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Autore: almeisan_    15/02/2012    2 recensioni
Love is eternal è una raccolta di shot sul pairing Elijah Mikaelson/Katherine Pierce a partire dal passato fino alla seconda stagione raccontata prevalentemente con il POV di Elijah. Sono momenti significativi del loro rapporto indimenticabile.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dancing in past memories

 
Una luce soffusa brillava nell’enorme camera da letto. Solo la fiamma di una candela rifulgeva blanda, illuminando i fogli sparsi su di una scrivania di legno scuro. Disegni di figure femminili, di ritratti nobili e paesaggi, e pergamene che profumavano di antico, quasi di sacro, divino. In ombra due figure si scrutavano  l’una abbandonata contro di una sedia finemente cesellata d’oro e argento, l’altra poggiata sul lato destro del camino spento. Non si guardavano davvero, immersi com’erano nei propri pensieri, ricordi nostalgici di tempi oramai irraggiungibili, vane rimembranze di immagini amate, scomparse come le foglie d’autunno strappate agli alberi. Il silenzio era talmente assordante, irreale, che il più giovane, lo splendido uomo i cui tratti marcati, nordici, sembravano essere più aguzzi dinanzi alla fiamma, decise di spezzarlo.
« Elijah, abbiamo atteso da infiniti giorni questa sera.» La sua voce risuonò limpida, quasi ironica, leggermente beffarda e quella nota non sfuggì al fratello dalle cui labbra sfuggì un breve riso fievole. Avanzò di un passo verso di lui, verso la luce, divenendo riconoscibile, non più un’ombra. Gli occhi, resi ancora più scuri dall’ira trattenuta senza sforzo, brillarono di una luminosità dotta e antica mentre un sorriso appena accennato dispiegava le sue labbra sottili. 
« Pensavo che un’altra sera ti sarebbe parsa più favorevole, fratello,» mormorò lieve senza celare il divertimento, seppur vanificato dall’incertezza con la quale si muoveva. Klaus rise in modo totalmente differente dal suo. Rise con allegria, portandosi anche un dito sulle labbra, meravigliato da quella battuta di spirito. Riecheggiò alta, ma non volgare, e  splendente tra le mura di gelida pietra della stanza e per un solo istante Elijah desiderò con tutte le sue forze soffocarla, farla scomparire per sempre, odiandosi per quel pensiero un secondo dopo. Klaus si ricompose subito, issandosi in piedi e avanzando verso il fratello. Gli poggiò una mano sulla spalla in un gesto di dolente fraternità. Elijah non si ritrasse, anzi gli rivolse un sorriso mite e autentico che fece sorridere di rimando Klaus.
« Vi è qualcosa che ti turba, Elijah? Forse la doppelganger?» domandò inquisitorio, assottigliando lo sguardo azzurro, tendente al grigio in quel momento. Elijah non diede segno di cedimento, però sapeva che suo fratello aveva trovato la ragione per la quale provava una tale inquietudine, forse ancora prima di lui stesso, « O è per Tatia?» continuò a voce bassissima, quasi come non volesse che udisse davvero il suo sussurro. Nel sentire quel nome Elijah non poté non sussultare, abbattendo per un secondo la barriera che aveva creato in quei secoli. Il volto di una giovane donna dai grandi occhi castani, brillanti di innocenza e allo stesso tempo di furbizia, gli apparve dinanzi allo sguardo stanco. Fu doloroso. Qualcosa si incrinò nuovamente nel suo cuore nel solo sentire il suo nome, vederla per un istante. L’amava come se fosse stato il primo giorno in cui l’aveva guardata davvero. Non chinò il capo. Sostenne lo sguardo di suo fratello con fermezza e sentì tornare al proprio posto i frammenti della sua anima tormentata.
« Tatia non è che una rimembranza lontana, fratello,» affermò prima di distendere le labbra in un sorriso mite, quasi sincero. Si scostò lievemente da Klaus e non trovò opposizione alcuna. Il fratello, i cui occhi si erano scuriti dall’afflizione, sembrava essere immerso in mari di ricordi dettati dal forte sentimento che lo aveva legato alla donna, « Adesso andiamo, Niklaus,» continuò con tono fraterno, tentando di ridestarlo, di salvarlo dall’oblio della sua psiche, « Non vorrai tardare alla tua festa,» aggiunse gioviale. Il vampiro tornò a guardarlo davvero e per un solo istante Elijah fu tentando di abbracciarlo come un tempo per l’innocenza che vi trovò nel suo sguardo, ma non lo fece. L’orgoglio di Niklaus ne avrebbe risentito in modo troppo vigoroso ed Elijah non voleva ci fossero problemi. Non quella sera. Klaus annuì e sorrise. I suoi occhi tornarono alla propria espressione di arrogante superiorità, anche se i battiti del cuore non erano ancora ridivenuti normali.
« Sai quanto adori le entrate trionfali, Elijah,» esclamò prima di lasciarli andare in una allegra risata che contagiò anche il maggiore.
