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Autore: wyatt88    11/02/2012    6 recensioni
In quella stanza, che sembrava così isolata dal mondo esterno, e così lontana dai pregiudizi della gente, due persone si erano trovate ed amate. Certo avrebbero trovato ostacoli sul loro cammino ma da oggi li avrebbero affrontati insieme essendo semplicemente loro stessi essendo semplicemente FURT…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Finn/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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new perspective

NEW PERSPECTIVE

CAN’T FIGHT THIS FEELING


“Kurt, ma parli sul serio?” dissi sorridendo e sedendomi sul divano, appoggiandomi con la schiena al poggia mano, allungando le gambe su di esso.

“Si Finn, sono serio, potresti seguire il corso di danza per principianti alla Juliard, ma devi impegnarti e lavorare sodo, io posso darti una mano” disse con convinzione buttando giù dal divano le mie gambe per sedersi lui a gambe incrociate, rivolto nella mia direzione.

Il giorno del diploma era quasi alle porte, mancava pressoché un mese e quindi per chi aveva inoltrato le domande per i vari college, erano arrivati gli esiti e, con estrema sorpresa di tutti, me compreso, ero stato accettato sia all’università statale di New York che alla Juliard. Avevo scelto due università della Grande Mela in modo tale da poter rimanere accanto a Rachel, visto che era lì che lei voleva andare.

Erano tutti eccitati per la notizia, certo lo ero anch’io, però ultimamente non si parlava d’altro, ed io volevo solo godermi gli ultimi giorni delle superiori. Quando uscivo da casa, Rachel, ogni volta, portava libricini ed opuscoli riguardanti la Juliard e l’università, era così presa che non ci facevamo una sana pomiciata da almeno una settimana per non parlare d’altro, che non vedevo da chissà quando. Poi tornavo a casa e sembrava che Rachel passasse il testimone a Kurt, visto che anche lui ormai non parlava d’altro, ed io ad ogni loro sproloquio li dovevo stare a sentire, e oltretutto dovevo anche sembrare interessato! Non gli importava che io parlassi o meno, si accontentavano che io annuissi a quello che dicevano.

Ma quel giorno, con Kurt, stavo prendendo parte ai suoi discorsi, sia perché li trovavo esilaranti, sia perché una volta tanto mi piaceva stare con lui in tranquillità a parlare, invece di stare, come al solito, a litigare per qualsiasi cosa ,quindi decisi di non smorzare il suo entusiasmo.

“Kurt vogliamo essere realisti? Balla meglio tuo padre sotto l’effetto della sangria che io nelle mie condizioni migliori” sorrisi sistemandomi meglio e mettendo un cuscino dietro la mia schiena.

“Beh si non lo posso negare, ma puoi migliorare, ne sono sicuro, io sono un ottimo insegnante, certo, non posso fare miracoli e non mi aspetto che diventerai bravo come me, ma posso almeno renderti decente! Così quando io sarò il protagonista in uno dei più bei spettacoli mai visti a Broadway, tu potrai stare con gli altri dietro di me ad incorniciare la mia scena… Sai anche le comparse sono importanti, e anche loro devono saper ballare “ lo disse credendo veramente a quello che diceva, così io non potei far altro che ridere.

“Quindi ricapitoliamo, tu vuoi che io mi iscriva al corso di danza solo per poter, un giorno, fare a te da scenografia?” Kurt annui “Lo dici come se fosse una scemenza”
“Beh lo è, sai che potrei essere parte della scenografia che ne so, magari in un tuo spettacolo potrei fare… l’albero, quello che si che mi verrebbe bene e soprattutto, non passerei anni e anni a
studiare qualcosa in cui sono palesemente negato” scoppiammo a ridere entrambi, molto sonoramente, e pensai a quanto fossero belli quei momenti di serenità insieme al giovane Hummel.
“Sai che quando ti vedo ridere, quello” indicò la mia bocca ancora sorridente. “mi fa ancora un certo effetto? Mi ricordo che ero completamente perso per il tuo bel sorriso”
Lo guardai ancora sorridendo “ Aspetta mi stai facendo un complimento? Non ci posso credere mi hai fatto veramente un complimento e non un insulto come al solito, ma allora grazie, anche se penso che Blaine non se sarebbe molto felice…”
“Non ti ci abituare a questi complimenti, infatti mi sono trattenuto dal dire che il tuo sorriso è bello e quasi magico, ma purtroppo il tutto viene rovinato ogni volta che apri bocca per parlare” rise ed io con lui “Ecco, ora siamo tornati alla normalità”
“Per quanto riguarda Blaine, che si fotta…. È una settimana e mezzo che non lo vedo, il padre da quando gli è arrivata la risposta del college, non ha fatto altro che comprargli libri su libri di medicina, costringendolo a leggerli e studiarli per avvantaggiarsi, ma io mi chiedo, ma chi è che si avvantaggia prima di andare al College, allora andare al College è inutile se si studia già tutto prima… Bah io il padre di Blaine non lo capisco proprio. E per di più gli ha tolto anche il telefono perché altrimenti io potrei disturbarlo. Senza contare che lo sa anche lui che avevo una super cotta per te, ne dubitavi? Chi ancora in Ohio non lo sa? “ Risi di gusto alle sue parole.
“Ecco di nuovo il sorriso” disse Kurt, poi si sporse verso di me poggiandosi con le ginocchia sul divano e avvicinando la testa alla mia. Non capivo cosa volesse fare fino a quando non si avvicinò di più e mi baciò sulle labbra, chiudendo gli occhi. 
Io spalancai i miei per la sorpresa e rimasi immobile non sapendo che fare, non me l’aspettavo. Lui si staccò poco dopo guardandomi quasi con spavento, aspettandosi una mia chissà quale reazione, ma io non feci nulla mi limitai a guardarlo con stupore. Dopo un’ultima occhiata da parte sua si alzò e scappò via, lo sentii salire le scale lasciandomi li seduto ancora immobile.

