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Autore: live in love    12/02/2012    11 recensioni
Tratto dal capitolo.
[- Sarebbe scortese non ballare – ti dico forse con un tono più brusco di quello che voglio, interrompendo il breve silenzio creatosi e portandoti ad alzare gli occhi su di me.
Inclino poi le labbra in un leggero sorriso, che addolcisce impercettibilmente le parole che ho appena pronunciato e che, molto intimamente, spero ti faccia cedere e accettare.
Lo spero davvero. ]
Storia dal punto di vista di Damon. Spoiler puntata 3x14
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Questa storia contiene spoiler riguardanti la terza stagione e in particolare la puntata 3x14. Inoltre vi consiglio di ascoltare la canzone da cui ho preso a prestito il titolo e il testo che trovate QUI

Buona Lettura.



One-Shot



GIVE ME LOVE






Cos lately I’ve been waking up alone
The pain splatter tear drops on my shirt
I told you I’d let them go

And that I find my corner
Maybe tonight I’ll call you
After my blood, turns into alcohol
No, I just wanna hold you

Dammi amore, come lei
Perché ultimamente mi sveglio da solo
Il dolore spruzza lacrime sulla mia maglia
Ti ho detto che le avrei lasciate scorrere
http:/E che avrei trovato il mio angolo
Forse stanotte ti chiamerò
Dopo che il mio sangue si sarà tramutato in alcool
No, voglio soltanto stringerti





- Non ci pensare nemmeno - ti ammonisco con un tono di voce perentorio, sbarrandoti la strada con il mio corpo e, quindi, impedendoti di fatto di raggiungere Esther.

- Vuole vedermi da sola, Damon- ribatti tu in un sussurro concitato, seguendo la donna con lo sguardo fin quando non scompare al piano superiore della casa.

Cerchi di superarmi allora per poterla raggiungere, ma io te lo impedisco. Ancora.

- E' un vero peccato, allora – ti blocco continuando ad ostruire il tuo cammino, decisamente intenzionato a dissuaderti, che sia con le buone o che sia con le cattive.

L'importante è tenerti al sicuro, proteggerti. Solo questo.

E se non sei disposta a farlo da sola lo farò io.

Mi rivolgi uno sguardo scocciato, fulminandomi con gli occhi innervosita dal fatto che io ti stia spudoratamente mettendo i bastoni fra le ruote.

Poco ti importa il motivo per cui lo sto facendo, però.

Ma se pensi che ti lascerò passare e procedere tranquillamente verso un pericolo sicuro, ti sbagli di grosso Elena.

- Non sono stato chiaro, stamattina?- ti chiedo, ricordandoti la discussione che abbiamo avuto questa stessa mattina, ma che sembri aver dimenticato.

Non ci saresti dovuta neanche essere qui, figuriamoci andare a parlare con la mamma Originale che ha già tentato una volta di farti fuori senza tanti giri di parole.

- Sono stata invitata – affermi cocciutamente sottolineando quel fatto con una scrollata del capo, facendo muovere alcune ciocche di capelli arricciate.

- Dovevi avvertirmi - sibilo alterato dal fatto che tu non mi abbia detto nulla, che me lo abbia tenuto nascosto, ma, soprattutto, per il fatto che ti stia sprovvedutamente mettendo in pericolo con le tue stesse mani.

Sembra quasi non importartene, ma a me invece si dannazione.

Come se poi già tu non fossi una calamita ambulante per i pericoli!

- Prima di entrare nella tana del leone - ti rimprovero, riferendomi chiaramente alla famiglia degli Originali, in un sussurro concitato che vuole essere il più silenzioso possibile, affinché nessun orecchio indiscreto senta, ma che lascia trasparire tutto il nervoso e l'irritazione che vibra in me.

E ti assicuro che è molto.

Stringi le labbra stizzita tu, replicando l'attimo dopo con silenziosa veemenza.

    - Così mi puoi fermare?- mi chiedi, infatti, con impeto e un velo di spavalderia nella voce, allargando innervosita gli occhi e sfidandomi a ribattere.

