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Autore: MonyMOFO    15/02/2012    5 recensioni
Possono due persone completamente diverse accorgersi poi di essere completamente uguali? Brook è una ragazza molto ricca tanto quanto viziata, figlia di un avvocato molto conosciuto a Los Angeles e di una donna architetto.
Una sua giornata tipo si suddivide in shopping, parrucchiera, estetista e feste mondane.
Jared è una rockstar che a differenza di Brook odia il fatto di essere troppo al centro dell'attenzione e passerebbe una giornata intera a leggersi un buon libro.
I due si troveranno a dover passare un periodo insieme dopo che il menager della band di Jared Leto, chiama il padre di lei per risolvere un problema con la loro etichetta discografica EMI ma un terzo incomodo renderà tutto ancora più difficile.
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"Ti rovinerò, Jared Leto"
"Vedremo, Edward Martin"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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ooook "Eddy se gli chiedo di farmi alloggiare per un po' a casa sua, capirà che sarò stata io quella a rubare i testi..."
"Allora mandiamo Genpaku a casa sua, così la colpa la prenderà lui..."
"Non lo fare. Non tirare in mezzo a questa storia mio padre..."
"Allora trova una soluzione. Io voglio quei testi. Voglio Bruciarli. Eliminarli. Farli sparire. In modo che debba riscrivere tutto e faccia ritardare l'uscita dell'album...o addirittura non farlo uscire proprio. Voglio rovinargli la vita!"

"Pronta?", Sasha riagganciò il telefono e si voltò sorridendomi. Avevo appena fatto sesso con lei, era la prima volta che mi capitava di andare a letto con la stessa persona due volte di seguito dopo la storia conclusa con la mia ex.
Mi ero promesso di non innamorarmi più, nessuno meritava me e io non meritavo nessuno, a mio parere.
"Dove andiamo?", mi diede un bacio sulle labbra.
"A visitare la città!"
"E poi?", mi abbracciò appoggiando il suo viso al mio petto. Le baciai la testa.
"Coccole?"
"Non vedo l'ora", rispose guardandomi negli occhi. Quegli occhi che solo in quel momento mi accorsi essere a mandorla.
"Facciamo che prima esco io e poi mi raggiungi? Sai..."
"Non vuoi far nascere gossip...", finì lei.
Sorrisi:"Esatto, conosci i giornali no? Allargano sempre le cose!"
"Allora tu vai, io mi sistemo meglio i capelli e arrivo!".
La ribaciai sulle labbra e uscii dalla stanza.
Non avevo proprio idea di cosa stavo facendo, sapevo solo di avere avuto i brividi quando qualche minuto prima di fare sesso mi disse che era venuta fin qua perchè teneva a me e perchè mi aveva pensato sempre dal nostro ultimo incontro.
Non avevo intenzione di cominciare una nuova storia, ma mai dire dire mai...e soprattutto...meglio evitare di andare contro a ciò che ti dice il cuore!
Arrivai nella hall e ne approfittai per prendere un cocktail pomeridiano, non che mi piacesse bere, solo che mi sarebbe servito per riprendermi un po'.
"Jared Leto: regista, musicista, attore, manager part-time e artista grafico...pazzesco - Eddy chiuse violentemente il giornale - fai davvero tutte queste cose?". Si alzò dal divanetto e prima di venirmi incontro lanciò la rivista sul tavolino in vetro.
"Sparisci - dalla - mia - vista", gli dissi digrignando i denti.
"Sennò cosa fai?", mi provocò.
Lo presi per il colletto della camicia e lo scaraventai contro al muro:"Smettila di importunarmi".
"Avanti, tirami un pugno, Leto", disse mantendendo sempre il suo sorriso da stronzo.
Strinsi ancora di più la presa:"Non hai altro da fare, Edward? Devi starmi sempre addosso?", sputai le parole come lame taglienti.
"Non hai capito che non mi fai paura? Chissà cosa penseranno...come si chiamano...ah sì, gli Echelon, quando verranno a sapere del vostro debito, del vostro problema", parlò con fatica.
"Non ci provare, non ti azzardare a dire nulla a qualche fottuto giornale. Non farlo, o ti ammazzo. Lo faccio, sai?".