“Allora che ne dici?” mi destai dai quell’immagine impressa nella mia mente, era passata una settimana da quando era successo, ma ogni volta che non facevo qualcosa in particolare che richiedesse la mia attenzione, la mia mente ripercorreva per filo e per segno l’intera scena.
“Scusami amore?” mi trovavo nella mensa della scuola seduto al tavolo con Rachel, e sovrappensiero avevo cominciato a punzecchiare con la forchetta una polpetta rimasta nel piatto.
“Non mi ascoltavi come al solito” disse con irritazione nella voce,incrociando le braccia al petto, appoggiandosi allo schienale della sedia. Pensai alla cosa migliore da fare in quei momenti per evitare che mi mettesse il muso tutta la giornata ovvero: assecondarla e chiederle scusa.
“si amore hai ragione non ti ascoltavo scusami, stavo pensando a…. Noi a New York”
Questo le avrebbe dovuto far passare ogni rancore, pensai, visto che non faceva altro che parlare della nostra vita nella Grande Mela, infatti sorrise e aggiunse “ Davvero? Che carino che sei, comunque ti dicevo che questo fine settimana andrò con i miei papà a New York, per visitare la città e ti stavo chiedendo se ti andava bene se iniziassi a vedere un po’ di appartamenti da affittare per me, te e Kurt”
Appoggiai la forchetta sul tavolo e la guardai “ Questo fine settimana? Intendi domani?” lei annuii “ma Rachel questo fine settimana partono anche mamma e Burt per il loro anniversario di matrimonio, lasciandomi a casa da solo…. Beh ci sarà anche Kurt, speravo che noi potessimo…”abbassai la voce avvicinandomi a lei in modo che sentisse solo lei “ è più di un mese che non lo facciamo, ossia da quando sono arrivate le risposte dai College”
Lei mi guardò e mi prese la mano, mentre io mi riaccomodavo bene sulla sedia “Lo so amore, ma pensa a quanto ne faremo quando saremo al College”
Tenendo sempre bassa la voce aggiunsi “ Si amore, ma mancano ancora minimo quattro mesi prima del trasferimento, hai intenzione di tenermi a stecchetto fino ad allora?” lei rise, cosa che trovavo davvero inopportuna, era meglio quando non lo avevamo fatto almeno ora starei ancora ad aspettare.
“Ma no amore, dai ti prometto che quando torno da questo fine settimana lo faremo”
Io alzai un sopracciglio “ e dove Rachel, visto che non riusciamo mai a trovare un posto? anzi uno ce ne avremmo, la mia macchina, ma tu non vuoi perché dici che è squallido….”
Lei mi guardò con ovvietà “Ma in macchina è squallido…. Dai troveremo un posto ma intanto vieni..” mi tese la mano, io la strinsi con la mia e mi trascinò fuori dalla mensa.
“Amore è presto per tornare a lezione “ dissi mentre percorrevamo i corridoi semi deserti della scuola
“Ma io non voglio andare in classe” si bloccò di colpo davanti ad una porta indicandola, io mi voltai e lessi l’insegna su di essa ‘stanza bidelli’. La guardai con un nuovo entusiasmo “ Vuoi farlo qui dentro durante le lezioni, con il rischio di essere scoperti? Ci sto mi piace e mi eccita il rischio”.
Lei mi guardò alzando un sopracciglio “Secondo te non voglio farlo in macchina, e voglio farlo qui? No certo che no, ma voglio fare, li dentro sette minuti in paradiso con te”
Cominciai a perdere di nuovo l’entusiasmo man mano “ Ma dai amore sono talmente… Carico da astinenza che sette minuti non sono sufficienti per me”
Rise trascinandomi dentro “ Amore dai non insistere, lo abbiamo fatto e lo rifaremo ancora”
Mi spinse verso gli scaffali e mi accarezzò con un dito dal petto fino sull’addome “Amore se fai così non riuscirò a trattenermi” rise ed iniziò a baciarmi con passione, io risposi al bacio, portandogli una mano dietro la nuca per spingerla a me, ma quando chiusi gli occhi, mi si parò davanti l’immagine di Kurt che mi baciava, li spalancai immediatamente.
Evidentemente anche lei si era accorta che qualcosa non andava perché smise di baciarmi e mi guardò “ Finn cos’hai?”
“Nulla” risposi a disagio e frettolosamente. Mi riavvicinai e la baciai di nuovo, cercando di non pensare, ma quell’immagine continuava a tornarmi alla mente. Mi staccai di colpo “ Scusami amore devo andare, ci vediamo dopo. Ti amo” detto questo uscii di corsa lasciando Rachel lì immobile con lo sguardo confuso, rimbucando poi nei corridoi ormai affollati visto che la pausa pranzo era terminata. Decisi di non tornare in aula e mi diressi negli spogliatoi in palestra, arrivai al mio armadietto, lo aprii e mi cambiai indossando un paio di pantaloncini e una maglietta con lo stemma dei Titans e mi diressi verso il campo per fare una corsetta, sperando che mi schiarisse le idee, ma anche dopo un ora e mezza di corsa e allenamento vario, la mia mente era ancora affollata di pensieri, infatti quando entrai in doccia ancora non riuscivo a spiegarmi il perché, in un momento così intimo con Rachel avessi pensato a Kurt, forse mi sentivo in colpa per non averglielo detto e quindi lo sentivo come un tradimento.
Ormai era passata una settimana da quando io e Kurt ci eravamo parlati per l’ultima volta, non perché io non ci volessi parlare, ma tra noi ormai c’era imbarazzo e non sapevo cosa dirgli, e stare con lui da solo mi metteva a disagio, quindi da una settimana non facevo altro che evitarlo. Uscii dalla doccia, quando la campanella, che indicava la fine delle lezioni risuonò dal corridoio seguito subito dopo dal chiacchiericcio di studenti che si riversavano per i corridoi per tornare a casa. Me la presi comoda nel vestirmi e dopo aver sistemato anche i capelli mi diressi verso l’uscita. Arrivai nel parcheggio davanti la scuola, ormai quasi deserto, ma vidi vicino alla mia macchina una persona familiare che mi aspettava, sorrisi e mi avvicinai a lei. “Ciao amore, grazie di avermi aspettato, ma potevi andare tanto ci saremo visti nel pomeriggio “ Lei mi fissò male “Rachel cos’hai?”
“Non lo so dimmelo tu, visto che mi hai lasciato come una deficiente nella stanza dei bidelli” disse in tono acido.
Cavolo, era vero, l’avevo lasciata li da sola all’improvviso senza spiegazioni, almeno quello ero riuscito a dimenticarlo… ‘e ora che gli dico… ok userò la solita scusa’, pensai tra me e me “ Ehm scusa amore è che è tanto che noi non… Capito e quindi io …” lasciai la frase incompiuta sperando che cogliesse il messaggio infatti dal suo “Ohhh..” e il successivo sorrisino, del tutto inopportuno a detta mia, sembrava avesse capito 
“ E dove sei stato fino ad ora? Prima ho parlato con Puck che mi ha detto che non sei rientrato dopo la pausa pranzo” il suo tono di voce era tornato normale segno che mi aveva perdonato

