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Autore: LovelyKiss    14/02/2012    0 recensioni
Dal Prologo:
 “Ti ho detto di no e non voglio ripeterlo”
Mi  ripeté mia madre dopo la centesima volta che cercavo di convincerla
Purtroppo è quella che solitamente si definisce “mission Imposible” e sapevo che dalla sua decisione sarebbe stata irremovibile e ad ogni suo “no” il mio cuore sussultava sempre più catapultato nella certezza che non mi avrebbe fatto andare alla comunione di Marco.
D’altronde come non darle ragione, era da tanti anni che lei e la zia Giusy a malapena si salutavano e non sarei stata di certo io il calume della pace ma dovevo assolutamente partecipare alla comunione che da li a tre mesi avrebbe riacceso le mie speranze di conquistare Francesco, il mio principe dagli occhi azzurri nonché ragazzo più carino dell’intero istituto.

Se vi ha incuriosito la storia diate un occhiatina e vi prego di avere pietà perchè è la mia prima fanfiction e non sono così esperta in queste cose
ma mi è venuta e ho pensato di scriverla
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ti ho detto di no e non voglio ripeterlo”
Mi ripeté mia madre dopo la centesima volta che cercavo di convincerla Purtroppo è quella che solitamente si definisce
“mission Imposible” e sapevo che dalla sua decisione sarebbe stata irremovibile e ad ogni suo “no” il mio cuore sussultava
sempre più catapultato nella certezza che non mi avrebbe fatto andare alla comunione di Marco.
D’altronde come non darle ragione, era da tanti anni che lei e la zia Giusy a malapena si salutavano e non sarei stata di certo
io il calume della pace ma dovevo assolutamente partecipare alla comunione che da li a tre mesi avrebbe riacceso le mie
speranze di conquistare Francesco, il mio principe dagli occhi azzurri nonché ragazzo più carino dell’intero istituto.
A scuola mi era stato impossibile avvicinarmi visto lo stormo di ragazze che praticamente gli girano intorno ogni santo giorno,
soprattutto quell’odiosa di Mara, classica sanguisuga antipatica anche nel più singolo filo di capello ma che sicuramente aveva
più chance di me visto che frequentavano la stessa classe. Finalmente mi si presentava l’occasione di parlargli dato che alla
comunione sarebbe stato invitato anche lui essendo figlio di un carissimo amico di mio zio, i miei sogni dopo essere stati sepolti
stavano resuscitando e l’unica cosa che mi impediva di far diventare vere queste mie illusioni era mia madre?
Eh no!! Non mi sarei arresa, e quando mi sarebbe ricapitata un opportunità così?? Se non ci riuscissi oggi, ci riproverei domani,
e poi il giorno dopo ancora finchè stanca delle mie suppliche non pronuncerà quel benedetto “SI” che può essere il mio pass per la felicità.
“Mamma e dai ti prego!! Neanche ti chiedessi la luna”
Dico con tono rassegnato visto che cercare di farla ragionare e peggio che risolvere un equazione a due incognite
“Chiedimi la luna a questo punto ma non mi va di fare il primo passo. Non andrò di certo strisciando ai suoi piedi per un invito”
Dice mentre appoggiata al lavandino insapona e sciacqua i piatti con nervosismo probabilmente provocato dalla mia ostilità
“Ma almeno farlo per Marco non capisci che così guasti anche i rapporti che ho con lui?”
“Ma mancano tre mesi e tu non ti preoccupi di certo di Marco”
dice guardandomi di sott’occhio e intuendo dove vuole andare a parare
“D’accordo sono stata beccata e appunto per questo capiscimi, tu non sei mai sta innamorata?”
Dico giocandomi l’ultima carta
“Sara poi si vedrà, adesso vai in camera tua e sotto con lo studio, non recupererò di certo io il 4 in storia e altro che comunione”
Ecco una delle cose che più odiavo di mia madre: il passare da un discorso all’altro senza avere alcun nesso.
E così con uno spirito agguerrito ma che per il momento riponeva le armi, mi diressi in camera mia, al piano superiore.
Mi buttai sul letto con la faccia sul cuscino senza dare alcun peso al voto preso in storia e che al più presto avrei dovuto recuperare
altrimenti avrei accumulato troppi debiti. Detestavo sia la materia che la prof. Del Giudice, classica spocchiosa dalle gonne anni 80 e
dai capelli sempre unti che avrebbero fatto invidia all’olio messi a confronto. Addirittura una volta fu capace di tenermi due ore fuori
perché sbadigliando avevo dimenticato di mettere la mano davanti a quella che lei definisce “forno”e a quella che gli essere umani
chiamano bocca. Alla fin fine mi ero convinta che abitasse sul pianeta Marte visto che l’ossigeno non le arrivava al cervello.
I miei pensieri vennero interrotti dal brusco vibrare del cellulare che sulla scrivania faceva ancora più rumore.
Mi era arrivato un messaggio e sapevo perfettamente a chi apparteneva il numero che mi si mostrava.