- Si - affermo schietto, senza tanti giri di parole in un tono che non ammette repliche. ma che so già tu, tremenda testarda che non sei altro, mi opporrai.

Invece, stranamente, non dici nulla limitandoti ad ammonirmi con uno sguardo che mi avverte che sto chiaramente andando oltre il limite per te.

E neanche io dico nulla, allora, lasciando che cada semplicemente un debole silenzio, interrotto solo dal vociare sfocato della gente intorno a noi.

Incontro nuovamente il tuo sguardo piccato, imbronciato, che lascia trasparire tutto il tuo sentirti oltraggiata dal mio comportamento.

Mi dispiace non sono Stefan che te le dà tutte vinte, è il pensiero irritato, rammaricato, che mi sorge spontaneo in risposta alla tua espressione offesa, anche se so che tu lo vorresti.

Ma non lo sono e mai lo sarò.

Sospiro profondamente l'attimo dopo, cercando di buttare fuori con l'aria anche il nervoso e il rammarico di pensieri fin troppo frequenti.

Ti guardo negli occhi, ancora, forse incapace di non farlo, scontrando i miei con quella tonalità di nocciola particolare che caratterizza invece i tuoi.

È simile al cioccolato fuso, ora però profondamente infastiditi da ciò che ho appena detto.

Ma è solo la verità, nulla di più oltre quello che penso - che sento - e che tu sembri continuare a non capire. Ad ignorare.

Assottiglio leggermente lo sguardo, stringendo le labbra ed espirando poi frustrato da tutto ciò, dalla tua cocciutaggine e da quello che ho dentro. Troppo ingombrante per essere soppresso.

Tu mi guardi irritata, rivolgendomi un'occhiata quasi offesa dal fatto che io ti stia cercando di difendere dall’ennesimo piano suicida in cui ti stai infilando da sola.

E in questo momento non capisco se è più l'irritazione per quello che volevi fare senza dirmi nulla o per il fatto che ti ostini a non capire il motivo per cui lo faccio.

Ti voglio solo proteggere, è così difficile da capire? È così incomprensibile ?

A me sembra una cosa così naturale...

E non posso fare altro che rammaricarmi, ancora, del fatto che tu non lo comprenda.

Le prime note della musica che fa da sfondo all’annunciato ballo iniziano a diffondersi nel salone con la loro melodia lenta e un po' languida, portandomi a sospirare di nuovo, ma questa volta per tutt'altra ragione.

Prendo un piccolo respiro, quasi impercettibile, mentre la voglia di invitarti mi assale prepotente, assillante.

Proprio come il dannato sentimento che provo, che, subdolo, è sempre in agguato e pronto ad assalirmi quando si tratta di te.

Inclino lievemente il capo, cercando di lasciare scivolare via il nervosismo di poco fa ed inchiodandoti con l'ennesimo sguardo.

Lo accantono e decido di azzardare, chiedendotelo.

- Sarebbe scortese non ballare – ti dico forse con un tono più brusco di quello che voglio, interrompendo il breve silenzio creatosi e portandoti ad alzare gli occhi su di me.

Inclino poi le labbra in un leggero sorriso, che addolcisce impercettibilmente le parole che ho appena pronunciato e che, molto intimamente, spero ti faccia cedere e accettare.

Lo spero davvero.

Ti porgo la mano sottolineando tacitamente il mio invito, il palmo voltato verso l’alto in silenziosa attesa che tu la prenda.

La guardi per un breve attimo, che però mi sembra lunghissimo, fissandola come indecisa, ed infine rialzi lo sguardo fino a farlo scontrare con il mio.

L’irritazione c’è ancora, la leggo chiaramente, non se ne è andata per nulla, ma è in qualche modo rabbonita, placata.

Tendo ancora le labbra allora, cercando di farti capitolare del tutto e accettare il mio invito.

Perché per quanto non possa sembrare dal modo in cui l’ho detto, voglio sul serio ballare con te in questo momento, su queste note.