"Jared...", mollai la presa e mi voltai. Sasha mi stava fissando impaurita e poco dopo arrivarono nella hall anche Shannon e Tomo.
Eddy si sistemò il colletto della camicia e riprese il giornale sul tavolino:"Chissà che bell'articolo uscirà!", urlò prima di abbandonare la stanza.
"Bastardo", sussurrai.
"Quale articolo?", mi chiese Shannon mentre mangiava un panino.
"Sul nuovo cd!", mentii. Lui e Tomo non dovevano assolutamente sapere quello che stava succedendo tra me e Eddy, se fosse uscito anche questo problema l'armonia sarebbe andata a puttane. Sentii un tocco caldo sul mio braccio e mi accorsi che Sasha ci aveva appoggiato sopra una mano per trascinarmi via.
"Che succede, Jared?", chiese preoccupata.
Mi voltai a guardare se i miei amici erano lontani e dissi la verità:"Ho dei seri problemi con Eddy, abbiamo dato il via ad una specie di guerra"
"Ti va di parlarmene...da soli?".
Guardai i miei compagni e li vidi impegnati a parlare con un cameriere:"Ragazzi", li chiamai.
Shannon arrivò in meno di mezzo minuto, per forza, stavo in compagnia di una bella donna. Tomo lo seguì poco dopo, prima salutò il cameriere e lo ringraziò per qualcosa.
"Lei è Sasha", presentai la ragazza ad entrambi.
"Piacere Shannon"
"Tomo, piacere"
"Io vado a pranzo con lei, credo che starò via tutto il giorno. Gireremo anche la città!"
"Va bene, divertitevi!", disse Tomo.
"Un momento...dove hai trovato questa Geis...", bloccai mio fratello in tempo.
"Bro, non è quello che pensi tu, è un'amica!", il batterista sbuffò.
"Ok, ciao! Passate una buona giornata!".
Appoggiai una mano dietro la schiena della ragazza e la trascinai fuori.


"Così tuo fratello è fissato con le Geisha...", mi chiese assaporando i suoi spaghetti.
"Non capisco il perchè. Ha una bella fidanzata a Los Angeles che lo ama"
"Evidentemente lui non prova gli stessi sentimenti", si pulì la bocca.
"Non è mai stato innamorato, credo nn sappia ancora riconoscere il sesso dall'amore", bevvi un sorso d'acqua.
"E tu invece? Li sai riconoscere?", smise di mangiare e mi fissò negli occhi.
Il locale che avevamo scelto aveva pochi clienti, riuscivamo a stare tranquilli a parlare senza essere disturbati.
Avevamo scelto di sederci ai tavoli bassi, poggiandoci su un cuscino, ogni tavolo era molto distante dall'altro perciò si poteva discutere senza aver paura di essere sentiti.
"", risposi semplicemente.
"Anche io" - replicò - cosa sta succedendo con quel ragazzo? Sbaglio, o è lo stesso che abbiamo incontrato al nostro primo appuntamento fuori dal pub?"
"Esatto, si chiama Edward Martin, è il fidanzato della ragazza che mi sta aiutando con la causa. Sono nella merda fino al collo. La EMI ci ha denunciati perchè non abbiamo fatto un tot di album richiesti. Ora siamo giunti ad un accordo. Dobbiamo pubblicare l'album entro dicembre e andare in tournèe, per un bel po'...", dissi tutto d'un fiato.
"E se non ce la farete?"
"Addio 30 Seconds To Mars".
"E perchè lo stavi prendendo per il collo prima?", continuò a mangiare. Io lasciai il mio Ramen senza carne di maiale a metà.
"Perchè mi ricatta, vuole mettere sui giornali questo mio problema. Dato che gli articoli parlano tutti bene di me, vuole mettermi in cattiva luce"
"E fallo anche tu, no?"
"E come?"
"Non hai elementi a disposizone per rovinarlo?".
Presi tra le mani il tappo di una bottiglia e cominciai a giocarci. In realtà una cosa c'era. Ma se l'avessi fatto avrei incasinato anche Brooke. Rivelare all'avvocato la relazione tra la figlia e il peggior nemico.
