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Autore: dawnechelon    13/02/2012    4 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico qui, ed è una One Shot che ho scritto un giorno in pullman in un'ora circa.
Tratta di una ragazza, Sarah, personaggio inventato, che dopo aver scoperto un tradimento, decide di riprendersi la sua vita. Una sera, va ad una festa in città e riincontra Tyler (Lockwood, fisicamente, ma non ha nulla a che fare con il soprannaturale) e tra i due c'è qualcosa di forte.
Spero possa piacere, non la ritengo una cosa eccezionale, ma spero possiate apprezzarla comunque.
Sarah
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono stanca di questa orribile situazione, sono stanca di sentirmi usata, sfruttata, e poi gettata via come se valessi poco più di un mozzicone di sigaretta. Non capisco cosa ho fatto per meritare di stare così male negli ultimi tre anni.
Un paio di giorni fa ho scoperto che il mio ragazzo, il ragazzo stupendo per cui ho perso la testa, il ragazzo che pensavo di amare, non è altro che un bugiardo con una doppia vita. Diciamo che sono stata la sua ruota di scorta, dato che stava anche con un’altra ragazza mentre stava con me.
Non so di preciso se lei è arrivata prima di me, o dopo, ma sono certa del fatto che lui non mi è mai stato fedele, e questo fa tremendamente male.
Non mi sono mai sentita così ferita e così a pezzi come mi sento ora. Avevo riposto tutta la mia fiducia in lui, gli avevo aperto il mio cuore, amandolo profondamente, gli avevo dato tutta me stessa, senza bugie.
E cosa rimane di me stessa ora? Come posso essere la stessa ragazza di prima? Come posso credere all’amore dopo una storia così?
Per quanto io ci creda profondamente, o meglio, ci abbia sempre creduto, ora mi viene così difficile. Dov’è l’amore che supera tutto? Dov’è l’amore che sconfigge ogni ostacolo e ti entra dentro? Dov’è l’amore in generale?
Forse mi sono solo innamorata del ragazzo sbagliato, forse l’errore è stato mio..
Ma perché a me? Perché devo essere trattata così male dal primo ragazzo che amo davvero?
Mille interrogativi affollano la mia mente prepotentemente, cercando di prevalere l’uno sull’altro, cercando di rendermi la vita un inferno.
Cerco di non pensarci, e mi infilo sotto la doccia. Lascio che il getto di acqua bollente scavi nella mia pelle e porti via con sé i brutti pensieri, anche se non ci riesce. Infatti, loro sono ancora con me, attaccati come sanguisughe al mio cuore.
Mi stanno torturando, tormentando, uccidendo.  Non riesco più a sentire il mio cuore battere, mi sento gelida, in pezzi..
Ma è ora di finirla, ora basta! Sono stufa, e stanca di soffrire per una persona che nemmeno mi merita, non è giusto. E’ solo masochismo, pensare a lui e a tutti quei perché, mi fa solo del male.
Devo ricordarmi che prima di tutto ci sono io, ma non come segno di egocentrismo, ma ho dato così tanto a lui ed ho ricevuto così poco in cambio, che comincio a pensare che chi mi può amare meglio di chiunque altro, sono proprio io.
Uscita dalla doccia, con una salvietta in testa ed una avvolta intorno al corpo, devo decidere se andare alla festa di stasera. In città hanno organizzato una delle solite feste, a casa Lockwood.
Non sono molto in vena di festeggiare, e non sono mai stata la tipa da festa, ma ho bisogno di distrarmi, di prendere una boccata d’aria e di non pensare.
Restando in casa non faccio altro che amplificare il mio dolore.
Ho deciso: ci andrò. Devo farlo per me stessa, non posso arrendermi al mio dolore. Devo combatterlo, sconfiggerlo e ritrovare me stessa.
Vado in camera ed apro l’armadio in cerca di un vestitino adatto per la serata: opto per un miniabito rosso. E’ un po’ azzardato, ma stasera voglio sentirmi libera, disinibita. Ad esso abbino un paio di scarpe con il tacco nere, con la suola rossa ed una pochette nera nella quale metto il necessario per rifarmi il trucco ed il cellulare. Torno in bagno e asciugo i miei lunghi capelli castano dorato accuratamente. Dopo di che, decido di rimarcare i miei boccoli con phon e spazzola. Una volta aggiustati i capelli, mi trucco con una linea di eyeliner nera, parecchio mascara ed un rossetto color ciliegia che dà tono alle mie labbra carnose.
Aggiungo al tutto un profumo accattivante che ho ricevuto qualche giorno fa per il compleanno, e sono pronta.
Mi giro su me stessa, guardandomi allo specchio e mi meraviglio di me stessa.
Non sembro nemmeno io, non mi riconosco, non sono io. O forse questa è la parte più proibita ed intraprendente di me che è uscita solo ora, e devo ammettere che non mi dispiace.
Prendo la giacca di pelle nera e me la infilo lasciandola aperta. Esco di casa ed in breve tempo raggiungo il luogo della festa, dove posso sentire già in lontananza la musica alta. Non so cosa aspettarmi sinceramente da questa serata, so solamente che voglio lasciarmi alle spalle tutto e dimenticarmi di lui.
