dita sfioro le incisioni, e improvvisamente, con una violenza che mi gela il cuore, il pianto irrompe sul mio viso, straziante. 
Le tempie pulsano, gli occhi bruciano. 
Dentro me, c’è qualcosa che mi dilania.
Dentro me, qualcosa si è spezzato; irrimediabilmente.    
Dolore,troppo dolore,un dolore che il mio corpo e la mia anima non possono sopportare,lo stesso dolore che avevo provato vedendo la mia unica ragione di vita morire. Mi odio; perchè non le sono stato vicino quando ne aveva più bisogno, perchè non ho reagito bene alla notizia ma non perchè non volessi Desiree ma perchè non mi sentivo pronto e mi odio terribilmente perchè prima che lei morisse non le ho detto "Ti amo".
"Ti amo Blair Waldorf, così è stato e sempre, sempre sarà" mi ritrovo a urlarlo a squarciagola e un sorriso amaro compare sul mio viso, mentre la pioggia mi sfiora delicatamente.
 
-
 
 
Con il capo appoggiato sul cuscino di piume d'oca dorme placida. I capelli corvini ricadono simile ad un manto sulle lenzuola candide ed il volto disteso sembra simile a quello di un cherubino.
Le lunga e folta ciglia e le gota diafane sono simili al diamante. Rosse e chiuse, le labbra, sono distese in un sorriso sereno. Il pigiamino di seta, color smeraldo, sposa alla perfezione la sua nivea carnagione.
 Il cuore batteva indolente nel suo petto, nella sua testa si susseguiva una melodia serena e dolce.
Appena avevo posato gli occhi su di lei "L'ottava meraviglia del mondo" qualcosa di caldo, simile ad un delizioso torpore, ha preso possesso di ogni singola fibra del mio essere. Questa scena, così surreale, risultava tenera perfino ai miei occhi.
In quel momento, rassomiglio ad un inguenuo bambino bambino che ha appena scoperto un qualcosa di sensazionale. Il letto a baldacchino, dov'è posata la mia bimba, è ornato da peluche di ogni genere. La stanza è stata dipinta di rosa ed ognii cosa che fa parte di quella stanza indica la presenza di una femminuccia.
Desiree Cornelia Bass.
Ha ereditato, sorprendentemente, i dolci tratti della madre. Gli zigomi delicati e gli occhioni colorcioccolato completano quel quadro dipinto da mani mai esistite ed occhi che non avevano mai osservato tale capolavoro.
Mi posso definire innamorato.
Non l'amore delle favole, quello che i grandi poeti raccontano, quello trito e ritrito. Quello è un amore speciale. Ogni volte che la vedo, il suo cuore sobbalza. Voglio la sua felicità, perchè sarà la mia.Voglio vedere sempre il suo sorriso, perchè teoricamente è il suo.
Sì, ne sono sicuro.
Io, Chuck Bass,  sono perdutamente ed incodizionatamente innamorato di mia figlia. 
 
Mentre dormi ti proteggo
e ti sfioro con le dita
ti respiro e ti trattengo
per averti per sempre    
 
E' mattina inoltrata, il cielo è coperto da una coltre di nubi.
 
Tip. 
Tap.
 