Non è solo un modo come un altro per distoglierti dai tuoi piani, che decisamente non approvo.

No, non è semplicemente questo. È un qualcosa di più, che va oltre.

Voglio dei momenti con te. Ancora. Ne ho un disperato bisogno.

Vorrei farti capire che non c’è nulla di sbagliato in questi attimi, in quello che c’è fra di noi.

Distogli ancora una volta gli occhi dai miei, facendomi credere per un istante che stai rifiutando.

Invece li rotei al cielo mentre un lieve sorriso, appena accennato, si delinea sulle tue labbra rosse e carnose e che mi fa capire che stai accettando.

E il sapore di vittoria mi attanaglia lo stomaco in una sensazione inconfondibile, nell'esatto modo in cui ogni volta fai un piccolo, insignificante, gesto nei miei confronti.

Vivo di questo io. Ti vivo così, in piccoli gesti.

- E’ la tradizione - mi dici un po' seria e un po' no, ripuntandoli nei miei in un gioco a nascondino di non sguardi e occhiate sfuggenti che sembra caratterizzare questa serata.

Poni la tua esile mano, fasciata dal guanto, nella mia in un tocco appena percettibile, accettando finalmente il mio invito ed esibendoti in un piccolo inchino.

Sorrido compiaciuto, quasi vittorioso, prendendoti a braccetto e conducendoti al centro della pista da ballo.



Give a little time to me
We’ll burn this out
We’ll play h
ide and seek
To turn this around
And all I want is the taste
That your lips allow

Dammi un po’ di tempo per me
Bruceremo tutto questo
Giocheremo a nascondino
Per capovolgere le cose
E l’unica cosa che voglio è il sapore
Che concedono le tue labbra





Ti stringo a me mentre accenniamo i primi passi di questa danza così lontana da questo tempo. Dal tuo tempo.

E godo di questi pochi attimi.

perché infondo mi accorgo che voglio solo questo, avere dei momenti con te.

Che abbiamo, ma che tu sembri non notare. O forse che semplicemente fingi di non vedere, esattamente come quel qualcosa che c'è e che non vuoi ammettere.

Ti guardo, non potendone farne a meno.

Seguo le linee del tuo profilo, indugiando per qualche attimo in più sulle tue labbra da cui trapela un piccolo sospiro mal trattenuto.

Le stesse che vorrei baciare. Di cui vorrei risentire il sapore bruciante.

Ancora.

Che ho baciato.

Il mio sguardo prosegue poi, accarezzando le spalle deliziosamente lasciate nude, sfiorandoti virtualmente fino a perdermi nel riflessi del tuo abito.

E rimango di nuovo senza fiato, proprio come quando ti ho vista entrare poco fa in quel salone pieno di gente.

Come in quel momento, i miei occhi non possono fare a meno di seguirti in ogni movimento, ammirarti.

E mi accorgo solo ora di non avertelo detto, di averlo solo pensato.

- Sei bellissima, ovviamente - ti dico mentre prendiamo posizione per la figura da compiere prevista dal ballo, cercando di sembrare quasi disinteressato quando invece lo sono fin troppo.

Perché è così Elena, sono fin troppo interessato a te che tu lo voglia o meno.

Che io stesso lo voglia o meno.

E credimi vorrei davvero non provare nulla, essere quello di prima, ma ormai non ci riesco più.

Non lo sono più, forse.

Volti sorpresa il capo verso di me, incontrando il mio sguardo che è già puntato su di te, mentre accenniamo il primo passo, guardandomi tra l'imbarazzato e il lusingato.

Mi ringrazi in un sussurro che si perde quasi nelle note della canzone e del frusciare del tuo abito talmente è fievole.

E poi c'è anche quel delizioso rumore che è il battere del tuo cuore che si mischia alla dolcezza della melodia, ora leggermente accelerato, anomalo.

- Grazie -

Ti sorrido, non dicendo altro e godendo di questi pochi attimi che mi permettono di tenerti fra le mie braccia.