"Una cosa ci sarebbe", sogghignai.
"Bene", rispose la ragazza regalandomi poi un sorriso.
"Andiamo a fare un giro?"
Lei annuì.
Andai a pagare e ci avviammo per le vie di Kyoto. Sasha mi prese la mano, mi voltai a guardarla e mi sorrise:"Ti da fastidio se...", chiese imbarazzata.
"No..", strisi la sua mano più forte alla mia. Quella ragazza era spettacolare. E non conoscevo nemmeno nulla di lei. Era un bene?
"Sasha, da dove vieni tu?", allentò un po' la presa della mia mano.
"Io...ho origini giapponesi a dir la verità. Mia madre è americana, mio padre Giapponese".
Strabuzzai gli occhi:"E dove sono i tuoi genitori adesso?"
"In America, ovvio. Qui avevano un ristorante, ma è fallito. Così si sono trasferiti a Chicago e ora vivono lì", abbassò lo sguardo. Come se fosse imbarazzata della sua storia, come se ne provasse vergogna.
"E tu che ci fai a Los Angeles?"
"Faccio la modella, a tempo perso. Poi trovo ogni tanto qualche lavoretto qua e là. Ma perchè parliamo di me? Dimmi un po', quanti anni hai?", mi passò davanti e mi trascinò in un giardino spettacolare con tantissimi fiori.
"Non te lo dico", cacciai furi la lingua.
"Tanto lo so, volevo solo veder se avevi le palle di dirmelo!", stavolta cacciò fuori lei la lingua.
"Vieni qua", mi costrinse a seguirla.
"Ma dove mi porti? Conosci bene questi posti?"
"Leto, mio padre è giapponese, ci vengo da una vita qua", si appoggiò ad un muro e prendendomi per la maglia mi tirò a sè.
"Vuoi farlo qui?", chiesi titubante.
Questa ragazza era proprio pazza, in tutti i sensi. Quel posto era nascosto, ma non era poi così deserto. Se solo uno di quei bambini che prima giocavano a palla...ne perdevano il controllo, ci avrebbero visti.
Si appoggiò ad un muretto con dei dipinti strani e poi mi infilò la lingua in bocca.
"Tu sei pazza", le sussurrai sorridendo e andai a baciarle il collo.
"E' noioso farlo solo nel letto. Poi mi piace il rischio"
"Questo me l'hai già detto", dissi sfilandole un seno dal vestito di seta e palpandoglielo fino a farla ansimare.
Le passai la punta della lingua sul collo, facendola scorrere fino al seno che pochi minuti prima stavo palpando. Nel frattempo sentivo la sua mano ravanare nei miei jeans. Mi bloccai.
"Ma vuoi farlo sul serio?", domandai fin troppo accaldato.
"Sei scemo? Vuoi che mi fermi? Sono troppo eccitata!", con la mano destra spinse la mia testa contro la sua e mi infilò di nuovo la lingua in bocca, mentre ormai l'altra sua mano giocherellava nei jeans.
Riuscì a farmeli scivolare a terra e tirò fuori la mia erezione dai boxer.
"Aspetta", la presi e la feci appoggiare su un tavolino in plastica.
"Vedo che ti sei convinto", sorride sarcastica.
"Come posso fermarmi dinnanzi ad una donna così bella e mezza nuda"
Lei si mise a ridere e mi abbarcciò. Sì, mi abbracciò. Quel gesto mi fece venire i brividi. Da quanto non ricevevo un abbraccio del genere? Che mi stava succedendo?
Le tolsi le mutandine e la penetrai, lei cominciò ad accarezzarmi i capelli, poi fece scorrere l'altra mano sul mio petto, fino a farmi scorrere un solo dito sui fianchi. Sobbalzai.
"Mh, ho trovato il tuo punto debole", rise.
"Stronza, adesso trovo io il tuo!", cominciai a sfilarle del tutto l'abito ma lei ebbe una reazione strana.
"No, non togliermi il vestito", ma fu troppo tardi, l'abito scivolò e notai dei lividi sul suo addome.
