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La brezza soffiava lieve tra le verdi fronde degli alberi in fiore e le scure pieghe del lungo cappotto.
Il corpo slanciato era seminascosta all'ombra del cipresso.
Analizzava, studiava, osservava la minuta figura dell'uomo a pochi metri da lui, illuminato dal sole, alto nel pallido cielo londinese.
< Sei arrabbiato> constatò, le labbra piegate in un sorriso divertito, gli occhi pieni di un sentimento tanto intenso, che credeva mai sarebbe riuscito ad esprimere con le parole.
< E tu sei in ritardo!> rispose, il volto imbronciato.
Gli si avvicinò, immergendosi nella stessa ombra che avvolgeva il compagno, lontano da occhi indiscreti; sollevò la mano carezzandogli la guancia, risalendo fino alla tempia, e lì indugiò un attimo per assicurarsi che fosse vivo, reale e che nessuna cicatrice deturpasse la sua pelle di marmo. I loro sguardi incatenati, negli occhi dell'uno si leggeva la felicità e l'amore dell'altro.
E allora lo dissero – perché si sa, per quando possano essere forti i sentimenti che proviamo per una persona, se non riusciamo ad esprimerli a parole allora è inutile* - bisbigliandolo piano, come se un tono più alto avrebbe potuto spezzare quel momento e catapultarli chi nel solitario silenzio del 221b e chi nell'altro altrettanto solitario silenzio della stanza che Mycroft – nel tentativo di riparare all'errore che aveva commesso – gli aveva messo a disposizione per nasconderlo.
Un sussurro, emesso nello stesso momento e le loro voci che si confondevano, si mischiavano, dando vita a un melodico suono che come un balsamo colava sulle ferite ancora sanguinanti dell'anima, guarendole.
E risero, piano, dolcemente, finalmente liberi da quel senso di oppressione che per tre anni li aveva tenuti col fiato sospeso, in apnea.
E si baciarono – perché a quel punto davvero non c'era più bisogno di parola, anche se tra loro non erano mai state necessarie – lì, all'ombra di un cipresso, in un apparentemente insignificante giornata di primavera ma che nessuno dei due avrebbe mai potuto dimenticare.
< Ti amo...>.
Bhe... mi avevate chiesto un sequel ed eccolo qui ^^ Spero di non avervi delusi.
*Questa frase è presa dal 7° episodio della seconda serie di Junjou Romantica ed è stata adattata alla storia.