Entrando riconosco un paio delle mie amiche che mi guardano con sguardo esterrefatto. Beh, come biasimarle? Non mi hanno mai vista così in 19 anni, nemmeno io mi sono mai vista così.
Le saluto con la mano e dopo aver lasciato la giacca e la borsa alla signora che si occupa del guardaroba, vado a prendermi qualcosa da bere. Ci vuole qualcosa di forte per evitare che i pensieri possano riaffiorare e rovinarmi la serata.
Dopo aver bevuto un paio di drink, mi vado a sedere su un divanetto che vedo libero, per guardarmi attorno.
La serata è molto accesa: la pista è gremita di persone che ballano, ma ce ne sono altrettante in giro nel giardino, ed altre a bere.
[Tonight (I’m Lovin’ You) – Enrique Iglesias]
Un ragazzo moro esce dalla pista e si avvicina a me, con sguardo languido. Mi pare di averlo già visto, o meglio, di conoscerlo..
Ma certo, che sciocca! E’ Tyler, il ragazzo che mi piaceva prima che arrivasse lui. Ricordo benissimo la cotta che presi per lui all’epoca: ero completamente persa, non vedevo altro se non lui. 
Allora ero diversa, ed anche lui lo era.
Ora è incredibilmente cambiato, dopo tutto sono passati quattro anni.  Non è molto alto, ma il suo fisico è mozzafiato. Le spalle sono ben definite, così come le braccia. Alzando lo sguardo però la prima cosa che mi colpisce, anzi, mi pietrifica, è il suo sguardo penetrante. I suoi occhi scuri mi fissano languidi, con malizia.
Si bagna le labbra con la lingua e si avvicina ancora più pericolosamente. Mi porge una mano invitandomi ad alzarmi. Accetto ben volentieri, senza pensarci troppo, e lo seguo addentrandomi nella pista con lui.
La musica rimbomba dentro di me, scuotendomi e facendomi rabbrividire. Mi prende a sé, posando le sue mani pesantemente sui miei fianchi.
Non so bene come muovermi, anche se, guardando al passato e ricordando quanto ho desiderato quel ragazzo, mi viene tutto più naturale.
Allaccio le braccia intorno al suo collo e mi lascio andare, senza pudore, ai movimenti più maliziosi e complici. I nostri corpi si sfiorano, si toccano pericolosamente, come se stessero giocando. Si tratta però di un gioco pericoloso, come giocare con il fuoco.
Questo rende tutto maledettamente eccitante: balliamo l’uno stretto all’altro, senza inibizioni, come se per tutto questo tempo non avessimo aspettato altro.
Mi abbandono, lasciandomi travolgere da quel momento di sana follia, insieme a Tyler. Non avrei mai pensato di incontrarlo in questo modo, non ora, non dopo tutto quello che è successo. Tuttavia mi sento libera ed ho voglia di rendere questa serata meravigliosa ed indimenticabile. Balliamo per una decina di minuti, e poi mi trascina con sé fuori dalla pista, in un angolino appartato. Mi mette con le spalle al muro e mi fissa ardentemente. Leggo desiderio e brama nei suoi occhi, e devo ammettere che sta nascendo dentro di me una strana voglia, ma non in quanto tale, ma in quanto è nei suoi confronti.
Mi blocca i polsi contro al muro, si avvicina alle mie labbra, rimanendo a pochi centimetri da esse. Posso sentire il suo respiro caldo su di esse.
Senza indugiare, rompe il silenzio con un bacio caldo. Un bacio che mi travolge.
Le sue labbra sono carnose, calde, morbide, e cariche di passione. Non posso fare a meno di ricambiare: assaporo quelle labbra un tempo da me tanto desiderate, ed è come se non potessi più lasciarle. E’ come se stasera fossi il polo negativo e lui quello positivo di due calamite che si cercano. Sono vittima, preda e schiava della passione ardente dentro di lui che contagia anche me. Ricambio il suo bacio con trasporto, e non appena mi lascia andare i polsi, porto le mie mani sul suo volto, e fra i suoi capelli, stringendoli fra le mie dita. Le nostre gambe si toccano e si incastrano le une tra le altre.  Sento le sue mani che mi toccano, come se volessero perquisirmi, scoprirmi. Le fa scorrere sulla mia schiena, e poi sulle mie natiche, stringendomi a lui. Fa scivolare una mano lungo l’esterno della mia coscia e la prende a sé, allacciandomi al suo bacino, ed in breve tempo fa lo stesso con l’altra, prendendomi così in braccio.
Scorre con le labbra sul mio collo, avidamente, e sento il mio corpo surriscaldarsi.
Si stacca per un attimo, e mi guarda, quasi come volesse chiedermi il permesso.
Scendo dalle sue gambe e lo prendo per mano, trascinandolo di sopra, e facendogli intendere le mie intenzioni.
Essendo la festa a casa sua, arrivati al piano superiore, aspetto un suo segnale.
