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Autore: ArashiStorm    12/02/2012    1 recensioni
[Terra x Aqua] [leggeri spoiler sottintesi]
...il ragazzo si rigirò nel letto al grido del suo nome, voltandosi verso la porta spalancata della sua stanza. Nonostante avesse riconosciuto al volo la sua voce, fu comunque sorpreso di vedere li sull’entrata Aqua che reggeva ancora il lenzuolo bianco in una mano, mentre nell’altra teneva salda la presa sul suo keyblade...
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aqua, Terra
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: KH Birth by Sleep
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Yeeeeeeah L’ho scritta!! Dovevo scrivere una fic su un paring che ho davvero cominciato ad adorare... Terra x Aqua for you my friends XD (a proposito sarebbe da aggiungere tutti i personaggi di Birht by Sleep alla lista personaggi nel menù, ma non so come si fa...-_-) e senza particolari spoiler…o meglio diciamo che sono sottintesi, chi sa capisce chi non sa passa la cosa sotto silenzio, certo è che per chi ha giocato la lettura è più comprensibile.
[*]Ah troverete nella fic, una battuta veramente stupida che non avevo intenzione di mettere nella fic, ma si è autocreata e nel momento in cui ho scritto il passaggio appena precedente. Li mi sono resa conto della cosa e l’ho lasciata visto che non rovinava la narrazione, magari qualcuno la troverà simpatica XD
Ok ma ora basta chiacchiere. Buona lettura. Spero vi piaccia^^

Titolo: Le porte del cuore
Fandom: Kingdom Hearts
Paring: Terra x Aqua
Rating: tutti
Spoiler: sottintesi nella prima parte della fic. Un po’ più notabili nell’epilogo (bisognerebbe aver letto i diari di Xehanorth per capire bene a cosa faccio riferimento)
Parole: 2034 (fic) + 510 (epilogo)
Ho diviso la fic dall'epilogo di modo che chi volesse fermarsi all'happy ending può farlo, chi invece vuole la fine vera e propria basta che clikki la pagina sucessiva XD
Disclamer: Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono proprietà Disney, Square Enix



“Terra!”

il ragazzo si rigirò nel letto al grido del suo nome, voltandosi verso la porta spalancata della sua stanza. Nonostante avesse riconosciuto al volo la sua voce, fu comunque sorpreso di vedere li sull’entrata Aqua che reggeva ancora il lenzuolo bianco in una mano, mentre nell’altra teneva salda la presa sul suo keyblade. Terra si alzò avvicinandosi velocemente alla ragazza.

“Che succede Aqua?” chiese sfoderando anch’egli la sua chiave da battaglia, pronto per qualsiasi scontro che si sarebbe potuto profilare all’orizzonte.

In risposta l’amica lo colse nuovamente di sorpresa facendo scomparire l’arma, lasciandosi poi cadere a terra senza forze.

“Aqua!” Terra si precipitò accanto a lei pronto a proteggerla, ma non ce ne fu alcun bisogno. La ragazza alzò il volto nel momento in cui l’amico si accasciò al suo fianco ponendogli una mano sul petto nel tentativo di calmarlo dall’apprensione evidente che aveva sentito nella sua voce.

“Scusami – disse – è stato un brutto sogno, io…”

Terra tirò un lungo sospiro di sollievo a quelle parole e fece scomparire anch’egli il keyblade. Una volte avute le mani libere aiutò la ragazza a rialzarsi e l’accompagnò verso il letto dove l’invitò a sedere. Sapeva bene che l’unico modo per superare un incubo fosse quello di parlarne perché se fosse tornata a dormire probabilmente sarebbe nuovamente ricaduta nella stessa visione che l’aveva spaventata tanto da farla venire da lui.

“Cosa hai sognato di così spaventoso?” le domandò sedendole accanto.

Aqua lo guardò a lungo, così a lungo che il ragazzo si chiese se per caso non avesse sentito la domanda che le aveva rivolto. Ma non appena formulò questo pensiero la risposta arrivò.