“No amore, sono andato ad allenarmi sul campo poi mi sono fatto una doccia.. Fredda ma ormai mi ci stai facendo abituare “ risi con lei e mi appoggiai di schiena alla macchina guardandola
“Mi dispiace cucciolo, ti prometto che quando tornerò lo faremo anche in macchina se non troveremo un altro posto ovviamente”
Le feci un sorriso a trentadue denti “Davvero? “
“Si davvero, comunque volevo dirti che ti ho aspettato perché mi hanno chiamato i miei papà per dirmi che hanno deciso di partire oggi pomeriggio fra qualche ora, quindi volevo salutarti” il mio sorriso si spense mano a mano che parlava
“Ok amore a lunedì allora”
“Che dolce ti dispiace che me ne vado, ma quanto ti amo…” mi accarezzò il viso
“Mai quanto me cucciola” la presi avvicinandola a me e baciandola. Poco dopo l’accompagnai alla sua macchina poco distante tenendola per mano, gli aprii lo sportello lei entro dopo avermi dato un atro bacio e partì. Io mi diressi verso la mia, entrai appoggiando la tracolla sul sedile del passeggero e partii a mia volta verso casa.
Alcuni minuti più tardi parcheggiai la macchina nel vialetto e afferrando la borsa, chiusi la macchina. Quando entrai in casa vidi mamma impegnata a spolverare dei soprammobili, mentre Burt scendeva le scale con due valigie alla mano. Sembrava che Kurt non ci fosse.”ciao Burt, allora pronti a partire?” dissi entrando e chiudendomi la porta alle spalle, lui mi sorrise gioviale
“Si tutto pronto fra due ore si parte, non vedo l’ora “ si vedeva benissimo che era ansioso di partire, poi la sua espressione si fece più seria “Senti posso farti una domanda?”
“Certo spara pure” dissi con curiosità
“ Tu e Kurt avete litigato per caso? Sembra che non vi rivolgiate neanche più la parola, va tutto bene? “ chiese in tono preoccupato ma si poteva benissimo carpire note di curiosità nella sua voce. Cavolo lo aveva capito anche lui che qualcosa non andava, pensai, e decisi di fare la cosa che ultimamente facevo meglio: mentire
“No Burt, sarà una tua impressione, è che io sono un po’ sotto pressione ultimamente e la maggior parte del tempo mi perdo nei miei pensieri non calcolando molto chi mi sta intorno, anzi c’è Kurt in casa? Devo chiedergli una cosa”, non dovevo chiedergli nulla , anzi speravo che non ci fosse, ma speravo che dicendo così Burt la smettesse di pensare che avevo un problema con lui.
“No è da Mercedes, torna più tardi per salutarci. Va bene allora, dimentica la mia domanda sarà stata tutta una mia fantasia quella fra te e Kurt, sai la vecchiaia comincia a farsi sentire e ti fa vedere cose che non esistono” lui rise e io con lui ma senza sentirlo veramente.
“Ok io vado in camera, chiamatemi quando andate via ok?” lo dissi mentre andavo da mia madre per darle un bacio sulla guancia e tornavo alla base delle scale.
Burt ancora mi guardava “Si vai a riposare figliolo ti vedo stravolto, tranquillo ti vengo a chiamare quando stiamo per partire “, gli sorrisi un’ultima volta e salii le scale a passo pesante verso la mia camera, girai a destra appena in cima e andai verso la porta in fondo, aprii la porta e non feci in tempo ad entrare che mi gettai a peso morto sul letto a faccia in giù, facendo cadere la tracolla che avevo sganciato a terra. I pensieri non tardarono ad arrivare, ormai c’ero quasi abituato, potevo dire che senza quelli ormai mi sarei sentito solo. La cosa che reputavo peggiore era il fatto di non riuscire a capire, il perché quel bacio mi avesse turbato tanto, anche Puck mi aveva baciato in bocca prima di allora, anzi lo faceva ogni volta che si ubriacava, ma quando succedeva ci ridevo su, perché non poteva essere lo stesso con il bacio di Kurt? Presi il cuscino e me lo schiacciai sulla testa cercando di non pensare.
“Finn stanno partendo, mi hanno detto di venirti a chiamare” aprii gli occhi, era Kurt la sua voce era riconoscibile tra milioni di altre. Mi alzai lentamente mettendomi seduto al lato del letto dandogli le spalle
“Ok grazie, scendo subito” dissi con voce neutra.
“Ok, io comincio a scendere” disse con disagio nella voce, io annuii, e subito dopo sentii dei passi che si allontanavano, segno che Kurt stava scendendo. Mi voltai per controllare ed infatti lui non c’era, mi alzai stiracchiandomi e sbadigliando. Uscii dalla stanza a passo pesante e una volta scese le scale oltrepassai l’ingresso ed arrivai nel vialetto stropicciandomi gli occhi. Erano tutti e tre li fuori che chiacchieravano allegramente davanti la jeep di Burt, mi unii a loro sbadigliando per l’ennesima volta.
“Tesoro, se sapevo che dormivi non avrei mandato Kurt a chiamarti “ disse mia madre in tono gentile, guardandomi con apprensione.
“Non preoccuparti mamma, volevo salutarvi. Mi raccomando divertitevi e rilassatevi”
Lei si avvicinò a me e mi strinse in un abbraccio “Lo faremo figliolo, basta che voi non combiniate disastri in nostra assenza, e soprattutto, niente feste” mi lasciò andare e mi guardo con decisione per accentuare quello che aveva detto.
“Si mamma, va bene, poi la punizione che mi hai dato la scorsa volta per averne organizzata una ti assicuro che mi è servita da lezione “.
Fu il turno di Burt che mi abbracciò prima ancora che mi girassi a guardarlo “Ciao Finn, mi raccomando fai il bravo, e dai un’occhiata anche a Kurt”
Il diretto interessato mi precedette rispondendo con il suo tono acido “Non ho bisogno della babysitter, me la so cavare “ io annuii per dargli ragione, tutto si poteva dire, ma non che Kurt fosse irresponsabile. Dopo di che Burt mi lascio andare dal suo abbraccio e iniziarono i saluti anche per Kurt, dopodiché salirono in macchina, e dopo aver fatto manovra in retromarcia per uscire dal vialetto partirono.
Smettemmo di salutare la macchina con la mano quando svoltò alla fine della strada, fu Kurt, per primo, a rompere il silenzio “è quasi ora di cena, preparo qualcosa da mangiare, ti unisci a me?”
Mi voltai a guardarlo “No grazie, non ho molta fame oggi, penso che salirò in camera e me ne starò li a giocare con la Play tutta la sera”
“Ah ok …” rispose lui abbassando impercettibilmente lo sguardo. Entrammo in casa ed io salii su per le scale mentre lui andò verso la cucina. Una parte di me voleva stare giù con lui e magari parlarci e capire… ma la mia parte stupida ed orgogliosa prese il sopravvento facendomi rispondere di no.

