Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: ivi87    13/02/2012    17 recensioni
“Ho due biglietti per gli Yankees di questo pomeriggio, dovevo andarci con mio padre ma si è preso l’influenza perciò ho pensato di non lasciarti a casa a oziare sul divano mentre ti ingozzi di schifezze”
“Molto simpatica detective! Stavo scrivendo!” ribattè permaloso “Comunque accetto volentieri!”
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

THE BASEBALL MATCH

 

 

Era tuo padre al telefono.

Si è beccato una bella influenza con qualche linea di febbre.

Ci si può ammalare a giugno?

Evidentemente si.

Guardi sconsolata i due biglietti nella tua mano.

Ci tenevi davvero tanto ad andare alla partita con lui; è da tanto che non fate qualcosa insieme.

Li fissi meditando il da farsi.

Ti sono pure costati un occhio della testa perché è l’ultima partita di campionato.

Joe Torre, l’idolo tuo e di tuo padre, dirà addio alla carriera di allenatore proprio quel pomeriggio, per andarsene meritatamente in pensione.

Insomma, è un evento imperdibile per due tifosi come voi.

Ripensi alla voce di tuo padre al telefono. Era delusissimo e sai per certo che se non avesse avuto la febbre nemmeno un cratere nel centro di New York l’avrebbe fermato.

Il tuo primo pensiero è quello di prepararti e andare da sola.

Ma una volta in bagno ti fissi allo specchio e vedi il riflesso della nuova Kate.

Non vuoi più essere intrappolata in un carattere che non senti realmente tuo. Nato la notte in cui tua madre morì e forgiato nel tempo a mò di corazza contro il mondo esterno.

Stai lavorando duramente per tornare ad essere solare e spensierata come prima di quella tragedia.

Non hai mai superato il lutto, ma ora lo vuoi con tutte le tue forze.

E c’è solo una persona che riesce a penetrare quasi senza sforzo il tuo muro difensivo.

Il numero che cerchi è, guarda caso, il primo tra le chiamate recenti.

“Buona domenica detective” esordisce lui rispondendo al cellulare.

“Hey Castle, sei impegnato?” tagli corto forse un po’ bruscamente ma hai paura di fare marcia indietro se non ti sbrighi a parlare.

“Kate, mia figlia è al college e mia madre si è praticamente trasferita da Mr. Temptation Lane. Ti prego dimmi che è morto qualcuno perché mi sto annoiando parecchio!” la sua voce giocosa ti fa nascere un dolce sorriso sul volto.

“Nessun morto mi spiace” rispondi arricciandoti una ciocca di capelli con le dita “Però ho una proposta da farti se proprio non sai cosa fare”

“E’ una proposta indecente? Perché se è così accetto!!” e senti la sua voce farsi più maliziosa.

“Frena i bollori, Castle!” ma non riesci a trattenere una risata mentre parli “Ho due biglietti per gli Yankees di questo pomeriggio, dovevo andarci con mio padre ma si è preso l’influenza perciò ho pensato di non lasciarti a casa a oziare sul divano mentre ti ingozzi di schifezze”

“Molto simpatica detective! Stavo scrivendo!” ribattè permaloso “Comunque accetto volentieri!”

Lo sapevi benissimo che avrebbe accettato ma sei contenta di sentirlo dalla sua voce.

In poco tempo ti prepari. Jeans e maglietta a maniche corte degli Yankees.

Improvvisamente ti ricordi che Castle non è un grande amante del baseball, anzi probabilmente non sa nemmeno cosa sia un inning o un fuori campo.

Ancora una volta tu chiami e lui accorre. Ancora una volta sai che lui è la scelta giusta.

Peschi dall’armadio un cappellino con il logo della squadra e lo prepari vicino alla porta d’ingresso.

Sono solo le undici di mattina e sei già pronta per una partita di baseball che inizierà  alle quindici.

Ti senti un po’ ridicola al pensiero che più o meno gli hai chiesto un appuntamento.

Ma non vuoi più lasciare che la paura vinca su di te.

Si sta svolgendo una partita anche dentro te. Tra cervello e cuore.

In questi anni hai sempre lasciato che vincesse il cervello.

