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Autore: Eliessa    12/02/2012    1 recensioni
Piccola shot su Distretto di Polizia. Riguarda la nona serie della serie tv.
"Ed Anna in quel momento voleva dimenticarsi chi era, ma non poteva permettersi di farlo. Non poteva cedere, soprattutto in quel momento.
Anna non poteva dimenticarsi di essere una poliziotta..."
Personaggi: [Luca Benvenuto, Anna Gori, Dorian Laszlo, Elena Argenti, Patrizi]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola schot scritta in soli due ore a scuola. Non me ne volete se non sarà bella come la credavate.

Paura di amare.


Nella vita si nasce, si cresce, si muore. A volte riesce a farti dimenticare chi sei, altre volte fa in modo che ti ricordi fin troppo bene chi sei…
Ed Anna in quel momento voleva dimenticarsi chi era, ma non poteva permettersi di farlo. Non poteva cedere, soprattutto in quel momento.
Anna non poteva dimenticarsi di essere una poliziotta e che davanti a sé aveva un uomo crudele e malvagio. Dorian Lazslo.
Per quanto forse ne era innamorata, i suoi sentimenti doveva tenerli da parte.
Non poteva permettersi che il suo arresto fosse compromesso dai suoi sentimenti.
 
 
FLASHBACK
Era un giorno di marzo, quando Anna era a casa, ad aspettare Luca che rientrava dal Decimo.
Dopo anni finalmente si era resa conto che quello che provava per Luca, non era poi così impossibile.
Quella sera decise di confessargli tutti i suoi sentimenti.
Dopo Carlo, aveva capito che non voleva più perdere altro tempo.
Amava Luca, perché tormentarsi e soffrire ancora?
Certo, il suo essere diverso, sapeva che le avrebbe causato qualche problema, tutto sommato Luca poteva non essere innamorata di lei, ma voleva provarci. Voleva lottare per quest’amore.
 
-Ciao Anna.- disse Luca andando aggiungendola in cucina e salutandola con un bacio sulla guancia.
-Ciao Lù.- ripose lei felice e preoccupata allo stesso tempo.
-Che hai? Ti vedo strana.-
-Devo parlarti.-
-Ok, ti ascolto, dimmi.- disse Luca senza quasi neanche fare caso a quello che diceva.
-Andiamo sul divano.- disse Anna, mentre si avviava e Luca la seguiva.
-Si può sapere cosa devi dirmi?-
-Non è facile; cercherò di essere breve.- Anna abbassò lo sguardo. –E concisa soprattutto.- Luca le alzò il viso con una mano.-
-Anna, che stai cercando di dirmi?-
-Luca, io ti amo.-
-Come?-
-Si, scusa, forse non avrei neanche dovuto dirlo.- disse lei alzandosi dal dividano e dandogli le spalle.
-Anna, ti giri per favore e mi guardi?-
-No, scusa non avrei dovuto mai parlare, vado in came…-
-No, aspetta un attimo.- disse alzandosi in piedi anche lui –Anna, anche io devo dirti qualcosa, anche io ti amo.-
-Ho sentito bene?-
-Si, certo, ma…-
-Ma cosa?- chiese Anna quasi piangendo.
-Non sono sicuro di questa relazione. Io ti amo, ma ho paura di amarti allo stesso tempo.-
-Ma paura di cosa Luca, per favore, non fare il bambino!-
-Non sto facendo il bambino, perdonami. Voglio solo che tu ti ricorda sempre e comunque che ti amo, e che non mi perdonerò mai il fatto di non essermi reso conto che ti amavo e di non avertelo mai detto.-
-Ma ne stiamo parlando ora, Luca.-
-Anna, non insistere, ora non sono sicuro di poterti amare e di renderti felice.-
-Stai con qualcuno?-
-No, sai bene che tu saresti la prima a saperlo. Non ho nessuno, ma non voglio nessuno, o meglio nessuna. –
-Luca perché dobbiamo soffrire ancora, quando possiamo essere felici entrambi?-
-Perché tu potresti incontrare un giorno un uomo che ti sappia amare più di me.
 Ricordati che ti amo.- Luca le diede un leggerissimo bacio sulle labbra assaggiando anche le sue lacrime, che continuavano a scendere, e poi andò in camera sua senza dire un parola, lasciando Anna da sola.
 
