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Autore: Tinotina    11/02/2012    2 recensioni
Tutto è più intenso quando sei un vampiro.
Lexi Branson lo sa bene.
Sa anche che l'amore è l'unica forza in grado di cambiare gli uomini.
Ma quando sei un vampiro, l'amore può essere sufficiente?
Amore, è questo il punto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Lexi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Love, that's the point...

 

"Because once you can hurt, you can love.

 

Love Stefan, that's the point."

Lexi – TVD 2x15


Atlanta, Georgia.
Anni 2000.


Quella notte c'era un profumo particolare nell'aria.
Lexi lo sentiva distintamente mentre si dirigeva, nella sicurezza che la notte le dava, verso quel bar che aveva da poco scoperto ma che, contrariamente ad ogni sua aspettativa, la faceva sentire a casa.
La proprietaria, Bree, l'aveva accettata cordialmente.
Era difficile trovare una strega che si fidasse in quel modo di un vampiro mai visto prima.
E lei, a dispetto di tutto, era un vampiro.
Una creatura della notte, che si nutre di sangue.
Per molti, un essere senz'anima, anche se lei cercava disperatamente di rimanere aggrappata alla sua parte umana.
La parte di sé che poteva ancora affacciarsi al calore del sole.
La parte di sé che riusciva ancora a provare emozioni.

<< Lexi! >> la salutò Bree << Ma che fine avevi fatto?! Vieni, ti offro da bere! >>
<< Grazie, Bree >> disse accettando con un sorriso il bicchiere che le porgeva.
<< Allora >> domandò questa << Dove sei sparita? >>
<< Un po' qui, un po' lì >> rispose vaga << Sai com'è, viaggiare è il bello della vita... vedere posti nuovi, incontrare persone nuove... >>
<< Ci sono ancora posti nuovi per te? Non hai già visto tutto, nella vita >>
<< E' questo il bello, Bree >> disse Lexi mostrandole con lo sguardo l'interno del suo bar << Il profumo della vita non è mai usuale. In ogni essere umano c'è una fragranza particolare, fatta di desideri, di passioni, di speranze e di sogni. Personalmente trovo che sia un profumo fantastico >>
<< E' l'odore del sangue, Lexi... >>
<< No. Non è solo questo. C'è molto più del sangue negli esseri umani. >> mormorò << Non pretendo che tu possa capire. Dimmi di te, invece. >>
<< Oh, solita vita, solito bar, solito cuore spezzato. >>
<< Ma come, ancora? >>
<< Ormai ho smesso di credere nell'amore, Lexi. E' doloroso, inutile e decisamente sopravvalutato. >>
Bree parlava con una voce piatta e triste.
Essere innamorati è doloroso – diceva – ma rinunciare all'amore è peggio.
<< Non mi dai l'idea di qualcuna che ha rinunciato. >>
Bree rise. << Sei mai stata innamorata, Lexi? >>
<< No >> ammise.
Quasi 350 anni, e mai un'amore.
Incredibilmente ironico.
Una vita non le era bastata. Nemmeno due.
Aveva vissuto, si; ma la sua era stata un'esistenza solitaria e buia. La quintessenza dell'essere un vampiro.
<< Fidati, allora. >> le disse << Il mio amore, mi ha distrutto. Come se mi avessero cavato il cuore dal petto, o infilatoci un paletto di legno. >> sospirò, prendendo una nuova bottiglia di Tequila e porgendole un bicchiere << Tieni, bevi. Non si più affrontare una conversazione come questa senza una buona dose di alcool nelle vene.>

<< Ehi, Bree! Servimene due! >>
Un ragazzo, di circa vent'anni, con corti e arruffati ciuffi castano chiaro e l'aria sconfortata si sedette vicino a Lexi e aveva ordinato da bere.
<< Eccoti servito >> disse la donna, con due bicchieri in mano.
<< Grazie, Bree. Mi ci voleva. >>
<< Giornata pesante? >>
<< Settimana, piuttosto. >> mormorò lui.
Lexi osservava il ragazzo, incuriosita. Il profumo che la sua pelle emanava, il suono stanco del suo cuore, l'avevano incantata.
<< Ehi Bree, versagliene un altro. Offro io. >>
La barista la guardò scettica. Sicuramente – si disse – i soldi che le avrebbe dato l'aveva rimediati da qualche parte, rubati da un ufficio o da qualche pover'uomo che aveva sfortunatamente incontrato il suo cammino quando aveva avuto bisogno di soldi.
Lexi, infatti, era solita entrare nella mente dei baristi e convincerli amichevolmente di offrirle da bere.
Tuttavia Bree era una strega, e con lei il soggiogamento non funzionava.
Lexi sorrise affabile, sia a Bree che al ragazzo.
<< Alla tua. >> disse alzando il bicchiere.
Lui rispose alzando il proprio a sua volta.
Bevve tutto d'un fiato, prima di sorridere verso quella strana ragazza bionda che gli aveva offerto da bere con uno sguardo così sereno. << Sono Lee, piacere. >>
<< Lexi >>

