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Autore: fepha    10/02/2012    2 recensioni
Lei era la più bella; lei ballava, leggera come una piccola piuma. Come l'ultima fogliolina rimasta verde in pieno autunno, si faceva strada tra tutte le ragazze intente a farsi vedere ma lei, lei brillava su tutte. Lui invece era là, bellissimo come sempre, seduto dall'altra parte del falò. Con il colletto slacciato stava seduto là, lontano da lei fisicamente ma abbracciato a lei con la mente, con il cuore, con l'anima.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Teenage dream.

 

Non un alito di vento li sfiorava in quella calda notte d'estate.
Il dolce rumore delle onde li accarezzava cullandoli assieme alle accese note e il calore del fuoco.
Sì, enormi lingue di fuoco accendevano l'atmosfera; quella calda notte d'estate.
Mille sguardi, mille amori e mille odi alla dea adolescenza risuonavano nella vuota spiaggia dove la festa si scaldava minuto per minuto.
Ragazzi che si rotolavano nella sabbia, lanciando al cielo risate indimenticabili mentre altri si buttavano nel nero mare che li accoglieva nelle sue placate onde.
Lei era al centro di un gruppo di amiche;
Lei era la più bella;
Lei ballava, leggera come una piccola piuma.
Come l'ultima fogliolina rimasta verde in pieno autunno, si faceva strada tra tutte le ragazze intente a farsi vedere ma lei, lei brillava su tutte.
I corti pantaloncini neri lasciavano tutte le lisce coscie scoperte e in bella vista mentre una corta canottiera bianca con sopra disegnato il suo cartone animato preferito si alzava ad ogni suo salto sempre più alto, sempre più vicino al cielo.
I suoi occhi erano azzurri come il chiaro cielo d'estate e non smettevano di trasmettere un'energia pura, una felicità incondizionabile che proveniva dritta dritta dal suo cuore e che era capace di far cambiare umore a qualsiasi persona.
A piedi nudi saltellava da una parte all'altra della spiaggia ma non si avvicinava a lui.
Non si avvicinava chissà per quale strano motivo; forse perché era l'unico che l'aveva guardata per tutta la serata senza parlarle o forse perché era il ragazzo che lei provava ad avvicinare ormai da anni.
Si conobbero tantissimi anni prima, forse quando lei era ancora in fasce.
Per anni lui l'aveva seguita e le aveva insegnato praticamente tutto il significato della parola vita, ma un giorno le loro strade si divisero per chissà quale ragione.
Ora lui era maggiorenne ma aveva conservato in se quello spirito infantile che lo rendeva ancora un'adolescente in piena regola mentre lei era solo una povera diciassettenne attirata da quello strano fascino che riusciva a trasmettere, pur inconsapevolmente, quel ragazzo.
Anni, erano passati anni e finalmente erano riusciti a ritrovarsi, ritrovarsi solo con lo sguardo però.
Lui era là, bellissimo come sempre, seduto dall'altra parte del falò.
Le sue lunghe e perfette gambe da ballerino erano coperte da dei larghi jeans che contenevano la sottile camicia rossa che tanto amava indossare.
Con il colletto slacciato stava seduto là, lontano da lei solo fisicamente, ma abbracciato a lei con la mente, con il cuore, con l'anima.
I suoi occhi brillavano grazie alla fioca luce che mandava il fuoco anche se erano brillanti pure di luce propria, ed erano fermi.
Scrutavano severi ogni suo movimento, ogni suo leggero passo e osservavano il suo dolce sorriso che non esitava ad abbandonare il suo delicato viso decorato con un piccolo piercing nero appena sopra il labbro che la rendevano ancora più irresistibile.
Un ruggire di motori attirarono l'attenzione di tutti i ragazzi.
Cinque moto raggiunsero l'affollata spiaggia e non appena si fermarono, scaricarono tre casse di birra per una.
Un ragazzo dai corti capelli castani tolse il casco e con un gesto solenne alzò al cielo la sua bottiglia di birra ancora fresca.
Un urlo di felicità generale si sollevò in quella calda nottata d'estate.
Gli azzurri occhi di lei si chiusero e con un urlo accolse insieme al gruppo di ragazze i centauri che non esitavano ad offrire birra a chiunque.
-Summer?-
Una voce maschile si fece strada tra tutte le altre urla.
Il cuore della ragazza sobbalzò e istintivamente si girò vero di lui.
Era ancora là, seduto sul suo tronco che la scrutava incostantemente. Cominciò ad innervosirsi.
