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Autore: jupitersdrop    15/02/2012    3 recensioni
Titolo: Un mondo che tu non vuoi.
Autore: jupitersdrop
Gruppo: SHINee
Personaggi: Choi Minho, Kim Jonghyun, Kim Kibum
Pairing: Kim Jonghyun/Kim Kibum, Choi Minho/Kim Kibum
Genere: romance
Rating: r
" Non era più come all'inizio, quando Kibum andava da lui perché arrabbiato con Jonghyun e Minho coglieva l'occasione per scacciare via qualche pensiero di troppo con una bella nottata a luci rosse. Lui ora lo amava. "
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. " affogando per respirare "

Jonghyun entrò in camera, chiudendosi la porta alle spalle, con ancora lo spazzolino da denti in bocca e l'asciugamano intorno al collo.

Copriti, Jonghyun, è inverno, e giri in maniche corte..”
Kibum posò il libro che stava leggendo sul comodino, alzandosi e portando una felpa a quello che era il suo ragazzo da ormai due anni. Avevano iniziato l'università insieme -Kibum era un anno avanti con gli studi- e, benché frequentassero due indirizzi diversi, avevano da subito diviso la stanza del residence in cui vivevano. All'inizio non era stata assolutamente una convivenza pacifica, anzi, Jonghyun aveva capito con chi aveva a che fare nel momento in cui, disobbedendo all'ordine di Kibum di non lasciare i suoi vestiti per terra, si era ritrovato a raccoglierli in giardino in piena notte. Jonghyun aveva provato e riprovato a vendicarsi, ma Kibum era sempre almeno tre passi avanti, era come se lo guardasse costantemente da un piedistallo sogghignando, lo aveva odiato per questo, tanto da arrivare ad accorgersi di amarlo.
Si infilò la felpa grigia che gli aveva passato, fermandosi poi a guardare la figura di spalle di Kibum che tornava sul letto dov'era prima. Allungò una mano, e gli afferrò un fianco, costringendo a girarsi su sé stesso e avvicinandolo al suo corpo.
Hai bisogno, Kim Jonghyun?”
Gli disse il più piccolo, puntando le mani sui suoi pettorali e cercando di spingersi via, inutilmente, ma voleva più che altro renderlo un gesto simbolico.
Sì, ho bisogno, Kim Kibum.”
Sogghignò, stringendo la presa sui suoi fianchi e aggiungendo anche l'altro braccio a tenerlo. Aspettò che l'altro finisse di dimenarsi, e assumesse la sua solita espressione a metà tra la superiorità e l'annoiato, e porto le labbra sulla pelle pallida del suo collo, iniziando a baciarlo.
Jonghyun..”
Kibum prese un sospiro, cercando di mantenere la calma, mentre l'altro tentava di divorare il suo povero collo indifeso.
Jonghyun.”
Rese il tono di voce più duro, quando sentì le mani dell'altro afferrargli le cosce e sollevarlo, fino a farlo sedere sulla scrivania.

Domani ho lezione, Jonghyun, non posso stare sveglio fino a tardi..”
Riprese quello che doveva essere un principio di spinta, ma che lasciò perdere quando vide le mani del più grande infilarsi sotto il suo maglione.
Jonghyun, devo andare a dormire..”
“Vorrà dire che farò in fretta.”
Sussurrò l'altro sulla sua pelle, mentre ridisegnava la linea della mandibola di Kibum con la lingua.

No, vorrà dire che la smetti, adesso.”
Questa volta raccolse tutte le sue forze, e questa volta gli diede uno strattone secco e deciso, che lo costrinse ad allontanarsi, o, per lo meno, gli fece capire che stava facendo sul serio.
Siamo di buon umore, stasera?”
“Cosa c'entra il buon umore, adesso?”
Scese dalla scrivania, risistemandosi il maglione e raggiungendo il letto.
Ti ho semplicemente detto che domani ho lezione, è una spiegazione importante e non voglio andare lì mezzo in coma o, peggio, ricoperto di segni che indicano con la massima precisione quello che ho fatto la sera prima.”
Detto questo si sdraiò, coprendosi con la coperta quasi fino al naso, lasciando il suo ragazzo incredulo ancora davanti al letto, probabilmente immerso nell'immagine di loro due impegnate in un'educativa seduta di sesso violento su una scrivania.
Stai bene, Kibum?”
Il più piccolo si limitò ad un lamento, forse più simile ad un miagolio, senza muovere un muscolo dalla posizione che aveva assunto.
Ti ho fatto una domanda, ragazzino.”
Kibum sbuffò, e si tirò su, puntando i gomiti sul materasso, tenendo il busto alzato.
Non è che siccome non ho voglia per una sera allora non devo stare bene, Jonghyun, è una sera, non morirai. Ora ho sonno.”
Jonghyun mise un piccolo broncio, raggiungendo a sua volta il letto, e girandosi di spalle rispetto al suo ragazzo.
Sei pure dimagrito..”
Borbottò, con la faccia schiacciata contro il cuscino.

