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Autore: Fran6277Echelon    15/02/2012    0 recensioni
Lo respinsi a malincuore...ma con un sorriso stampato in faccia.
"Non attacca...Ricorda il motivo per cui abbiamo chiuso questa storia" Gli rinfacciai ridendo.
Lui ricambiò.
"Avevi detto che ero la tua anima gemella"Mi rinfacciò lui sempre sorridente.
"E quando lo avrei fatto sentiamo?"Chiesi.
"A Malibù...contro la parete di quell'appartamento...mentre facevamo sesso"Rispose lui uccidendomi con lo sguardo.
"Si ma quella volta..."
"Quella volta...COSA?"
"Non contava.."
'OH ARIZONA SEI UNA TESTA DI CAZZO'.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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L'Italia era la cosa più bella che io avessi mai visto e noi alloggiavamo in una bellissima ed elegantissima villetta che stava nel centro di Firenze.
Li in Italia nevicava,la Firenze imbiancata era uno spettacolo bellissimo da osservare  appena svegli o davanti ad un camino con un calice di vino rosso stretto tra le mani.
Certo, passare la luna di miele in un luogo tutto imbiancato dalla neve non era il massimo ma non la passammo del tutto "in bianco."
Inoltre Kurt,in quei giorni sembrava un angioletto.Si metteva a dormire nonappena ne aveva l'opportunità lasciando un pò di intimità a me e a Jared,che sembrava essere diventato un papà bellissimo.
Ormai aveva  preso dimestichezza a trattare con i bambini,si era abituato alle pappine, ai pannolini ,ai pianti isterici la notte o quando aveva fame,ma sembrava comunque tranquillo,azzarderei a dire a proprio agio.
Ed era un papà perfetto.
Restammo in luna di miele per almeno 2 settimane e poi ritornammo a L.A.
Mi mancava l'Italia,mi mancava Firenze,mi mancava la nostra bellissima luna di miele,o viaggio in famiglia,anche se io e Jay trascorrevamo molto più tempo insieme da quando eravamo ritornati in America.
Forse perchè lui trovavo qualsiasi scusa per passare del tempo con me.Tipo portarmi alle feste mondane alla quale era invitato,farmi vedere qualsiasi mostra possibile e immaginabile,portarmi a cenare fuori e tutto perchè alla fine dell'appuntamento riusciva a trascinarmi in un qualsiasi spazio buio per poter fare l'amore insieme.
Non mi dispiaceva,questo è ovvio,ma pareva che con Kurt ci trascorressero più tempo tutti gli altri che io e Jared.
Non volevo essere una mamma poco presente per mio figlio e non volevo che lo fosse Jared,ma era una testa calda ed era difficile farlo ragionare.
Infatti per questo litigavamo spesso per fare pace subito dopo qualche minuto,quando lui veniva  sulla nostra casa sull'albero,nonappena faceva addormentare Kurt,e mi bastava guardarlo negli occhi per perdonarlo.
Mi bastava fissare quel suo viso d'angelo,quegli occhi che sembravan essere l'abisso del mare,per poter saltargli addosso e baciarlo.
E poi,come potevo non perdonare un'uomo che  nonappena avea sentito le prime parole di suo figlio si era messo a piangere come un bambino??
Ammetto di aver pianto anche io,ma diavolo era una scena così...bellissima.
La sua prima parola non fu "mamma" o "papà" ma disse "Mars".Forse quel bimbo era già destinato ad aver un futuro da trascorrere nel colore rosso fuoco di Marte.
Aveva anche imparato a muovere i suoi primi passi.
Quel giorno vidi Jared piangere ancora una volta e io no potei non imitarlo.
Il nostro bambino stava giocando con i lego seduto sul tappeto persiano che c'era nel salone quando all'improvviso si era alzato da terra molto esitante per poi muovere i suoi passi verso l'Arthemis di Jared.
Lui lo aveva visto ma era rimasto paralizzato e non aveva mosso nemmeno un dito,ne aveva proferito parola.Era come fossilizato.
E solo nel momento in cui Kurt perse l'equilibrio cadendo sulle sue ginocchia si era alzato come un fulmine dal divano e si era catapultato da lui per poi piangere.
Io ero preoccuopata,credevo che si fosse fatto male,credevo che avesse sbattuto la testa e avesse perso i sensi ma mi sbagliavo.