Da quella sera il loro rapporto non fu più come prima. Iniziò un periodo in cui non parlavano, non riuscivano più a confidarsi, sembravano solo degli estranei che dividevano un tetto.
La mattina seguente Anna chiese una settimana di ferie anticipate.
Voleva starsene un po’ per conto suo; non voleva occuparsi del lavoro, ma solo di lei.
Due giorni dopo al Decimo si iniziò a lavorare su un caso che riguardava i russi.
Quello stesso giorno Anna era uscita a fare un giro per le vie del Tuscolano, quando una persona le rovesciò involontariamente una bibita addosso.
 
-Mi scusi signorina,non l’ho vista.-
-Non si preoccupi, anche io ero distratta.- Anna stava per andarsene quando l’uomo l’invitò a seguirlo.-
-Posso farmi perdonare offrendole qualcosa nel mio ristorante? D’altronde è anche ora di pranzo, ne approfitti.-
-No, torno a casa non si preoccupi.-
-Insisto.-
-Va bene.- Anna e Dorian arrivarono al ristorante.
-Mi perdoni, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Dorian Laszlo, sono il proprietario del Samovar.-
-Piacere, io sono Anna… Anna Marino.- rispose lei. A primo impatto sembrava un uomo gentile e carino, ma aveva percepito che aveva qualcosa da nascondere e non aveva tutti i torti, così decise di dare un falso nome.
-Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni, puoi accomodarti.-

Continuarono a pranzare.
Quando finirono si scambiarono i loro numeri di telefono e poi Anna andò via da sola ma non rientrò subito a casa, continuò a stare fuori ed a ripensare a quell’incontro.
La sera, quando tornò a casa, con Luca non fece cenno di quanto le era successo.
Cenarono, parlando del più e del meno, ma senza entrare in argomenti specifici.

Sentivano che tra loro il rapporto stava cambiando, ma nessuno dei due aveva il coraggio di fare il primo passo per migliorarlo.
La colpa era di Luca, lo sapeva bene lui, ma non voleva illudere Anna.
Ora non era più sicuro di poter offrire ad Anna tutto quello che voleva.
Intanto i giorni passavano, gli incontri tra Anna e Dorian divennero tanto frequenti quanto segreti.
Neanche Elena, la migliore amica di Anna sapeva più di tanto.
Elena sapeva che aveva conosciuto un uomo, le aveva detto il nome, Dorian Laszlo, ma che era finito tutto lì.
Luca invece, non era a conoscenza di nulla. […]
 
Anna era rientrata in servizio già da tre settimane e si stava occupando insieme ai colleghi del caso sui Russi, ma le indagini erano ad un punto morto.
Una banda di criminali russi che facevano parte della mafia russa, e non era facile poterli arrestare, in quanto le prove fornite al Decimo, non bastavano in aula di tribunale a dichiararli colpevoli.
I giorni passavano e le indagini diventano sempre più complesse, ma nessuno voleva arrendersi.
Volevano arrivare fino in fondo e cercare di mettere fine ad una delle tante bande criminali del Paese. […]
 
Un mese dopo, una sera come tante, Anna andò a cena con Dorian.
Uscì dal Decimo verso le 20 e raggiunse direttamente il Samovar, anche perché non faceva in tempo per andare a casa a cambiarsi e raggiungere il luogo dell’appuntamento.
Anna e Dorian cenarono insieme. Diciamo che erano in una fase in cui sicuramente tutti e due da lì a poco avrebbero ceduto e sicuramente ci sarebbe stato più di una cena, più di un bacio di sfuggita […]
 
Mentre loro cenavano, Elena e Luca erano ancora in servizio, a ricontrollare fascicoli su fascicoli, e mentre lavoravano parlano di una persona, di Anna.
 