Mi pesi di notte mentre dormo, forse?”
Gli rispose Kibum, più freddo e cinico che mai.

No, ho solamente notato come non ci sia un pasto in cui finisci tutto quello che hai nel piatto, come tutti i tuoi vestiti ormai ti vadano troppo grandi e come ormai io possa benissimo contarti le costole, senza nemmeno bisogno di toglierti la maglia.”
Il più piccolo si passò una mano sugli occhi, esasperato. Odiava i discorsi sulle sue abitudini alimentari, gli ricordavano sua madre. Non che non andasse d'accordo con sua madre, ma da quando era andato a vivere in città cercava un po' di indipendenza in più, e un ragazzo che gli contava quante calorie assumesse al giorno non era di certo il massimo per uno che voleva essere autonomo.

Soffro di mal di stomaco, sono stressato in questo periodo, ci sono gli esami, dieci giorni e tornerà tutto nella norma. Ora ho mal di testa. Buonanotte, Jonghyun.”
Così dicendo chiuse gli occhi, rifiutandosi di rispondere ad ogni altra domanda da parte del più grande, facendo finta di dormire, e cercando di distrarsi da tutti i pensieri che nell'ultimo periodo non lo lasciavano un attimo.

Passò quasi due ore immobile, nel silenzio, nascosto dal buio. Era vero, era dimagrito nell'ultimo periodo, non voleva esagerare, ma gli sembrava quasi di aver sviluppato un certo odio nei confronti del cibo. Per colpa del peso perso in così poco tempo aveva costantemente freddo, odiava il freddo, ed ultimamente iniziava ad odiare anche quando Jonghyun, mentre erano fuori, si fermava per togliersi il maglione e darlo a lui, vedendolo tremare. Iniziò ad elencare mentalmente tutte quelle cose che odiava del suo ragazzo, per poi rendersi conto che erano quelle piccolezze che lo avevano fatto innamorare di lui.
Si girò verso l'altro, assicurandosi che dormisse per poi scivolare giù dal letto, stringersi nel maglione e uscire dalla stanza, senza fare il minimo rumore. Si chiuse la porta alle spalle, continuando a strusciare i piedi sulla moquette rossastra del corridoio, percorrendolo verso destra, contando altre sei stanze, per poi bussare a quella che era la settimana stanza, a contare dalla sua.
Minho, sto entrando..”
Choi Minho, era arrivato in quel residence un anno dopo Kibum, ma anche lui si era fatto conoscere -forse solo perché era l'unico ragazzo ad essere riuscito a ottenere una stanza tutta per lui. Era un tipo abbastanza scontroso, alto, molto alto, si limitava a dare fredde occhiate alla gente che aveva intorno e a rispondere a monosillabi. Kibum lo conosceva da qualche mese, ed aveva imparato a rigirarselo tra le mani, riusciva addirittura a farlo parlare, cosa che a Minho non piaceva per niente.

Abbassò la maniglia fredda, facendosi strada tra il buio della camera e stringendosi nel maglione, sedendosi ai piedi del letto in cui stava dormendo e fissando le sue gambe lunghe, aspettando un qualche segno di vita.
Kibum..”
Aprì un occhio, cercando con la mano l'interruttore dell'abat jour sul comodino.

Minho non era un ragazzo disordinato, l'arredamento della sua stanza si limitava al minimo indispensabile, certo, questo toglieva tutta l'aria di vissuto della camera, ma non era così male, aiutava a liberare la mente tutto quello spazio vuoto -almeno aiutava di più rispetto a quanto lo facesse il fastidiosissimo disordine di Jonghyun.
Kibum rannicchiò le gambe al petto, cercando di occupare il minor spazio possibile ai piedi del letto, finché Minho non riuscì ad accendere la luce e allungò un braccio verso di lui, stringendolo a sé.
Minho, io non ce la faccio più a reggere.. sono stufo di mentire a Jonghyun..”
Minho gli prese le spalle tra le mani, girandolo verso di sé e facendo una piccola smorfia una volta notato quanto ormai fosse facile sollevare Kibum.

Stai mangiando? Sei dimagrito ancora?”
Lui spostò lo sguardo, non voleva rispondere a quella domanda -perché fare una domanda di cui entrambi conoscono già la risposta?
Minho sospirò, prendendogli il viso tra le mani per evitare che girasse la testa, accarezzandogli poi piano la testa.
Kibum, sei tu che non riesci a deciderti..”
“Io lo amo, Minho.”

Il più alto si irrigidì di colpo, mordendosi l'interno della bocca, fermando la mano sui capelli di Kibum e allentando la presa su di lui.
Bene, allora sveglia lui, non me.”
Non mi fare scenate di gelosia, sai benissimo che sto con lui da due anni e tu sei quello che è arrivato dopo.”
“Kibum. Da quanto tempo lo tradisci? E non solo con me. Devo elencarli tutti?”

