Reunion of the Fates
To the Anakin to my Anakin.
Lo spettro distolse lentamente
lo sguardo dai propri figli.
«Maestro?»
Obi-Wan Kenobi, dopo un lieve istante di esitazione, si voltò verso la figura
al suo fianco. Pareva che, in fondo, essere un tutt’uno con la Forza non avesse
privato nessuno dei due del peso di quegli anni.
«Sì, Anakin?»
Li aveva resi consapevoli, certamente; consapevoli di ogni minima verità
sepolta tra i granelli di sabbia di Tatooine, tra le cavità della luna di
Endor, nei laghi di Naboo; consapevoli della storia passata e futura di ogni
creatura vivente che avevano sfiorato; e consapevoli dei propri errori.
«Mi dispiace. Non ero saggio come credevi, né forte. Né meritavo il tuo
orgoglio. Avevo ceduto alla rabbia… e all’amore.»
Erano, dunque, quel che ogni Jedi avrebbe potuto essere, se avesse carpito i
segreti della Forza senza cader preda dell’abisso che essa nascondeva: non
conoscevano l’odio, né l’attaccamento, né la rabbia – percepivano le passioni
umane e ne erano distaccati; le ricordavano, le sfioravano, ma non se ne
lasciavano assorbire. Tuttavia, conoscevano il rimorso, la pietà, l’affetto ed
il più profondo dei bisogni umani: il dialogo.
Il maestro annuì. «Avevi ceduto la tua intera anima all’amore, Anakin, fino a
non distinguerlo dall’ossessione. Ho tentato inutilmente di fartelo vedere
oltre la cecità del tuo odio. Eppure, per amore sei tornato in te. Riesco a
perdonarti, ora.»
Anakin tornò, per un istante, ad osservare il figlio, e per la prima volta,
dopo anni, sorrise. Ma nel voltarsi nuovamente verso Obi-Wan, la sua
espressione tornò seria.
«Ho bisogno di chiederti un’altra cosa. Su Mustafar mi hai detto d’aver fallito
con me. Ma, Maestro, la scelta che ho fatto-»
«La scelta che hai fatto è stata esclusivamente tua; ma, innegabilmente, sei
stato condotto sul cammino che ti ha portato alla tua decisione; sei stato
manipolato. Te ne rendi conto ora, credo. Il mio errore fu nel non saperti
condurre via da Palpatine – via dal Lato Oscuro. Tu mi hai salvato la vita
dieci volte ed io non sono riuscito a salvare la tua in quella singola occasione.»
E, dopo un istante di silenzio carico di significati, Anakin Skywalker, il
Prescelto, l’assassino, scoppiò a ridere. «Dieci volte che potrebbero sempre
diventare undici. Laggiù vedo un’astronave bellissima, il— Millennium Falcon, ecco—se
provassimo a fare un volo con quella… Certo, non potrei tecnicamente salvarti la vita, ma almeno ci sarebbe
il brivido--»
Obi-Wan Kenobi sospirò. «Speravo che perlomeno dopo la morte mi avresti
lasciato un po’ di pace. …In ogni caso non conterebbe.»
Note
dell’autrice:
1. Questa roba è stata un parto, giuro. Io e la mentalità Jedi siamo un fail
epico, e ho dubbi galattici sull’IC. Ma tant’è. Sono fermamente convinta che
anche tra spettri esistano i rapporti interpersonali, e che questi due non
potessero davvero chiarirsi con uno sguardo dopo tutti quegli anni. Pertanto,
questa storia andava scritta. Punto.
2. Questa roba è dedicata ad una mia amica che oggi compie gli anni. La
suddetta persona condivide il 90% dei miei fandom, e da ciò è nata la credenza
che in realtà siamo la stessa persona. Da qui si spiega (?) la dedica iniziale.
3. Sono pronta a qualunque correzione, critica, tutto. Che la Forza sia con
voi!
4. Il titolo è fondamentalmente una modifica di “Duel of the Fates”, brano
della colonna sonora del primo film.