 

***


Non sapeva come era potuto accadere, ma era successo.
Era bastato conoscere un ragazzo in un bar, e la vita che aveva condotto prima di quel momento aveva perso ogni significato.
La notte aveva assunto i colori di Lee, ed erano colori caldi e accoglienti. Colori che – senza averlo mai saputo – erano sempre stati suoi.
Era passato più di un mese dall'inizio della loro frequentazione, ma Lexi era già così sicura di lui dopo neanche un giorno.
E' una caratteristica di chi ha vissuto secoli, saper riconoscere l'essenza stessa di una persona in breve tempo. Forse perché si ha avuto modo di incontrare le più svariate tipologie di uomini.
Avari, onesti, superbi, golosi, coraggiosi, astuti, altruisti...
Eppure, è bastato un unico uomo per rendere vane tutte queste parole.
Lee.
Era riuscito a scalfire la sua dura pelle, senza nemmeno utilizzare un paletto di legno.
<< Ripetimelo di nuovo >>
Stavano passeggiando, mano nella mano, sotto la chiara luce della luna.
<< Che cosa? >>
<< Dimmi perché non vuoi mai uscire di giorno con me. Nemmeno per andare a pranzo fuori, o per chiedermi di accompagnarti a fare shopping >>
Ultimamente Lee le aveva posto moltissime volte quella domanda.
Perché non uscire insieme di mattina?
Era questa la domanda, ma in realtà quello che più gli premeva chiedere era perché lei non volesse portare la loro relazione alla luce del sole.
Semplice, amore mio. Perché ne morirei.
<< Lavoro, lo sai. >>
<< E tu sai che, anche per chi lavora all'ospedale, ci sono giorni liberi? Chiedi un giorno di permesso. Ti posto a fare un picnic. >>
<< E abbandonare tutte quelle persone che hanno bisogno di me? >>
Sorrideva.
Aveva pensato a vari lavori che potessero giustificare la sua assenza ogni mattina, e era arrivata alla conclusione che fare il medico potesse garantirle una copertura sufficiente. In fondo, aveva già finto di essere un'infermiera, una volta.
Se solo lui avesse saputo...
<< D'accordo, d'accordo... >> disse << Come credi. Ma domani vieni a cena da me, okay? >>
Lexi lo baciò.

 

***


La mattina dopo, mentre Lexi dormiva serena sotto le coperte della sua stanza al bed&breakfast, Lee si era svegliato con l'intenzione di sorprendere la sua ragazza portandola a mangiare qualcosa di più sostanzioso dei piatti che servivano alla mensa dell'ospedale.
Entrò senza timore e si avvicinò alla reception, chiedendo di Lexi.
<< Mi scusi ma qui non lavora nessuna Lexi. >> disse pacata la vecchia segretaria.
<< La dottoressa Branson non lavora qui da voi, ne è sicura? >>
<< Sicurissima giovanotto >>
Lee sospirò, borbottò un “grazie” poco convinto e lasciò l'ospedale con in testa mille spiegazioni, mille ragionamenti sul perché Lexi gli avrebbe dovuto mentire e sul perché lui era stato così sciocco da non essere riuscito a scoprire la menzogna. Dopotutto, si è mai sentito dire di un medico che abita in un bed&breakfast ?
Ed ora era proprio lì che si stava dirigendo. Nella camera numero 5, occupata da quella bella donna che era riuscita a rapire il suo cuore.
Quanto era stato stupido.
Si era lasciato ingannare dalle sue labbra carnose e da quegli occhi così enigmatici, profondi come gli abissi.