Strinse i pugni, sentendo le unghie conficcarsi nella pelle dei propri palmi. Era vero, lo tradiva da tempo, e lo aveva fatto troppe volte, e con troppe persone diverse, e non solo quando litigavano e aveva bisogno di sfogarsi, ma quello era un discorso come le sue abitudini alimentari, lo conosceva benissimo, ma preferiva evitarlo.
E' vero, dovrei tornare da lui, scusa se ti ho svegliato, Minho..”
No.”
Non aggiunse nient'altro, semplicemente tornò a stringerlo, anche più forte di prima, poggiando il mento sulla sua testa e inspirando il suo odore. Non lo avrebbe mai ammesso, ma odiava il fatto che Kibum non avesse ancora lasciato il suo ragazzo per lui. Se n'era innamorato, ma non aveva il coraggio di ammetterlo. Non era più come all'inizio, quando Kibum andava da lui perché arrabbiato con Jonghyun e Minho coglieva l'occasione per scacciare via qualche pensiero di troppo con una bella nottata a luci rosse. Lui ora lo amava.


Dove corri, ragazzina?”
Kibum si fermò di scatto, sentendo una voce alle spalle e con una mano si asciugò velocemente gli occhi, sperando non fossero troppo rossi o gonfi.

Non sono una ragazzina, grazie.”
Lo aveva già visto, era il ragazzo che dormiva in camera da solo, quello arrivato ormai da sei mesi, cosa voleva da lui?
Perché piangi?”
“Perché sei in giardino nel pieno della notte?”
Gli rispose Kibum, cercando di risultare il più lucido possibile -il suo essere cinico e acido a volte lo aiutavano davvero tanto, anche se la maggior parte delle volte allontanavano solamente la gente.

Ero nervoso, e una stanza così piccola non fa che aumentare la mia voglia di prendere a pugni qualsiasi cosa mi si presenti davanti.”
Kibum si irrigidì, già stava piangendo, aveva litigato con Jonghyun e s'era pure preso uno schiaffo, l'ultima cosa che voleva era essere preso a pugni da qualcuno con troppi sentimenti repressi.
Perché piangi?”
Insisté il ragazzo alto, rimanendo nel buio di quel giardino illuminato solamente da un piccolo lampione.
.. ho litigato con il mio ragazzo.”
Biascicò Kibum, voltando lo sguardo cercando un punto indefinito davanti a sé, magari sulla parete esterna del residence, o sull'erba decisamente troppo poco curata per i suoi gusti. Non gli piaceva quella domanda, c'erano due possibilità: o lo prendeva per una ragazzina isterica che ha le prime crisi d'amore a quattordici anni oppure si fingeva un tipo comprensivo, e tentava di consolarlo. Forse essere preso per un ragazzina isterica non era poi così male.

Speravo in qualcosa di più interessante..”
Disse lo strano ragazzo alto, prendendo un pacchetto di sigarette dalla tasca e estraendone una, portandola alla bocca per poi tastarsi i jeans in cerca di un accendino.

Me ne dai una?”
Kibum gli si avvicinò, tenendo lo sguardo basso e torturandosi il labbro inferiore tra gli incisivi, quel ragazzo lo metteva in soggezione, ed era strano, di solito era lui a mettere in soggezione gli altri.

Non sembravi tipo da fumare..”
Infatti non fumo, volevo distrarmi.”
Lo strano ragazzo -Kibum non gli aveva ancora chiesto quale fosse il suo nome- sogghignò, rimettendo in tasca il pacchetto di sigarette, senza tirarne fuori un'altra da offrirgli.
Fammi un pompino, Kibum.”
Kibum pensò che fosse ubriaco, o fatto.. e poi perché sapeva il suo nome? Era abbastanza a disagio, deicsamente a disagio, ma non voleva darlo a vedere. Iniziò a riflettere, sui pro e i contro del tradire il proprio ragazzo, alla fine se lo meritava, gli aveva fatto una scenata per niente e gli aveva dato uno schiaffo secco -per fortuna era buio, altrimenti si sarebbero nettamente distinte cinque dita sulla sua guancia sinistra.
Qui?”
Ti imbarazza, forse?”
Sorrise nella penombra, era quasi inquietante.

Io sono Minho, in ogni caso.”
Il susseguirsi delle azioni dopo quella frase risulta abbastanza confuso, forse troppo veloce, solamente Kibum si era ritrovato a tradire quello che era il suo ragazzo da un anno e mezzo con uno sconosciuto nel giardino del residence.
Non era un così grande problema, alla fin fine, il problema si era presentato dopo, quando Kibum aveva rivisto Minho una seconda volta, e poi una terza, e poi ancora una quarta.. finché non aveva smesso di contarle.
  
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