Ma ora sei stanca. Hai incontrato l’amore e devi assolutamente riuscire a far tacere la tua mente per lasciare vincere il tuo cuore questa volta.

 
Dopo due ore di coda finalmente entrate nello stadio e cercate i vostri posti.

“Sono dei posti favolosi Kate!”

“Questa partita va guadata bene Castle” poi ti giri verso di lui indagatoria “Sicuro di aver capito bene cos’è un home run?” domandi puntandogli l’indice davanti al volto.

Lo vedi sistemarsi meglio nel suo posto, impacciato “C-certo...”

Durante l’attesa in fila, fuori dallo stadio, gli hai fatto un riassunto sulla carriera di Joe Torre, che lui conosce solo di fama ma non come sportivo, e gli hai spiegato tutte le regole del gioco.

Sei più che si cura che non abbia capito quasi nulla, ma è così dolce vederlo pendere dalle tue labbra.

Ora che manca poco all’inizio estrai dalla tua comoda borsa a tracolla quello che gli hai portato.

“Ecco qua, così sembri quasi un vero un tifoso” e gli infili veloce il cappellino sulla testa, schiacciandogli tutto il ciuffo sulla fronte.

Lui se lo leva per guardarlo e poi se lo rimette meglio, tutto contento per il tuo regalo.

Forse un po’ troppo contento.

Sorride e ti guarda con un sopracciglio alzato.

“Cosa?” domandi avvampando leggermente.

“C’è qualcosa che dovrei sapere?” chiede lui alzandosi un poco per far passare delle persone.

“P-perché?” ti senti allo scoperto e sai di essere rossa.

“Non so… mi inviti ad uscire, mi fai un regalo…” elenca divertito.

Lo odi quando fa così! Ti mette in imbarazzo di proposito!

“Veramente è una partita di baseball, non un’uscita galante e quello è un prestito, non un regalo!” dici fingendo naturalezza.

Lui alza le mani in segno di resa. Si sporge in avanti appoggiando i gomiti sulle ginocchia per scrutare il campo e lo stadio gremito.

“Chissà se Jim Beckett è veramente malato..” sussurra Castle, ma in modo del tutto udibile alle tue orecchie, voltandosi per vedere la tua reazione.

Che impunito! Vorresti aggiustarlo per le feste ma un ovazione ti travolge.

I giocatori stanno scendendo in campo e tutti i tifosi si sono alzati in piedi urlando e applaudendo.

Solo voi due siete ancora seduti persi l’uno negli occhi degli altri.

Tutti si risiedono e la partita ha inizio.

Castle si riappoggia allo schienale. Siete spalla a spalla. Ora puoi ribattere.

“E’ davvero malato” gli dici spintonandolo un po’.

“Ok” risponde ridendo.

“Sul serio!” insisti, vuoi che capisca bene il concetto.

“Va bene!”

“Davvero Castle!”

“Se lo dici tu!”

Per dei minuti restate in silenzio a guardare il gioco o ad ascoltare i commenti dei vostri vicini di posto.

Noti che l’uomo dietro di te, da quello che dice, ne sa ancora meno di Castle e ti viene da sorridere.

“Cosa? Era un out quello vero?” ti ha vista sogghignare e pensa che sia per la partita “è una cosa buona per noi giusto?”

“Si si è una cosa buona” lo vedi felice per aver detto una cosa giusta “però era uno strike” lo smonti subito.

Vorresti consolarlo ma non ne hai il tempo.

Un giocatore degli Yankees sta per arrivare in casa base.

La folla esulta. I tifosi dell’altra squadra fischiano. Il giocatore corre più veloce che può fino a raggiungere il diamante in scivolata, alzando un polverone.

Sono tutti con il fiato sospeso finchè la nebbiolina di sabbia non si dirada e l’arbitro dichiara il giocatore eliminato. La pallina è arrivata prima di lui.

Castle si ritrova circondato da persone incazzate che urlano ogni sorta di maledizione e parolacce all’arbitro.

Una di queste sei tu. Come ti rendi conto di esserti lasciata trasportare dal tifo e dalla foga ti volti di scatto verso lo scrittore.