Una volta arrivato davanti alla sua porta, di limitò a bussare, incessantemente.
I pugni che si abbattevano contro la porta erano un'opaca espressione della frustrazione che lo logoravano dall'interno, fino a quando la porta non si aprì in uno spiraglio.
Lexi era avvolta nell'oscurità, alla quale uscì solo il suo tono allarmato. << Lee, che cosa ci fai qui? >>
Lui entrò, senza aspettare che fosse lei a invitarlo. La prima cosa che notò fu che l'intero appartamento era invaso dalle ombre che creavano le tende, chiuse in modo tale da non lasciar passare neanche un raggio di sole.
<< Dovrei essere io a chiedertelo, non credi? >>
<< Io abito qui >> disse Lexi, ben conscia che quella sola risposta non lo avrebbe per nulla soddisfatto, tutt'altro. Con ogni probabilità si sarebbe infuriato ancora di più. Ma a lei questo non importava. Cercava solamente di guadagnare tempo.
<< Non prenderti gioco di me, Lexi! Ieri sera mi hai detto che stamattina dovevi lavorare! >>
<< C'è... c'è stato un improvvisata... mi hanno dato la giornata libera >> disse, inventando di sana pianta.
<< Non mentirmi! >> sbraitò << Sono andato all'ospedale! Nessuno ti conosce lì! >>
<< Oh... >> sospirò.
<< Solo “oh” sei in grado di dirmi? >>
Lexi si sedette sul letto, invitando il ragazzo a fare altrettanto, ma lui rimase in piedi, fermo come una statua.
<< Lee, posso spiegare.. >>
<< Prego, sono tutt'orecchi. >>
Lee la guardava fermo, ma con uno sguardo pieno d'attesa. Implorava con gli occhi che lei parlasse, che gli dicesse la verità.
Verità...
Una parola che nel corso della sua eternità aveva perso via via sempre più valore.
La verità, per lei, era tutto ciò che volesse far credere agli esseri umani. Bastava una piccola persuasione... e poteva avere il mondo ai suoi piedi.
<< Non so bene come cominciare... >>
Poteva fidarsi di lui?
L'avrebbe lasciata, una volta saputo cosa era in realtà, o sarebbe stato in grado di amarla anche come mostro schiavo di sangue? L'amore che avevano condiviso sarebbe bastato?
Poteva fidarsi di loro?
<< Magari dall'inizio. >> suggerì Lee.
Non sapeva se fosse per la paura che leggeva nel volto di Lee, o per la sua volontà di non voler più nascondere una parte di lei a colui a cui desiderava tutta se stessa, o per la consapevolezza che – nolente – poteva cancellare quel ricordo dalla sua mente, ma Lexi prese un bel respiro e iniziò a raccontare.
<< La mia era una bella famiglia. >> disse << Unita sia nelle fatiche del lavoro, che nella gioia delle domeniche. Non avevamo il tempo di riposare, ma quell'unico giorno, per mio padre, era sacro. Almeno... rimase unita fino al giorno della mia scomparsa. >> si fermò, ansante.
Non è la lontananza a rendere un ricordo meno amaro.
<< Buffo, come tutto iniziò con una famiglia sfaldata, quando il mio unico desiderio era di formarne una mia. Avevo superato i vent'anni, ed ero in età da marito. Avevo al mio fianco molti spasimanti, anche benestanti, ma mio padre non concedeva mai la mia mano. Molti dei nostri vicini lo consideravano un pazzo. Stavo invecchiando e c'erano nuove bellezze in città. Sembrava quasi che mio padre volesse farmi diventare una vecchia donna sola. Solo poi capì il perché del suo comportamento, ed anche del mio. >>
Lee la guardava ma sembrava che non la vedesse davvero.
<< Vedi, Lee, io ero entusiasta che mio padre non accettasse nessun pretendente alla mia mano perché, in quel periodo credevo di essere innamorata di un uomo. Si era presentato a me come un gentiluomo da nobili natali – tutte menzogne – ma i suoi vestiti pregiati e i suoi modi mi avevano ormai ammaliato. Ero pronta a fuggire con lui, capisci? Pronta a disonorare la mia famiglia! >>
Il tono di Lexi era quasi disperato. Come se qualcuno le stesse rubando l'aria dai polmoni.
<< La cosa particolare di lui era che si presentava solamente quando il sole era già calato e la sua luce sparita dal cielo. Forse questo particolare ti ricorderà le mie stranezze, ma quello era il 1680 ed era normale che i gentiluomini avevano le mattinate impegnate da incontri d'affari. >>
Lee per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. << 1600... 1600... 1680? >> ringhiò << Ti avevo detto che non volevo essere preso in giro. Vuoi farmi credere che tu vivevi nel 1680? Che stai dicendo, Lexi?! >>
<< Ti sto dicendo che io ero viva nel 1680. Ti sto dicendo che in quell'anno persi ciò che avevo di più caro, la mia umanità. Sono un vampiro, Lee. >>