Arrivai in camera accesi tv e play station, presi il joystick dal ripiano del televisore e mi andai a sedere a gambe incrociate verso la fine del letto di fronte alla tv, iniziando un nuovo livello di Assasin Creed. Mentre uccidevo l’ennesima vittima con estrema facilità, cosa che mi rallegrava parecchio visto quanto ero migliorato, vidi la tasca davanti della tracolla che si trovava ancora per terra illuminarsi, misi in pausa e afferrai la borsa sporgendomi dal letto, presi il cellulare causa della luce proveniente da li, e vidi che c’era la notifica di un messaggio da parte di Rachel ‘sono arrivata ti chiamo domani ti amo tanto Rachel Descrizione: http://static.ak.fbcdn.net/images/blank.gif Descrizione: http://static.ak.fbcdn.net/images/blank.gif ♥’. Risposi al messaggio dandogli la buona notte e una volta inviato notai l’ora erano le 22:13, cavolo erano più di tre ore che giocavo, pensai tra me e me, afferrai il joystick, salvai la partita e andai a spegnere tv e play, prima di stendermi nuovamente sul letto.
Restai a guardare il soffitto non so per quanto tempo, non avevo il ben che minimo bagliore di sonno, ovvio dal momento che avevo dormito il pomeriggio, e oltretutto non volevo andare a dormire presto visto che il giorno dopo non avrei avuto scuola, decisi di usare il portatile, mi rimisi a gambe incrociate e lo presi da sopra il comò vicino al letto. Lo accesi, aspettai che si caricasse fino ad arrivare alla schermata iniziale ed una volta li non avevo la più vaga idea di cosa fare, quindi cominciai distrattamente, come facevo sempre quando non sapevo che fare sul computer, a creare rettangolini sullo schermo con il mouse. Mi interruppi solo quando sentii bussare alla porta, mi voltai vedendo Kurt sullo stipite della porta.
“Posso entrare?” chiese timoroso, io feci di sì con la testa, e lui varcò la soglia entrando in camera. Rimanendo li davanti in piedi, parlò di nuovo con lo stesso timore nella voce “Ti volevo chiedere se posso parlarti di… quello che ho fatto la settimana scorsa”. Ero indeciso, non sapevo se voler ascoltare quello che aveva da dire, ma non feci lo stesso errore di prima, e annuii.
Presi il computer e lo ripoggiai sul comò e mi feci più indietro verso l’estremità del letto sempre a gambe incrociate, segno che volevo che si sedesse sullo spazio che gli avevo lasciato.Infatti lui si avvicinò e si sedette di lato sul letto con la faccia rivolta verso di me, non eravamo molto distanti, tra noi potevano esserci massimo cinquanta cm. Non sapevo cosa volesse dirmi ma speravo di risolvere la situazione, non mi piaceva essere a disagio, specialmente con Kurt a cui tenevo ancora molto.
Lui iniziò a parlare “Mi dispiace..” io non aggiunsi nulla, così lui prese un respiro e continuò “Non avrei dovuto farlo scusami …Sono stato… Non so come definirmi” delle lacrime cominciarono a rigargli il volto mentre io lo guardavo non sapevo che fare, mi sentii ancora più a disagio “Ho intenzione di essere sincero con te, e dirti quello che penso e sento, anche se questo nuocerà ancora di più al nostro… Rapporto” sembrava che io avessi perso l’uso della parola ma non sapevo veramente cosa dirgli, volevo avvicinarmi a lui ed asciugargli le guance bagnate dalla lacrime, mi dispiaceva vederlo in quello stato, ma l’orgoglio non me lo permise.
“Vedi non sto passando un bel momento, tra esami, Blaine assente in questo periodo, e ansia per il futuro, tutti interrogativi nella mia vita, ma di una cosa sono sicuro al cento per cento, ossia i miei sentimenti per te.”
Fece una pausa nella quale io deglutii rumorosamente. Sentimenti per me? Che voleva dire, pensai nella mia testa e riuscii a dire solo questo “Continua per favore” lui annuii
“Vedi, questo periodo di lontananza da Blaine, ho capito una cosa: che mi manca e lo amo tantissimo, ma ho anche capito che non lo amo come quanto amo te” a quelle parole mi prese una fitta allo stomaco, ma era una sensazione strana non riuscivo a capire se era una buona o cattiva sensazione, lo guardai e vidi che altre lacrime cominciavano a formarsi negli angoli dei suoi bellissimi occhi azzurri, arrossati già dal pianto, riprese a parlare “Ora non mi aspetto nulla da te, sappilo ,so che ami Rachel, ma volevo comunque essere sincero con te, e solo dopo ho capito che darti quel bacio è stato un gesto egoistico da parte mia e ti chiedo nuovamente scusa, veramente…. Ecco ora ti ho detto tutto e puoi fare di me ciò che vuoi, puoi ricominciare a parlarmi oppure ignorarmi a vita ed in questo ultimo caso capirei, io ti amo e non ho mai smesso di amarti e solo ora me ne rendo veramente conto “ le sue guance arrossate erano ormai completamente bagnate, sapevo lo sforzo che aveva dovuto fare per parlarmi mettendo a nudo così io suoi sentimenti, interruppe i miei pensieri parlando di nuovo “Ok… Ora sai tutto, ti lascio solo”, fece per alzarsi, ma lo fermai sporgendomi su di lui e  prendendolo per un braccio. 
La cosa che avvenne dopo, non riuscii a capirla, non era pensata, non era razionale…era puro istinto.
Portai la mano libera sul suo viso e con il pollice gli asciugai le lacrime sulla guancia, poi infilai la mano nei suoi capelli dietro la nuca e una volta avvicinato il suo viso al mio lo baciai delicatamente sulle labbra. Riuscii a notare la sua espressione sorpresa prima di chiudere gli occhi per abbandonarmi al bacio.