I passettini di Desiree risuonano nel silenzio dell'appartamento.
Cerca di fare più piano è possibile, vuol farmi una sorpresa. Penso, che ora si trovi dietro al divano e trattengo a stento un sorriso.
"Boo" urla con tutta l'energia che possiede, mi fingo spaventato; mentre lei gloriosa si avvicina a me e mi da un bacino, lieve, sulla guancia.
"Papino" mormora piano "Ma non mi dici niente ?"
"Uh. E' vero oggi la mia principessa compie cinque anni" esclamo e le sorrido, fingendo, bellamente, di aver scordato il giorno più bello e brutto di tutta la mia vita.
"Te lo eri dimenticato ?" mi domanda sbigottita, non riesco a prolungare lo scherzo il suo viso è così dolce.
"No, stavo solo scherzando" non la vedo sorridere, come al solito dopo che le dico di averle fatto uno scherzetto, penso che qualcosa la preoccupi.
"Non sei felice di passare il tuo compleanno con papà ?"
Scuote la testa energica ed i riccioli rimbalzano rapidi. E' buffa, certe volte.
"Ieri, Taylor O'Brien mi ha chiesto dov'era la mia mamma ed io non sapevo proprio la risposta. Dov'è la mia mamma ?" sapevo, che questo giorno sarebbe arrivato e non fraitendetemi, ma speravo il più lontano possibile; il solo pensiero di raccontarle della morte della madre, mi devasta.
"E' in cielo, amore. Ti protegge da lassù ed è sempre con te, ti segue sempre vigile per assicurarsi che tu stia bene" le spiego semplicemente, mi sento morire dentro e avrei voglia di piangere.
"La posso incontrare ?"
"Forse, se vuoi ti posso portare da lei, oggi stesso" mormoro un pò titubante.
"Si!" urla festosta "Vado a mettermi il vestito più bello che ho"
Tale madre, tale figlia.
Già la madre, che era stupenda. Ricordo quando era venuta da me, dopo aver divorziato da Louis:
Apro la porta della mia stanza e poso la scatola sulla scrivania, sospirando forte e puntellando con i polpastrelli il legno della scrivania.
È un altro sospiro, un sospiro che non è il mio, a farmi voltare di scatto e, non appena lo faccio, sgrano gli occhi.
Ecco, adesso si che ho le allucinazioni: grandioso, mi mancava solo questo, davvero.
L’ha mai detto nessuno, però, che le allucinazioni sembrano così… reali, accidenti?!
Seduta sul mio letto, con le gambe accavallate, c’è lei. È bellissima, con i capelli lunghi che le ricadono sulle spalle e un sorriso dolce sulle labbra. Ma è solo un miraggio, lo so.
Anche se è strano che i miraggi siano così belli e si vestano con un abito haute couture.
“Chuck…” i miraggi, per caso, implicano anche i suoni? Credo proprio di si, visto che l’ho appena sentita parlare…
Si alza in piedi con un unico movimento fluido e aggraziato, e allora noto diverse cose: che la lei dei miei ricordi è appena più tornita; questa qui è troppo magra. E poi che quella della mia testa non ha queste occhiaie allucinanti sotto gli occhi che le conferiscono un’aria stanca.
Ed è quando i nostri occhi si incrociano che lo capisco: non è un’illusione, un miraggio, un ologramma… E’ lei, è veramente lei.
“Blair” annaspo, come se uscissi dall’acqua dopo aver tenuto la testa sotto per cinque minuti.
Lei non smette di sorridere, e mi si avvicina; ed ecco che il suo profumo comincia a darmi alla testa. “Chuck.” dice, risoluta ma dolce. “Non partire.” sussurra, appoggiando le mani sul mio petto.
Malgrado mi sembri di essere appena stato trasportato in un’altra dimensione, mi sforzo di guardarla negli occhi in maniera decisa. “Perché?” domando, con un groppo alla gola.
“Perché ti amo.” Ammette, sorridendo; poi arrossisce deliziosamente, ma non smette di sorridere.
Le sue parole hanno il potere di darmi alla testa, ma mi sforzo di rimanere serio. “E Louis?” chiedo, duro.
Lei sospira, scompigliandosi i capelli con una mano. “Beh, sai quando ti dicevo, testarda e ostinata, di amarlo? Avevo torto. E sai quando l’ho scoperto? Il giorno del matrimonio, quando mi ha detto che avrei dovuto chiudere i ponti con tutti i Newyorchesi.” Dice, tutto in un soffio, come a sfogarsi, come a non darmi un attimo di tregua. Fa una risatina amara. “Figurati in due secondi ho capito un sacco di cose: che non amavo lui, ma te; che io, per Louis, provavo il cosiddetto ‘senso di attaccamento’, perché lui era stato il primo a farmi sentire bella, dopo che tu mi hai tradita... E così stavo con lui e gli perdonavo tutto, provando una gratitudine immensa, perché mi illudevo di amarlo e di essere ricambiata. Ma quel giorno… Quel giorno mi sono caduti tutti i veli dagli occhi, e ho anche capito chi è che continua a far battere il mio cuore. Ed ecco perché, non so se te ne sei accorto, ero così depressa: perché piangevo per l’umiliazione ma, al contempo, scoppiavo in lacrime ancor di più quando incontravo il tuo sguardo, perché mi dicevo che non era giusto, che non potevo essere ancora innamorata di te. Quel giorno… E’ stato un inferno.”
Man mano parla, i ricordi cominciano a susseguirsi nella mia mente; ecco perché l’aveva presa così male, e perché, quando mi guardava, piangeva ancora di più.
“Ecco anche perché, quando Dan mi propose di andare a fare una passeggiata, accettai al volo: avevo un bisogno dannato di sfogarmi.”
“E poi?” la mia voce suona roca, l’ho trovata a fatica. Incredibile a dirsi, ma sono emozionato.
Lei mi sorride. “E poi immagina la mia faccia quando Dan ha vuotato il sacco riguardo tutta la storia dal tuo punto di vista!” fa, ironica; poi prende il mio viso tra le mani. “Chuck: davvero hai rinunciato a me perché pensavi di non rendermi felice?”
Questa volta il sospiro è mio, e vale più di qualsiasi risposta affermativa.