 

***


<< Tu.. cosa?! Questo scherzo non mi diverte, Lexi. >> disse allontanandosi da lei << Sono venuto qui perché pensavo di potermi fidare di te ma tra tutte le scuse che avresti potuto inventare, tu mi vieni a dire che sei... cosa? Il mostro sanguinario descritto da Bram Stoker? Sei pazza, Lexi. >>
Fece per imboccare la porta quando, con un rapido movimento, Lexi si frapposte tra loro.
<< No, non ti permetterò di andartene. >>
<< Come... come diavolo hai fatto? >>
<< Lee, resta. Resta fino a che non ti dirò che portai andartene >>
Immediatamente il ragazzo si allontanò dall'ingresso, mettendosi seduto nel piccolo soggiorno dell'appartamento di Lexi.
Lee guardò la ragazza interrogativo. << Cosa... cosa mi hai fatto? >>
Lexi si sedette a fianco a lui. Provò a stringere le sue mani, ma lui le ritirò prima che lei potesse afferrarle. << Ti ho... ti ho soggiogato per non farti andare via >>
<< Tu, cosa? Mi hai controllato? Perché? >>
<< Te ne saresti andato senza sentire il resto della storia. Posso capire che tu abbia paura di me, ma ti prometto che non ti farò mai del male. Mi hai chiesto la verità e, per quanto possa non piacerti, la mia storia inizia così, nel 1680. Quando avrò terminato, ti libererò dal soggiogamento e potrai decidere tu, autonomamente, se restare o andartene. Non te lo impedirò. >>
Lee abbassò gli occhi, nel tacito invito a continuare quella improbabile quanto triste storia.
<< L'uomo di cui ero innamorata >> iniziò Lexi << era una vampiro. Per cui credimi, posso capire come ti senti. Solamente che io lo seppi quando mi uccise, piantandomi un pugnale dritto nel cuore, dopo avermi fatto bere il suo sangue. Quando rinvenni, mi fece bere del sangue umano, e con esso mi crebbero le zanne, i miei sensi si svilupparono, le mie emozioni furono potenziate. Diventai anch'io un demone schiavo della notte. Ero disperata.
Quello che non puoi sapere è che quando si diventa un vampiro, si riacquistano tutti i ricordi cancellati da una manipolazione. E durante la mia prima notte, io riebbi tutte le mie memorie. Scoprì con sommo dolore che il mio amore non era mai stato reale. Che fui comandata ad amare quel vampiro che, non solo mi aveva rovinato la vita, ma mi aveva anche privato di essa.
Mi ha privato di innumerevoli cose. Di poter godere nuovamente del calore del sole, del conforto della mia casa e delle mie cose. Mi ha condannato a veder morire ogni persona che ho avuto la fortuna di conoscere e di amare prima di me.
Scappai. Non ritornai mai più nella mia terra. Non volevo che i miei genitori avessero, come mia ultima immagine, il ricordo di un demone senz'anima. >>
Lee guardò il volto di Lexi. La ragazza, notando lo sguardo dell'uomo su di sé, richiamò un afflusso di sangue. In breve i suoi occhi diventarono rossi.
<< Questo viso >>
Lee allungò una mano verso la faccia di Lexi, titubante. Temeva quel contatto, eppure non sentiva in cuor suo un atteggiamento più giusto della carezza che voleva lasciare su quella pelle delicata.
<< Sei bellissima, Lexi. Anche con questo volto, soprattutto con questo volto, se tu sei davvero questa donna. >>
<< Sono un vampiro, Lee. >>
<< Mi hai mai soggiogato per pretendere il mio amore? >>
<< No >>
<< Mi hai mai soggiogato per convincermi a fare una cosa contro il mio volere >>
<< Intendi prima di oggi? >> gli ricordò ridendo << Comunque no >>
<< E' per questo che non volevi uscire con me la mattina? Perchè... >>
<< … sarei morta, si. >> concluse per lui.
<< Ed io che pensavo avessi un altro... >> ridacchiò Lee.
Lexi rise con lui. << Non c'è mai stato nessuno. Nessuno da più di 300 anni. L'unico uomo costante nella mia vita è Stefan Salvatore. Un mio buon amico, conosciuto circa 140 anni fa... >> Sorrideva  nel vedere la sua preoccupazione.
<< Lexi >> disse Lee, resosi improvvisamente conto della gravità che la realtà delle parole di Lexi portavano con sé. << Non posso farlo. >>
Stava per chiedere “cosa?” ma un suo sguardo la fece desistere.
<< Devi liberarmi di questo controllo mentale.  Ho bisogno di... ho bisogno di uscire a qui >>
<< No. Devo... devo spiegarti ancora tante cose... >>
<< Non ho bisogno di sentire nient'altro. >> la interruppe lui << Sei.. sei... non lo so. Lexi, non so se posso andare avanti. Ho bisogno di tempo. Ho bisogno di pensare a me, adesso. Devi lasciami uscire da qui. Se resto troppo a lungo potrei fare qualcosa, o dire qualcosa... che a mente lucida non direi o non farei mai. >>
<< Capisco >> mormorò. << Se vuoi andartene, puoi farlo. >>
Il comando le aveva straziato il cuore. Non era ancora pronta a dire addio, eppure … l'aveva lasciato libero di decidere della sua vita.
Stava per andarsene quando: << Posso anche cancellare questi ricordi, se lo desideri. Sarà una tua scelta. >>
Lee si voltò. << Servirebbe a qualcosa? >> chiese.