-Posso sapere dov'è la bella Summer?-
Gli occhi di lei voltarono verso il gruppo di centauri ormai circondati da centinaia di ragazzi.
Con un gesto della mano si fece strada tra tutte le ragazzine di quindici anni urlanti peggio di scimmie e raggiunse il ragazzo coi capelli castani.
Con una forte presa, le afferrò i sottili fianchi e la fece sedere sulla sella della moto accanto a se ed urlò alla massa
-Vogliamo fare un brindisi a questo splendore che oggi compie diciassette anni?-
Come risposta tutte le bottiglie, alcune vuote, altre piene solo per metà, si alzarono in suo onore.
Con sorpresa di coprì la bocca spalancata con le piccole mani.
Il ragazzo la accolse in un abbraccio e le schioccò un dolce bacio sulla fronte.
Per tutta risposta, lei si girò e lo abbracciò più forte che poté.
-Grazie Jason-
Sottili queste parole arrivarono all'orecchio teso del ragazzo che l'accarezzò ridendo.
-Per te questo ed altro, sorellina-
La ragazza si sciolse dal caldo abbraccio del fratello e lo guardò.
Il fratello intuì e annuì ridendo.
Summer si sollevò lentamente in piedi alla sella lanciando un urlo alle stelle che l'avevano accompagnata per tutta la serata, ma questo era solo l'inizio.
Dopo una piena mezzora, i ragazzi erano tornati ognuno al proprio angolo di spiaggia a ballare, giocare e c'era chi si era appartato lontano dalla luce del fuoco con la propria anima gemella.
Summer scese dalla moto e con uno sguardo veloce si accorse che il ragazzo era sparito, se n'era andato.
Incredula tastò sotto di se e si risedette sulla moto stropicciandosi la faccia.
In fondo non poteva rovinarsi la serata più magica della sua vita per colpa di un ragazzo.
Un tocco incerto sulla sua spalla la fece girare e si alzò dalla moto con sorpresa.
-Lo so che ti piace la birra e, anche se sono contrario, tieni-
La luce del fuoco rendeva la sua pelle ambrata di un colore arancione, ma bellissimo rimaneva.
Un sorriso comparve sul viso di lei che allungò il braccio e afferrò la bottiglia già aperta
-Beh, grazie.-
Il sorriso fu ricambiato e questo la fece arrossire.
Il calore del fuoco, le alte note che risuonavano negli amplificatori, le dolci coppie appartate nel buio della notte ormai erano lontane dai due, che camminavano silenziosamente, uno accanto all'altro ma non abbastanza vicini da avere almeno un minimo contatto.
-Ti stai divertendo?-
Questa domanda arrivò timida al ragazzo che senza staccare gli occhi dai suoi mocassini ormai pieni di sabbia, annuì distrattamente.
-Sono felice..-
Summer cominciò a tirare calci a vuoto sollevando leggermente tutta la sabbia che volteggiava in aria come una soffice nuvola e poi scompariva trasportata chissà dove dal vento.
La forte mano del ragazzo afferrò il sottile braccio di Summer che si girò immediatamente sbattendo come delle fruste i suoi lunghi capelli biondi da una parte all'altra delle spalle.
Con un leggero strattone la tirò a se bloccandola
-Sum, tu sai chi sono vero?-
I suoi occhi imploravano pietà ed erano ricchi di una tristezza che le spezzava il cuore
-Certo Michael, certo che so chi sei-
-Dimmi che ti ricordi di tutto quello che ho fatto per te, dimmelo-
Summer era confusa, non riusciva a capire dove Michael volesse arrivare.
Certo che si ricordava di lui, certo che si ricordava del suo dolce viso che si illuminava con un sorriso ogni volta che lei diceva senza esitazioni il suo nome già a 2 anni, certo che si ricordava di quando lui disperato cercava di convincerla ad andare a scuola ma lei non voleva se non c'era pure lui seduto accanto al suo banco pur avendo anni di più, certo che si ricordava del bacio che lui le aveva dato prima di partire.
Lui era parte della sua vita, e quella domanda la lasciò sconcertata; come poteva dimenticarsi?
-Certo, certo che mi ricordo di quello che hai fatto per me Michael-
La sua mano passò sulla morbida e umida guancia di Michael.