Giuliano non si rincresceva mai. Era sempre il solito ma con un allegria che riusciva a farmi star bene nonostante i kilometri che ci dividessero.
L’avevo conosciuto in estate due anni fa, quando con i miei, partì per un magnifico mese in Calabria. Era mio vicino e visto che abitavamo
nello stesso viale ci divertivamo a passare le giornate insieme anche perché eravamo gli unici giovani. Sembravamo due bambini e a me stava
cominciando a piacere veramente tanto la sua compagnia, tanto che mi sembrava di provare qualcosa di più profondo di una semplice amicizia.
Ovviamente soffocai i miei sentimenti che fiorivano in qualcosa di impossibile, qualcosa che non sarebbe mai potuto nascere, qualcosa
che sarebbe rimasta solo semplice amicizia e nient’altro.
Di certo Giuliano non mi era indifferente ma sapete quando si dice “l’amore supera ogni distanza”? Bhè, alla fine non è vero.
Io abitavo a Foggia mentre lui a Napoli e anche se ci fossimo messi insieme sono certa che la storia non sarebbe durata perché
non avrei mai sopportato un rapporto basato sull’uso di social network come Facebook o MSN.
Io voglio qualcosa di vero. Si sarebbe rovinata perfino la nostra amicizia e perciò credo che anche lui l’abbia capito e abbia preferito
tenere per se i sentimenti che ci legavano. Finita l’estate comunque abbiamo continuato e sentirci tramite telefono e computer.
Lo considero come un fratello, una persona sempre pronta a venire in mio aiuto anche se si trovasse dall’altra parte dell’emisfero.
Una volta mi disse addirittura che compiuti i 18 anni, presa la patente, la prima cosa da fare sarebbe stata quella di venire da me, io
ingenuamente gli dissi che mi avrebbe pure dimenticato, ma lui mi rispose che non sarebbe mai accaduto.
Mi decisi a rispondergli, notando che nel messaggio mi aveva chiamato come al solito “bambolina”, uno dei tanti nomignoli che mi aveva
affibbiato anche durante le vacanze.
Solitamente non mi piaceva che la gente mi chiamasse con soprannomi frivoli come “bionda” o “ciccia”, ma detti da Giuliano avevano
tutto un altro significato. Voleva sapere come me la stavo cavando in questo periodo, era da qualche settimana che non ci sentivamo.
A dir la verità io più che altro non mi facevo sentire da lui, ma non perché non gli volessi bene anzi, proprio perché gli volevo un dell’anima
che cercavo di mantenere le distanze. Lui non era ancora a conoscenza del fatto che ora mi piacesse Francesco, e per contattarmi nonostante
fosse passato tutto questo tempo doveva tenerci veramente tanto a me ed era per questo che non mi andava di deluderlo dicendogli
che ormai mi ero innamorata di un altro.
Stavo sbagliando ed era evidente perché lo stavo illudendo che tra noi potesse esserci ancora qualcosa, ma l’idea di ferirlo avrebbe fatto più
male a me di quanto non ne avrebbe fatto a lui.
“Tutto bene. Genitori severi, compagni idioti e si, la solita vita monotona, te invece?”
Gli scrissi semplicemente e poi come si dice, un argomento tira l’altro no? Cominciammo a mesaggiare per un lasso infinito di non so quanto
tempo, so solo che verso le 22:30 lo salutai promettendomi di farmi sentire al più presto.
Mi sentivo veramente falsa quando parlavo, chattavo o messaggiavo con lui e questo da due anni a questa parte, da quando avevo visto per
la prima volta Francesco.
Vi è mai capitato di innamorarvi di una persona solo guardandola?
Credo che siano rari i casi, ma allora perchè ogni volta che lo vedo sento le cosidette “farfalle nello stomaco”? Perché quando incontro
anche solo per un millesimo di secondo le sue iridi celesti le gambe mi tremavano, mi diventavano molli quasi a non potermi più reggere?
Avevo preso una bella cotta ecco perché, risposta che soddisfava queste e altre mille domande che mi ponevo sul perché tanto interesse
per un ragazzo del quale a malapena conoscevo il nome.
Amore a prima vista, colpo di fulmine, chiamatelo come diavolo volete, fatto sta che non mi era mai capitato di provare simili emozioni
quando guardavo un ragazzo.
Mi diressi in bagno percorrendo il lungo corridoio che lo divideva dalla mia stanza cercando di non fare troppo rumore o avrei svegliato la mia
sorellina che dormiva nella camera accanto. Mi lavai a pezzi velocemente per poi fare una corsa e infilarmi sotto il caldo piumone del mio adorato letto. 
Mi addormentai quasi subito con una miriade di pensieri nella testa e, come al solito, con i suoi occhi impressi nel sonno 



 

***********
 

Cosa ne pensate allora del primo capitolo?? Spero di non averlo fatto troppo corto ma tanto è solo il prologo
Vi siete fatti più omeno un idea della protagonista?
Se vi è piaciuto vi sarei grati se lasciaste un commentino piccolo piccolo giusto per sapere se vi ha incurosito
Kiss Lovely Kiss 


PS. BUON SAN VALENTINO A TUTTI GLI INNAMORATIII!!!! 
  

  
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