Spero vi piaccia.
MG.
I personaggi, ovviamente, non mi appartengono ma sono stato creati da Matsuri Hino.
Strawberries
Ansia.
Paura.
Dolore.
I suoi denti che affondavano nella mia carne mi terrorizzavano. Avevo paura, non era da me ma avevo paura. Ogni qual volta lui si avvicinava a me e sentivo il suo respiro caldo sfiorarmi la pelle avevo paura. Eppure, nonostante tutto, continuavo ad offrirglielo. Gli offrivo il mio sangue anche quando lui non ne aveva bisogno, scoprivo il mio collo e lo avvicinavo alle sue labbra.
Lo facevo per il suo bene, era così che mi giustificavo, era grazie a questo che non me ne pentivo, poi..poi tutto cambiò.
Desiderio.
Passione.
Estasi.
Il tempo aveva cambiato le cose, non c’era più paura in me ma brama, bramavo i suoi denti che affondavano nella mia carne, desideravo il suo respiro caldo sul mio collo.
Non avevo più paura, non scappavo, non tremavo ma fremevo.
Era il mio corpo quello che fremeva mentre il mio sangue fluiva dentro di lui, erano i miei sospiri quelli che inondavano l'aria, erano le mie mani quelle che stringevano la sua camicia. Ero io quella che aveva bisogno di lui, ero io quella che desiderava che i suoi denti affondassero in me, ero io la cacciatrice.
Mi ero trasformata da preda in cacciatrice.
“Zero..” sussurrai stringendomi a lui.
“Yuki..” mi disse in un sospiro.
Il suo viso era vicinissimo al mio, eravamo immobili da chissà quanto tempo, i nostri respiri affannati sembravano parlare per noi.
Non si era allontanato dopo essersi cibato di me, non si era asciugato le labbra ed era scappato via, era rimasto con me a godersi quel momento di estasi.
“Grazie..” gli dissi.
Lo sentii sobbalzare ed i suoi occhi si incastrarono ai miei, il suo sguardo interrogativo mi fece sorridere.
“Sei gentile con me!” asserii. “So che ogni volta sei assetato ma riesci sempre a fermarti e so che lo fai per me!” continuai.
Lo sentii sospirare mentre affondava la testa nell’incavo del mio collo, lì dove la ferita stentava a cicatrizzare.
Mi preparai all’estasi, a quella strana sensazione che mi provocavano i suoi denti mentre affondavano in me, ma fu diversa la sensazione che provai.
Sentii due labbra, le sue labbra, poggiarsi sul mio collo –in un punto diverso da dove si trovava la mia ferita- ed un brivido mi attraversò la schiena.
Lo sentii sussurrare sul mio collo.
“Stupida, Yuki!” mi disse.
Risi, mentre il suo respiro solleticava la mia pelle.
“Zero?” lo chiamai.
Distolse l’attenzione dal mio collo e mi osservò.
Le sue iridi violacee si scontrarono con le mie, viola e castano si fusero insieme e per un attimo ebbi paura di perdermi in quel miscuglio di colori.
“Non ti stancherai mai di me, vero?” domandai incerta.
Sobbalzò, probabilmente sorpreso dalla mia domanda, e poi sorrise.
Lo sentii avvicinarsi a me, i nostri nasi si sfiorarono ed il suo respiro mi fece nuovamente venire i brividi.
“Tu sei una droga per me, Yuki Cross!” mi sussurrò a pochi centimetri dalle labbra, poi mi baciò.
Mi persi tra le sue labbra mentre il sapore del mio sangue, ancora presente nella sua bocca, si mischiava al suo sapore.
Sangue e fragole, sì, perché lui sapeva di fragole.