-Come potrei dimenticarmi?-
-Oh Summer, è passato troppo tempo. E' da quando me ne sono andato che ripenso a quello che mi avevi detto, a quello che mi avevi fatto provare ma ho sempre avuto il terrore di dirtelo.. o almeno dimostrartelo, sai come sono no?-
-Si, si lo so..-
-Ho provato ad eliminarti dalla mia testa. Giuro che ci ho provato. Ma non ce l'ho fatta. Persino quando siamo lontani chilometri e chilometri riesci a distrarmi-
-E' un complimento?-
Michael chiuse gli occhi incrociando le sue dita con quelle di Summer.
-Probabile-
Un sorriso illuminò di bianco il viso scuro di Michael.
Quel sorriso fece commuovere Summer, era uguale ai soliti sorrisi che lui le donava di nascosto quando erano complici di chissà quale marachella.
La mano libera di Michael le accarezzò il liscio e nudo braccio fino ad arrivarle al viso.
Con il pollice asciugò una sottile lacrima prima che potesse arrivare in fondo al viso e rovinare quel malinconico sorriso che mostrava tutti i bianchi e allineati denti di lei.
-Mi sei mancata..-
I luminosi ed azzurri occhi di lei si persero nelle due gocce di perfezione color nocciola di lui.
Era incredibile quanto uno sguardo potesse parlare più di centinaia di parole messe insieme casualmente.
Il loro era un linguaggio che in pochi riuscivano ad usare. Loro usavano il linguaggio dell'amore.
Lentamente Michael chinò la testa verso destra e socchiuse gli occhi.
Un urlo si levò nel cielo seguito da dei rumori scoppiettanti e in qualche modo piacevoli.
Summer girò immediatamente la testa appoggiando le sue mani sul petto di Michael, che la teneva stretta dai fianchi.
-Oddio, sono meravigliosi-
Un'esplosione di colori riflettevano negli occhi lucidi di Summer.
Una miscuglio di petardi verdi e gialli scoppiavano insieme, pareva danzassero sopra le loro anime.
Michael richiamò a se l'attenzione di Summer la quale si girò in preda alle lacrime.
-Questa serata era pressoché perfetta prima, ora che ci sei te è più che spettacolare..-
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Summer aveva portato le braccia intorno al suo collo e aveva premuto le labbra contro le sue.
I ricordi strariparono dalla mente di Summer e colorarono dei colori dell'arcobaleno tutto intorno a loro.
Quelle labbra riuscivano a farle nascere una sensazione pressoché straordinaria e unica. Il suo cuore era diventato un cielo, un cielo stellato che accoglieva quanta più magia e mistero poteva. E Michael ne faceva parte.
Michael portò la sua mano sul viso di Summer e fece una leggera pressione sulle guance facendole aprire leggermente la bocca e finalmente le loro lingue si incontrarono volteggiando come due ballerini, cercandosi l'un l'altra e inseguendosi, proprio come loro: ragazzi intenti ad inseguire i loro sogni, prima soli, ora insieme. Insieme forse per sempre.
Summer serrò nuovamente le labbra e si staccò da Michael.
Chiuse gli occhi e appoggiò pesantemente la fronte contro il petto di Michael, il quale affondò la mano nei suoi lunghi capelli biondi e si lasciò invadere dal loro dolce profumo.
La strinse ancora di più a sé finchè non si accorse di qualcosa di insolito. Lei tremava.
-Oh Summer..-
Appoggiò il suo mento sulla sua testa e prese ad osservare i fuochi d'artificio che ancora esplodevano i mille colori nel cielo nero.
La sua mente era altrove, la sua mente era accanto a quella di Summer. Accanto alla mente spenta di lei a darle conforto con una carezza, un abbraccio, un altro bacio.
Summer lo allontanò nuovamente e si coprì il viso con il braccio. Tremava.. forse più di prima.
-Summer, che ti succede..?-
Michael afferrò il braccio di Summer e lo ricoprì lentamente di baci mentre intanto lo spostava.
Summer sollevò lo sguardo verso il preoccupato viso di Michael che si illuminò in un sorriso.
-Ti prego piccola, non piangere..-
-Tu non puoi capire come mi sento da schifo in questo momento..-
-Perchè ti ho baciata?-
Il tono di Michael si faceva sempre più curioso ma anche molto... davvero molto spaventato.
-Michael cazzo, perché non vuoi capire?-
Gli occhi di Michael si sgranarono e le sue guance diventarono involontariamente rosse non appena sentì la parola che lo imbarazzava in modo incontrollabile, ma Summer la continuava ad usare nonostante questo.
Il disperato tentativo di riprendere tra le proprie braccia Summer fallì una, due e tre volte finché Summer non fece un passo di troppo cadendo in acqua.
I bianchi schizzi dell'acqua rimbalzarono sulla sabbia asciutta creando macchie scure.