Che mi permettono di sfiorarti senza che tu ti allontani, ti irrigidisca, credendo che non sia giusto.

E invece lo è, solo che non lo capisci ancora.

Continuiamo a ballare in silenzio, i passi e la musica che scivolano via fluidi come fossero stati provati una infinità di volte.

Accenni un sorriso fievole ogni tanto, forse dimentica per un attimo di poco prima, del nervosismo e del tuo stupido piano.

Ricambio, facendoti fare fare un'improvvisa piroetta, ma prima che possa riprendenti finisci fra le sue braccia.

Mi fermo, ostacolando probabilmente i ballerini che, ignari, continuano a danzare.

Ti guardo trattenere istintivamente il respiro mentre lui ti stringe possessivamente a se, rimarcando quasi il territorio, proprio come ho fatto io fino ad un attimo fa.

E qualcosa dentro di me protesta dolorosamente, scricchiola, portandomi a voltarmi da un'altra parte infastidito e ferito duplicemente, sia da quello che provo sia da quello che vedo.

Mi allontano di qualche passo, sperando che quel muscolo anchilosato che ho nel petto la smetta di ribellarsi a questa visione dolorosa e che, soprattutto, quel dannato fastidio insopprimibile diminuisca man in mano che metto distanza fra di noi.

Ma non è così, purtroppo.

Sospiro, rendendomi infatti conto che quella cosa non la smette di divincolarsi.

Quella stessa cosa più grande di me e di te che vorrei non ci fosse, ma che non posso fare a meno di provare.

Mi passo una mano fra i capelli capendo che forse dovrei smetterla, lasciarti andare e magari andarmene io stesso lontano da qui.

Ma dannazione non ci riesco.

Non posso.

Ti guardo ballare con lui e ne capisco ancora una volta il perchè.

Perché potrebbe passare tutto il tempo di questo mondo, esserci la distanza di un'infinità di continenti fra di noi, ma non smetterebbe comunque di esistere questa cosa che provo.

Non smetterebbe di pulsare per te.



Give me love like never before
Cos lately I’ve been craving more
And It’s been a while but I still feel the same
Maybe I should let you go



Dammi amore come mai prima d’ora
Perché ultimamente ne ho un bisogno disperato
Ed è passato un po’ ma i miei sentimenti sono rimasti uguali
Forse dovrei lasciarti andare




- Elena - ti chiamo perentorio, una latente rabbia pericolosamente pronta ad esplodere che mi vibra sotto la pelle e nella voce.

Tu ti volti, fermandoti ironicamente proprio alla base delle scale nell'esatto punto in cui abbiamo discusso poco prima.

Deve essere destino che in questo punto dobbiamo sempre discutere.

- Hai ottenuto ciò che volevi?- allargo le braccia, raggiungendoti con una sola, ampia falcata e stringendo innervosito fra le dite la stoffa del tuo scalda spalle.

- In verità, si - mi dici tu, quasi fiera di quello che è accaduto, di ciò a cui sei arrivata.

E un altro fiotto di rabbia si riversa prepotentemente nelle mie vene, portandomi quasi alla saturazione.

- Bene, mi racconterai mentre torniamo a casa.- ti porgo quel pezzo di stoffa dorato, buttandotelo quasi contro in un gesto mal celante del nervosismo che mi attanaglia e che so esploderà di qui a poco.

- Andiamo – cerco di rimanere comunque il più calmo possibile, ma l'impeto stizzito con cui ti afferro il braccio per trascinarti fuori tradisce ciò che provo. Di nuovo.

- No, Damon! Lasciami.- tu ti divincoli, cercando di liberarti e io ti lascio andare dopo un paio di secondi, sapendo benissimo che potrei farti davvero male se solo aumentassi lievemente la stretta.

- Senti, mi dispiace di aver dovuto... tenerti...fuori da piano – affermi, esitando sulle ultime parole mentre forse ripensi a come mi hai escluso.