Quando incontrai lo sguardo di mio marito non riuscii a capire.Era sempre peggio,il mio cuore batteva sempre più forte e stavo per urlare dalla preoccupazione.
Ma dopo Jared mi disse "Ha camminato" ed io scoppiai in lacrime di gioia raggiungendoli  e stringendoli fortissimo.
Trascorremmo in quel modo   un'anno pieno pieno,per poi ritrovarci nell'afosa L.A il 31 di Luglio,nonchè giorno del mio compleanno.
Il sole baciava la mia pelle con delicatezza,facendomela scottare un pochettino,a riparare i miei occhi dal sole c'erano un paio di occhiali che mi aveva regalato Jay ,la sabbia accarezzava dolcemente il profilo di un mio braccio uscito fuori dal telo arancione in cotone,sentivo le urla dei bambini che giocavano a palla confondersi con le voci di quei pochi presenti sulla spiaggia, inoltre un piccolo ombrellone mi faceva ombra su tutto il viso mentre io ero intenta a leggere uno die miei libri preferiti.
"Lo strano caso di dottor Jakyll e Mr. Hyde".
Ero arrivata alla parte in cui il narratore parla dei sogni,era la mia parte preferita.
Stavo proprio iniziando a leggere il capitolo quando sentii  delle manine paffute accarezzarmi dolcemente la coscia.
Guardai in quegli occhioni così grandi Kurt per poi sorridergli,prenderlo tra le braccia e riempirlo di baci.
"Ciao,amore mio".Sussurrai.
"Mamma"Disse lui con quella vocina bellissima.Quanto era dolce,quanto era coccoloso e quanto somigliava a suo padre.
Lo amavo da impazzire proprio per quel motivo,perchè gli somigliava tantissimo,perchè era il sangue del suo sangue.
Perchè era suo figlio.Era figlio di quel buffone che si stava divertendo tantissimo a giocare con l'acqua insieme a Shannon proprio come fanno i bambini di 3 anni.
Anzi,forse i bambini di 3 anni son più maturi di loro.
Ma lo amavo e se non fosse stato così non  avrei fatto la pazzia di sposarlo e di unirmi a lui per l'eternità.
Lo guardai,gli occhi resi due biglie enormi e azzurre che riflettevano l'acqua cristallina del mare,i capelli attaccati al viso ma che lo rendevano perfetto e quelle labbra che avrei preso volentieri a morsi per quanto erano...belle.
Labbra da baciare.
Labbra da mordere.
Labbra da accarezzare.
Labbra che avevano sfiorato posti proibiti a qualsiasi altro essere vivente sulla faccia della terra.
Labbra che mi avevan fatta impazzire.
Labbra che potevo baciare solo io.
Labbra che mi appartenevano in un modo o nell'altro.
Erano mie.Solo per me.
Si scrollò i capelli dal viso come fanno i cani e poi li tirò in dietro facendo si che restassero scompigliati,disordinati e..fottutamente perfetti.
Mi alzai da terra prendendo Kurt per la manina e insieme camminammo verso il bagnoasciuga per poi sederci sulla sabbia fredda e guardare il suo papà mentre scherzava con suo zio.
Il mio bambino batteva le mani felice,rideva mostrando le gengive e quei due dentini che gli erano cresciuti in un'anno.
"Mamma.."Disse."Papà.."E con il ditino lo indicò gattonando verso di lui,ma nonappena l'acqua gli bagnò le manine si fermò,ritornando indietro con le lacrime agli occhi e mi strinse le braccia al collo.
Non riuscii a fare a meno di sorridere per tale dolcezza e bellezza e con disinvoltura gli passai la mano tra i capelli castani e riccioluti.
"Vuoi andare da papà,amore?"Chiesi.
Lui rimase in silenzio per un pò di tempo come a voler  percepire al meglio il significato di quelle parole uscitemi dalla bocca.Poi annuì impercettibilmente e io mi alzai tenendolo sempre stretto a me,come se avessi avuto paura che qualche piccola onda del mare me lo avrebbe strappato via dalle braccia.
Feci un passo,poi un altro e un altro ancora e quando l'acqua sfiorò i piedini di Kurt la sua presa divenne più salda e un piccolo gemito di disappunto uscì dalle sue piccolissime labbra carnose.
"Amore c'è la mamma qui con te"Lo rassicurai regalandogli un piccolo sorriso.
