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Autore: 19letizia95    12/02/2012    0 recensioni
Questo è quello che succede quando i cervelli di due persone si fondono in un pomeriggio di noia :3
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta, in un piccolo villaggio senza nome, una donna con il monosopracciglio, chiamata Cartuffia. Aveva capelli lunghi e neri, era alta e le forme non le mancavano affatto, tutt'altro. Aveva delle bellissime gambe, ma tra le gambe si nascondeva un enorme segreto che pochi malcapitati avevano avuto l'occasione di conoscere.
Come tutti i personaggi delle fiabe, lei aveva un grande sogno, un sogno che le sembrava irrealizzabile, aveva sempre desiderato poter aprire i tendoni dei teatri.


  • Un giorno, sua madre stava cercando di sfoltirle il sopracciglio con la motosega presa in prestito da un vecchio taglialegna, 

    quando il postino a cavallo del suo struzzo apparve sulla soglia della casa stringendo un proclama reale!
    Allora Cartuffia balzò in piedi facendo cadere sua madre con la sua grazia racchiusa in quelle forme armoniose e raggiunse il postino, che declamò "
    UDITE UDITE!! Il Re Tiziano La invita a prendere parte alle audizioni di Narnia's got talent che si terranno il 12/43/10236 al castello"
    • poi aggiunse "oh signorina non me ne sono accertato..lei è la contessina van opjjèpjàèp?"

    • La madre si avvicinò e stava per aggiungere che no, c'era stato un errore, loro non erano nobili, ma venne fermata da un cazzotto sui denti ben assestato da Cartuffia. 
      ''Sì, sono io!''

      "È sicura di essere la contessina? c'è qualcosa che non mi convince..."



      • E così cartuffia lo fece.

      • Alzò il vestito rosa. Un'altra persona lo vide. 
        Un urlo squarciò l'aria. 

        Del postino non si seppe più nulla. 
        Venne ritrovato solo lo struzzo, impiccatosi su un albero, in condizioni doloranti, con occhi colmi di tristezza.
        Ma questa è un'altra storia. 



        • A Cartuffia ora era tutto chiaro, il destino aveva parlato, e il postino aveva smesso di farlo, era il suo momento.

        • Mise il sacco della spazzatura più elegante che aveva e cavalcando il suo nobile destriero di legno si recò al castello.

        • Una volta arrivata parcheggiò il cavallo nello spazio apposito ed entrò nel castello.



          • Le pareti erano tempestate di azzurri diamanti e rifiniture dorate

          • il soffitto era ricoperto di una polvere argentata e davanti a lei c'era un enorme palco, con su scritto ''Narnia's got talent''.

          • Ma tutto questo non le importava.

          • Eccolo lì. Il tendone rosso.



            • Cartuffia si avvicino col braccio teso verso il tendone.

            • stava per toccarlo, per la prima volta stava per toccare il tendone rosso,

            • ma qualcosa la fermò tirandola per il sacco della spazzatura.

            • Si voltò, era sua madre, che le sorrideva con l'unico dente rimasto:

            • "tesoro, non è ancora il momento.."
              inutile dire che cartuffia la stese di nuovo.



              • Sua madre ora era lì, stesa a terra, gli occhi neri erano diventati ancora più neri, il naso storto ancora più storto e le labbra viola ancora più viola. L'unica cosa di cui ormai non c'era più traccia erano i suoi denti.

              • Cartuffia raccolse l'ultimo dente sanguinante e lo mise nella sua tasca, sicura che le avrebbe portato fortuna.

              • Poi per sicurezza diede un altro pugno a sua madre.

              • Ora era lì, davanti al tendone, il suo momento era così vicino, stava per sfiorare la corda..


                Quando uno dei giudici le chiese di spostarsi dal palco, lei si girò e vide che la sala era totalmente piena, le facce dei giudici erano piuttosto scocciate e il pubblico la guardava con aria strana.



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                          • "Signorina scusi..ci copre la visuale!"

                          • Ricorrere alla sua arma segreta? no, non era il caso...



                            • Così disse "io sono qui per esibirmi!"

                            • "Su, fatela provare!"



                              • Cartuffia si voltò e lo vide.

                              • un giovane aitante, alto, muscolosi, con dei boccoli neri che gli incrociavano il viso.
                                E.. UDITE, UDITE! UN MONOSOPRACCIGLIO!



                                • Il giovane entro sul palco nella sua calzamaglia verde

                                • e gridò: " PUBBLICO! le vogliamo dare un'occasione?!"


                                  • e il ragazzo sfoderò un sorriso che stendeva, e sì, forse era a causa dei suoi denti giallo/marroni.

                                  • Un boato si levò dal pubblico

                                  • "NOOOO! ANDATE VIA''
                                    E prese a tirare prosciutti e omelette. 



                                    • I due ragazzi, perché in un certo senso lo erano entrambi, si guardarono negli occhi con uno sguardo penetrante e i loro monosopraccigli fecero lo stesso.

                                    • Ma ahimè, un prosciutto colpì in testa il giovane che svenì di colpo.

                                    • Cartuffia, credendolo morto prese il corpo e lo lanciò al pubblico in segno di pace.

                                    • La maggior parte del pubblicò rigurgitò la propria cena, ma a lei non importava, lei era lì per coronare il suo sogno.

                                    • Così, fece le due cose che avrebbe dovuto fare da tempo: eroicamente stese con un epico peto il pubblico ed i giudici, dopodiché chiuse il tendone.



                                      • Ora era sola, dietro il tendone rosso.

                                      • L'aveva finalmente fatto...ma ora?

                                      • cosa ne era di lei?

                                      • Non lo sapeva, ma di certo non si sarebbe fermata.

                                        mise la mano in tasca e strinse il dente portafortuna, poi, montò sul suo destriero legnoso e cavalcò verso l'orizzonte del sole rosso, rosso come un tendone!


                                        __________________________________________


                                        Ovviamente il merito della storia non è solo mio, un grazie per la collaborazione a Margh, la persona più geniale e adorabile che possa esistere sulla faccia della terra! Love u margh <3 
                                        Speriamo di non avervi delusi! 

                           

                         

                       

                     

                   

  
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