"Cosa hai fatto lì?", mi sfilai da lei e cominciai a rivestirmi. Anche lei velocemente si risistemò.
"Sono caduta", si vestì senza guardarmi negli occhi.
"Non dirmi stronzate. Guardarmi negli occhi e dimmi chi cazzo è stato a farti del male!", mi rimisi la maglietta.
"Ho detto che sono caduta, Jared", mi urlò in faccia dopo aver raccolto la borsa.
"E allora perchè scappi? Perchè non volevi mostrarmi il tuo corpo? Ecco perchè. Ecco perchè prima hai insistito tanto nel non fartela leccare. Non volevi farmi vedere i lividi"
"Che cazzo dici, Jared? Non sono come tutte le tue puttanelle le quali eseguono tutti i tuoi ordini a letto, io non sono nessuna di loro. Io, sono diversa", Si mise la borsa sulla spalla e mi abbandonò da solo in quell'angolo sperduto di Kyoto. Tirai un calcio al tavolo in plastica dove qualche minuto prima ci stavamo amando. Che cazzo mi stava nascondendo? Qual'era la verità? Chi era veramente?

Arrivò la sera, passai il pomeriggio chiuso nella mia stanza dell'hotel a scrivere canzoni. A una avevo dato il titolo 'Closer To The Edge', sì, ero vicino al limite della sopportazione. Avevo deciso di scrivere una mail da inviare al padre di Brooke per avvertirlo della relazione della figlia con Eddy, ma sapevo che stavo andando incontro al mio futuro. Così facendo Brooke si sarebbe incazzata con me e addio cd, addio carriera.
Che cosa fare? Che cosa fare accidenti? Mi strofinai gli occhi, avevo passato troppo tempo di fronte al pc.
Per distrarmi uscìì dalla stanza e decisi di scendere a prendere qualcosa da mangiare, avevo saltato pure la cena ed era da quel primo pomeriggio che non sentivo Sasha, che cosa mi stava nascondendo? Era palese che quei lividi non potesse averseli fatti cadendo. Erano lividi di violenza. Qualcuno l'aveva picchiata, ma chi? Perchè non voleva dirmelo? Perchè non voleva farsi aiutare?
"Hey!", troppo preso dai pensieri non mi accorsi della presenza di Brooke che stava percorrendo lo stesso corridioio ma in direzione inversa.
"Ciao Brooke..", la ragazza si sistemò meglio la borsa sulla spalla.
"Ascolta, ti va di..parlare? Volevo scusarmi per oggi..."
Infilai le mani nelle tasche e le sorrisi:"Va bene, andiamo sul terrazzo?", lei annuì.
Percorremmo in silenzio il pezzettino di corridoio e io aprii per primo la porta facendola passare.
Entrambi ci appoggiammo al muretto e guardammo Kyoto illuminata di notte.
"Eddy è al telefono?", chiesi.
Brooke si drizzò sulla schiena mentre io mi appoggiai con i gomiti sul muretto.
"Ma va? Come l'hai indovinato?", rise, facendo scorrere entrambe le mani sul cemento su cui si era appoggiata.
"Perchè non gliene parli? Digli che ti infastidisce..."
"Non è così semplice. E' molto attaccato al suo lavoro. Sai com'è...è un avvocato. Ad ogni causa prende molti soldi, e le occasioni non può farsele sfuggire...", si voltò a guardarmi negli occhi.
"E tu, invece? Come va con quella ragazza asiatica?"
Sospirai:"Male, abbiamo litigato", Brooke abbassò la testa e la scosse.
"Ma come? State insieme da quanto? Un mese?"
"A dir la verità da...ieri...", la bionda spalancò la bocca.
"Dici sul serio?"
Stavolta mi voltai verso di lei e mi appoggiai solo su un braccio:"Sì, è pazza, lo sai? Tutto ciò che le passa per la testa lo fa"
"Un po' come te, Jared Leto. E perchè avete litigato?"
"Argomento delicato"
Tutto d'un tratto mi venne un'idea geniale. Sicuramente Sasha a me non avrebbe raccontato i suoi problemi, ma ad una donna forse avrebbe svelato il mistero.