I ruoli, rispetto ad una settimana fa, si erano invertiti ed ora ero io che stavo baciando lui.
Sentivo la sua tensione, forse per la sorpresa o forse non so che altro, con infinità lentezza gli schiusi le labbra con la lingua, con un movimento delicato ma deciso, fu in quel momento che lo sentii rilassato e pronto a rispondere al bacio. Iniziai a girare la lingua intorno alla punta della sua ed a esplorare il resto finche anche lui rispose iniziando a muovere la sua intorno alla mia, sembrava che le nostre lingue danzassero nelle nostre bocche e che le sensazioni si amplificassero. In quel momento c’eravamo sono noi il resto non contava, mi staccai lentamente da lui lasciando che le nostre lingue si sfiorassero ancora e poi la realtà ripiombò su di noi come un macigno in caduta libera. Mi alzai di colpo, “OH MIO DIO COSA HO FATTO” pensai o meglio urlai nella mia testa, cominciai a misurare la stanza a grandi passi, mentre Kurt mi guardava con espressione vacua, era rimasto sul letto appoggiandosi con le mani dietro la schiena per tenersi dritto.
Cominciai a parlare ad alta voce ma non mi rivolgevo Kurt ma a me stesso “ Perché? Perché l’ho fatto, io non sono così, io sto con Rachel”
“Finn….” sentii pronunciare il mio nome da Kurt con voce flebile, io lo ignorai e continuai a camminare.
“ Perché diavolo ho fatto una cosa del genere?” mi portai le mani nei capelli, non riuscivo a capire veramente cosa mi era preso “Non avrei dovuto farlo! Allora perché diavolo l’ho fatto? Io amo Rachel!” Era vero, l’amavo, e allora perché? Restai in silenzio cercando di riordinarmi le idee, ma erano un completo disastro l’una che si contraddiceva con l’altra. Decisi di fare quello che non avevo fatto fino ad allora, sentire cosa mi diceva il mio cuore, non con il pensiero razionale ma solo puro e semplice istinto e capire dove questo mi portava, amavo veramente Rachel? E poi dal nulla non so quale voce mi colpi più forte di un schiaffo, non diceva molto diceva solamente… Kurt…
Mi bloccai di colpo di fronte a Kurt guardandolo, ma senza vederlo veramente, dentro di me succedeva un macello, anzi più che macello si poteva definire come un momento di massima chiarezza perché una ad una le domande che mi avevano assillato per giorni trovarono risposta: ecco perché non riuscivo a smettere di pesare a quel bacio, ecco perché anche mentre baciavo Rachel pensavo a lui ed ecco perché non volevo parlargli: avevo semplicemente paura di ammettere quello che il mio cuore mi diceva ossia “svegliati, tu ami Kurt “ lo dissi ad alta voce senza pensare minimamente che il diretto interessato si trovava ad un metro da me.
“Come scusa?” chiese Kurt in tono sorpreso, io lo guardai negli occhi, in quei splendidi occhi in cui potevo perdermi ed essere felice di farlo, e per la prima volta vidi una persona diversa : il mio Kurt.
Lo guardai con intenzione e dissi con tutto il sentimento che provavo dentro in quel momento “Io ti amo, Kurt, e solo ora me ne rendo conto”.
Lui mi guardò alzando un sopracciglio “Mi stai prendendo in giro? Perché se è così è uno scherzo di cattivo gusto….” si alzò ed io mi parai davanti a lui prendendogli le mani.
“No Kurt, non ti prendo in giro, mi ci è voluto molto per capirlo ma non sono mai stato così serio in vita mia, io ti amo “ mi fissò negli occhi, come per capire se fossi serio, così lo presi e lo baciai di nuovo cingendogli i fianchi, lui rispose subito al bacio, e quello fu il bacio migliore della mia vita, le nostre bocche si bravano l’un l’altra così come le nostre lingue.
Molto lentamente lo feci indietreggiare e continuammo a baciarci fino a che non ci stendemmo sul letto, mi misi sopra di lui, con la punta della lingua disegnai il contorno delle sue labbra prima di morderle con infinità dolcezza, lui mi mise una mano sul fianco per poi farla passare dentro la maglietta accarezzandomi la pelle. Il suo tocco mi provocava dei brividi mai provati, mi morse il lobo dell’orecchio prima di sussurrarmi “Stiamo per farlo?” in quel momento realizzai che il farlo con lui era solo un’altra dimostrazione di quanto ci tenevo, volevo amarlo di più , volevo essere completamente nudo e quindi vulnerabile come non mai in vita mia davanti a lui, volevo affidarmi completamente a lui.
“Se tu voi…” gli sussurrai anch’io all’orecchio prima di infilare il viso nell’incavo del suo collo per baciarlo. Lo vidi annuire e sorrisi continuando a baciarlo.
Sentii sollevarmi la maglietta dal bordo e lo aiutai a sfilarmela, prima di gettarla atterra, ripresi a baciarlo con ardore, mentre lui mi accarezzava la schiena ed arrivava fino al mio sedere stringendolo, gli infilai una mano sotto la maglietta accarezzandogli il fianco mi alzai sfilandogliela completamente, lui alzò leggermente la schiena per permettermi di farlo, mi chinai su di lui iniziando a baciargli il petto e mi soffermai sul capezzolo che sfiorai con la punta della lingua, mentre lui si mordeva il labbro, tornai sul suo collo baciando e succhiando la pelle proprio sotto l’orecchio facendogli un succhiotto.