« Comprendo,» mormorò quando entrambi, pochi secondi dopo, ebbero smesso. Volse le spalle al più giovane e notò lo sguardo limpido fisso ancora su di sé, quasi come se desiderasse di vederlo scomparire dietro la porta il prima possibile. Elijah lo accontentò. L’atmosfera in quella camera era diventata sin troppo carica di dolore per non agognare ardentemente di abbandonarla. Percorse i corridoi bui e solitari del loro castello, discese l’imponente scalinata di marmo, percependo le voci allegre degli ospiti, e sorrise dinanzi a quella moltitudine di persone che lo stavano osservando con riverenza che sfiorava il divino. Le donne non ancora maritate avevano abbassato lo sguardo, meravigliosamente innocenti e pie, e gli uomini gli si avvicinavano per porgergli saluti rispettosi. Elijah strinse le mani di molti aristocratici, sorridendo alle loro battute, accogliendoli calorosamente nella propria casa, ma lo sguardo era alla continua ricerca di Trevor e di lei, della doppelganger Petrova. Li trovò poco tempo dopo. Sbatté le palpebre e il sorriso di cortesia si sciolse all’istante mentre schiudeva leggermente le labbra. Era identica a lei. A Tatia. Eppure sembrava totalmente differente. I lunghi capelli corvini ricadevano a boccoli sulle spalle esili fasciate da un abito di un rosso scuro, sanguigno. Elijah era in grado solo di vedere le spalle della giovane, non il suo viso, i suoi occhi. Se vi avesse scorto Tatia nel suo sguardo, non avrebbe esitato a stringerla a sé. La follia di quel pensiero lo fece rinsavire. Si congedò gentilmente dagli ospiti e si diresse con passo svelto verso il duo vicino al camino in cui ardeva un fuoco scoppiettante. Avvicinandosi Elijah fu in grado di percepire la voce soave della giovane donna. Somigliava vagamente a quella di Tatia, ma differiva. Quella della doppelganger era di una nota più bassa, in qualche modo più riverente, timida, rispetto a quella più acuta e allegra di Tatia. La doppelganger sembrava essere più indifesa, triste. La voce era intrisa di malinconia anche se voleva mostrarsi felice e spensierata dinanzi al ragazzo al suo fianco. Non avrebbe dovuto paragonare Tatia a un’altra donna, soprattutto alla sua discendente, ma non era in grado di fare altrimenti, anche sapendo che l’amata fanciulla non avrebbe per nulla gradito. Poteva immaginare le sue belle labbra, che tanto aveva bramato carezzare con le sue, incurvarsi dalla tristezza, i suoi grandi occhi, da cerbiatta, volgersi verso il suolo, lontano da lui. Sorrise quasi con amarezza per quei pensieri. Probabilmente Tatia avrebbe percepito un maggior tradimento se fosse stato Niklaus a paragonarla ad altre. In quei secoli aveva compreso, a malincuore, che suo fratello era il vero possessore dell’amore della fanciulla, non lui né nessun altro. Si fermò. Vide la giovane volgersi lentamente verso di lui. Il suo cuore aumentò i battiti, il respiro si fece più frammentario, accelerato, e sentì un brivido freddo in tutto il corpo, una scossa di dolce agonia. Incontrò i suoi occhi e tutto sembrò placarsi nel suo animo. Sentì il suo nome, solo quello fu importante. Katerina. La purezza. La sua mano cercò quella della ragazza, guidandola verso il suo viso. Allo stesso tempo il volto gentile di Katerina si chinava dolcemente in segno di rispetto. Si portò il palmo sulle labbra, sfiorandolo delicatamente, quasi non avesse dinanzi una donna umana, ma un angelo, qualcosa di celestiale, ultraterreno, magnifico. Perfetto. Era meravigliosa nella sua innocenza. Tatia non gli era apparsa talmente candida come Katerina ed Elijah non poté trattenersi dal guardarla sebbene non fosse lecito. Innumerevoli ragioni avrebbero dovuto impedirgli di osservarla, di lasciare che il cuore, morto per troppi secoli, tornasse a battere con sin troppa insistenza nel suo petto spoglio, ma il desiderio era estremamente più forte della sua stessa razionalità e, nonostante fosse totalmente insensato e assurdo, per un solo istante Elijah abbandonò ogni logica. Ritornò in sé nel percepire l’avvento di una musica lieve, appena accennata dalle lire. Scostò le labbra dal suo dorso e sorrise debolmente, come si conveniva ad un gentiluomo che si confrontava con una fanciulla. 
« Lord Elijah,» lo salutò con riverenza tale da fargli allargare il sorriso. 
« Miss Katerina,» si ritrovò a mormorarle con infinita gentilezza per ridurre l’imbarazzo nelle sue belle iridi. La nascita della musica aveva portato con sé la presenza di Niklaus. Elijah poteva percepirlo mentre si avvicinava. Non aveva salutato gli ospiti e il fratello maggiore non se ne sorprese. Era sempre stato lui il vero protagonista, i restanti non erano che delle inutili anime necessarie soltanto a gloriarlo per la sua prestanza. In attimo fu al loro fianco e con riluttanza, tentando di celare il sentimento che mostrava la sua colpevolezza, lasciò che Katerina lo seguisse in un ballo che a lui non sarebbe mai stato concesso. Vide lo splendido sorriso che aveva abbellito le sue labbra semplici, così dissimili rispetto a quelle delle altre giovani donne in quella sala, e lo incise nella sua mente come i nomi della sua famiglia nella pietra. Era bella, Katerina, un’entità benevola e dolce, strabiliante nella sua sobrietà, ed Elijah l’avrebbe protetta. Sempre.


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Salve a tutte e benvenute nel primo capitolo di questa raccolta. Elijah è il vero protagonista di questo capitolo anche se questa storia tratterrà il pairing Elijah/Katherine. Sono convinta che Elijah abbia davvero amato Katherine (o, come dicono gli Original brothers, Katerina). Mi manca tantissimo Katherine nella serie e sono stata contenta dell’arrivo di questa bella famigliola disfunzionale quindi ho deciso di scrivere questa raccolta di shot. Non ci sarà un vero filo logico, solo piccoli momenti che non abbiamo visto o solo accennati nella serie. Ringrazio chiunque leggerà questa shot e spero di aggiornare il prima possibile. 
Un saluto, almeisan_
 
  
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