Ti sta fissando a bocca aperta come se fossi un’aliena.

Ti risiedi composta “S-scusa” mormori imbarazzata.

Ma perché poi? È una partita di baseball no?

“Non devi scusarti, anzi ripeti un po’ cos’hai detto che me lo segno!”

Gli lanci un’occhiataccia che dovrebbe servire a zittirlo.

Ma quando mai.

“Adoro scoprire cose deliziosamente non da te!”  

“Scoprirò mai IO qualcosa di deliziosamente non da te?” lo canzoni ridendo.

Lui si fa pensieroso “Hummm vediamo… so ballare il valzer lo sapevi?!”

Non lo sapevi, ma hai notato che sapeva il fatto suo in fatto di danza, al matrimonio di Ryan.

“Sul serio? Come mai sai ballare il valzer?” domandi curiosa.

“E me lo chiedi? Quando hai Martha Rodgers come madre non vai a giocare a football o a baseball al parco…”

Ti si allarga un enorme sorriso sul volto immaginandoti la scena.

“Mi portava con se nelle tournè e alle prove perciò i miei babysitter erano un po’ tutti i suoi colleghi. Jeanpaul era un ballerino bravissimo..ok smettila di ridere.. io almeno so ballare, tu al matrimonio sembravi ingessata!”

“Non è assolutamente vero!”

Tra un battibecco e l’altro giunge l’intervallo e mentre la musica si diffonde nello stadio Castle va a prendere da mangiare e da bere per entrambi.

Sul maxi schermo Kate osserva i momenti migliori della partita che si è persa perché troppo intenta a scherzare con lo scrittore.

Quando lui torna ti passa un’hot dog e una bottiglietta d’acqua.

“Sai, comincio a capire il senso di questo gioco” ti dice dopo aver bevuto.

“Davvero?”

“No, non tanto..” ammette ridendo.

“Lo sapevo, sei una causa persa Rick” e ti blocchi istantaneamente con la bottiglietta a mezz’aria.

Sai che se ti volterai a destra avrai delle spiegazioni da dare. Anche solo per farlo smettere di gongolare.

Ma la coppia seduta davanti a voi si gira e vi guarda insistentemente.

Veramente quasi tutti i vostri vicini di posto vi stanno fissando.

“Questo è normale Kate?” domanda Castle perplesso.

“No, non direi” rispondi con il suo stesso tono, prima di avere un’intuizione.

Controlli il mega schermo che fino a poco prima dava in replay le migliori battute di entrambe le squadre e vedi con terrore che ora è diventata la classica “kiss cam” che c’è ad ogni evento sportivo.

Sta inquadrando proprio voi due e non cambierà vittime finchè non vi sarete baciati.

È la regola.

Castle segue il tuo sguardo e collega anche lui tutti i pezzi.

“Ehm..”

“NON.DIRE.NIENTE” Sibila Kate frustrata.

Un conto è aprirsi e cominciare ad ascoltare il proprio cuore. Un conto è baciare Richard Castle l’autore di best seller in diretta nazionale.

Di sicuro tuo padre ti sta guardando dal salotto di casa sua.

Lo guardi e vedi che anche lui non sa che fare.

Odi essere in quella situazione e ancora di più odi avere quella cosa puntata addosso.

Maledici mentalmente quel dannato cameramen, afferri Castle e gli stampi un bacio sulle labbra.

I vostri vicini applaudono fino a che la telecamera non cambia soggetti e tu gli lasci il viso.

Fissi il campo con il cuore a mille e le guance infuocate.

Non osi voltarti e non sai lui cosa stia facendo o dove stia guardando.

Quando cominci a respirare di nuovo regolarmente sbirci dal suo lato e vedi che anche lui è un po’ inclinato verso di te.

Vi sorridete per un attimo e speri che dica qualcosa che alleggerisca un po’ la tensione.

“Il baseball è uno sport bellissimo, Kate..” ti dice con aria sognante facendoti ridere.

 
Gli Yankees hanno trionfato e mentre uscite dallo stadio cerchi il negozio dei gadget per portare un ricordo a tuo padre ma Castle ti prende per mano e ti tira dall’altra parte.