-Ele, tu sai qualcosa di Anna?-
-In che senso?-
-Sai se esce o si vede con qualcuno in particolare?-
-So che ha conosciuto un uomo, ma nulla di più. Ma scusa a casa non parlate?-
-No. Da quando mi ha detto che mi ama ed io l’ho rifiutata no. Il nostro rapporto è cambiato.-
-Che vuoi dire? Anna ti ha confessato i suoi sentimenti per te?-
-Si, ma tu lo sapevi?-
-Da anni. Volevi sposarsi con Carlo per dimenticare te, ma alla fine non c’è l’ha fatta a sposare un uomo che non amava.-
-Sono uno stronzo!- escalmò Luca arrabbiato e battendo un pugno violento sulla sua scrivana facendo spaventare Elena.
-Che ti succede Luca?-
-Anche io amo Anna, ma... non so che mi è preso, all’improvviso ho avuto paura e le ho detto che noi non potevamo avere una relazione.-
-Ma paura di cosa Luca!-
-Paura di amarla e di deluderla. Paura di non essere all’altezza di ricambiare tutto l’amore che prova per me.-
-Luca, se vuoi farla felice, devi rimediare al tuo sbaglio e c’è una sola soluzione: stare insieme a lei.-
-Lo so. Quando torno a casa le parlo, o ora o mai più.-
-Bravo, così mi piaci.-
-Grazie Elena, avevo proprio bisogno di parlare.-
 
Dopo questa breve parentesi, continuarono a lavorare, e finalmente uscì fuori una cosa molto interessante: tutti i traffici loschi di Dorian Laszlo.
 
-Luca!- esclamò Elena.
-Hai trovato qualcosa?-
-Penso di si. Leggi qua.- disse Elena passando dei fogli a Luca. –È uscito fuori il nome di Dorian Laszlo, con tutti i suoi affari, la provenienza di tutti quei soldi e tutto il resto. È anche proprietario di un ristorante qui nei pressi del Tuscolano, il Samovar.-
-Bene, possiamo incastrarlo.-
-Luca, c’è un’altra cosa.-
-Che cosa?- chiese preoccupato Luca, guardando il viso di Elena che non prometteva nulla di buono.
-Dorian Laszlo è l’uomo con cui sta uscendo Anna.-
-Cosa! Che! Cazzo, è i  pericolo.-
-È più di un mese che si frequentano.-
-È tutta colpa mia!-
-Non serve a niente dire è colpa mia, è colpa tua, avvisiamo Patrizi di tutti quello che sappiamo e poi organizziamo insieme a l’arresto.-
-Perfetto. Lo chiamo.- disse Luca componendo sul cellulare in numero di Patrizi.
 
Intanto al Samovar i due avevano finito di cenare. Dorian aveva accompagnato fino al cancello dell’uscita del Samovar Anna, ma un impulso… la spinse con le spalle al muro e la baciò.
Lei ricambiò il bacio. Un bacio lungo ed appassionato.
Dopo qualche minuto Anna si liberò dalle braccia dell’uomo che la teneva.
 
-Ora vado.- disse lei.
-Sali a casa mia!- esclamò Dorian.
-Un'altra volta.- disse lei.
-Ti amo.- ripose lui.
-Anche io.-
-Ci vediamo qui domani alle sette e mezza per fare colazione?-
-Ok. A domani.- ripose lei, dandogli un ultimo bacio per poi andare via.
 