Lo sentii muoversi sotto di me, mi mise una mano sul torace spingendomi di lato per poi mettersi sopra di me, ora fu il mio turno di accarezzargli e stringergli il sedere sopra i suoi jeans, mi bacio le labbra portando una mano sul mio membro e accarezzandolo dolcemente facendomi salire l’erezione. Sorrise malizioso e percorse sfiorandomi con la punta della lingua la pelle da sotto il collo fino giù sull’addome, mi prese a baciare l’ombelico mentre con le mani mi sbottonava e abbassava i pantaloni fino sotto il ginocchio.
Scese con il viso e sfiorò con la lingua la mia erezione sopra i boxer, cosa che mi fece venire i brividi di piacere, molto lentamente mi abbassò anche i boxer liberando il mio membro ed afferrandolo con la mano, lo strinse e cominciò a muoverla lentamente, per poi aumentare il ritmo mentre mi baciava l’interno coscia. Sollevai un po’ il busto e mi sorressi con i gomiti per poterlo guardare. Lui alzò lo sguardo e con la lingua prese a sfiorarmi il glande. Mi morsi il labbro per l’eccitazione, scese con la lingua su tutta la lunghezza per poi risalire e avvolgerlo completamente con le sue labbra. Inarcai la schiena per il piacere e gli misi una mano tra i capelli per accompagnarlo nei movimenti. Sentivo il tocco della sua lingua che lo avvolgeva mentre con il capo si muoveva avanti e dietro. “Kurt sei fantastico….” era vero, mi stava facendo impazzire. A quelle parole prese a muoversi più velocemente, facendo aumentare sempre di più la mia eccitazione, gli strinsi i capelli trattenendo gemiti di piacere e lui prese a massaggiarmi anche i testicoli con una mano mentre con l’altra mi accarezzava l’addome. Stavo morendo di piacere ed era kurt a darmelo, sentivo l’eccitazione inebriarmi il corpo “Kurt sto per …” lasciai la frase in sospeso e mi aggrappai con la mano libera al materasso, lui continuò aumentando il ritmo e muovendo più velocemente anche la sua lingua “K-Kurt” tirai indietro la testa e venni con un urlo di piacere, potevo sentire ogni singolo muscolo contrarsi dopo l’eiaculazione. Guardai Kurt che aveva rallentato il ritmo fino a fermarsi, si tirò su e con un pollice gli tolsi un po’ della mia eccitazione anche aveva sul labbro, stavo per pulirmi sul lenzuolo quando lui mi prese la mano e lecco il pollice.
Lo ritirai di nuovo verso me e mi sdraiai con lui baciandolo ringraziandolo silenziosamente attraverso di esso, mi misi di lato a lui, baciandogli e mordendogli le labbra e con una mano scesi verso il suo membro e cominciai prima ad accarezzarglielo sopra i jeans e poi una volta sentita la sua erezione, presi a toccarlo dipiù . Mi alzai mettendomi di fronte al letto, guardai Kurt disteso su di esso che mi guardava come pregandomi di liberare la sua erezione dalla costrizione dei suoi pantaloni, mi sfilai totalmente jeans e boxer per poi chinarmi su di lui baciandogli l’addome, gli sbottonai i pantaloni e abbassai la zip prendendola con i denti, accarezzando il suo membro che spingeva contro gli slip.
Sfilai pantaloni e mutande con un solo, fluido, movimento, vidi la sua erezione finalmente libera. Gli presi una gamba e partendo dal piede cominciai a baciargliela in tutta la sua lunghezza, arrivai fino all’interno coscia e cominciai a leccare il punto di intermezzo tra il sedere e lo scroto, potevo percepire il suo piacere crescere, salii con la lingua sfiorando la sua erezione fino al glande, continuai a baciarlo lungo l’addome fino al petto dove leccai un capezzolo con suo enorme piacere visto i gemiti che gli provocava e con una mano gli accarezzavo un fianco. Arrivai a baciare fino al suo collo per poi mordere delicatamente la sua scapola. La mano che prima lo accarezzava ora andava a stringere la sua erezione, che provocò a Kurt l’ennesimo gemito. Serrai la presa e cominciai a fare su e giù, gli passai il pollice sul glande disegnando la sua circonferenza, con la mano libera lo presi da dietro la nuca, tirandolo a me, baciandolo con bramosità.
Continuai con i movimenti della mano alternando la velocità, delle volte molto veloce e quando sentivo la sua prima eccitazione sulle dita, rallentavo il ritmo per far durare tutto quello più a lungo, finché gradualmente aumentai la velocità e venne sulle mani mordendomi forte il labbro.
Sorrisi e lo abbracciai stretto a me, accostando il mio corpo nudo la suo e accarezzandogli la schiena così come lui stava facendo con me, gli sussurrai all’orecchio “Kurt vuoi che io..” lui non rispose annui solamente prima di baciarmi il collo “Kurt possiamo aspettare non dobbiamo correre”
Lui mi guardò e parlò con convinzione nella voce “No, lo voglio, desidero averti dentro di me” a quelle parole lo baciai con nuova passione prima di farlo voltare facendolo mettere a pancia i giù tra le mie gambe. Mi chinai sul suo collo che baciai ed usando la lingua percorsi il solco della sua spina dorsale fino ad arrivare al suo sedere dove aprii leggermente le natiche e con la lingua iniziai a leccare la sua entrata.
Continuai a farlo con fervore crescente, tentando di penetrarlo con la lingua mentre lui gemeva stringendo le lenzuola e spingeva il suo bacino contro il mio volto; mi sollevai e tornai a baciarlo lungo la schiena, mi leccai due dita e le portai alla sua apertura cominciandole ad infilare delicatamente, potevo leggere dal suo viso il fastidio che ciò gli provocava così andai più lentamente e quando quell’espressione muto in piacere scesi giù appoggiandomi sulle ginocchia e portai il mio membro verso la sua apertura cominciandolo a muovere in modo tale da far strusciare il glande lungo il solco del suo sedere.