“C’eri tu e sotto di te all’improvviso si era aperta una grande pozza di oscurità che tentava di trascinarti sotto. Io era li vicino, ti chiamavo, ma non riuscivo a muovermi… – cominciò a tremare e le parole faticavano ad uscire – volevo aiutarti ma…ma…. non ci riuscivo,…. in nessun modo, capisci?” concluse con gli occhi lucidi cercando con tutta se stessa di evitare di piangere come una bambina. Perché lei era Aqua, era la ragazza forte. Anche il maestro apprezzava il suo carattere deciso e sicuro…ma vedere Terra che veniva risucchiato in quel modo senza poter fare nulla di nulla, era troppo anche per lei.

“Va tutto bene Aqua, io sto bene…non…” ma Terra non poté concludere la frase che la ragazza girandosi verso di lui di colpo gli sbatté i pugni contro il petto.

“Lo dicevi anche nel sogno – urlò – quelle stesse parole, dicevi che andava tutto bene, che non dovevo preoccuparmi e mi sorridevi mentre venivi invaso da tutta quell’oscurità” disse così finendo per appoggiare anche la testa sul petto dell’altro e non riuscì più a trattenere quelle lacrime che ora scendevano libere dai suoi grandi occhi azzurri. Terra non poteva vederle ma le sentiva bagnargli la maglietta. In silenzio portò le braccia a circondare il corpo di lei, sussultante dal pianto liberatorio. E solo quando questo finalmente finì il ragazzo trovò il coraggio di accarezzarle la testa scompigliandole i corti capelli azzurri.

“Era soltanto un incubo, qui siamo entrambi al sicuro. Il Maestro non permetterebbe mai all’oscurità di arrivare in questo mondo”

La mano che le accarezzava i capelli scese lungo la sua guancia trovando il mento e con una lieve pressione la costrinse ad alzare il volto verso di lui.

“E poi io sono forte! Cosa pensi che ci alleniamo a fare ogni giorno? Pensi davvero che sia così debole da farmi divorare da un po’ di oscurità? Non avrò bisogno di qualcuno che mi protegga. Se succederà qualcosa sarò io a proteggere te e Ventus e anche il Maestro, diventerò forte per voi.”

Aqua sorrise in risposta alle parole piene di decisione di Terra, senza che però le sfuggisse quel fin troppo evidente desiderio di potere che ne traspariva. Nonostante questo sorrise sinceramente noncurante delle lacrime che ancora scendevano seguendo la scia delle più disperate precedenti. Terra si prese alcuni secondi prima di asciugare con il pollice, delicatamente, anche le ultime gocce salate. Aspettò quei pochi secondi perché era raro, estremamente raro, vedere il volto di Aqua così vulnerabile e dolce con la luce della luna che si rispecchiava sui residui di lacrime illuminandole ancora di più il sorriso. In quel momento Terra pensò che la donna che teneva tra le braccia rispecchiasse in maniera sublime il suo nome. Non era solo l’acqua forte di un mare in tempesta, sapeva essere anche delicata e sensibile con la calma superficie di un lago. Aqua era questo e molto di più ai suoi occhi e sarebbe rimasto li ad osservarla per chissà quanto tempo se lei non lo avesse risvegliato da suoi pensieri.

“Terra?” chiese lievemente preoccupata.

“Ah, scusa, niente – rispose lui lasciandola andare e alzandosi in fretta dal letto – ti prendo un asciugamano così puoi asciugarti il viso.

“Grazie” disse lei facendo per alzarsi a sua volta, ma fu fermata da un asciugamano arrivatole in volo in pieno volto.

“Ehi! Che modi!” si lamentò scoprendosi il viso e trovandosi Terra ad un centimetro da lei che la spinse con un colpo secco verso il letto.

“Dormi qui per stanotte” le disse poi premendole con dolcezza le spalle contro il materasso

“Oh e sarebbero gli ordini “di colui che dovrebbe proteggere” questi?” chiese Aqua con un sorriso di scherno.