E tutto ciò non fa altro che far aumentare maggiormente in me il nervoso e non è solo per il modo in cui hai deciso di tenermi fuori.

Oh no.

Il piano... è solo questo di cui ti importa? Il fatto che tu abbia rischiato la vita, che sia stata pericolosamente da sola in una stanza con un vampiro Originale senza nessuna protezione non sembra sfiorarti neanche l'anticamera del cervello però.

E questo mi fa infuriare ancora di più, acutizzando la rabbia dovuta al fatto che tu non me lo abbia stupidamente detto.

Mi hai lasciato fuori, sapendo forse che ti avrei ostacolato nuovamente.

Non ti sei fatta alcun problema a farmi spezzare il collo pur di arrivare al tuo fine, penso amaro.

E poi c'è il pensiero continuo, ripetitivo, che mi ricorda che a Stefan lo hai detto invece.

Lo hai reso partecipe, stringo i pugni maggiormente percependo le unghie conficcarsi nel palmo.

Ma è un dolore quasi piacevole, una minima valvola di sfogo di tutto ciò che sto provando ora.

- Non ci sarebbe dovuto essere nessun piano - ribatto io in un sibilo e un gesto secco della mano– Non saresti dovuta proprio venire -

Tu stringi le labbra, espirando violentemente l'aria fra i denti.

Ti stai iniziando ad alterare anche tu, ma decisamente poco me ne importa.

- Pensi che mi piaccia agire alle tue spalle?- mi chiedi con voce pericolosamente bassa e, prima che io possa rispondere, continui. - Beh non è così. Ma se non avessi chiesto l'aiuto di Stefan avresti cercato di fare l'eroe e avresti rovinato tutto -

E a queste tue parole, sputate con astio quasi, la vista mi si offusca di rabbia.

Avresti fatto l'eroe...

E davvero non hai capito nulla di me forse.

E' paradossalmente allucinante tutto ciò, scuoto appena la testa guardandoti.

Ma sul serio non capisci, dannazione?

- Oh scusa tanto se cerco di proteggerti- sbotto con tono gelidamente ironico, tagliente, non riuscendo più a trattenermi ed allargando frustrato le braccia.

Eppure non mi sembra un concetto troppo complicato.

- E' chiaro che a Stefan non gliene importi più niente- continuo incurante di ferirti o meno, riferendomi al fatto che non gliene frega assolutamente nulla se tu sia in pericolo o meno.

Vuole solo la sua vendetta. Unicamente questo.

Anzi, prima lo capirai e meglio sarà per te.

- Ora sei arrabbiato con me perchè ho coinvolto Stefan?- mi domandi in risposta, quasi ferita dalle parole che ho detto.

E il fatto che tutto debba sempre tornare a Stefan, che tu torni sempre lì, a quel punto, e che continui a non capire o fare finta di non capire mi fa raggiungere il limite di sopportazione.

Come diavolo fai a non capire che mi preoccupo per te? Il perchè lo faccio, dannazione? Ansimo per la rabbia, il nervoso.

E le parole escono in automatico dalle mie labbra, causate da un connubio letale di emozioni e motivazioni che non sono in grado di fermare.

- No, sono arrabbiato con te perché ti amo – affermo frustrato, arrabbiato, bruscamente rammaricato e un miliardo di altre cose insieme che mi avvolgono in una morsa soffocante.

Abbassi per una frazione di secondo lo sguardo, per poi rialzarlo e prima ancora che tu inizi a parlare la stilettata, con cui stai per pugnalarmi, è già leggibile nei tuoi occhi.

È chiara e letale come solo un colpo mortale può essere.

- Beh, forse è proprio questo il problema- affermi fredda, tagliente e totalmente indifferente a ciò che ho appena detto.

Probabilmente un paletto di frassino nel cuore farebbe meno male.

Totalmente gelato dalle tue parole ti fisso con gli occhi sbarrati, percependo il dolore infiltrarsi velocemente in me, come veleno, appesantendomi le membra e offuscandomi i pensieri.

