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Autore: Scarlet_92    12/02/2012    2 recensioni
Subito le sue labbra si precipitarono sulle mie, che avevano sentito la sua mancanza anche se solo per pochi attimi.
Ti amo Elijah, continuavo a pensare. Ti prego non lasciare più che vada via da te. Perché fra tutti, tu sei l'unico.
L'unico che sappia cosa è meglio per me. L'unico che mi capisca del tutto. L'unico che mi ami per ciò che davvero sono. L'unico per me.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena Gilbert, Elijah
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva forte quel pomeriggio che si stava trasformando in sera, il tramonto era vicino ma il calare del sole non si sarebbe visto,
erano troppe le nuvole in cielo. Il rumore della pioggia contro la lamiera dell'auto era forte ma io quasi non lo sentivo.
Mi ero ritrovata a fermarmi. Così, in mezzo alla strada. Davanti a casa sua. Ero pienamente conscia dell'espressione perplessa, quasi shockata dipinta sul mio viso.
Il ricordo... era stato troppo forte. Mi aveva semplicemente colpito lì mentre guidavo.
Forse era stata anche quella canzone. Sicuramente il fatto che avessi frenato improvvisamente proprio mentre la sua dolce melodia cominciava a risuonare
nell'abitacolo non era una coincidenza.
Mi ero fermata come se avessi visto qualcosa in mezzo alla strada e fortuna che non c'era  nessun'altra auto dietro alla mia.
Ma invece di qualche animale in mezzo alla strada vedevo noi.
Chiusi gli occhi, ma non serviva. Non avevo bisogno di richiamare i ricordi, erano loro che si paravano davanti a me con prepotente insistenza.
Io ed Elijah eravamo lì, sdraiati sul sul letto... io fra le sue braccia.
Anche se non aveva mai apprezzato particolarmente la musica contemporanea Elijah aveva una radio nella sua stanza ed era accesa quella notte.
Il resto della camera non era molto arredata, si distingueva lo stile essenziale dell'Antico, tranne che per una libreria piena.
Non era ancora sorto il sole ma noi ci eravamo appena svegliati, dopo il nostro... incontro. Quella canzone riempiva la stanza, insieme alle sue parole sussurrate
dolcemente contro la mia pelle e al suono della mia risata.
Lui giocava con le mie mani, per poi passare leggermente le dita chiare e affusolate sui miei polsi, seguendo la linea delle vene.
Percepiva il battito del mio cuore e ciò era fonte di costante meraviglia per lui. Io ero umana, viva, mentre lui era un vampiro... beh, da sempre.
Aprii gli occhi. La realtà mi travolse brusca, e in quel momento seppi che era troppo. Seppi perché mi ero fermata e seppi che era giusto.
Aprii la portiera dell'auto senza pensarci due volte e uscii nella pioggia che picchiava inclemente, e corsi verso la porta della casa, bagnandomi da capo a piedi in meno
di due secondi. Mi strinsi nella maglia, colta dal freddo e buttai convulsamente alla porta.
Le mie nocche colpirono così forte il legno che sentii subito il dolore ed il sangue fluire, ma venne subito lavato via dalla pioggia.
 Strizzai gli occhi che si stavano già riempiendo di acqua e mi preparai a chiamare Elijah, quando lui apri la porta.
Lessi sul suo viso la sorpresa di trovarmi lì davanti e realizzai che non era una bella sorpresa. Lui non voleva vedermi.
O meglio, lui voleva vedermi con la stessa struggente e dolorosa intensità con cui io volevo vedere lui, lo sapevo, lo voleva più di ogni altra cosa al mondo.
Ma era arrabbiato con me, per la scelta che avevo fatto.
Non mi importava. Io lo volevo. Volevo lui più di ogni altra cosa sulla terra, e sapevo che per lui era lo stesso.
Sgusciai dentro alla casa senza aspettare un invito e con un coraggio che non avevo mai saputo di avere chiusi la porta dietro di me.
Capii che stava per dire qualcosa quando il suo sguardo diventò più perplesso che arrabbiato, ma non gli lasciai il tempo di dire niente.
Mi spinsi contro di lui e gli gettai le braccia al collo. Lui era caldo e i suoi vestiti asciutti mentre io fredda e fradicia, e la sensazione di lui sotto la mia pelle mi fece
rabbrividire. Era piacevole. Lui mi prese, cingendomi per la vita in un gesto automatico, probabilmente lo avevo colto del tutto di sorpresa.
Non persi neanche un attimo e avvicinai il mio viso al suo finché le nostre labbra non si scontrarono violentemente.
Contrariamente a ciò che avevo pensato lui mi strinse forte contro di sé e ricambiò al bacio con foga, chiaramente preso quanto lo ero io.
 Le nostre lingue si intrecciarono e le labbra mi fecero quasi male dalla pressione con cui erano premute contro le sue ma non importava.
Affondai le dita fra i suoi capelli e li strinsi, mentre lui faceva scendere le mie mani sul mio fondo schiena per poi afferrarlo e tirarmi su,
in modo che potessi cingere la sua vita con le mie gambe, cosa che feci subito e in modo naturale.
Quindi lui mi spinse contro il muro senza mai staccarsi da me, e senza mai smettere di ricambiare il mio bacio con passione.
“Elijah” mormorai appena ne ebbi la possibilità, ansimando. Volevo lui, volevo tutto di lui, ne avevo bisogno, in quel momento.
Lui mi baciò ancora, più e più volte, per poi prendermi il viso con una mano ed accarezzarmi una guancia, scostando una ciocca di capelli che mi era scivolata sulla
fronte. In quel momento mi guardò negli occhi io colsi l'occasione per osservarlo con estrema attenzione. Ogni dettaglio era prezioso. Lui era bellissimo, ed era mio.
Doveva esserlo. Il mio Elijah.
“Elena...” sussurrò lui con estrema chiarezza, con quella sua voce che tanto amavo “ti amo.”
Sorrisi sul punto di piangere.
“Anche io, Elijah, ti amo” dissi mentre il mio labbro iniziava a tremare. Come avevo potuto lasciarmelo scappare? L'intero mondo era contro di noi.
I Salvatore, la famiglia degli Antichi al completo, ma in quel momento non importava.
C'eravamo solo io e lui, io che continuavo a maledirmi per le mie stupide incertezze e lui che col suo sguardo voleva dire che non gli interessava, che aveva dimenticato il passato.
“Oh Elena” non mi sembrò nemmeno che parlasse, erano i suoi sentimenti a sussurrare il mio nome. Il suo cuore, che cerava il mio.
Subito le sue labbra si precipitarono sulle mie, che avevano sentito la sua mancanza anche se solo per pochi attimi.
Ti amo Elijah, continuavo a pensare. Ti prego non lasciare più che vada via da te. Perché fra tutti, tu sei l'unico.
L'unico che sappia cosa è meglio per me. L'unico che mi capisca del tutto. L'unico che mi ami per ciò che davvero sono. L'unico per me.
  
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