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Autore: TonyCocchi    10/02/2012    5 recensioni
Palestina raccoglie un altro corpo dalle macerie e lo presenta al suo nemico, Israele, la vittima per secoli divenuta boia. Non ne può più, e allo stesso tempo è rassegnato. Lui non si fermerà nemmeno stavolta, ma ha una domanda da fargli.
[Guerra Israelo-Palestinese]
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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hetalia - palestina

Un razzo che esplode.

Dalle sue parti è un suono comune come il battito del cuore.

E come la morte prima del tempo.

Palestina, la nazione che esiste e non esiste, esce allo scoperto a controllare i danni.

Le solite macerie, appena fatte e sembrano già antiche e stanche rovine.

La solita bambina che sbuca da una coperta giallastra di sabbia, polvere, calcinacci e sassi al centro della strada vuota.

Si limita a stringere i pugni: da tempo ha già smesso di urlare per ogni nuovo morto, anche piccolo come quello.

Scosta la sabbia, sposta i sassi, le toglie i capelli dal viso e raccoglie il corpicino.

Prima di restituirlo agli ignari genitori c’è qualcosa che vuole fare.

Raggiunge la collina appena fuori dalla città e si ferma a pochi passi dalla cima, dove si trova lui.

Lui che ha il mitra ad un fianco e un carro armato all’altro, e la bandiera con la stella a sei punte che sventola sull’asta di quest’ultimo; la sua mimetica sembra immune al terriccio svolazzante, che invece macchia e logora tanto i suoi vestiti quanto quelli dell’esserino morto che porta in braccio.

Si scrutano per un po’, i loro sguardi dicono tutto e dicono il solito.

Ti odio.

Quando Israele, stanco di quella gara a chi guarda più male l’altro inizia a pensare a cosa voglia per essere venuto di persona, ecco che il suo vicino apre bocca.

“Dimmi…”

Allunga le mani su cui è adagiata la bimba; il braccio, per il movimento, dondola vistosamente.

“Ti ricorda qualcosa?”

Domanda senza aggiungere alcuna emozione alla voce.

“Non posso credere non ti ricordi niente.”

Si.

Ovvio che gli ricordava qualcosa.

“Allora? Cosa ti ricorda?”
Gli ricordava di quando costringevano lui a raccogliere i propri pargoli dalle camere a gas, che domande.

Il vento concede una tregua e la bandiera si affloscia sull’asta come morta.

Israele china il capo e annuisce.
“E allora perché?”
“Perché ho paura.”

Il vento riprende a soffiare.

“Ho tanta paura possa succedere di nuovo.”

Toglie la mano dal mitra e si osserva le cicatrici da filo spinato che le solcano.

“Devo difendermi.”

Stavolta è l’altro a chinare il capo, conscio di non essere santo quando il Profeta.

Però…

Guarda la faccia morta della bambina, e ascolta le grida che salgono da dietro di lui, dalla cittadina ai piedi del colle.

“Ti difendi in un modo veramente orribile.”

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Per la delicatezza del contesto, non mi sorprende che in un manga comico come Hetalia manchino ancora questi due.

Non staro adesso a parlare dei motivi che entrambe le fazioni si ripetono l’una all’altra da decenni, né parlare di perché io sia più dalla parte di una che dell’altra, come intuibile qui.

Ma faccio anch’io una domanda.

Davvero ci vogliono più di 60 anni per capire che così non si va da nessuna parte se non al cimitero?

 

TonyCocchi

  
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