1) Incubi
Stanco,
è stanco di camminare, non vuole più vedere quello
“spettacolo”, non vuole più camminare su quel terreno reduce della carneficina.
Uomini e demoni sono caduti, scheletri e cadaveri sono ciò
che resta di alcuni, di altri nient’altro che polvere e cenere. La morte domina
lo scenario, investe gli occhi, uccide l’anima... Neanche
i corvi o gli animali necrofagi accorrono a quello che è per loro un lauto
banchetto. Il sangue versato si è mescolato con la terra arida creando una
nauseante melma che risucchia le suole dei calzari. Cerca i suoi compagni di
fato... almeno in parte, lui è sopravvissuto, li cerca ormai senza alcuna
speranza. Li ha visti cadere, morire sotto le armi nemiche in nome di un ideale
per il quale tante volte hanno combattuto e vestito i panni di paladini. Cerca
i loro corpi, ecco. Vuole dare loro degna sepoltura, onorare la loro memoria,
la memoria di uomini grandi e coraggiosi come i suoi
compagni, ma più di tutti cerca lei, vuole vedere il suo viso un’ultima volta,
il viso di colei che sola poteva capirlo, amarlo, ninfa mortale, custode di un
antico potere, giovane regina del suo cuore. Le ossa dei caduti scricchiolano
sotto i calzari dell’armatura, odiava quelle vestigia, il suo più grande e
odiato segreto, ma odiava di più se stesso per non
averle indossata all’inizio della battagli finale, scontro decisivo di una
guerra con cui molti dei suoi amici non avevano niente a che fare, e combattere
con tutte la sue forze come gli altri come lei nei suoi rari momenti di serietà
gli aveva sempre chiesto di fare, di superare quegli sciocchi timori, eppure
lui non aveva avuto fiducia nei suoi amici, e non le aveva dato ascolto. Era
colpa sua soltanto sua se erano arrivati a questo, se
solo avesse seguito il suo suggerimento... e mentre cammina trascinandosi sotto
un cielo rosso come il sangue ripensa a lei caduta per proteggerlo, facendogli
da scudo. Invano aveva provato a proteggere il corpo, ultimo
ricordo di lei, la furia della battaglia lo aveva trascinato lontano da
ciò era rimasto. Gli altri erano morti nello stesso modo, con onore, battendosi
come leoni. Quanto costa la giustizia? E perché si
definisce giustizia un massacro tale? Quasi inciampa in una spada, riconosce la
pregiata lama, serra i pugni, è la sua. Quante volte l’aveva vista alle
allenarcisi, la sua mente fu invasa da dolci ricordi, di momenti che mai più
avrebbe vissuto. Pochi passi ancora eccola, è lì sdraiata su un fianco l’arco
sua seconda arma, ancora pronto a colpire in mano. È mortalmente pallida ma conserva ancora la bellezza ultraterrena, le
labbra ancora vermiglie, quel colore neanche la morte glielo aveva sottratto,
quella bocca che solo lui era riuscito a carpire. Un onda
di dolore riempie il vuoto non riesce a stare in piedi, crolla in ginocchio, il
cuore stretto in una morsa, non piange, quello è un dolore aldilà delle
lacrime. Non può sopportarlo il dolore lo travolge… è
solo… lei non c’è più non potrà più sorridergli, parlargli… dolore… c’è rimasto
solo dolore… e senso di colpa...