“Ti giuro che quando Dan me l’ha detto avrei voluto tornare indietro e prenderti a sberle" sibila scherzosamente. Mi guarda di nuovo negli occhi sorridendo, sensuale. “Ogni volta che mi prendevi tra le braccia, che mi baciavi…” inspira profondamente, chiudendo gli occhi, poi li schiude lentamente.
“Ti sentivi come mi sentivo io.” Concludo inaspettatamente; le mie labbra si sono mosse senza il mio consenso.
Lei annuisce lentamente. “Ho passato dei giorni straordinari, Chuck, anche se mi hanno a dir poco logorata… Quando ho rivisto Louis, quella sera, al ristorante , e lui mi ha invitata a ballare con la certezza di potermi riavere, io ho accettato per avere una prova, una conferma: l’ho avuta. E sai che tipo di conferma? Una volta crollate tutte le illusioni, ciò che rimaneva per me di Louis era la figura patetica di un idiota a dir poco, un inconpetente con cui ho speso due anni della mia vita. E puoi immaginare che, quando ho visto che te ne sei andato e quindi avevi frainteso, mi è venuto un colpo. Che dire di quando mi hai urlato quelle cose?” dice, guardandomi tristemente.
Io capisco. “E’ per questo che, in questi giorni, hai fatto il possibile per riuscire a parlarmi?”
Lei annuisce. “Dovevo dirti la verità, dirti che ti amo…” sussurra, accarezzandomi la guancia con il dorso della mano. “E alla fine ci sono riuscita, anche se per farlo ho avuto bisogno dell’aiuto di tutti…”
Sorrido. “Ti sei infilata qui mentre io scendevo le scale?”
Lei fa un sorriso furbastro. “Ti sono passata proprio sotto il naso,Bass!” poi ridacchia, infine sospira e mi guarda dritta negli occhi. “Per farla breve: ho passato dei giorni stupendi con te, Chuck."A quelle parole sento il cuore implodere, e mi ritrovo a sorridere. Mi sento come se fosse la mattina di natale."Ti rivoglio"
“Beh, credo proprio che se ne possa parlare.” La voce mi diventa roca per l’emozione.
Lei arrossisce e abbassa la testa, poi i nostri occhi si incrociano, le nostre dita si allacciano.
Ed è un attimo: la attiro a me e le nostre labbra si incastrano alla perfezione, e si muovono, le une sulle altre, come disperate. E mentre la bacio e le cingo la vita, mi accorgo che, si, sto respirando. Sto respirando perché lei, finalmente, è qui con me. È qui con me e non la lascerò più andare via.
Io e Blair quasi saltiamo in aria a quella esclamazione, e ci separiamo per vedere Alfred, uno dei miei maggiordomi, che mi guarda, sconvolto: probabilmente si sta chiedendo da dove sia sbucata fuori Blair…
Il cameriere tossisce, imbarazzato, poi si ricompone. “Signorino, la macchina è pronta: possiamo caricare i bagagli?”
Blair mi guarda, io le passo un braccio attorno alle spalle, attirandola a me. “Alfred… Smonta tutto. Io resto qui.” Alle mie parole Blair  caccia un urletto che ha il potere di far sobbalzare il mio domestico, e mi abbraccia di slancio. Io completo l’abbraccio, inalando a pieni polmoni il suo profumo.
“Ahem… Come desidera.” E potrei giurare di aver visto un sorriso sulla bocca del mio maggiordomo, mentre se ne andava via dalla stanza.
Quando rimaniamo soli, Blair alza la testa e mi sorride; a me, guardandola, non sembra vero, ma è successo, è successo.
Ed è solo dopo qualche minuto che mi accorgo che ci stiamo baciando di nuovo, mentre lei mi cinge il collo con le mani.
Quando la guardo nuovamente e i nostri sorrisi sprofondano l’uno in quello dell’altra, mi accorgo che, nella vita, puoi fare il duro quanto ti pare, ma quando ti accade una cosa bellissima che aspettavi da tempo, allora si: il sorriso lotta pur di uscire dalle tue labbra e far vedere a tutti che è lì. Ed è questo che mi sta accadendo, adesso. Non posso fare a meno di guardarla, osservare il suo sorriso luminoso, i suoi occhi che brillano per me e sorridere.
“Allora adesso sei mia?” le sussurro, labbra contro labbra.
Lei mi dedica un sorriso furbastro. “No. Sei tu che sei mio.”
Vero.
Mi bacia sporgendosi verso di me più che può, e giurerei che, di quant’è bassa, si sta alzando sulle punte dei piedi. Io, allora, stufo di farmi venire la gobba, ma non di baciarla, la prendo praticamente in braccio, e lei sghignazza.
“Dovremmo dirlo ai ragazzi.” Mi sussurra.
“Più tardi.”
Lei si scosta, poi ridacchia. “Idiota..."
Io sospiro, decidendo di sorprenderla. “Lo so.”
Lei sbatte gli occhi. “Ah, lo sai?” io annuisco, serio. “Oh, Dio. E com’è possibile che tu lo stia ammettendo?!” mi chiede, divertita.
Io la guardo. “Perché se non lo fossi stato, avrei fatto questo tre anni fa.” E la bacio ancora più appassionatamente di prima.
Le sue labbra sulle mie, le sue mani tra i miei capelli… Tutto ciò è come un sogno. E, mentre lo penso, vedo scorrere, davanti ai miei occhi chiusi, tutte le avventure che insieme abbiamo affrontato. Tutte le sensazioni, i sentimenti che ci siamo procurati a vicenda.
È stato un lungo percorso, quello intrapreso da me e Blair; un lungo viaggio che ha previsto l’incrociarsi di strade che si separavano per poi ricongiungersi nuovamente, e più tardi separarsi ancora. Ma adesso, tutto ciò che posso vedere, è che le nostre strade, le strade della nostra vita, si sono finalmente incontrate, e davanti a noi c’è una strada lunga, tutta unica, piena di buche e sassi che salteremo a piè pari. E tutto ciò che posso dire – perché ne sono certo – è che questa strada unica la percorreremo ridendo e scherzando, tra un bacio e l’altro. Mano nella mano.
Insieme.
Già, insieme. Adesso, sono solo e devo essere forte, lo so. Vorrei solo, che tornasse da me.
"Chuck" quella voce, questa voce è... Di Blair. Perfetto, Bass, anche quando rimani sobrio hai le allucinazioni. 

