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Autore: Lory402    14/02/2012    2 recensioni
Questa one-shot mi è venuta in mente quando oggi, martedì 14 febbraio 2012, sono andata sulla mia pagina di facebook e ho visto un sacco di cuori. Per San Valentino, spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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IL VENTO E IL SOLE

L’ anima di Nala era nel punto preciso d’ incontro e d’ equilibrio perfetto tra felicità e tristezza, tra odio e amore, tra malinconia e serenità, tra l' attimo più felice della tua vita e quel momento che vorresti solo dimenticare, anche se è parte di te. L’ anima di Nala era in quel punto del suo essere chiamato PACE.

Una sedia di legno pieghevole era stata messa dove prima la porta finestra, ora spalancata, sbarrava la strada. Sul piccolo rettangolo di terrazzo che si scorgeva dalla stanza di Nala la neve non voleva saperne di sciogliersi, anzi, diventava ghiaccio. Eppure quello era un giorno di metà Febbraio, anzi, il giorno di metà Febbraio. Stiamo parlando del 14 Febbraio, precisamente Martedì. Nala era seduta su quella sedia, in quel giorno detto magico, a godersi il vento che le sferzava le vesti e le muoveva i capelli, e il sole, che le baciava le guancie e le scaldava anche il cuore. Del resto, a chi non piacerebbe un giorno così? Si poteva dire che Nala era immersa nei suoi pensieri, del resto era una ragazza romantica che sognava spesso ad occhi aperti, ma non questa volta, o almeno non nei suoi pensieri. Era totalmente presa dalle sue emozioni e sensazioni, da quello che suscita in lei quello spettacolo offertole dagli elementi, anche essi in pace con loro stessi. Stava toccando il cielo con un dito, stava volando sulle ali dell’ estasi che provava stando così a contatto con il mondo. Si era ritrovata senza corpo, senza mente, ma solo con lo spirito per quel mondo che era la sua casa, che la faceva sentire protetta anche quando era sola e sperduta.

Senza accorgersene si era alzata, era andata alla porta ed era uscita. Aveva lasciato le finestre aperte, sua madre l’ avrebbe sgridata. Non importava, non importava neanche la sua destinazione, ciò che importava veramente era quel momento, quel momento e basta. Quel momento ora era tutta la sua vita.

Camminando a piedi nudi e con le ciabatte in mano sulla neve e su quei pochi tratti d’ erba risparmiati dal gelo si sentiva in simbiosi con la Terra e con tutte le sue creature.

Avanzando in balia di questi sentimenti puri e inebrianti si ritrovò su una bassa collina ai cui piedi si scorgeva una bianca distesa di neve che aveva appena fatto capolino da sopra le nuvole per godere come lei di quel mondo. Si lasciò guidare da quei fiocchi di neve ritornati a cadere in una danza gioiosa ma lenta che coinvolse tutto il suo essere.

Non il suo essere figlia, nipote, cugina o Nala. Il suo essere più profondo, quello che teneva relegato in fondo al cuore da molto tempo, troppo.

Per questo suo trasporto non sentì il giovane che le si avvicinava, ora era un passo dietro di lei, ora aveva le sue labbra su quelle di lei, in un bacio dolce leggero, come quei fiocchi bianchi sotto i quali due anime si sfiorarono.

Nala sapeva chi era quel ragazzo, le aveva inviato una lettera quella mattina, poche parole:

SONO IO.

SONO TORNATO.

TI ASPETTO.

Per il cuore di lei non era servito altro, e mentre la sua casa diventava bianca, lei riuscì solo a pensare: Ora, con questo bacio, sono davvero in pace col mondo.

 
  
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