Le tue parole però rimangono nitide, bruciano terribilmente.

È un dolore intenso, da togliere il respiro, focalizzato nella parte sinistra proprio dove dovrebbe esserci quel muscolo soggetto ad emozioni chiamato cuore.

Il tempo sembra come fermarsi, cristallizzandosi nelle tue parole.

Per qualche attimo non riesco a dire, a pensare a niente.

Sento solo quel dolore che aumenta ad iperbole man in mano che passano i secondi, acutizzandosi insieme alla consapevolezza di ciò che hai detto.

Ed è agonizzante, tremendamente concreta come sofferenza.

- No - mormori, forse rendendoti conto della portata di ciò che hai detto e cercando di rimangiartelo.

Ma non me ne frega assolutamente nulla ormai.

Non me ne frega un cazzo del motivo per cui lo hai fatto.

L'hai detto. Lo hai pensato anche solo per un breve attimo e mi basta questo.

- Non volevo...- mormori scuotendo lievemente il capo mentre il tuo sguardo si fa più liquido e mi provoca ancora più dolore...rabbia...rammarico...dolore.

- No ho capito, Elena- tronco sul nascere il tuo discorso, le tue scuse che so già faranno più male di ciò che hai appena detto, anche se non so come potrebbe essere possibile.

E quindi è questo il problema? Il fatto che mi preoccupo per te? Sono io il problema? Penso con ironico rammarico.

- Mi preoccupo troppo - soffio ironicamente gelido, la voce atona sbiancata di qualsiasi emozione se non rammarico e dolore.

Questo per te è un peso, un problema. Io lo sono.

E ancora una volta mi ritrovo a rimpiangere quando non provavo nulla, quando tutto scivola via, perchè vorrei davvero non sentire nulla.

Neanche quel qualcosa che tu hai palesemente rifiutato.

Perché semplicemente l'amore fa dannatamente schifo.

Indurisco la mascella in una espressione pietrificata, capendo cosa sono davvero per te.

- Sono un ostacolo - sputo quella parola come fosse il peggiore degli insulti.

E per me ora lo è.

Sono un ostacolo, mi ripeto mentalmente.

Il mio amore per te è un ostacolo.

E la lama affonda ancora, allargando spietata la ferita e provocandomi un'altra fitta di dolore lancinante.

Un dolore così intenso da essere insopportabile, sordo, peggiore persino di quello che ho provato quasi in punto di morte a causa dal morso di un licantropo.

Ed è drammaticamente ironica come situazione questa.

Perché il corpo di un vampiro sopravvive a qualsiasi ferita, tutto guarisce, ma l'unica che vorrei guarisse, si rimarginasse, in questo momento non può essere guarita da niente purtroppo.




And you know I’ll find my corner
Maybe tonight I’ll call you
After my blood, is drowning in alcohol
I just wanna hold you



E sai che troverò il mio angolo
Forse stanotte ti chiamerò
Dopo che il mio sangue si sarà tramutato in alcool
No, voglio soltanto stringerti





Il pugno chiuso della mia mano si scontra rudemente e senza pietà contro la mandibola dell’Originale, smezzandola e producendo uno scricchiolio d'ossa inquietante.

O forse è solo il rumore cigolante di quell’organo, ferito, che ho nel petto e che vorrei non avere ora come ora.

Sferro un altro colpo e poi un altro ancora, cercando di sfogare – zittire- tutto ciò che provo, ma non ci riesco.

Non basta.

Così come non è bastato l'alcol che ho ingurgitato e in cui ho cercato di affogare.

Non basta.

Schiaccio il suo volto contro le mattonelle del vialetto, accanendomi contro di lui.

Non voglio provare nulla.

Voglio schiacciare tutto, annientare ciò che provo.

Sto per tirare un altro pugno, ma una voce giudicatrice mi richiama.

- Damon - la voce cadenzata di Stefan mi ferma, portandomi a voltarmi irritato verso di lui che è appena corso fuori dalla villa.