“Esattamente – rispose il ragazzo – e se non ubbidisci ti lascio da sola e ci vado di mia spontanea volontà nell’oscurità”

E con questo si voltò sicuro di aver vinto il battibecco. Non riuscì, però, a dar le spalle al letto che per pochi secondi, prima di sentirsi la maglietta trattenuta da dietro. Si voltò appena per vedere la mano di Aqua che teneva stretto il tessuto tremando appena.

“Stavi scherzando vero?” chiese serissima.

“Ovvio sciocca” rispose il giovane dandole un leggero pugnetto sulla testa. Aqua non ribatté sullo scherzoso insulto, anzi rimase sempre estremamente seria prendendogli tra le mani il pugno che si era fermato sulla sua fronte.

“Non dirlo mai più allora, hai capito, nemmeno per scherzo!”

Terra perse anch’egli il sorriso nel vedere il volto dell’amica tanto teso e preoccupato “D’accordo, lo prometto” e solo dopo quelle parole Aqua tornò a sorridere liberando la mano di lui dalla sua presa.

Terra fu finalmente libero di avvicinarsi nuovamente all’armadio e di tirarne fuori una coperta che depose per terra dove poi si coricò.

“Che fai?” chiese Aqua guardandolo sdraiarsi.

“Dormo, cosa che dovresti fare anche tu”

“Per terra?”

“Si per me stesso, perché ne ho bisogno” concluse lui.

“Che scemo, dai che hai capito cosa intendevo!” rispose lei lanciandogli il cuscino cercando di non ridere della stupida battuta dell’amico.

Terra prese il cuscino, rilanciandoglielo senza pensarci. “Si da il caso che nel letto ci sia già tu, quindi non preoccuparti e dormi”

“Ma scusa, il letto è abbastanza grande per entrambi no?”

Terra trasalì, voltandosi di scatto verso di lei. Aqua non si scompose per nulla guardando la sua faccia sconvolta, mentre il ragazzo cercò di riprendersi.

“…non mi pare il caso che un ragazzo e una ragazza della nostra età dormano nello stesso letto”

“Eh ma che c’è di male, non è mica che ….eh….Ah, AAAAAH – realizzò infine – aspetta, ma io non pensavo a ..si insomma, era una richiesta innocente, ecco, non avrai mica pensato a…” balbettò trattenendo a stento l’imbarazzo.

Terra si limitò a sospirare tornando a sdraiarsi, dandole le spalle.

Scese una quiete irreale, entrambi sentivano soltanto il proprio cuore battere senza sosta finché Aqua ruppe quello strano silenzio.

“L’hai pensato sul serio?”

“NO!” urlò Terra alzandosi di colpo voltandosi nuovamente verso di lei. L’imbarazzo evidente sul suo volto.

Aqua non riuscì a trattenere le risate a quella vista. Era troppo strano vedere Terra con un’espressione del genere..

“AHAHAHA sei imbarazzato. Non è da te. Devo raccontarlo al Maestro”

“No! – ripeté lui gettandolesi sopra – non farlo ti prego”

“Ahahah – lei rise ancora più forte, portandosi le mani alla bocca per tentare di contenere il rumore – mi preghi addirittura? Hai paura del giudizio del Maestro? e dov’è finito il grand’uomo di prim…”

Un bussare alla porta le fece morire le parole in gola.

“Terra va tutto bene?” Eraqus al di là della porta aveva la voce un po’ assonnata ma vigile e preoccupata al tempo stesso.

“Si Maestro, è stato solo un sogno, mi scusi se l’ho svegliata.” rispose il ragazzo prontamente, tentando di mantenere la voce più ferma possibile.

“D’accordo allora, ma se ci fossero problemi vieni pure a parlarmene quando vuoi, d’accordo?”