Mi indica la sua stanza e mi ci porta senza pensarci due volte. Lui entra per primo, quindi io mi chiudo alle spalle la porta, assicurandomi di chiuderla a chiave. Spengo la luce, e mi metto contro di essa, tirandolo a me. Lascio che il mio corpo parli per le mie emozioni: lo bacio con desiderio e foga, ed un velo di disperazione. Mi sto aggrappando a lui, come ci si aggrappa ad un sogno, anche se questo è tutto reale, e mi sta conquistando.
Cerco le sue labbra come se senza di esse non potessi vivere: sono assolutamente dipendente dal suo corpo contro il mio, dal calore della sua pelle e dalla sua passione travolgente.
E’ incredibile come per anni non ci siamo quasi nemmeno guardati, e come ora ci troviamo a condividere un momento così intimo e passionale. Dovrebbe essere il culmine dell’amore tra due persone in una coppia, ma noi non lo siamo. Non siamo mai andati più in là di un semplice saluto, eppure ora abbiamo così bisogno l’uno dell’altro, morbosamente. In questo momento lui è tutto ciò che vedo, tutto ciò di cui ho bisogno, tutto ciò che voglio e che sto vivendo.
Le mie mani si infilano sotto la sua maglietta, e percorrono la sua schiena pesantemente. Lui fa lo stesso, ma a partire dalle gambe, cercando furtivamente il bordo del mio vestito, che mi sfila non appena può, gettandolo a terra.
Rimango in intimo di fronte a lui ancora vestito, e così giocando gli tolgo la maglietta, e rimango un paio di secondi con lo sguardo fisso sul suo corpo scolpito. Il silenzio apparente, perché al piano di sotto la musica è altissima, è riempito dai nostri baci alternati a gemiti di piacere, perché il semplice sfiorarsi dei nostri corpi, mi eccita. Non esito a lungo, e lo allontano da me, spingendolo sul letto. Mi metto su di lui e lo bacio avidamente, passando dalle sue labbra, al suo collo, al suo petto scolpito, ma in poco tempo la situazione è ribaltata ed è lui su di me, che mi bacia avidamente, mordendomi le labbra. Con le sue labbra descrive un percorso di scoperta sul mio corpo, mentre con una mano tenta di slacciarmi il reggiseno. Dopo di che, tra un bacio e l’altro ci ritroviamo nudi, ed i nostri corpi caldi sembrano non chiedere altro. Senza indugiare ulteriormente entra con me con determinazione, ma allo stesso tempo con cautela ed in quel momento sento di essere finalmente amata.
Non ha molto a che fare con l’amore questa nostra notte, non siamo innamorati, né tanto meno una coppia, ma c’è qualcosa tra noi due di talmente forte da andare oltre al semplice sesso.
Si muove in me con sicurezza, e con il bacino assecondo i suoi movimenti.
Alterniamo baci rubati, a gemiti di piacere. Mi aggrappo alla sua schiena, scavando con le mani nella sua schiena, come se cercassi in lui un porto sicuro.
Proseguiamo così fino a che entrambi raggiungiamo l’apice massimo del piacere, e la nostra passione si affievolisce, trasformandosi in tenerezza.
Esce da me, e ancora ansimante mi sussurra : « Non immagini quanto ho aspettato questo momento. »
Gli rispondo con un sorriso perché non so che dirgli. Mi ha colto di sorpresa, e non sono pronta ad una cosa del genere. Ma cosa vuol dire? Cosa vuol dire che l’aveva aspettato da tempo? Voleva stare con me fin dall’inizio, o non vedeva l’ora di aggiungere un nome alla lista delle sue ragazze?
Lo guardo stranita, ma comunque lusingata. Si sdraia accanto a me, invitandomi a poggiare la testa sul suo petto, e copre i nostri corpi con il lenzuolo, come volesse proteggerli.
Mi carezza i capelli, giocando con essi fra le sue dita. Mi limito ad abbracciarlo, come se cercassi protezione nella sua stretta.
Mi mette una mano sul mento, alzandomi il viso verso il suo.
« Voglio stare con te, Sarah. L’ ho sempre voluto, fin dall’inizio. Ero solo troppo orgoglioso per ammetterlo. »
Questo poi non me l’aspettavo proprio, nemmeno un minimo. Questo implica che lui per tutto questo tempo mi ha cercata, mentre io stavo con quello.
Non so che rispondergli, ma ora, qui con lui sto bene e quindi annuisco avvicinandomi al suo volto e dandogli un leggero bacio a fior di labbra, come se fosse una confessione, un gesto puro.
Gli sorrido, e lui fa lo stesso. Mi dà un bacio sulla fronte, e torno con la testa sul suo petto. Ascolto il battito del suo cuore, ancora accelerato.
Le emozioni a volte riescono a fare cose incredibili: il mio dolore, mi ha portato all’origine. Sono stata malissimo, mi sono sentita uno schifo, ma ho trovato lui e se stessi ancora con quello, non sarei qui.
Che ne sarà di noi? Lo scopriremo solo vivendo.
Che dire? Non tutto il male vien per nuocere.
  
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