"Sasha ha dei lividi sul corpo, lividi di..violenza. Non so se violenza sessuale o semplice pestaggio...", Brooke portò una mano alla bocca:"Oh mio Dio, e chi è stato?"
"Non lo so - mi sfregai di nuovo gli occhi - è per questo che abbiamo litigato. Non vuole dirmelo. Insiste nel dire che è caduta. Ma è evidente che non sono lividi di caduta. Brooke, tu sei donna, tra donne ci si parla, ci si confida...non puoi..."
"Jared, so cosa stai per dire...non credo di poterlo fare", si allontanò dal muretto e la seguii.
"Perchè?", chiesi rimettendo le mani in tasca.
"Perchè non la conosco e lei non conosce me. Come può confidare una cosa così privata ad una sconosciuta?"
"Diventate amiche"
La vedevo dura. Due donne con due caratteri differenti diventare amiche? Ma Brooke era molto intelligente, sapevo che ce l'avrebbe fatta a farle sputare la verità.
"Jared, ci tieni veramente così tanto?"
"Non è il fatto di tenerci, il problema è che una donna viene picchiata da un uomo...", la fissai negli occhi. Ero andato a lei vicino...troppo vicino. Ma si scansò.
"Vedrò cosa fare, ok?"
Bene. Ora come potevo inviare quella E-mail a suo padre e sputtanarle la vita quando le avevo appena chiesto un favore così grosso? Dovevo solo scegliere a questo punto. Sputtanare la mia carriera...o la sua vita?
"Grazie", dissi.
"Prego", sorrise.
"Posso farti una domanda?", mi guardò curiosa e annuì.
"Se tu avessi una pistola ed una sola pallottola. Se fossi in pericolo di vita e fossi obbligata a sparare quella pallottola ad una persona a te cara per difenderti, cosa faresti? Mireresti il suo cuore o punteresti la pistola alla tua tempia?".
"Sparerei la pallottola nell'aria e getterei la pistola"
"Nel senso che...non faresti nulla?", fece spallucce.
"No, lascerei in mano tutto al fato, chi lo sa che magari mi possa salvare comunque senza mettere in pericolo altre persone?"
"Intendi dire che cercheresti di trovare un'altra soluzione?"
"Esatto, che non faccia male ad entrambi".
Sapevo che avrebbe avuto una soluzione. Questa ragazza cominciava veramente a piacermi.
"Perchè questa domanda?"
"Volevo solo un consiglio..."
"E ti sono stata utile?"
"Molto", le sorrisi.
Ad un certo punto sentimmo un urlo provenire da sotto la terrazza, ci affacciammo entrambi preoccupati e vedemmo mio fratello sfregarsi una guancia e una ragazza fuggire via.
"Non ci credo...un'altra volta...", sbuffò Brooke.
Cominciai a ridere:"Ma perchè è così cretino?"
"Vado in suo soccorso, ovviamente, come sempre, tu non ne sai nulla", mi fece l'occhiolino.
Alzai le mani:"Puoi fidarti di me"
"Ciao Jared..", Brooke si avvicinò e mi accarezzò la guancia. Non so per quale motivo lo fece, non ci stavo capendo molto. So solo che il mio fottuto istinto non seguì quello che la mia testa mi disse e pian pianetto mi avvicinai a lei, poggiando le mie labbra sulle sue.
Misi il braccio destro sulla sua schiena e l'avvicinai, lei socchiuse gli occhi e la sua mano, quella che prima mi stava accarezzando, si bloccò sul mio viso.
"Lo sapevo che non dovevo venire. Lo sapevo". Una voce ci interruppe. Ci voltammo e trovai di fronte a noi Sasha.
"Sasha fammi spiegare...", mi staccai da Brooke e andai da lei.
"Lascia il mio braccio Jared", non riuscii a mollare la presa, non volevo farla scappare come quel pomeriggio.
"LASCIAMI!", urlò strattonandomi e liberandosi dalla mia presa.
Aprì la porta e fuggì via.
"Vai da lei, Jared", mi disse Brooke.
Non me lo feci ripetere due volte e la raggiunsi nel corridoio.
"Sasha aspetta", la rincorsi.