“Vieni con me” e ti strizza l’occhio per rassicurarti.

Vedi che segue le indicazioni alle pareti e andate verso gli spogliatoi.

“Che ci facciamo qui?” domandi perplessa.

“Non balbettare questa volta mi raccomando!” e bussa alla porta.

“No Castle! No.. io..” ma la porta si apre e Joe Torre appare sulla soglia.

“Ricky, ragazzo mio!”

“Ciao Joe, ti ricordi della detective Beckett?” chiede Castle.

“Ma certo, piacere di rivederla” e ti porge la mano.

Sei impalata come l’altra volta. È più forte di te non ce la fai proprio.

“P-iacere mio, signore”

Castle ti salva riprendendo la parola “Firmeresti una palla per il padre della detective? Sai, doveva esserci anche lui oggi…” ti guarda beffardo “…ma è malato...” insinua nuovamente.

Te lo mangeresti vivo se non ci fosse l’emblema del baseball americano davanti a te. 

“Ma certo, ne recupero una e vi raggiungo subito” dice rientrando negli spogliatoi.

Castle ti sorride con quella sua adorabile faccia da schiaffi ma non riesci proprio ad avercela con lui.

“Thanks” sussurri guardandolo negli occhi.

“Always” ti risponde prontamente sostenendo il tuo sguardo.

 

 

Quella sera a casa Ryan, Kevin e Javier si godono un po’ di meritato riposo.

Dopo aver fatto da facchini tutto il giorno alle loro donne ora si concedono il lusso di stare completamente spaparanzati sul divano circondati da birra e patatine.

Serata di soli uomini!

“Bello il nuovo televisore, ci guardiamo la finale di baseball On Demand?” domanda Esposito ammirando lo schermo 34”

“E’ un regalo dei genitori di Jenny. Prendi” spiega Ryan passandogli il telecomando.

Espo accende l’apparecchio e da inizio alla partita del pomeriggio.

Sono entrambi tifosi degli yankees perciò tifano per la stessa squadra.

Tra un’azione e l’altra volano patatine per aria ogni volta che esultano e le birre tintinnano ad ogni punto.

“Yo, vado un attimo al bagno ora che c’è l’intervallo. Aspettami, non mandare avanti come fai sempre!” lo rimprovera l’ispanico.

“Sbrigati però!” sbuffa invece l’irlandese.

Non sa che fare, perciò sistema un po’ il disastro che hanno fatto in salotto.

Raccoglie un po’ di patatine da sotto il tavolinetto da caffè.

Quando rialza lo sguardo verso la tv, scatta in piedi sorpreso.

“JAVIEEEEEER!!!”

Nessuna risposta.

Cerca disperatamente il telecomando per mettere in pausa.

“JAVIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEER!!!!”

“Yo bro, ho fatto, datti una calmata!” risponde sconcertato una volta uscito dal bagno.

Ryan però non lo degna di uno sguardo. Fissa shockato il televisore.

“Cosa c’è?”

Ryan alza un braccio e punta il dito verso lo schermo.

Esposito segue l’indicazione e guarda il fermo immagine spalancando la bocca.

Seguono attimi di silenzio e riflessione.

Poi i due si guardano, si ricompongono e si risiedono sul divano.

“Cento dollari che domani fanno finta di niente” dice Ryan premendo play.

“Duecento che Castle la riempie di battutine e allusioni” rilancia Esposito.

“Andata!” accetta Kevin stringendogli la mano.

“Quanto siamo bastardi se domani mattina gli portiamo un video ricordo dell’intervallo?” domanda Ryan sfoggiando un ghigno malefico davvero convincente e allungando la mano chiusa a pugno.

“Con quei due? Mai abbastanza!” risponde chiudendo anch’egli il pugno e battendolo su quello dell’amico.

 

 

FINE

 

  

Angolo dell’autrice:

rido da sola per le idee malsane che mi vengono xD

spero che vi divertiate a leggere e che lasciate un commentino ino ino per farmi sapere se vi è piaciuta o meno...

un bacione a tutte e buona 4x15 domani sera ;D

 

Ivi:-)

   
 
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: ivi87