Stravolto dalla rabbia, dal dolore, lo guardo con gli occhi sbarrati quasi ringhiandogli contro.

Cosa diavolo vuole ancora? È corso a farmi la solita predica da santo Stefan come ogni volta?

Beh che se ne vada a farsi fottere, lui...Elena...i miei sentimenti...tutto il resto del mondo.

Mi alzo quasi barcollante, mentre Kol rantola qualche insulto in mezzo ai denti.

- Sei per caso impazzito?- mi chiede, scendendo un paio di gradini, mentre buona parte degli invitati ci raggiungono fuori, circondandolo.

Fra cui anche tu.

Ti individuo subito, in un gesto automatico. Ormai i miei occhi sono abituati a cercarti.

Deglutisco, il fiatone che mi alza aritmicamente il petto e la bocca impastata dal sapore acre e amaro del dolore.

E la tua vista non fa altro che acutizzarlo, infierendo ulteriormente.

Ansimo, stravolto.

Hai mandato tutto in fumo con poche parole, disintegrato tutto ciò che avevamo costruito così difficilmente fra alti e bassi.

Ho cercato di migliorarmi, di cambiare e di essere più degno di te. Sono cambiato, dannazione.

Quel poco che c'era però l'hai frantumato con il disprezzo per quell'umanità che tu stessa ti sei impegnata così tanto per tirarmi fuori, per farmi tirare fuori.

Hai bruciato tutto.

Tutto tranne una cosa...purtroppo l'unica che davvero, ora, vorrei scomparisse, non avere.

Il mio dannato amore per te.

Lo stesso che sembri non volere.

Lo stesso che io avrei voluto da te.

E il dolore si intensifica improvvisamente nell'ennesima fitta, la ferita continua a sanguinare copiosamente e brucia.

Volevo solo un posto nel tuo cuore.

Avrei voluto avere un posto, credevo di essere riuscito a ritagliarmi un piccolo spazio.

E invece mi sbagliavo.

L'amore è la più grande debolezza di un vampiro.

- Forse un po'- gli rispondo sprezzante e ironico, non distogliendo lo sguardo dal tuo dominato dalla consueta sfumatura di moralismo e rimprovero.

Perché è sempre così quando si tratta di me, hai solo rimproveri e ipocrisia.

Scuoto la testa, voltandomi senza dire niente d'altro. È già stato detto fin troppo stasera.

Vuoi essere lasciata in pace? Bene, d'ora in poi sarà così. Non sarò più per te un ostacolo.

E scompaio nel buio nel tempo di un respiro.

Sperando che anche quel qualcosa dentro di me scompaia assorbito dalle tenebre.



Give a little time to me
We’ll burn this out
We’ll play hide and seek
To turn this around
And all I want is the taste
That your lips allow

My my my my give me love

Dammi un po’ di tempo per me
Bruceremo tutto questo
Giocheremo a nascondino
Per capovolgere le cose
E l’unica cosa che voglio è il sapore
Che concedono le tue labbra

Mia, mia, mia, mia, dammi amore



Sono baci voraci, famelici e passionali i primi unguenti con cui cerco di lenire la ferita.

Rimedi del tutto inutili, però.

Con gesti secchi e quasi violenti strappo il vestito della donna bionda davanti a me, spogliandola in fretta e furia.

Voglio affondare in quel corpo che non è il tuo il prima possibile per porre fine a tutto, soffocare ogni sentimento nei tuoi confronti.

E lo faccio, senza dolcezza o altro.

Ma quel senso di sollievo, pace, quel po' di calore che speravo arrivasse non c'è. Non arriva.

Solo un vuoto dilaniante accompagna la passione delle mie spinte in quel corpo, niente d'altro.

Il dolore non se ne va, rimane fin troppo presente a rendere amaro persino l'oblio del piacere.

E mentre continuo ad affondare nel buio di un corpo che non è il tuo nella speranza che allievi quel dolore dilaniante, che spero mi abbandoni ma che so non accadrà, il mio pensiero va comunque a te.

Come sempre.