Lei si bloccò e si voltò verso di me:"Ero venuta per scusarmi, mi sono sentita per tutto il pomeriggio una merda...e ti ritrovo tra le braccia di quella", disse piangendo.
Mi avvicinai a lei e la presi tra le mie braccia:"Scusami", riuscii a dire solo quello.
"Lasciami!", ancora una volta si liberò dalla mia presa.
"Vuoi scopartela, vero?"
"No!", forse avrei dovuto dire la verità.
"Però la ami"
"No!", un'altra bugia. Non capivo come fosse possibile, ma ormai la cosa era palese. L'amavo. Sì, amavo Brooke. Ed era passato solo un mese. Come c'ero riuscito? Io che mi ero promesso di non farlo accadere più?
"Allora perchè la stavi baciando?"
"Sono stata io", ci girammo e vedemmo Brooke.
"Gli stavo confidando che la mia relazione con Eddy non stava andando bene e mi sono fatta prendere dal momento. Lui non c'entra nulla, ho fatto tutto io"

*Pensieri di Brooke*

Fu l'unica cosa che mi venne in mente di fare. Non dovevo accettare quel bacio. Anche se era una cosa che ormai volevo da tempo. Probabilmente se l'avessi detto a qualcuno mi avrebbe presa per pazza, ma mi ero innamorata di Jared Leto.
Passai di fianco ai ragazzi e li lasciai soli. Se Eddy fosse venuto a sapere di tutto questo casino, mi avrebbe presa a botte. Come era già accaduto circa un mese prima, quando decisi di lasciarlo. Quando Jared mi confidò di aver visto quei lividi sul corpo di Sasha, mi venne la pelle d'oca. Entrai nell'ascensore e quando mi trovai di fronte allo specchio alzai la t-shirt e osservai quei lividi che man man che passava il tempo stavano scomparendo.
Quando le porte si aprirono abbassai velocemente la maglia e fece capolino Shannon con una mano appoggiata alla guancia.
"Shan..."
"Sì, è successo di nuovo. Non capsico. Qua mi odiano tutte"
"Fammi vedere", gli tolsi la mano dalla guancia e notai un po' di rossore.
"Usciamo da qua e andiamo a chiedere un po' di ghiaccio".
Poco dopo mi ritrovai Shannon Leto seduto sulla sedia in uno stato di depressione, mentre reggeva una sacca di ghiaccio.
"Perchè non lasci Lindsay? Insomma, è palese che non ti piaccia più", gli dissi sedendomi sul tavolo e facendo dondolare le gambe.
Il batterista sbuffò.
"Le avevo precisato che non volevo una storia seria, l'avevo avvertita. Ma lei ci si è buttata a capofitto e ora mi sta appiccicata, sempre!"
"E' innamorata Shannon e se non ricambi il sentimento devi lasciarla...a meno che tu sia sicur che prima o poi te ne innamorerai pure tu...".
Shannon appoggiò il ghiaccio sul tavolo.
"Mi è andato via il rossore?", scesi dal tavolo e mi avvicinai.
"No, è passato. O meglio, c'è n'è ancora un po' ma è rimasto per il freddo del ghiaccio".
Il ragazzo appoggiò un gomito sul tavolo, ci poggiò la testa e cominciò a sbuffare.
"Ma è possibile? Non le ho chiesto di andarci a letto. Ho solo provato a baciarla. Sembra così difficile qua prendersi un cazzo di bacio!"
Mi fece troppa tenerezza, mi avvicinai a lui e gli diedi un leggero bacio sulle labbra. Shannon rimase spiazzato.
"Dormirai tranquillo ora? Ti voglio bene, imbecille!", presi la mia borsa sul tavolo e feci per abbandonare la stanza.
"Brooke", mi voltai.
"Grazie!", sorrisi.
"Magari la prossima volta ti dirò che una ragazza si è rifiutata di venire a letto con me", cacciò furi la lingua.
"Scordatelo Shannon, se succederà, ti dovrai consolare con una sega!", stavolta cacciai io fuori una lingua.
Una volta uscita dalla stanza, mi appoggiai alla porta e sospirai.
   
 
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