 

***


Lee era sconvolto.
Come era entrato a far parte del mondo soprannaturale? Come aveva scoperto l'esistenza di entità che avrebbero dovuto restare nell'ignoto.
Vampiri?
Potevano esistere? - No, domanda sbagliata.

Esistevano e lui poteva solamente averne paura. Una paura più che giustificata, considerando che – da quello che aveva letto e provato sulla sua stessa pelle - erano in grado di ucciderlo senza troppi rimorsi.
Aveva solo bisogno di bere.
Non si fermò a pensare. Andò spedito verso la sua macchina e partì. Trovò il bar di Bree aperto. Sapeva che l'amica non avrebbe di certo chiuso la porta ad un uomo in cerca di alcool.
Quando entrò, corse al bancone e ordinò il liquore più forte che aveva.
Bree glielo servì con un'occhiata ammonitrice. << Hai litigato con Lexi? >>
Il bello di Bree è che non aveva molti peli sulla lingua. Mantenere il segreto sulle sue capacità magiche l'aveva talmente stancata che su ogni altro argomento era totalmente sincera. Soprattutto quando le premeva scoprire qualcosa. Faceva domande mirate e pretendeva una risposta esauriente.
<< Siamo in pausa >>
Lee beveva.
<< Cosa ti ha fatto? >>
<< Cosa ti fa pensare che sia lei ad avermi fatto qualcosa? >>
Bree rise. << Gestisco un bar >> rispose semplicemente << Vedo queste cose tutti i giorni. Credimi, se fosse stato il contrario, a quest'ora sarebbe lei a riempirsi come una spugna >>
<< Mmm... >>
<< Quindi... che cosa ti ha fatto Lexi? >>
<< Diciamo che non voglio pensarci. >>
Bree sospirò. << Dai bevi. Vedrai che si risolverà tutto. >>
<< Sul serio pensi che l'alcool possa aiutarmi. Mi ubriacherò e poi cosa? I problemi che ho adesso non si cancelleranno. La realtà dei fatti non cambierà. >>
<< Allora è più grave di quel che pensassi. Ti serve la ricetta speciale della nonna. >>
Se ne andò un momento sul retro del negozio. Lee la poté vedere mentre sminuzzava erbe che non aveva mai visto. Quando tornò, aveva un sorriso affabile in volto e un bicchiere pieno in mano.
<< Offre la casa. >> disse.
Lee guardò l'intruglio con sospetto. << Che cos'è? >>
<< Qualcosa che ti aiuterà. Fidati. >>
<< Tutto, pur di far passare questo dolore. >> e buttò giù tutto il liquido
<< Ora … >> disse Bree incatenando i suoi occhi a quelli del ragazzo. << Che cosa è successo con Lexi? >>
Lee provò a evitare il suo sguardo, ma alla fine si arrese e confessò. << Lexi è un vampiro. >>

