Capitolo 6
Note dell’autore
Sono presenti due flashback, non rilevanti ai fini della storia,
però il primo contiene uno spoiler del settimo o ottavo volume del manga, non
ricordo quale con esattezza. Io l’ho letto tutto, a parte l’ultimo che sta solo
in giapponese >.< Quindi chi non vuole spoiler non legga il primo
flashback. Per quanto riguarda il secondo, tratta dell’ultimo volume del manga
come contesto, però essendo in giapponese io non ho letto i dialoghi (si ho
visto solo le immagini) e quindi i dialoghi li ho inventati io. xD Ripeto,
anche se non è uno spoiler vero e proprio, anche il secondo flash back se non
volete non leggetelo. Ci tengo a dire che il resto della storia non è affatto
spoiler ed è quindi leggibile tranquillamente :) Frazie
dell’attenzione e buona lettura.
“Le ho detto per l’ennesima volta di no.”
Disse una donna bassa e grassoccia, dalla voce severa e acida; puntò il dito
contro un ragazzo molto più alto di lei, ma non per questo intimorita. Anzi
pareva molto sicura di sé.
“Ma professoressa … Ho bisogno di quello
schedario. E’ importantissimo!” Esclamò con uno sguardo supplichevole che però
non sortì nessun effetto; gli occhi della donna non si erano addolciti neanche
un po’.
Daichi era pronto a non arrendersi tanto
facilmente, e , in un modo o nell’altro, avrebbe ottenuto quel che gli serviva.
Sapeva che quello schedario sarebbe stato la sua carta vincente.
L’insegnante lo ammonì per un ultima volta e
lo esortò a tornare subito a casa, solo in quel frangente avrebbe fatto passare
la cosa come se nulla fosse. Daichi girò sui tacchi e, a testa china e
avvilito, si avviò per strada; non aveva certezza circa dove sarebbe andato,
però di tornare a casa non se ne parlava proprio.
Vagò per un’ora scarsa quando tutt’a un
tratto si bloccò e divenne di ghiaccio. Si trovava proprio di fronte al luogo
custode di tante avventure; la casa abbandonata. Nella sua mente iniziarono a
scorrere tante immagini, la maggior parte risalente a tre anni prima.
Erano solo dei ragazzini di tredici anni.
Hime, allora, era una ragazza, o ,per usare i
suoi termini, un maschiaccio dal carattere fin troppo forte e ribelle. Lui era
solito avere molte ragazze ai suoi piedi, essendo il più popolare di tutta la
scuola; però nessuna aveva quel carattere, nessuna era “libera” e spontanea
come lei. Insieme avevano vissuto
un’avventura lunga più di un anno.
Quel
grande fiocco rosso magico, per antonomasia era Hime. Era così sbarazzina e
anche molto imbranata, ma proprio questo rendeva più soddisfacente a lui tirarla
fuori dai pasticci.
Nella sua testa ripercorse le avventure che maggiormente li aveva legati.
Hime rimasta bloccata nell’aspetto di Hibino;
per lui era stato veramente duro, era stato difficile abbracciarla e starle
vicino vedendola così triste e sconsolata, priva di quella spensieratezza che
l’aveva sempre caratterizzata. Forse era stato quello il momento che aveva
segnato quello che poi sarebbe stato il loro futuro; forse era stato quello
l’istante in cui nel profondo del suo cuore qualcosa era scattato.
Flashback
“ecco, questi sono per te. Li ho fatti io.”
Disse tutta rossa in viso Himeko recante fra le mani un piccolo sacchetto; lo
porse a sguardo basso al ragazzo dai capelli corvini che le era seduto accanto.
Il paesaggio tutt’intorno era bianco e pareva
di trovarsi in paradiso in mezzo a tutto quel freddo candore.
Himeko e Daichi erano seduti su una panchina;
la bionda si tormentava visto che non sapeva dove rimediare il coraggio di
dargli il regalo che gli aveva preparato con tanto impegno e dirgli tutto.
Però repentinamente il suo inconscio aveva
fatto tutto da solo porgendo il regalo al ragazzo. Era un regalo proprio da
Himeko, semplice: si trattava di biscotti fatti in casa, li aveva preparati con
tanto impegno e grazie all’aiuto della sorella maggiore.
Fra i due scese il silenzio. Il ragazzo
osservò incuriosito l’amica, come suo solito impacciata in tutto, e ciò che
portava fra le mani.