Perché l'unico calore che voglio, che vorrei, non posso averlo.

L'unico che potrebbe scaldarmi.

Voglio solo avere un posto nel tuo cuore.

Voglio solo un po' di amore.

E proprio nel momento dell'apice, del culmine del piacere l'unico pensiero abita la mia mente.

E' quasi un'invocazione silenziosa.

Dammi un po' di amore,




Give a little time to me
We’ll burn this out
We’ll play hide and seek
To turn this around
And all I want is the taste

That your lips allow

My my my my give me love
My my my my give me love
My my my my give me love
My my my my give me love



Dammi un po’ di tempo per me
Bruceremo tutto questo
Giocheremo a nascondino
Per capovolgere le cose
E l’unica cosa che voglio è il sapore
Che concedono le tue labbra

Mia, mia, mia, mia, dammi amore

Mia, mia, mia, mia, dammi amore

Mia, mia, mia, mia, dammi amore

Mia, mia, mia, mia, dammi amore



Salve! Sorpresi di trovarmi qui, eh?! Beh lo sono anche io, perchè non avrei mai pensato di scrivere una one-shot di questo genere. Come sa chi legge le altre mie storie non sono una che ama scrivere storie di un solo capitolo, preferisco le storie lunghe in cui poter sviluppare meglio pensieri ed emozioni. Tuttavia venerdì dopo aver visto l'episodio 3x14 di TVD e ciò che è successo mi è venuta voglia di scriverci qualcosa su. Poi ho ascoltato la canzone che faceva da sottofondo al ballo e letto il testo e ho pensato che le parole erano davvero perfette per Damon, per quell'episodio e così ho deciso di utilizzarle. Come ho detto anche all'inizio vi consiglio di leggere la storia ascoltando la canzone.

Così mi sono messa a scrivere e ho buttato giù questa piccola storia, provando a definire i pensieri e le riflessioni di Damon in quei momenti sulle note della canzone “Give me Love” di Ed Sheeran. La prima parte spero non sia uscita troppo dolce, ma volevo solo sottolineare di come sia innamorato di Elena e di come si senta frustrato dalla situazione in cui si trovano. Da metà in poi beh invece emerge il dolore per le parole di Elena che credo che l'abbiano davvero deluso, ferito. Sentirsi dire quelle parole dalla persona che si ama in segreto penso sia davvero bruttissimo.

Tuttavia (ed è una considerazione che faccio indipendentemente dalla piccola storia che ho scritto e che riguarda l'episodio) credo che Elena lo abbia fatto perchè si sentiva soffocata in quel momento. Voleva fare di testa sua ma Damon glielo stava impedendo. Con questo non la voglio giustificare, tutt'altro, ma cercare solo di capire il perchè lo ha fatto. Credo anche che sia funzionale alla loro relazione, servirà a dare una svolta a parer mio e sono fiduciosa al riguardo.

Un grazie speciale e particolare va ad Elena ( che ha fatto l'immagine iniziale) ed alla mia Ali, che oltre a sopportarmi perennemente e supportarmi mi ha anche dedicato un'immagine ( che è quella che trovate alla fine). Grazie anche a Fiore che mi ha tenuto compagnia durante la stesura della storia.

Questa storia è dedicata a tutte le fan Delena, a chi mi segue e mi supporta costantemente. Grazie.

Non so se sono riuscita a trasmettere ciò che provava Damon, se sia coerente con il suo personaggio o meno, ma spero davvero di esserci riuscita almeno un pochino. È difficile scrivere dal suo punto di vista e ancora di più se frustrato, arrabbiato e ferito.

Detto ciò spero comunque che vi sia piaciuta o che almeno sia passabile.

Fatemi sapere che ne pensate!

Bacio.

PS: la prossima storia che aggiornerò sarà quella delena I WILL ALWAYS CHOOSE YOU. Dopo poi sarà la volta dell'altra ff delena DESTINED FOR ETERNITY ed infine quella nian True Love- Vero Amore.

A presto.

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