“Si Maestro, la ringrazio”

“Buonanotte Terra”

“Buonanotte a lei Maestro”

Terra lasciò che i passi di Eraqus si facessero lontani fino a non sentirsi più e solo allora si lasciò andare, letteralmente sciogliendosi sul letto.
Era scettico sul fatto che il Maestro non si fosse reso conto della presenza di Aqua nella sua stanza, ma per il momento decise che non ci avrebbe pensato. Domani mattina probabilmente avrebbe scoperto se i suoi dubbi fossero fondati…

“Terra…sei pesante…”

la voce della ragazza che arrivava da sotto di lui gli fece realizzare che Aqua era letteralmente schiacciata dal suo corpo. Nuovamente imbarazzato fece leva sulle mani alzando leggermente il busto di modo da liberare dal peso l’amica.

“Mi dispiace” si scusò, ma Aqua fece un segno di diniego con la testa per poi portare le mani ai lati del volto del ragazzo.

“No, perdonami, sono io che dovrei scusarmi. Ti sono piombata nella stanza e ho fatto preoccupare, oltre che te, anche il Maestro. Probabilmente si è accorto della mia presenza qui. Non preoccuparti domani gli spiegherò tutto”

“Domani…” ripeté lui, con un filo di voce, senza smettere di osservarla. Quel volto sorridente, i capelli scompigliati e celesti come il cielo estivo, una pelle rosata che ora notava essere leggermente accaldata. Due oceani azzurri a guardarlo a sua volta e un paio di labbra morbide, soffici contro le sue …

La stava baciando…

Si era avvicinato a lei senza accorgersene, come incantato. Realizzò in quel momento ciò che stava facendo ma non riuscì a fermarsi. Non ci riuscì perché Aqua aveva spostavo le braccia sulla sua schiena spingendolo contro di lei con più forza. Non poté fermarsi perché Aqua aveva chiuso gli occhi e le labbra dolci di lei danzavano seguendo il ritmo delle sue. Non poté fermarsi semplicemente perché né lui né Aqua volevano farlo.

Nella stanza si sentiva solo il vento caldo della sera estiva che entrava spostando delicatamente la tenda bianca alla finestra. Lievi mormorii soffocati si fecero respiri più affannosi quando i due dovettero staccarsi per ritrovare l’aria nei polmoni.

Si guardarono a lungo quasi increduli delle loro stesse azioni. Terra fu il primo a riprendere la parola. Si alzò, sedendosi sul limitare del letto portandosi una mano a coprire il volto, mentre l’altra era stretta in un pugno.

“Perdonami, – disse – io … non so cosa mi sia preso. Non avrei dovuto…”

La ragazza si alzò anch’ella a sedere, ma non disse nulla, si limitò a prendere la mano che copriva il volto di lui spostandola e scoprendo nuovamente il viso del ragazzo. Aveva un’espressione mortificata, come pronto a ricevere qualsiasi punizione che dovesse arrivare. Ma Aqua non aveva certo quell’intenzione, anzi, con lentezza si sporse più verso di lui, colmando la distanza tra loro e porgendogli nuovamente un piccolo e veloce bacio casto sulle labbra. Si staccò da lui sorridendo, lasciando le mani a riposare sulle forti spalle del ragazzo. Terra la guardò sorpreso per qualche istante. Si toccò le labbra con le dita e poi, finalmente, sorrise anche lui.
Aqua lo abbracciò e insieme ricaddero sul letto, uno tra le braccia dell’altro. Si addormentarono in quella posizione pochi minuti dopo, entrambi bisognosi di riposo. Quei pochi minuti furono per loro più educativi di tante lezioni importanti tenute con il Maestro. Quella notte capirono infatti uno dei primi insegnamenti che Eraqus gli aveva impartito. Ogni cuore ha una serratura e una chiave che lo può aprire e chiudere, egli diceva, ma se è l’amore a bussare alla porta del cuore questa si spalancherà senza bisogno né di serrature né di chiavi. Quella verità, per i due ragazzi, quella notte fu più chiara della luna che, piena, in cielo inondava di luce non solo il loro mondo ma anche i loro cuori.
  
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