Daichi ripensò al pomeriggio, a Yuka che gli
aveva fatto un regalo per le festività, regalo che lui non aveva accettato. La
bella Yuka , famosa ma in primis sua amica di vecchia data, si era alterata e
gli aveva fatto una domanda così particolare. Gli aveva chiesto se non fosse
Hime il motivo del suo rifiuto. Lui le aveva risposto di no, che con lei era arrabbiato
e che non avrebbe accettato i regali di nessuna
anche se nel profondo sapeva che forse non era come diceva.
Accettò il regalo di Hime e assaggiò uno dei
biscotti da lei preparati.
Silenzio.
*coff ,coff* Daichi iniziò a tossire accasciandosi su sé
stesso.
“Oh mio Dio, come stai??” Hime si era
appressata a lui preoccupata, eppure era certa di aver fatto tutto come le
aveva detto Aiko. “Non è possibile che abbia sbagliato! Ho fatto tutto
esattamente come mi aveva detto Aiko!” Esclamò con gli occhi smarriti e
ansiosi.
Daichi si riprese all’istante e, guardandola
con fare divertito “Ah, quindi non li hai fatti tu!” esclamò.
“Sei solo uno stupido! Mi hai fatta
preoccupare! Comunque li ho fatti io, ho detto solo che Aiko mi ha
consigliata!” urlò arrabbiata accanendosi contro il ragazzo col tentativo di
picchiarlo come meritava.
Però lui le afferrò le mani deciso ed
entrambi si bloccarono e si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra e
viceversa. Ci fu un attimo di quiete ed entrambi nella stessa posizione , lui
che le teneva fermi i polsi, continuarono a guardarsi e lentamente arrivarono a
trovarsi fronte contro fronte. Non interruppero nemmeno per un attimo quel
contatto visivo … Erano più vicini che mai quando …
“Ops! Ma guarda un po’ tu!” Esclamò il
ragazzo balzando in piedi. “mi sono caduti i tuoi biscotti, scusami!” E si
chinò a raccoglierli. Hime rimase seduta a occhi bassi. Erano sul punto di
baciarsi prima che della neve, caduta da un albero, andasse ad interromperli.
Lui rimase fermo in piedi con sguardo chino quando poi lo rialzò e sorrise. “
Sono davvero buonissimi!”
Anche Hime venne contagiata e iniziò a
ridere, felice. Trovò il coraggio di dirgli ciò che provava, più o meno.
“Daichi, Ti amo.”
In quel momento il ragazzo venne scombussolato
da troppi pensieri ed emozioni contrastanti che l’unica cosa che fece fu
avvicinarsi e tirarle giù il cappello.
Fine flashback
“Devo trovare un modo per avere quel
fascicolo.” Disse risvegliatosi dai suoi pensieri.
Ricominciò a camminare, triste, fin quando
giunse alla loro vecchia scuola. Decise di entrare e salì fin dove era sempre
solito stare per sfuggire a tutti. Lì ci fu un altro ricordo, forse il più
rilevante. Chiuse gli occhi e tornò indietro.
Flashback
“Hime, dimmi la verità. Con me è inutile che
fingi.” Disse una volta in cima alle scale e trovandola lì, con gli occhi
semichiusi intenta a guardare i suoi piedi.
“Di che parli? Io sto benissimo.” Alzò lo
sguardo e tentò di sorridere.
“Te lo ripeto ancora un volta, che hai?” Si avvicinò e la costrinse a
guardarlo negli occhi. La bionda non riuscì a reggere per molto quello sguardo
che finì subito per vuotare il sacco. Iniziò a piangere e gli andò vicino
battendo deboli pugni sul suo petto.
Fra i singhiozzi disse parole, così tristi.
“Se n’è andata. Erica se n’è andata per sempre. Anche Pokotà, ho deciso di
lasciarlo andare in modo che potesse restare
con il suo amore, Pink e affinché potesse ancora parlare. Sono rimasta
sola.”
Lui la guardò dolcemente e in un sussurro
“Non sei da sola.” Lentamente si
avvicinò, questa volta nulla li avrebbe interrotti. Posò le sue labbra su
quelle di lei, che, nel sentire quel contatto, aveva spalancato gli occhi, per
poi richiuderli subito dopo. Non si sentiva più sola.
Si abbracciarono, stettero stretti per chissà
quanto tempo. Finalmente avevano smesso di nascondersi, non dagli altri, ma da
loro stessi.
Fine flashback.
“Devo cercare quel fascicolo.” E si diresse
verso il liceo, certo che non ne sarebbe uscito a mani vuote.
Angolo autrice:
Spero vi sia piaciuto :)
Un bacio a chi mi segue e alle due che mi recensiscono, Amorina ed Elisa Nico :*
Ciao
Fanny.