Il quattordici febbraio per Lituania è un giorno qualunque. Quando abitava, o meglio, era costretto ad abitare a casa di Russia, ogni festa era uguale alle altre per il semplice fatto che tempo per celebrarle non ne aveva.
Solo il Natale era una vera delizia, perché il “signor Russia” in quei giorni sembrava prendere alla lettera lo Spirito natalizio e soleva essere più gentile del solito.
Lui non è più un subordinato di Ivan; ora vive da solo, ma alcune abitudini si dimenticano difficilmente.
Per questo, quando d’improvviso suona il campanello e si ritrova davanti Polonia che gli urla –Tanti auguri!-a pieni polmoni, non può far altro che fissarlo stupito.
-Perché, mi guardi tipo così?- chiede esterrefatto l’amico.
-Non…non è il mio compleanno…- balbetta, ancora mezzo meravigliato.
-Lo so, tipo. Oggi è San Valentino!- Feliks lo guarda storto, come se snutrisse qualche sospetto sull’intelligenza apparente della Nazione.
Toris guarda il calendario, segna il quattordici febbraio, e si tocca la fronte con una mano –Giusto! Non ricordavo che ci fosse oggi!-
Il polacco scuote la testa, come per dire “è senza speranza”. Solo in quel momento Toris si accorge che l’amico indossa una gonna rosa e un pullover abbinato. Ma tanto, ormai è abituato a quel tipo di abbigliamento da parte sua.
-Non trovi che sia, tipo, alla moda?- chiede con voce vanagloriosa e il lituano non sa cosa rispondere. Cosa vuole dirgli? Di andarsi a cambiare? Tanto quello lì avrebbe fatto di testa sua, come sempre.
-Ma, perché sei qui?- riesce solo a chiedergli.
Feliks sorride. È uno dei suoi soliti sorrisi infantili, come quello di un bambino molto dispettoso che ha appena eseguito una malefatta piuttosto riuscita.
Con sorpresa di Toris, gli porge un bigliettino, ovviamente rosa pieno di lustrini e frivolezze che solo Polonia adopererebbe. Oppure, un adolescente molto fanatica, ma alla fine non c’è alcuna differenza.
Lituania guarda il bigliettino stupito.
-Beh, tipo, ma che fai? Leggilo, no?- lo incalza l’altro, abbastanza spazientito. Sotto tutta quell’apparente sicurezza, Feliks si vergogna. Da morire. E Toris lo sa.
Apre lentamente la busta e legge, facendo estremamente fatica a decifrare quella calligrafia frivola e elaborata:

Caro Toris,
Tipo, sono tipo, molto contento che tu stia leggendo questa lettera. Avrei voluto farti un “Valentino” molto più corto, tipo, ma date le circostanze credo che dovrai accontentarti.
Tu mi piaci. Addirittura più delle pareti rosa di casa mia e dei pony del mio giardino, tipo. A differenza loro, tu parli, tipo e questa è una cosa totalmente impossibile da sottovalutare.
Mi piaci perché sei l’unico che mi sopporta, tipo e per me è una delle tante qualità meravigliose che tu hai, tipo!
Tipo, spero che anche io ti piaccia!
Buon san Valentino, tipo.
Polonia

Sorride sotto i baffi. Quel bigliettino è semplice, infantile, ma dentro si sente tutta la profondità del suo amico,e quasi si commuove alla fine, forse perché non è più abituato a certe cose.
-Allora?- domanda nervoso.
Non risponde. Lo abbraccia e basta, lo stringe talmente forte da riuscire a sentire quasi il profumo di Paluszky fatti in casa.
-Buon San Valentino…-





Salve a tutti! Si, sono come una caria indesiderata, ma, essendo vicino il giorno di San Valentino, ho pensatoi di aggiornare la mia serie con questa storia che spero non sia diabetica! Avrei voluto aggiungere altre pair, ma poi ho optato solo per la LietPol, perché, tipo, mi sembrano i più adatti per il San Valentino! Non so voi…va bè, spero vi sia piaciuto :)
Buon San Valentino!
A presto
Cosmopolita