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Autore: wxyz    12/02/2012    7 recensioni
Piccolo spaccato di vita quotidiana dei piccoli fratelli Holmes.
Dal testo "- Hai pensato? -
Sobbalzo. Ma non si era addormentato? È inquietante certe volte. Soprattutto quando unisce i polpastrelli delle dita e porta entrambe le mani sotto al mento. Chissà che gli passa per la testa.

SPOILER 2x03
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Snow and pirates.

Personaggi: Child!Mycroft, Child!Sherlock. 

Avvertenza: Spoiler! per il finale della seconda stagione.

Raiting: verde

Disclaimer: Ovviamente i personaggi non appartengono a me, bensì al genio creativo di Doyle e a un po' (molto) dobbiamo anche ai nostri Moffat e Gatiss







-Mychi nevica! guarda! -

Il marmocchio petulante mi salta letteralmente addosso. Non posso nemmeno studiare in pace, da domani pomeriggio chiuderò a chiave la porta della mia stanza!

-Cosa c'è? Che vuoi idiota? Smettila di saltare sul mio letto. -

-Ma nevica, nevica Mychi! -

Che vocetta irritante, spero che non gli rimanga così tutta la vita o posso anche suicidarmi ora.

-E allora? -

-Stavolta è diverso! - il suo occhione azzurro brilla e eclissa la poca luce nella mia stanza. Si, uno solo, dato che l'altro è coperto da una benda nera. -È bellissimo, vieni alla finestra. -

- La vuoi smettere di giocare a fare il pirata? - 

- Ma io sono un pirata. Da grande sarò il pirata più… -

- Si si piantala idiota. -

- Non chiamarmi idiota. - Con gesto fulmineo prende il bastone che usava come spada e prova a picchiarmi. Che fatica inutile, povero piccolo Sherly. - Brutto ciccione. - E sdegnato ingoia le lacrime e tira su con il naso. Se non la smette di chiamarmi ciccione io lo uccido. 

- Per favore andiamo a giocare fuori, vieni con me, mamma non mi manda se non ci sei te, per favore dai dai dai…. - 

Mio dio, parla come una mitragliatrice questo bambino, e ha solo 4 anni. E pensare che alla sua età i bambini non sanno nemmeno pronunciare bene tutte le parole, per non parlare del fare frasi di senso compiuto. - … dai dai dai dai… -

- Si si va bene, ma ti prego chiudi quella boccaccia, nano malefico. -

- Certo che sono nano, ho solo 4 anni. Ma ti senti quando parli? Vieni? -

- Si ma mettiti le scarpe, non puoi uscire scalzo. - 

- I pirati non portano le scarpe. -

Mi metto una mano sulla fronte e chiudo gli occhi. Che fatica, ma perché deve essere così testardo, perché?

- Questo lo dici tu. Se nevica le mettono anche loro. -

Non tanto convinto, alza le spalle e corre in camera sua. - Copriti! - 

Mi metto le scarpe, il cappotto e la sciarpa. Cerco i guanti e ne prendo un paio anche per mio fratello, a lui non verrà mai in mente, anche se è un bambino sveglio per la sua età. Torna in camera mia come un fulmine (ma ha l'argento vivo addosso?) con il cappotto, un cappello rosso che gli schiacci tutti i riccioli neri sulla fronte e una sciarpa blu che gli copre anche il naso. Niente guanti. 

Glieli lancio e lui li afferra al volo. 

- Metti questi, non sia mai che ti caschino quelle inutili manine. -

- Non sono inutili, voglio cominciare a suonare il violino. -

O mio dio, un' altra cosa da aggiungere all'elenco delle torture. Ma perché, che ho fatto di male? 

- Spero tu stia scherzando. -

Il "no, brutto ciccione scemo" arriva ovattato da sotto la sua sciarpa. E faccio finta di non sentire. 

Usciamo in strada, e lo spettacolo è meraviglioso. Per una volta ha ragione lui. La strada, le macchine tutto, tutto è completamente imbiancato. Una palla di neve mi colpisce dietro la nuca. Ebbene, il marmocchio vuole la guerra e l'avrà.