Era bastato un secondo a Lee per rendersi conto di ciò che aveva appena ammesso. Si portò una mano a quella bocca traditrice, scioccato. Com'era potuto accadere? Ora Bree avrebbe sicuramente pensato che era arrivato già ubriaco. Ma la donna non sembrava troppo sconvolta dalla confessione. Sembrava piuttosto... rassegnata.
<< Quindi te l'ha detto... e ti ha risparmiato la memoria... un gran bel gesto, il suo. >> disse, più a se stessa che a lui.
<< Co... cos... tu lo sapevi? >> sbraitò.
Bree annuii.
<< Come? >> disse atono.
All'inizio ebbe un momento d'esitazione, ma alla fine Bree gli rivelò il suo piccolo segreto, accompagnandolo con parole dolci quanto il gelo della notte. << Il mondo non è come te lo immagini, Lee. E' pieno di oscurità, di male... cose che la tua natura umana non avrebbe mai pensato potessero essere vere, in realtà lo sono. E sono anche dannatamente letali. >>
<< Come puoi... come puoi vivere in un mondo del genere senza provare paura? >>
Quella sensazione di terrore che precede l'attimo in cui capisci che tutto è ormai perduto.
La paura più far fare alle persone cose terribili.
Come rinnegare un amore puro.

<< Tu hai paura di Lexi? >> domandò puntigliosa.
<< Si... no... cioè prima no, ma ora...>>
Bree lo guardò. Aveva negli occhi la luce che possiedono le mamme quando stanno per rivelare ai propri figli – affamati e stanchi – di non avere timore. Che il barattolo dei biscotti sarebbe stato sempre a portata di mano, per loro.
<< Il mondo, Lee, può scaraventarci addosso tutto quello che c'è di più orribile. Paura, dolore, angoscia, perdita, rabbia, tradimento, disperazione, odio! Ma... ma se ti lasci coinvolgere in quel turbine infernale di sensazioni, non ne uscirai più. Non ne uscirai vivo! >> sentenziò << Ma la vita non è solo dolore, Lee. In questo mondo c'è altro. Coraggio, forza, fedeltà, amicizia, amore, famiglia! E per Lexi, tu rappresenti la sua famiglia. Non ha altri che te. Quindi sii coraggioso, Lee. Abbi il coraggio di amare a tua volta, perché credimi... se è amore vero, puoi rintanarti anche nel posto più sperduto di questo mondo, non riuscirai mai a scappare. >>

 

***


Passarono due mesi dall'incontro di Lee e Bree al bar di quest'ultima, ma da quel giorno Lee sembrava scomparso nel nulla.
Con lui, arrivò anche la mancanza di Lexi. Ormai Bree non la vedeva quasi più, ma sapeva, da certe voci che giravano, che la ragazza – se non per rimediarsi sacche di sangue dalla banca del sangue – non usciva dalla camera che aveva affittato al bed&breakfast. L'ultimo posto in cui erano stati insieme, l'ultimo in cui poteva ricercare il suo odore. Ormai viveva di questo.
Si ricordava le parole che aveva detto al suo amico Stefan, quando voleva insegnarli il valore delle emozioni.

“Tutti questi uomini sono morti o moribondi. Che cosa provi?”
“Niente, non provo niente.”
“Perché hai represso la parte umana di te. Quella che ti fa provare emozioni.”
“Non è questo il punto?”
“C'è un modo migliore. Devi solo volerlo.”
“Ma è migliore?”
“Non all'inizio. Non puoi scegliere cosa provare. Devi lasciar rientrare tutto. Il dolore, il loro sguardo quando gli togli la vita, il pianto dei loro cari.”
“E perché dovrei farlo?”
“Perché quando soffri, puoi amare. L'amore, Stefan, questo è il punto. Tutto è più intenso quando sei un vampiro. Quando soffriamo, soffriamo davvero. Ma quando amiamo...”