Appoggiai la mia erezione sulla sua entrata e lo guardai, lui si girò con il collo guardandomi a sua volta e mi fece segno di proseguire “Ok, ma stai rilassato, così ti farà meno male”, lui annui nuovamente e cominciai ad infilarlo molto lentamente dentro accarezzandogli le natiche. Kurt emise degli urletti di dolore allora mi fermai “Kurt, vuoi che mi fermi? “ lui fece di no con la testa
“N-no, ti prego, vai a-vanti”. Con infinita lentezza e delicatezza infilai tutta la mia erezione, aspettai che i suoi muscoli si rilassassero attorno al mio membro intanto mi chinai su di lui baciandogli ogni parte del corpo che riuscivo a raggiungere.
Quando mi resi conto che i suoi muscoli non erano più tesi come prima gli alzai leggermente il bacino portandolo verso di me ed iniziai a penetrarlo lentamente, mi presero dei brividi dietro la schiena, anche la sua espressione non era più dolorante, così provai ad andare più veloce, Kurt strinse più forte il cuscino ed io portai una mano sulla sua erezione stringendola, si morse un labbro ma non riuscì a trattenere un urletto di piacere.
Cominciai a prendere ritmo, sincronizzando le mie spinte con i movimenti della mia mano intorno alla sua erezione. Un nuovo piacere mi invase e mi chinai appoggiandomi su di lui, strusciando avanti e indietro sul suo corpo. Cominciai a rallentare il ritmo facendo spinte più lente ma più profonde, ed ad ogni colpo sia che lui non riuscivamo a trattenere i gemiti, lo tirai fuori un paio di volte per poi rimetterlo assaporando i brividi che ciò comportava, ormai che Kurt non provava più dolore ma solo piacere, ed ero io a darglielo.
Iniziai a spingere più velocemente ansimando insieme a lui, lasciai libera la sua erezione, e appoggiai una mano sul letto per reggermi mentre con l’altra ero appoggiato alla spalliera. I nostri corpi sudati strusciavano l’uno sull’altro muovendosi con ritmo “ Finn… Sì… Così… Ti prego continua!” disse ansimando e mordendo il cuscino sotto di lui. A quelle parole aumentai il ritmo, ruotando il bacino in modo tale da poterlo stimolare per intero al suo interno, l’eccitazione crebbe ancora quando Kurt comincio e serrare i muscoli intorno alla mia eccitazione, mi chinai a baciarlo ancora e lui appoggiandosi sui gomiti girò il collo leccandomi la guancia e mordendomi il lobo “Finn io sto per… Oh oh…” disse con l’eccitazione nella voce.
“Si a-anchio”. Continuai a muovermi dentro di lui con veloci, ma profonde spinte e in un ultimo scatto di eccitazione gli morsi il collo. Quando capii che Kurt era al limite, afferrai la sua erezione, stringendola con la mano, finché con un gemito non venne. L’orgasmo mi accolse qualche momento dopo e mi riversai dentro di lui. Le nostre urla di piacere riecheggiarono nella stanza finché non svanì anche l’ultimo brivido ed io uscii lentamente dal corpo stremato del ragazzo.
Kurt si voltò appoggiandosi di schiena, entrambi ansimavamo ancora pesantemente, gli andai in contro e lo baciai con dolcezza; mi sdraiai di fianco a lui col la schiena un po’ sollevata appoggiata sui cuscini, Kurt appoggiò la testa sul mio petto ed io lo cinsi in un abbraccio mentre lo sfioravo con le dita su e giù sul suo braccio. Restammo in silenzio per qualche secondo assaporando gli ultimi residui di eccitazione.
Fui io a rompere per primo quel silenzio “Oh mio Dio, è stato fantastico”
Lui mi baciò “Vuoi dire che io sono stato fantastico, tu non sei stato niente male “ scoppiammo a ridere insieme e continuò “Non è vero è stato fantastico, non pensavo che fossi così bravo, hai superato di gran lunga le mie aspettative” lo guardai sorridendo.
“ Avevi delle aspettative? “ chiesi con curiosità
“ beh si, ti ho già immaginato a fare… questo, e devo di che questa tua… performance mi hai stupito” disse avvampando leggermente
“ Visto? mai sottovalutarmi” lo strinsi più forte a me.
“Vero, non farò mai più questo errore”.
Ripiombò il silenzio ma non era un silenzio spiacevole, stavamo bene “è tardi, meglio andare a dormire, devo andare di la?” mi guardo temendo la mia risposta
“Certo, che vuoi dormire qui?” gli risposi ma stavo scherzando, evidentemente lui non se ne era accorto perché si alzò e disse nel suo classico tono acido.
“Ok vado, ci vediamo domani”
Io sorrisi e lo riportai giù con me “Scherzo scemotto certo che voglio che rimani qui”
Lui mi sorrise e riappoggiò la testa sul mio petto e con il dito cominciò a farmi disegni senza senso sul torace e senza guardarmi disse timidamente “Ti amo, Finn…..”
Lo vidi arrossire, così lo presi per il mento e alzai il suo viso in modo tale da poterlo guardare negli occhi “Ti amo anche io, Kurt…” sorrisi e gli sfiorai le labbra con le mie.
Tornammo in silenzio, cominciai ad accarezzargli i capelli e potei vedere il momento preciso in cui i suoi occhi si chiusero, facendolo cadere nel mondo dei sogni.
Restai a fissarlo con il sorriso sulle labbra per molto tempo. Quella sera era stata molto importante per me: avevo finalmente capito chi amavo veramente ed avevo la fortuna che questa persona mi ricambiasse. A quel pensiero chiusi gli occhi, dopo aver baciato Kurt sulla testa, e appoggiata la testa sul cuscino,  mi addormentai con il sorriso stampato sul volto.