Lui poggiò le sue labbra carnose e belle sulla mia spalla e affondò le unghiette nella mia pelle,cercava un'appiglio,c'ercava una specie di ancora.
Con la mano gli bagnai la testa resa calda dal sole e poi avanzai sempre di più verso Jared.Verso quella bellezza sovraumana.
Lui ci vide,ci corse incontro e prese in braccio Kurt che iniziò a ridere per il solletico che gli faceva al pancino.
Li guardavo mentre giocavano e non riuscivo a crederci,non riuscivo a credere che avessi avuto un figlio,che fossi sposata con l'uomo più bello di tutto il pianeta.
Era così dolce,lo accarezzava e rideva insieme a lui.Lo baciava e il mio cuore eslodeva di gioia perchè era tutto quello che avevo sempre desiderato.
E mentre li guardavo non riuscivo a far a meno di sorridere e di piangere per la gioia e per quanto erano belli insieme.
I miei occhi incronciarono i suoi,così blu,così belli,così...reali.Un sorriso affievoli  sulle mie labbra rosse e candide,un sorriso regalato a lui per mostrargli quanto fossi felice del fatto che fosse un bravo e bellissimo padre.
E quella sera sarebbe riuscito sicuramente a rendermi felice per il mio compleanno.Mi aveva promesso una passeggiata al chiaro di luna sulla spiaggia,solo io e lui.
Niente grandi feste.Le odiavo a morte e lui lo sapeva.
Così,per tutta la giornata non avevo fatto altro che pensare a cosa sarebbe successo quella sera,anche ritornati dalla spiaggia ci pensai mentre stringevo le mie dita alle sue,anche quando  eravamo solamente io Kurt e lui sdraiati sulla spiaggia a giocare davanti ad un piccolo falò ci pensai.
Quella sera fu una delle serate più belle della mia vita,di quella vita che finalmente aveva preso la strada della felicità,di quella vita dove ormai i fantasmi del passato erano spariti,di quella vita che pensava solamente ad avere un futuro felice.
Per tutta la sera non facemmo che ridere,per tutta la sera non facemmo che amarci all'infinito.
Tutti e  3.
E quando Kurt si addormentò tra le braccia di Jared,io e lui restammo a fissarci sdraiati sopra un'enorme telo steso sulla sabbia di quella spiaggia deserta.
Le nostre dita intrecciate,le nostre gambe incrociate,i nostri sorrisi felici a riscaldarci il cuore.
Non c'era neanche bisogno di parlare,solo di fissarci e scambiarci qualche bacio ogni tanto.
Restammo in quel modo fino alle 3:00 del mattino,quando Jared si alzò da terra e trascinò me e Kurt in casa,nella nostra casa che stava proprio la vicino.Vicino alla spiaggia,lontano da tutti.Solamente io e lui.

"Credi che si sveglierà?"Sussurrò chiudendo la porta della sua stanzetta.
Lo guardai accennando ad un sorriso pronta per fare di no con la testa e avvicinarmi a lui.
Accarezzò le mie braccia che erano incrociate al suo collo saldamente.
"Quindi possiamo festeggiare ancora il tuo compleanno come si deve?!?"
Alzai gli occhi al cielo.Era così prevedibile.
"No,Jared. Il mio compleanno era ieri"Risposi ridendo.
"Dettagli"
"Che fanno la differenza"
"Allora facciamo così.Su Venere e su Marte non è ancora mezzanotte e manca ancora molto,quindi..."Io ridacchiai abbracciandolo forte.
"E perchè proprio Venere scusa?"
"Perchè tu vieni da Venere e io vengo da Marte,Arizona."Sussurrò alzando il capo dal mio seno e fissandomi negli occhi.
La terra si sgretolò sotto di me e non so grazie a quali forze riuscii a stare in piedi.
Mi fiondai subito sulle sue labbra lasciando che quel suo bacio parlasse da solo,lasciando che quella notte fosse tutta per noi.
Fosse tutta dedicata al nostro inseparabile amore.

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Note dell'autrice:Sono lieta di annunciarvi che questo è il penultimo capitolo :) Dovevano essere 30 ma ho sbagliato i calcoli e così saranno 29 :)
I ringraziamenti li farò nel prossimo capitolo che arriverà stasera ma  comunque vi ringrazio per essere arrivati fin qui insieme a me.
Grazie mille :) E lasciate qualche recensione mi raccomando.
Un bacio marsoso.
Fran :)
  
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