Sumer si rialzò e si appoggiò una mano pressapoco al centro della schiena .
-Vedi.. vedi cosa c'è che non va? Sono appena caduta in mare e sto sanguinando ma a me non interessa perché tu sei qui. Potrei morire ma a me importerebbe ben poco perché quando mi guardi con quegli occhi così misteriosi riesci a farmi dimenticare qualunque cosa. E dico qualunque..-
Urlò Summer gesticolando come una mano e mettendo ben in mostra la mano sporca di sangue. Sporca del sangue che sgorgava lungo la sua schiena.
-E questa è una brutta cosa?-
Chiese distrattamente Michael mentre dolcemente si toglieva i mocassini e le calze e accompagnando il tutto con un sorriso indecifrabile persino per Summer.
-Michael... certo che lo è-
Disse Summer togliendosi la maglietta e girandosi di spalle mostrando la ferita.
-Non mi fa nemmeno male, e tu sai che io ho un livello di sopportazione pari a zero..-
Michael aprì leggermente la bocca mostrando la perfetta fila di denti che Summer tanto adorava.
Summer continuò a guardare allibita Michael. Lanciò la sua maglietta ai piedi di Michael in cerca della sua attenzione ma niente, lui cominciò a sbottonarsi i bottoni della camicia con noncuranza nei confronti di Summer.
Gli occhi di lei si velarono di lacrime ma non ebbe la forza di dire niente.
Sentiva solo l'acqua che inizialmente era fredda, alzarsi e abbassarsi appena sopra le sue ginocchia.
Con un forte gesto Michael si sfilò la cintura e accovacciò i jeans accanto a tutti gli altri vestiti.
Con un salto passò oltre la maglietta stropicciata di Summer e la raggiunse in acqua.
Sembrava quasi una visione agli occhi di lei: l'uomo della sua vita che, alla luce della luna, camminava verso di lei in intimo, con gocce salate che donavano un effetto perlinato alla sua pelle perfetta.
Più lui si avvicinava, più le tremavano le gambe dall'emozione e dall'ansia.
Quando finalmente furono uno di fronte all'altro lei non poté non mettere le sue mani sul suo petto e perdersi; perdersi nel color nocciola dei suoi occhi socchiusi. La guardavano dall'alto al basso e la scrutavano in tutta la sua indifesa innocenza.
Infondo lei aveva solo paura.
-Io penso che sia fantastico perché sai.. è così anche per me se non peggio. E' così da anni e anni ma tu non l'hai mai capito..-
Michael mise una ciocca bagnata dei biondi capelli dietro l'orecchio di lei.
-Vorrei solo che non ci fosse quel problema a dividerci..-
-Quale problema?-
Michael allargò le braccia senza staccare il suo triste sguardo da lei.
-Tutto questo è un problema, non lo vedi? Non voglio che la gente ti etichetti con la targhetta di... ragazza poco di buono solo perché tu stai con me, capisci?-
Summer si morse il labbro. Più le mani di Michael la cercavano, più lei stringeva e soffriva. Non soffriva certo per il labbro, soffriva perché lei lo voleva ma non poteva averlo.
-Ti prego dimmi che andrà tutto bene e che supereremo le difficoltà insieme-
Chiese Michael ridendo malinconicamente e francamente, un pò spaventato.
-Non credo nei per sempre..-
Le dita di Summer affondarono sinuose nelle sue e con uno strattone lo tirò a se.
-.. ma credo di...-
Chiuse gli occhi e alzò la testa verso il cielo.
Michael le afferrò il collo e la tirò a sè affondando il viso tra la spalla e il viso. I suoi polmoni si riempirono della sue essenza, essenza indelebile che mai era uscita dai suoi ricordi.
-Summer, credo di essermi innamorato..-
Summer riabbassò il viso e socchiuse la bocca.
-Che diavolo..-
Afferrò il suo viso e lo baciò con una foga sbalorditiva.
Michael afferrò le sue cosce e la sollevò dall'acqua facendola appendere con le gambe ai suoi fianchi.
Non un alito di vento li sfiorava in quella calda notte d'estate.
Il dolce rumore delle onde li accarezzava cullandoli nella danza dell'amore, nel linguaggio dell'anima.
Sotto le coperte di sabbia loro due, abbracciati, si scambiavano segni d'amore che sono stati soppressi e nascosti per troppo, troppo tempo.
Lontane dal loro piccolo mondo, enormi lingue di fuoco accendevano l'atmosfera; quella calda notte d'estate.

  
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