Che capitolone, eh ? :-)
Bene, penso che questo sia il penultimo capitolo ed il prossimo sarà il finale. Come avevo premesso era una fic di pochi capitoli e di fatto così è.
Spero, molto che vi sia piaciuto questo capitolo e ho cercato di alternare un pò malinconia e momenti felici. Allora per quanto riguarda il piccolo ricordo di Chuck, emh come potrete leggere Blair parla di una serata in un ristorante e... Ho un'attimo modificato l'andata della quinta serie e perciò non c'è stata nessuna B. incinta e nessun incidente. E' andata così B. e Louis si sono lasciati e C. si è avventato su B., che ha accettato di buon grado, però, C. dopo si è comportato da idiota ubriacandosi insieme a Dan, in depressione. B. allora una sera al Butter, incontra Louis e... Un paio di mesi dopo *scatta la marcia nuziale* si sposano.
Uh, magari e dico magari ci sarà un piccolo seguito anche se intendo iniziare una nuova fic :-) Incentrata su un Chuck, gelosone,  un Dan, follemente innamorato di B, e una misteriosa Guest Star.
Allora, non ho risposto alle recensioni come al solito e vi dico: stendete un velo pietoso su di me. Però, e c'è un però, ho aggiornato il giorno dopo aver messo un nuovo capitolo. Dunque, per falrla breve penso di essermi riscattata.
XOXO
Cam's
P.S: Ogni recensione lasciata sarà molto grata. Una recensione salva il mondo di uno scrittore, ricordalo dona cinque minuti del tuo tempo a discapito di un sorriso fiero.
  
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