Dopo dieci minuti arrivò a casa.
Mezz’ora dopo arrivò Luca. Subito andò in camera di Anna, aprì la porta della su stanza ed iniziò a parlarle subito
 
-Si chiama Dorian l’uomo con cui ti vedi?-
-E a te che t’importa?- disse arrabbiata lei.
-Rispondimi, si chiama Dorian?- disse Luca ancora più arrabbiato ma senza urlare.
-Si, e allora?-
-Leggi qua!- esclamò Luca passando gli stessi fogli che Elena gli aveva fatto leggere.
-No, non può essere, non ci credo.-
-Eppure è così.-
-Anna, domani sera ci sarà il suo arresto al Samovar. Tu sei dei nostri?-
-Certo.- disse Anna sicura di sé. –Questa sera però mi ha invitato a fare colazione da lui domani.-
-E tu vai, non voglio che s’insospettisca di nulla. Quando arrivi al Decimo ti aggiorno sull’operazione.-
-D’accordo.-
-Senti, possiamo mettere da parte un attimo il lavoro e parlare di noi.-
-Non c’è un noi.-
-Anche se ti dicessi che voglio stare con te?-
-E dimmi, come mai hai cambiato idea?-
-Perché prima, quando ho scoperto di Dorian ho avuto paura di perderti per sempre. Già una volta è successo, però ora è andata via la paura che avevo di amarti e di non essere alla tua altezza.-
-Luca, sei il solito indeciso. Responsabile e sicuro si sé sul lavoro, insicuro sulle questione di cuore. Ti amo.- Senza dar tempo a Luca di replicare qualcosa, Anna lo baciò, passando insieme una notte d’amore. La loro prima notte d’amore.
Il mattino seguente, a causa del lavoro, non fecero colazione insieme. Prima di uscire dalla porta di casa si salutarono con un bacio e poi andarono via, Anna al Samovar, Luca al Decimo.
Per Anna fu una mattinata difficile, dopo aver scoperto la vera identità di Dorian, ma cercando di trovare la forza nell’uomo che veramente amava e la voglia di non deluderlo, fece del suo meglio per non far capire cosa sarebbe successo la sera in quel luogo.
Dopo la colazione andò al Decimo, lì venne messa a conoscenza dei dettagli sull’operazione che ci sarebbe stata la sera. Ora non restava altro che aspettare…
Erano le 21.30 quando la squadra di Benvenuto e di Patrizi era fuori il Samovar con pistole e giubbini antiproiettili.
Circondarono le uscite, quella principale e quelle secondarie.
Ora bisognava solo aspettare che Dorian uscisse.

 

 
Quando Anna vide Dorian fu presa dalla rabbia e dall’odio. Per un momento era riuscita a provare anche amore per lui.
Ora quell’amore doveva, anzi era già svanito.
 
-Dorian Laszlo, sei in arresto, metti le mani in alto. Sei circondato, non ti conviene scappare.-
-Anna!-
-Non devi più nominare il mio nome.- disse Anna avvicinandosi e puntandogli la pistola. Sei in arresto.-
-Dorian divento fragile, non oppose resistenza e cadde a terra. Era arrivata la sua fine.-
-Uccidimi, è il modo migliore per mettere fine a questa mia orrida vita.-
-No, non ti uccido. Meriti di vivere pensando al male cha hai fatto, sperando che non ti si ritorci contro.- disse Anna, mentre Luca arrestava l’uomo.
-Portatelo via.- esclamò Luca agli agenti. Intanto mentre Dorian fu condotto via, Patrizi si avvicinò ad Anna.
-Le devo fare i complimenti per la lucidità che ha avuto. So in che rapporti era con il signor Laszlo ed è riuscita a rimanere calma.-
-In realtà ero agitata e lo sono tutt’ora. Sono felice della riuscita dell’operazione, ora con il vostro permesso vorrei ritirami.-
-Certo.- ripose Patrizi.
-Vengo con te.- aggiunse Luca. –Patrizi, ci vediamo domani in commissariato.- Patrizi annuì, guardano Anna e Luca andare via insieme abbracciati. Arrivati a casa, si sdraiarono sul divano, con le gambe sul tavolino, come sempre.
-Anna, ti amo.-
-Ti amo anche io.-
 
Quello era il loro inizio. La loro relazione finalmente era sbocciata e questa volta niente e nessuno poteva impedire di farli stare insieme.
Ora potevano vivere insieme tutto il tempo che volevano, da lì fino alla morte.
Anzi, anche oltre la morte.
   
 
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