In quella stanza, che sembrava così isolata dal mondo esterno, e così lontana dai pregiudizi della gente, due persone si erano trovate ed amate. Certo avrebbero trovato ostacoli sul loro cammino ma da oggi li avrebbero affrontati insieme, essendo semplicemente loro stessi, essendo semplicemente Furt.

n.d.a. Allora prima di tutto vorrei ringraziare Greta, Jessika, Mary e Vera per avermi dato consigli ed aver betato questa storia.
Ci tengo a precisare che questa è la mia prima fanfiction in assoluto e non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni, sempre se volete farmi sapere che ne pensate ovvio :)
Tengo molto a questa storia e non solo perchè è la mia prima FF, ma anche perchè, grazie a questa, mi sono avvicinato ad una persona per me molto speciale: la MIA GRETA, ed è per questo motivo che poi ho deciso di pubblicarla, dato che non era nelle mie intenzioni farlo all'inzio. Ho aspettato fino ad oggi per publicarla perchè beh, io e Greta oggi facciamo tre mesi esatti che stiamo insieme e mi sembrava bello che fosse pubblicata in un giorno significativo per noi. Che altro dire Grazie amore per tutti i consigli che mi dai e per sopportarmi ti adoro il Tuo Rob.
ps. Spero veramente che la storia vi piaccia :33

  
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