Si, era quella la sua verità. La morale che si era germogliata in lei nel corso dei secoli, ma... com'era allettante l'idea di premere quel pulsante e far smettere tutto il dolore che la consumava dall'interno.
Non l'avrebbe mai scoperto nessuno. Stefan non l'avrebbe scoperto.
Bastava solo premere e tutto sarebbe cessato.
Bastava solo premere quel pulsante e sarebbe stata in grado di distruggere la sofferenza che stava distruggendo lei.
Bastava solo...
Stava quasi per spegnersi, distesa lì su quel materasso, quando la porta dell'appartamento si aprì con uno scatto improvviso.
 Repentinamente Lexi si alzò, nascondendosi dietro l'anta della porta appena spalancata.
Era entrato un ragazzo trafelato con passo deciso. Negli occhi la luce di chi sa di dover compiere una missione, senza possibilità di ritirarsi. Scrutava la stanza come un segugio, in cerca di qualcosa... di qualcuno.
<< Lee? >> disse Lexi incredula.
Lui si voltò verso il punto da cui proveniva la voce, di soprassalto.
<< Lexi. >> constatò. << Che ci fai dietro la porta? >>
<< Dopo... cioè tu... dopo due mesi vieni a casa mia, senza essere stato invitato, e mi chiedi come mai mi trovo dietro la mia porta? >>
<< Si! >>  disse, ma un'occhiata ammonitrice di lei lo fece desistere. << Cioè no... non esattamente. >>
<< Che cosa ci fai qui, Lee? >>
Il giovane si sedette, invitando la ragazza a fare altrettanto. Quando lei arrivò vicino a lui, iniziò a parlare.
<< Io morirò, Lexi. >> disse  << Mentre tu non invecchierai, io diventerò un vecchio grigio e scorbutico. Lascerò questa vita in modo sbiadito e paretico, lasciandoti con un altro morto da piangere >>
Lexi si rabbuiò di colpo. << Lo so bene. Morire fa parte della vita >>
<< Non voglio andarmene e lasciarti da sola a piangere la mia morte. >>
Lexi gli baciò i palmi delle mani. << Se sarò stata così fortunata da aver potuto vivere anche solo un decennio in tua compagnia, il solo ricordo di te basterà per tutta la mia eternità >>
<< Sei sicura che il solo ricordo ti potrà bastare? >>
Lexi annuii.
<< Perché altrimenti, esisterebbe un'altra soluzione >>.
La ragazza alzò un cipiglio, intuendo cosa volesse proporre.
<< Potresti non accontentarti. Potresti vivere l'eternità accanto a me e creare tanti ricordi quanto sarà lungo il nostro tempo insieme. Basta solo che tu mi trasformi. >>

 

***


Lexi si alzò di scatto, come scottata.
<< Oh, no. No! Non sai di cosa stai parlando! >>
Lee si alzò a sua volta, posizionandosi davanti a lei, come per fronteggiarla.
<< Si, invece! Se voglio poter vivere con te, devo vivere per sempre. Tu puoi farmi vivere per sempre. Puoi tenermi con te. >>
<< Non posso farlo. Non posso ucciderti! >>
<< Ritornerei a vivere, se mi dai del sangue. >>
<< Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Mi stai chiedendo di toglierti la vita. Non sono in grado. >>
<< Si che puoi. >>
<< No, invece! Tu non sai cosa significa. Mi stai chiedendo di legarti alle tenebre, di renderti schiavo del sangue, di... >>
<< No, Lexi. Ti sto chiedendo di legarmi a te per sempre. E te lo sto chiedendo perché ti amo. >>
<< Non posso... non posso... non voglio distruggere la tua parte umana. E' come fare a pezzi una parte di te. >>
<< Tu, sei una parte di me. Lo so che ci conosciamo da poco, ma non voglio sprecare altro tempo. Non voglio andarmene da qui con il rimpianto di non aver fatto tutto quello che potevo per stringerti a me. >>
<< Lee... >>
<< E' amore, Lexi. Non puoi scappare da me. Non puoi scappare da questo. >>
<< Dovrai dire addio a tutta la tua vita per stare con me. Sei pronto a questo? >>
<< Non rinuncio a nulla. Se vuoi metterla su questo piano, possiamo dire che chiuderò un capitolo della mia vita. E ne inizierò un altro, con te. >>
<< Morirai... solamente per stare con me. >>
<< Morirò per amore >> corresse lui. << Amore, Lexi. E' questo il punto. >>



 

  
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