Siamo entrambi sdraiati sul mio letto. O meglio, Sherlock non vuole saperne di andarsene in camera sua. 

- Domani giochiamo alla caccia al tesoro? -

Alzo gli occhi al cielo. Faccio la faccia scocciata. Ma in realtà mi sorprende tutte le volta vedere mio fratello giocare a quel gioco, vederlo scoprire gli indizi che gli metto sui bigliettini con una facilità sorprendente. E pensare che lo faccio ogni volta più difficile e ogni volta mi stupisce. È un piccolo genietto cavolo. Ma con un fratello come me, che poteva venire fuori? 

- Ci devo pensare. -

Sbuffa e sbatte le gambe sul letto. Mi chiedo a volte perché non si faccia degli amici all'asilo, ma la risposta è così ovvia che prima o poi smetterò di chiedermelo. E smetterò di chiedermi se potrà mai avere amici, un amico, uno solo. 

Miracolo si è addormentato. Tra un po' lo porterò in camera sua. 

Gli accarezzo la fronte. Penso al suo futuro. Quando non ci sarò più io con lui, ho paura che non ci potrà essere nessun altro per lui. O forse è solo un lato passeggero del carattere? 

Lo insulto e faccio finta di odiarlo, e certe volte non lo sopporto sul serio, ma mi preoccupo davvero per lui. 

- Hai pensato? -

Sobbalzo. Ma non si era addormentato? È inquietante certe volte. Soprattutto quando unisce i polpastrelli delle dita e porta entrambe le mani sotto al mento. Chissà che gli passa per la testa. - Forse si, ora dormi. - 

- Ma io non ho sonno. -

- Tu non hai mai sonno, questa storia deve finire. - 






Ho pensato a questo episodio della nostra infanzia, Sherlock, perché andavamo ancora vagamente d'accordo. E perché stanotte ha nevicato tanto quanto quel pomeriggio. Ti ricordi? Durò giorni e giorni. 

Ho pensato molto a quel pomeriggio. Per fortuna la tua voce è cambiata, eri irritante davvero. La questione del sonno invece a quanto ne so è rimasta invariata. 

Sai è tutta colpa mia, lo so. Ho pensato prima a me stesso e poi a te, senza curarmi delle conseguenze. Che purtroppo sono irreversibili. Sai non ho mai capito veramente perché mi odiassi così tanto. Fino ad ora almeno. Sono uno stronzo. 

Si lo sono, l'ho dimostrato, e il senso di colpa mi sta devastando Sherlock. 

E sai un'altra cosa? Sono riuscito ad avere le intercettazioni della tua ultima chiamata. Il tuo biglietto d'addio. Sappi che non credo a una parola. Ti ho visto crescere e so quello che sei. E sappi anche che nonostante stia morendo dentro, mi sono tolto un piccolo peso da quel pomeriggio che mi sembra lontano anni luce. Dopo anni hai trovato una persona che ti è stata accanto nonostante tutto. Nonostante il tuo essere te stesso. Ti è stato fedele dal primo giorno, ha rifiutato i miei (tanti) soldi per rispettare la tua privacy. E lo è stato fino all'ultimo secondo. Non ho mai capito cosa ci fosse veramente tra di voi, ma qualunque cosa fosse era ed è indissolubile. 

Nella tragedia, sono contento che tu non possa vederlo ora. 


E io sono un idiota. - Mi manchi. - Si mi manca il mio piccolo pirata. E la cosa più assurda è che lo sto dicendo ad una lapide durante una bufera di neve. 





Note di Jude23


Eccomi! Dopo una piccola assenza, torno nel fandom saltandoci dentro a piè pari con i doposcì.

Si ok, visto che Roma è sommersa dalla neve (si sono ironica) mi è venuta in mente questa piccola fanfic senza pretese. 

Grazie mille a chi è arrivato fin qua! 

Mille baci! 

   
 
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