*Only Act*
– Out Of Character –
Caroline era assalita dai dubbi.
Aveva deciso di recarsi al ballo della famiglia Mikaelson per controllare che non accadesse
niente di male a Matt, ma si era ritrovata a ballare con Klaus.
Non sapeva cosa l’ibrido avesse in mente, quale diabolico
piano avesse architettato per quella serata apparentemente tranquilla… doveva
ancora scoprirlo. Al momento sapeva solo che Matt era ancora in compagnia di
Rebekah e che Klaus era un ottimo ballerino.
Si era allontanata dalla sala per respirare un po’ d’aria
fresca ma Klaus l’aveva raggiunta anche lì.
– Ti piacciono i cavalli? –
– Non ho intenzione di rispondere finché non mi dirai
perché mi hai invitata – e perché mi hai regalato un abito,
pensò tra sé la vampira.
– Mi piaci. –
– Così, senza preavviso? – replicò lei, stupita per
quella dichiarazione tanto semplice ed esplicita.
Klaus alzò le spalle. – C’è qualcosa di male? –
– Sì. Tieni il mio ragazzo legato a te e hai ripetutamente
cercato di ucciderci tutti. Non posso piacerti – concluse lei, riportando la
propria attenzione sull’equino.
– Sei bella. Sei forte, coraggiosa. –
– Qui tutti lo sono – roteò gli occhi al cielo – o hai
dimenticato che siamo a Mystic Disgrazie Soprannaturali Falls? –
Klaus rise – o ghignò? – appena per quelle parole, poi
riprese a corteggiarla.
– Non hai ancora risposto. –
– Sì, mi piacciono i cavalli – lo accontentò lei con un
sospiro. – Hai altro da chiedere? –
– Usciresti con me domani sera? –
Lo guardò scettica. – Per…? Una cena romantica? –
– Se vuoi vederla in questo modo… –
Spalancò la bocca in un’espressione stupita e
scandalizzata. – Sei un porco! Non verrò mai a letto con te! –
– Sweetheart,
nessuno può dirmi di no. –
– Prendo la verbena – replicò Caroline, alzando il mento
con orgoglio. – Non puoi soggiogarmi. –
– Posso minacciarti. –
– Ti staccherei la testa a morsi. –
– Oh, sarebbe interessante vederti provare… –
l’espressione di Klaus era più che esplicita. – Non ti ho chiesto di darmi il
cuore di tua madre, ma di uscire con me. –
– Siamo già fuori, nel caso non te ne fossi accorto. –
Caroline iniziò a stancarsi di quella discussione e pensò
di tornare all’interno della villa. Era sicura, però, che il padrone di casa
l’avrebbe seguita anche lì, come stava facendo da quando era arrivata.
– Perché mi rifiuti? Tu mi piaci molto, mi intrighi. –
– Sei fuori dal tuo personaggio, Klaus. –
– Non è colpa mia, è che mi disegnano così. –
Per un istante provò pena per lui, costretto a compiere
azioni di cui non era responsabile.
I due si guardarono intensamente negli occhi per qualche
istante. Caroline scosse il capo.
– Mi dispiace per te. Io almeno resto coerente con me
stessa. –
– Cosa posso farci? – alzò le braccia e le lasciò
ricadere lungo i fianchi. – È il mio ruolo. –
– Il tuo ruolo era quello del super cattivo che uccide
senza pietà e sacrifica giovani vergini su un altare, non quello del cattivo
che si rammollisce. Guarda Damon che fine ha fatto. –
– Katerina non era affatto una giovane vergine, neanche
Elena lo era – precisò l’Ibrido. – E comunque Damon riesce sempre a salvarsi.
Stasera si trasformerà in Crazy Damon. –
– Sì, lo so – disse con un sospiro – Senti, sei un super
cattivo, o almeno lo eri prima che la divina provvidenza decidesse che era il caso di trovarti
una donna a tutti i costi… –
– Vorrei precisare che non ho problemi con le donne. –
Caroline stava per ridergli in faccia, ma si trattenne
dal farlo. Klaus le faceva già troppa compassione.
– Certo, lo sappiamo – disse in tono accondiscendente, lo
stesso che si usa con i bambini e i malati. – Io sono fidanzata con Tyler, lo
amo e vorrei che lo lasciassi libero. In cambio ti aiuterò a trovare Katherine.
–
Lui la guardò senza capire. – Cosa c’entra Katerina? –
Caroline era incredula – Devo spiegarti davvero tutto?
L’hai cercata per cinquecento anni e quando l’hai avuta tra le mani, succube
del tuo volere, l’hai lasciata andare. –
Lo osservò speranzosa, ma l’espressione di Klaus non mutò.
– Oh, cielo – sospirò, – gli uomini sono tutti uguali,
che siano umani, vampiri, licantropi o ibridi. –
Prese un profondo respiro e contò fino a dieci.
– Klaus, pensa a Katerina, ai cinquecento anni trascorsi
per trovarla, al fatto che le hai permesso di andarsene… non ti suona nessun
campanello d’allarme? –
Sembrava che lui fosse sul punto di piangere, tanto non
capiva quello che Caroline stava cercando di dirgli. Doveva essere perdutamente
invaghito di lei, invece si sentiva solo stupido e umiliato.
– Va bene. Lasciamo stare. Katherine tornerà, prima o
poi, fa sempre così. –
– Le piace giocare – cercò di riappropriarsi dello charme
che lo caratterizzava di solito e seguì la vampira, che si stava incamminando
verso la villa.
– Quando torna la prendi, la chiudi da qualche parte e mi
chiami. Ti spiegherò cosa fare. –
– Sì, love. –
In realtà, Klaus soffriva di grandi crisi della
personalità. Era sempre stato il gran cattivo che tutti temevano, la sua fama
lo precedeva, insieme al sangue delle sue vittime che colava dai loro corpi
martoriati.
A pensarci bene era da molto tempo che non uccideva
qualcuno. Si era limitato a minacciare un po’ chiunque – ed era anche stato
preso in giro più volte – controllare che Elena fosse ancora umana e mandare
sms e mms ai suoi amici Ibridi.
Si chiese dove fosse finita la sua tanto nota crudeltà.